“Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità…”.
Quale verità? Che sei una pila? Un pirla? Quella è la “verità” = come sei trattato qua, così, nell’AntiSistema. La verità è ciò ch’è già successo: la “verità”. Ma, prima, com’eri? Com’era? La verità è una: è sempre l’esse-Re già successo. Ogni volta. Ergo, c’è anche un “prima”. Cioè, se non ti accorgi di essere “dentro” a qualcosa, nonostante stai a cielo aperto, allora la verità sarà relativa all’assoluto di quella realtà manifesta: cosa è, come è, da quando, ad opera di chi o cosa, perché, etc. etc. etc. Questa è la verità, che diventa “verità” non appena quell’intero mondo è una conseguenza derivante da un altro livello della prospettiva.