lunedì 20 dicembre 2021

C’era una volta… capanne e paperi.



Ricordo, da “piccolo”, che ci piaceva un sacco fare lacapanna”. La location era un piccolo paese confinante con campi agricoli, seppure collegato con il “comune” e dunque anche con le città. Da lì era possibile immergersi in campi e boschi “vecchio stile” o secondo tradizione contadina. C’erano ancora situazioni “ottocentesche”, così come cascine ed un intero grande cortile da lavoro rimasto congelato nel “tempo”. 

Il nonno aveva preso in affitto un piccolo terreno che aveva provveduto ad avviare ad orto, tuttavia, noi altri ci giocavamo come se fosse un intero mondo inesplorato ed, ovvio, avevamo costruito la più che classica capanna (sul modello più semplice rispetto a quella “su albero”, che conoscevamo attraverso il “Manuale delle Giovani Marmotte”). Eh sì: 

Qui, Quo e Qua erano davvero fortunati nel potersi “ritirare” sull’albero del giardino, tirando su la scala o la corda e, così, tenendo sempre a debita distanza lo “zio” perennemente arrabbiato col mondo, per via dei debiti con lo “zione”). 

 


Noi però ci accontentavamo, perché una volta che chiudevamo la porticina, fatta con una vecchia ex-coperta, eravamo protetti da tutto e tutti. C’era anche un buco nel muro di cinta attraverso cui potevamo “guardare fuori”. A me piaceva soprattutto quando pioveva e, allora, venivo pervaso da un piacevole sentore o sentire caldo, proprio, avvolgente, empatico a tuttotondo. Ah, ricordo ancora quella pioggerella che, rimanendo all’asciutto in contemplazione, rintoccava attraverso lamiere accatastate, grondaie groviera, assi di legno e resti fossili (attrezzi da lavoro): 

una sinfonia da brividi che, certamente, costituiva un punto di ri-unione e contatto con se stessi e, chissà, probabilmente col tutto. 

Erano gli anni ’70. 

venerdì 17 dicembre 2021

Il bello della diretta.



Guarda qualcosa che hai in casa; qualsiasi cosa va bene. Ebbene, quello che stai osservando è il frutto dell’ingegno di qualcuno. Il che significa e comporta che l’individuo, in toto, è dotato di tale facoltà o potenziale contemporaneo. 

Alias, chiunque (chiunque) può perlomeno co-creare.

Si p-arte da Sé e dunque dalla propria giurisdizione e, poi, se ha “successo”… si espande a macchia d’olio o, meglio, wireless ma anche per empatia. Questo accade dal momento in cui non tutti si ricordano di essere… così, perché si è qua, in qualcosa dove, appunto, “è già successo” che…, e infatti si spiega tutto, allora. 

Ad esempio, ecco perché c’è gerarchia. No? 

Detto questo, non è che cambia istantaneamente qualcosa, tipo… lo status quo, non visto che l’individuo è quantomeno “sé”, rispetto a ciò ch’è a livello potenziale (sempre per lo stesso motivo portante o “è già successo”). Dunque, se stai prendendo in considerazione uno scarpone, ad esempio, bè… quello che vedi è la prova dimostrata sul campo ch’è possibile immaginare sino alla relativa manifestazione nel reale banco di prova, qua. 

È, se ti impegni un pochino, come ricorrere ad una sorta di teletrasporto: 

da Te a Te, qua. 

Quando vastortala trasmissione? Quando non esiste ma c’è uno strato denso di “nebbia” che interferisce ed interagisce sino a modificare il pacchetto quantico o “dato” trasmesso da Te. Qualcosa che nella siffatta specie raggiunge “te”, invece che nuovamente Te, qua. Qualcosa che “parla chiaro” e denuncia lo status quo, ma “solo” se ci sei, sostanzialmente.

 

giovedì 16 dicembre 2021

L’ovvio.



Ovvio = evidente, intuitivo, lampante, lapalissiano, pacifico, banale, scontato, chiaro, perspicuo… Link

Quando qualcosa è tale? 

Quando hai maturato l’esperienza sufficiente per inquadrare la situazione reale, per quella che è, sostanzialmente. Al di là persino della narrazione ufficiale o di regime. Quando, cioè, sei in una condizione di assoluta certezza, nonostante non sia comprovato dalla trattazione mainstream. E, nulla, ma proprio nulla ti può fa cambiare idea

Sì, perché questo sei Tu e basta.

Covid, scienziata Harvard e l'ipotesi più probabile su origine virus.

L'ipotesi più probabile sull'origine del Covid resta una fuga di laboratorio. A dirlo nel corso di un'audizione davanti alla commissione Scienza e Tecnologia del Parlamento britannico è la dottoressa Alina Chan, specialista in terapia genica e ingegneria cellulare del Mit e di Harvard. “Per chi è a conoscenza dell'origine della pandemia, ha detto, ora non è sicuro farsi avanti. Ma ci sono tantissime informazioni archiviate e prima o poi usciranno…”. 

Per la dottoressa Chan... molti aspetti tecnici farebbero propendere per l'ipotesi di una creazione artificiale del virus. “Molti virologi di fama hanno affermato che è un'ipotesi ragionevole, ha detto. Sappiamo che questo virus ha una caratteristica unica, chiamata sito di clivaggio della furina, e senza questa caratteristica non avrebbe causato la pandemia…”. E sarebbe proprio questa caratteristica a portare direttamente a Wuhan. Perché, ha ricordato la scienziata, un'organizzazione non governativa con sede negli Usa, EcoHealth, “e l'Istituto di virologia di Wuhan stavano sviluppando un sistema per l'inserimento di nuovi siti di clivaggio della furina… Quindi… abbiamo questi scienziati che all'inizio del 2018 dicono, 'metteremo dei corni sui cavalli' e alla fine del 2019 a Wuhan spunta un unicorno…”.

16 dicembre 2021 Link

Per chi è a conoscenza dell'origine della pandemia, ha detto, ora non è sicuro farsi avanti (ora non è sicuro farsi avanti… Sì, hai letto proprio bene).

Ma ci sono tantissime informazioni archiviate e prima o poi usciranno… (certo, perché tutto è verità, persino qua).

Molti aspetti tecnici farebbero propendere per l'ipotesi di una creazione artificiale del virus (altro chefuga da laboratorio).

Abbiamo questi scienziati che all'inizio del 2018 dicono, “metteremo dei corni sui cavalli” e alla fine del 2019 a Wuhan spunta un unicorno (toh: guarda non caso).

L’ovvio è banale, ma non può davvero annoiare, ora. Perché molti ne sono morti. Molti ne morranno ancora. Persino i più “piccoli”. Se ti sembra noioso, a Me invece appare un crimine degno del patibolo.