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venerdì 9 settembre 2011

Amare se stessi: sentirsi anche il corpo.




Il cambiamento che io voglio vedere nel mondo è che le persone comincino a vedere se stesse come esseri multidimensionali il cui nucleo è la Sovranità Integrale, il distillato della Sorgente Primaria in un’espressione umana a se stante. Se solo le persone si sintonizzassero a questa frequenza comprenderebbero che tutto è uno nell’unità, nell’uguaglianza e nella verità. Questa è la definizione del Gran Portale come è stato annunciato nella mitologia dei WingMakers negli ultimi dieci anni.
 
Ogni individuo è di per sé un portale, e questo portale è il punto d’accesso ai mondi interdimensionali della Sovranità Integrale dove lo strumento umano, come una tuta spaziale, alla fine si toglie e l’individuo si rende conto della sua vera natura infinita. Comprendendolo, capisce che in questo stato tutti – tutti – sono uguali e in questa uguaglianza noi siamo Uno

Il Gran Portale è il momento il cui l’umanità si ergerà come un solo essere a questa comprensione che tutto abbraccia, il momento in cui trascenderemo la struttura di soppressione e ci esprimeremo come Sovranità.
Estratto da: Intervista a James del Project Camelot

James dei Wingmakers è un personaggio che mi ha sempre ‘detto qualcosa di buono’, per puro istinto o ispirazione sottile personale. Non so chi egli sia e che volto abbia e… se abbia un volto. Non so, eppure percepisco qualcosa di veramente profondo che deriva dal materiale proposto da questa entità.

Ora, occorre ampliare il punto prospettico in cui siamo inseriti in qualità di esseri umani, ossia di esseri dotati di un corpo fisico

Ciò che giunge dal contesto della storia deviata è una caotica, densa e pesante, nube di pensiero avvilente il corpo fisico. I movimenti delle religioni hanno, generalmente e mediamente, ri condotto la struttura materiale umana, la ‘tuta spaziale’ come la definisce James, ad un qualcosa di ‘sporco’, di misero, di temporaneo e dunque di inadeguato, di miserevole, da cui fare bene attenzione perché ricettacolo di vizi e desideri immondi

Se aggiungiamo a ciò anche quella sorta di debito Karmico/Cosmico del ‘peccato originale’, inerente alla colpa per la ‘caduta’ del genere umano, allora la trappola mentale/fisica è completa, perché sia ‘dentro che fuori’ vivremo un sentimento di ‘non essere all’altezza’, maturando in tal modo odio per il corpo fisico accusato, di fatto, di rappresentare l’alveolo di tutte le bassezze interiori proiettate all’esterno, nel Mondo sempre più percepito, allo stesso modo, come 'brutto ed inospitale'.

Ma allora come si spiega l’amore per l’apparenza che la società moderna persegue? L’apparenza non è relativa anche al corpo fisico? È innegabile che questa sia una società legata all’apparenza

Si cerca sempre di mostrare una nostra immagine ‘teorica’ agli altri. Dunque?

Senza peccare di semplicismo estremo, vorrei evidenziare che questo ambito legato all’apparire ha, come al solito, una doppia faccia in funzione del ‘come siamo’ dal nostro punto prospettico, ossia:
  • apparire come riflesso di una personalità confusa e/o illusoria
  • apparire come riflesso di una profondità interiore che, in realtà, si è sempre amata.
È l’eterna compresenza della mutevole vicendevolezza della dualità: la risposta a precise leggi Universali inerenti a questo piano dimensionale.

Che cosa scegliamo di osservare? In base a questa scelta ci auto definiamo nel Mondo. Vediamo ‘mezzo pieno’ o ‘mezzo vuoto’?

Non è filosofia spicciola questa domanda. L’uomo, la donna, i bambini, si amano e vorrebbero risplendere sulla Terra. In che modo? Attraverso quello che di più ‘immediato’ possono usufruire e cioè del proprio corpo fisico. È naturale.

Il corpo è lo ‘strumento’ più idoneo messo a punto dalla ‘Natura’ per esperienziare questo scenario denso e tanto particolare. Che senso ha odiarlo o sentirsi inadeguati dentro di lui? Noi non siamo il corpo ma siamo anche il corpo, così come non siamo del Mondo ma nel Mondo

Fa parte della 'dotazione di serie' della Vita. Ha un senso ben preciso innestato nel giroscopio energetico dell’equilibrio delle forze manifeste e non manifeste.

Devo molto, in questo ambito, alle espressioni ‘quadrate’ dell’Amico Diego, inerenti all’amare il proprio corpo, all’ascoltarlo, al valorizzarlo quando ‘chiede’ o ‘dice’. Il corpo si vuole bene, cicatrizza le ferite e non mente, viceversa la mente può quasi godere nel girare a vortice attorno alla ferita, lasciandola sempre sanguinante, soffrendo sempre per lo stesso errore o provando sensi di colpa ‘eterni’. Cosa significa tutto questo?

Che il corpo e la mente sono come fusi insieme, ma costituiscono due parti diverse di una ‘funzione’ superiore, ossia, che il corpo ha una propria ed univoca peculiarità nell’ambito della Vita fisica, quel movimento di condensazione energetica che emerge da una sfuggevole serie di scenari non più percepiti a livello materiale.

Il corpo ha la sua funzione basilare nel permetterci di fare esperienza. In che modo? Muovendosi. Il frattale esistente in Natura, che dimostra l’importanza del movimento ai fini della localizzazione spazio temporale, è rappresentato ad esempio da quegli animali che necessitano di osservare corpi in movimento per determinarli di fronte a loro, altrimenti non se ne possono accorgere.

In primo luogo è importante chiarire che informazione in sostanza significa differenza; infatti qualsiasi interazione tra energia  e materia è idonea ad emettere informazione rilevabile da un ricettore qualsiasi che sia capace di distinguere differenze.
 
Si ha informazione quando viene recepita una disuguaglianza che indichiamo come: 
  • Se : i # i ' Informazione # 0
  • Se : i = i ' Informazione = 0
I computer utilizzano un codice binario per descrivere ogni tipo di informazione cioè trasformano la disuguaglianza in un codice detto digitale, indicato con i numeri (0 ed 1), detto Bit, ovvero Binary Digit.
 
Anche i meccanismi neurologici sono centrati sulla disuguaglianza : i # i '.
 
Un esperimento sulla visione infatti, che dimostra che anche la fisiologia della percezione visiva  registra solo differenze, è il seguente: una persona posta all'interno di camere omogenee in termini di luminosità, (costruite cioè in modo che gli  occhi , ovunque vengano rivolti, ricevano uno stimolo costante di radiazione), vede progressivamente spegnersi la luce, (benché essa resti accesa ), fino alla completa, temporanea cecità.
 
Gli animali che non hanno movimenti 'saccadici' ('saccade' significa scossone), dell'occhio  vedono solo gli oggetti in movimento; per tale ragione nel mondo animale, alla vista del predatore, molte prede si immobilizzano, evitando così di essere vedute dall'antagonista.
 
Quando l’informazione non è costituita da una semplice differenza, ma diviene complessa a causa delle possibilità di percepire un grande numero di differenze, allora è necessario capire come l'informazione venga significata...
Link
 
Informazione in sostanza significa differenza. Se noi ci fermiamo viene meno 'l’informazione', per cui il corpo è strutturato appositamente per muoversi ed emanare un segnale o un riflesso

Attraverso questo riflesso noi manifestiamo la nostra presenza ed esistiamo per gli ‘altri’. Il nostro riflesso diventa un feedback che viene ri prodotto dagli altri e ri tornato a noi come una sorta di eco di noi stessi.

In questa maniera possiamo 'vedere', per differenze di segnale trasmesso e ricevuto, ciò che ci circonda ed in ultima analisi ‘come siamo fatti’. 

Dentro di noi c’è la mente e molto altro, per cui la percezione di sé diventa più complessa, tuttavia per la legge dell’analogia frattale, una buona padronanza del proprio corpo, ossia del proprio segnale lanciato nel Mondo che ci circonda, vale quanto l’ignorare quella complessità forse inarrivabile, per ora, nel livello raggiunto di evoluzione personale.

Si può sempre ovviare ad una ‘ignoranza’ momentanea.  Anzi, a volte è meglio utilizzare una ignoranza selettiva al fine di trascendere un presupposto limite percepito come davanti a noi.

La Vita è ‘bio diversa’, funzionale, ricca, fantasiosa, creativa, divertente, giocosa, perché ama se stessa ed è felice di rappresentarlo a tutto ed a tutti.

La Vita è il segnale del Creatore per delineare il proprio sè nella Vita stessa e per rendersi conto di ‘esistere’.

Consiglio di cuore la lettura del pdf di James, proposta all’inizio d’articolo.

Il concetto di illuminazione, oggi inflazionato, deve staccarsi dalla definizione di idea puramente mentale, eterea e spirituale – astratta quanto lo è la nostra mente occidentale – per recuperare l’originale significato di metamorfosi e di trasfigurazione, ovvero  di transustanziazione in senso soprattutto materiale. 

È un processo prima di tutto fisico: una mutazione ontologica della forma umana. In fondo, non è l’anima da conquistare, ma il corpo. Non è l’Assoluto da conoscere, ma questa realtà…
Da ‘Anima e realtà’ di Carlo Dorofatti

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com