“Ce l'hai fatta. Complimenti! La miglior tazza di caffè del mondo! Ottimo lavoro a tutti. È bello essere qui...”.
Elf
È come avere la “camicia di forza” addosso. Anzi, è come averla alla lingua ed al cervello. Anzitempo.
Prima che si possa “vedere”, in maniera tale che “non ci sono le prove”. È davvero stancante.
Ma non sei stufo marcio di tutto questo?
Di questo, cosa? La “legge” ti ha. Per questo sei “imbalsamato”. Uno zombie che s’agita per le strade, come un’ombra indistinta. Qualcosa e non più qualcuno. L’in-dipendenza è fragorosa:
totale.
E sembra “destino”, volere divino. Persino “natura(le)”. Mentre nella sostanza è un piano:
strategia.
O conseguenza di detta “ferma” decisione altrui per Te/“te”. Il copione è questo. Che altro. Sei sfruttato per qualche motivo che non riesci nemmeno a sfiorare con l’immaginazione. Ecco a cosa è servito anche l’Illuminismo:
l’uso della ragione ad ogni costo, persino con la “forza”.
È stancante, stanchevole, stomachevole. Con la “guerra” ch’è tra (ar-resi) impoveriti dentro. E… manco te ne rendi conto.
Sgrunt.
Così, il “tempo” si consuma (per modo di dire, perché l’unica cosa che “brucia” sei sempre “tu” e di converso Tu) “alla ricerca di prove” del sentire, mentre è il sentito a trionfare, essendo accon-sentito o “riconosciuto”.
Gerarchia. Ergo? Chi? Cosa? Perché?
In che modo? “Vedi”? Sei oltremodo costantemente in ritardo. Per questo si manifesta anche la relativa “malattia”. Per questo sei sempre nel “com-presente” seppure è nel ritenuto “futuro” ove si prendono le decisioni.
Troppa filosofia?