lunedì 27 novembre 2023

Relazioni pubbliche.


La Russa: “Io Ministro per aiutare l'Inter? No, per affossare la Juve…”.
La gente - anche i ministri - non si rende conto della valenza sostanziale delle parole; di quello che dicono, affermano, sputano, sussurrano, urlano, etc. Non ci si può nascondere dietro alla “battuta”, perché quel modo di dire implica verità. Quale? Quella che deve essere comprovata in tribunale, qualora qualcuno si pone l’obiettivo di portare la questione sino al livello ufficiale. Altrimenti, rimane tutto in una situazione di chiaroscuro che alimenta leggende metropolitane, proverbi, ingiustizia o “giustizia”, etc. 

Certe espressioni conducono alle “insinuazioni” = a parte ogni sinonimo, al… dubbio, sospetto. Perché, se si può scherzare su qualcosa, allora vale a dire che quel qualcosa è sostanziale, alias, non lineare in una certa società che l’ha soffocato per ovvi motivi, ma sempre non ufficialmente. 

E se in ogni ambito, appunto, ufficiale, il linguaggio diventa irreprensibile poiché il minimo termine fuori luogo dà luogo allo scandalo, alla sconvenienza, allo sgarbo, etc. di conseguenza a maggior ragione quel livello diventa falsità di facciata. Tra diplomatici, ad esempio, si fanno la guerra in punta di piedi. Perché oltre non conviene andare. Il rischio arriverebbe sino alla guerra. Sino al coinvolgimento delle popolazioni che sono indaffarate nel consueto trantran, tra un conflitto e l’altro. 

Questa società, per azioni.


Fare una “buona azione” è qualcosa di positivo, consigliato, che fa bene all’animo. Aiutare la classica vecchietta ad attraversare la strada? Primo: la vecchietta ti prende a borsettate in testa se ti azzardi ad avvicinarti. Secondo: è più facile che sia la vecchietta a darti - idealmente - una mano, economicamente. Terzo: l’attraversamento pedonale, nelle grandi città sinistre, implica il fare grande attenzione ai prepotenti velocipedi in transito sulle piste ciclabili: sempre più numerose, sempre più larghe, sempre più “inclusive” = se non ti levi ti tiro sotto. Le carreggiate dedicare alle vetture si sono ristrette, come sbagliando candeggio. Oramai, le auto devono camminare incolonnate in fila indiana, laddove “c’era una volta” la seconda comoda corsia di marcia. 

Personalmente, dal 2020 tutto questo “sentire civico” risuona alquanto di parte, egoistico. E se una volta si guardava al modello del “nord europeo”, penisola scandinava su tutti, in termini di rispetto, civiltà, progresso sociale, etc. orbene, dal 2020 tutto questo deodora di ben altro: feroce, ma “democratico”, indottrinamento massivo, capace di passare per quello che non è. 

domenica 26 novembre 2023

Cosi.


Incipit:

la vita dei Coso non è così felice: Michele è in debito con un usuraio per dare a Cristina un tenore di vita che il suo stipendio da grafico pubblicitario non può permettersi, mentre Cristina è frustrata perché non riesce a entrare nell'élite della città. Vittorio invece ha un pessimo rendimento scolastico, è tormentato dai bulli e preso di mira dal preside della prestigiosa scuola privata che lui e Fortuna frequentano…

Epilogo:

tutti tornano quindi a disprezzare e maltrattare i Coso più di prima, ma i due fratelli fanno pace e Cristina finalmente accetta le sue origini napoletane facendosi chiamare col suo vero nome, Carmela Cimmaruta.

Un boss in salotto

Ricordo, ai tempi dei subprime o giù di lì, chiamare i clienti di Goldman Sachs “muppets (pupazzi)”. Un dipendente scrive al New York Times: in banca l'ambiente mai stato più tossico e distruttivo come ora. Unico scopo: fare soldi… (2012). Bè, è l’Internet delle “Cose”, dei Cosi. O pupazzi che dir si voglia. Ancora, il famoso carro buoi. Il popolo bue. Le pecore. Il gregge.

Che altro serve per risvegliare qualcosa di sostanziale, che non sia sete di ribalta (ancora “fare soldi”)? Al max, se un individuo vuole vendicarsi, che fa? Finisce in galera. Oppure si mette “a fare soldi a palate”, così poi “gliela farò vedere io!”. 

Il nulla con la mente attorno. 

Lo s-vuoto. I “Cosi” sono… così. Come? Andati. S-perduti. Patetici. Ingranaggi o granelli di sabbia sulla spiaggia, come dichiarava Gurdjieff. In-utili. Da sfruttare oltremodo. Sempre. Ovunque. Comunque sia. Olé.