Quando qualcuno “relaziona” relativamente ad un problema generale, può essere pericoloso per chi gestisce la gerarchia (da cui lo status quo conseguente).
Allora, l’autentico pericolo consta della “malattia”, oppure della “cura”?
Essendo tutto relativo all’essere punto di sospensione (assoluto), che non è Dio bensì “Dio”, allora va da sé che la differenza la “Fa…” sempre chi decide (non evidentemente per chiunque, qua). La prova?
È la gerarchia: il fatto stesso che sei in gerarchia.
Senza una simile
struttura di potere (invito a megafono) non è possibile decidere per tutti,
contemporaneamente, mentre l’essere “a Massa” non batte ciglio, poiché la
“legge” non lo prevede (e vorrei anche vedere il contrario).
Ecco la “democrazia”, allora.
Ecco il perché. Ed il percome? Bè, affonda nel momento di “è già successo” in poi (compresente). Ergo, “adesso” sei in un ramo parallelo di Te, ovvero “te”; auto mantenuto ben “distante” dalla possibilità di interagire sostanzialmente con la narrazione, essendo questa in costante diretta, mentre “tu” sei coerentemente (con la narrazione di p-arte ad arte) in differita.
Ecco la differenza sostanziale di potenziale contemporaneo.