lunedì 13 novembre 2023

Spada di Damocle buona per fachiri o popolazioni occidentali.


È comune conoscere molto bene una certa strada, via, viale, etc. Perché ci si passa ogni giorno, ad esempio. Meglio ancora se si è nati in quel posto. Credo sia la prassi una certa situazione: passi un giorno e vedi che stanno asfaltando, però ricordi che un mese prima stavano già lavorando ma non ricordi molto bene cosa stavano esattamente facendo. Passa qualche tempo e iniziano a riprendere lavori di allacciamento che rompono il catrame appena riposto e anche sezioni del marciapiede, che era appena stato finalmente reso percorribile anche dalle carrozzine e dalle sedie a rotelle. Gli anziani avevano appena ricominciato a camminarci sopra con fare sicuro. Poi, un altro giorno assisti ai nuovi lavori per realizzare una pista ciclabile più grande della carreggiata residua lasciata per il moto del traffico ordinario. Tra marciapiede e pista ciclabile, lo spazio si divide in parti uguali con la carreggiata automobilistica. Passa un altro mese e le squadre di riparazione del manto stradale devono intervenire per sistemare i lavori precedenti. Poi i tecnici che si occupano della posa dei cavi in fibra ottica, perforano i lati della strada, realizzando scavi per tubazioni e tombini, ricoprendo il tutto ancora una volta. Va da sé che ad un certo punto per la realizzazione del nuovo supermercato cittadino il manto stradale viene sconquassato dai mezzi pesanti impiegati per il lavoro. Arrivando al giorno d’oggi si è ancora speranzosi che presto la via venga asfaltata visti i troppi rattoppi che si sono accumulati, come se fossero im-previsti. 

Questo è un risultato. Non è mancanza di programmazione.

Funziona quindi è.


Cercheremo il consenso necessario in aula, ma se non sarà possibile saranno gli italiani a doversi esprimere...”.
Giorgia Meloni

Daje a ride, allora. Gli “italiani” sono cotti e bolliti e pensano in maniera lineare: come mettere in serie le lampadine in maniera tale che se ne brucia una, tutte quelle che seguono si spengono. Non che mettendo “in parallelo” sia meglio, perché ogni singola lampadina rimane come isolata, ma continuando a funzionare nonostante il “guasto” sulla linea. E poi ogni lampadina è “a massa”, il che significa l’essere costantemente ancorati a qualcosa che predica bene ma, nella sostanza, è una rete d’intenti non dichiarati, ufficialmente, tanto che:

In questi 75 anni sono cambiati i protagonisti, le leggi elettorali, i Partiti, però l’instabilità è rimasta sempre la stessa...”.
Giorgia Meloni

Se, in un dato lasso di tempo, cambia tutto per non cambiare niente nella sostanza, significa proprio che il nesso causale è celato nell’espressione, “l’instabilità è rimasta sempre la stessa”. Questa è la riprova. Il segno evidente di un progetto trasversale che attraversa e caratterizza tutto.

domenica 12 novembre 2023

Non c’è più niente da fare.


Molto curioso il testo della “canzone”, se opportunamente ripreso in tal modo:
so già che fra noi niente mai cambierà
basta solo che ti ricordi che anche se
non c'è più niente da fare
ma è stato bello sognare
la vita ci ha regalato
dei lunghi giorni felici
qualcosa che il tempo non cambierà mai
”.
Bobby Solo
Non c’è che dire; trattasi di un sontuoso Comma 22. Un loop dal quale è im-possibile (potenziale) uscire. Dunque:

al fine di non cambiare mai niente (tra noi e complessivamente)
occorre ricordare (basta solo ricordare)
anche se… (ritornello)
il “sogno” è stato bello (la vita ha regalato dei giorni felici: è gli altri?)
alfine la conclusione epico-patetica
tutto questo è fisso, qualcosa che il tempo non cambierà mai.

Infatti, Bobby è (era) “solo”. E da quel viso scendeva sempre una lacrima. 

Sob.

Non c’è più niente da fare. Il tempo è scaduto: è già successo, qualcosa che il “tempo” non cambierà mai. Dalle molte estremità o teste o lingue, il discorso non si discosta mai da qualcosa che sembra persino bello, anche se… Quale è, allora, la metafora, il significato che c’è sempre anche quando non esiste? È un rebus? Un mistero? Un segreto? Ognuno vi ritrova di tutto, come affacciandosi in una pozza d’acqua piovana lungo la strada trafficata. Al solito, è se stessi che si vede, però. Solo un poco più “ritoccati”; a volte il trucco (riflesso) rende più poetici, mitici, grandi. Altre volte quei contorni fanno rabbrividire, perché non ci si riconosce affatto. Un sapore alla Proust molto simile ad una giornata spazzata dal vento intermittente. Oppure il mare visto da riva che cangia come se non ci fosse domani, rimanendo sempre… mare. Tanto rumore per nulla. Un can can ch’è come prendere la metro o essere sul tram, mentre i binari sfrigolano trasportando continuamente carichi paganti. Oppure come can che abbaia non morde. Ecco; il presidente iraniano Ebrahim Raisi chiede ai governi islamici di dichiarare l’esercito israeliano un’organizzazione terroristica. Dopo l’altro leone da scrivania, Erdogan. E Nasrallah. Come la farsa della commissione covid. E… Bentornato Picchiatello! Pardon: Mattarello. Le forze sono davvero due. Ma in quel modo derivato dalla “creazione” = “Dio” Vs il creato. Ovvero, come trasmetto un morbo contagiando tutto.