venerdì 29 aprile 2022

Collaterale.


Parallelo: conseguente (sovrapposto).
Studiato. Come una lesione.

Che ti aspetti e dunque che ti attendi; che hai calcolato anzitempo, preventivamente. In ogni guerra tale “misura” viene presa in considerazione. Ma non conta oltremodo. Nel senso che, “sì, dispiace, ma…”. No? Il più che classico “è uno sporco lavoro, ma…”. Sullo stile, “armiamoci e partite…”.

O, ancora:

alcuni di voi potrebbero morire ma è un sacrificio che sono disposto a fare…”.

Lord Farquaad

Hai presente? 

Come, del resto, “fare il gay con il culo degli altri”. Tenendo conto, dunque, del principio della proporzionalità? Bah. Come al solito, “sulla carta”. Tenendo conto o calcolando anche l’eventuale contesto “legale” che sussiste sia prima che durante/dopo la guerra. 

Anche se “una guerra è per sempre” quando questo strumento è costantemente mantenuto accordato. 

 


Ergo, quando ne dipende anche la “legge” stessa. Chi vince?

Guerra, infatti, non è solo s-boom, sdeng, crash, etc. Come forse hai potuto imparare, la guerra è anche la “guerra”:

anche quando non è dichiarata ma… c’è, in maniera sottile. 

Quella “commerciale” ad esempio. O quella “fredda”. Con la guerra più apparente che entra in scena quando è l’ultima misura. Alias? Bè, ad esempio ma causalmente, allorquando uno Stato è fallito economicamente e allora pur di continuare a far finta di niente = insistere, non esita a fomentare il più che classico conflitto armato sino ai denti. 

E, dal momento in cui non è che la guerra la dichiari “così”, allora la stessa va innescata con ogni misura del “caso”. Ergo, dopo o durante la “pandemia fantasma”, che ha provocato miliardi e miliardi e miliardi di “danni collaterali” a causa della “cura” imposta, e dopo il fallimento della US Corporation, che dire? 

È proprio di una guerra aperta e condivisa, che gli “Usa” necessitano al fine di stendere un pietoso velo sul disastro già avvenuto, all’insegna dell’essere “già successo” di più antica data (o, meglio, da cui occorrerebbe contare il proseguo degli anni a decorrere conseguentemente). 

 

giovedì 28 aprile 2022

Il più grande studio sui sogni del mondo.



Ce l'hai fatta. Complimenti! La miglior tazza di caffè del mondo! Ottimo lavoro a tutti. È bello essere qui....
Elf

È come avere la “camicia di forza” addosso. Anzi, è come averla alla lingua ed al cervello. Anzitempo

Prima che si possa “vedere”, in maniera tale che “non ci sono le prove”. È davvero stancante. 

Ma non sei stufo marcio di tutto questo? 

Di questo, cosa? La “legge” ti ha. Per questo sei “imbalsamato”. Uno zombie che s’agita per le strade, come un’ombra indistinta. Qualcosa e non più qualcuno. L’in-dipendenza è fragorosa: 

totale. 

E sembra “destino”, volere divino. Persino “natura(le)”. Mentre nella sostanza è un piano: 

strategia

O conseguenza di detta “ferma” decisione altrui per Te/“te”. Il copione è questo. Che altro. Sei sfruttato per qualche motivo che non riesci nemmeno a sfiorare con l’immaginazione. Ecco a cosa è servito anche l’Illuminismo:

 l’uso della ragione ad ogni costo, persino con la “forza”. 

È stancante, stanchevole, stomachevole. Con la “guerra” ch’è tra (ar-resi) impoveriti dentro. E… manco te ne rendi conto

Sgrunt

Così, il “tempo” si consuma (per modo di dire, perché l’unica cosa che “brucia” sei sempre “tu” e di converso Tu) “alla ricerca di prove” del sentire, mentre è il sentito a trionfare, essendo accon-sentito o “riconosciuto”.

Gerarchia. Ergo? Chi? Cosa? Perché? 

In che modo? “Vedi”? Sei oltremodo costantemente in ritardo. Per questo si manifesta anche la relativa “malattia”. Per questo sei sempre nel “com-presente” seppure è nel ritenuto “futuro” ove si prendono le decisioni. 

Troppa filosofia? 

mercoledì 27 aprile 2022

Cosa ti sei messo in testa?



Lo psichismo umano si definisce sulla base della priorità delle rappresentazioni per immagini, che, caricate di una forte affettività, si propongono immediatamente come artefici del suo rapporto con il mondo”.

Jean-Jacques Wunenburger

Comprendi? 

Quale “immagine/affettività” hai - o è stata - caricata in “te”? Il nome “Tv” ti dice niente? E “Radio”? “Giornali, Internet e pubblicità”? E, ancora, “scuola, religione, spirito”? Oppure, “filosofia, educazione, dovere”? 

Questa è la famosa “dottrina delle illusioni” che scivola in profondità e allora sembra normale anche se è “normale” o rappresentazione artefatta del mondo reale, manifesto come conseguenza della proiezione immaginifica ad hoc, in “te”, che rimani come un proiettore olografico “grazie” al cervello.

 


La “priorità delle rappresentazioni per immagini” è una dipendenza vera a propria, qua nell’AntiSistema: 

ricorda che non sei giudicato in grado di intendere e volere, alias, di decidere sostanzialmente. Ecco perché non sei libero ma “libero” in tale gerarchia che, guarda non caso, non esiste anche se c’è. 

La risultante è il vettore che perlomeno dal 2020 è emerso a tuttotondo: 

la situazione francamente in-umana

sostenuta dalle “immagini caricate in memoria”.