Nell’Anti-Sistema o, se preferisci, in società… ogni individuo pensa sempre di avere ragione, non importa cosa decide chi è l’organo “competente” che definisce ogni questione. Tribunale, magistrato o giudice che sia, la parte che perde non lo accetta mai mentre quella che vince decanta al suono di “giustizia è fatta”.
Salvo poi succedere al contrario, non appena muta lo scenario, di vicissitudine in vicissitudine. Non solo. Puoi anche vincere o perdere in primo grado, eppure continuare a “sperare” negli altri gradi della “giustizia”, il che comporterà appunto tale mutamento esistenziale nei confronti della “dea bendata”, legge (non solo divina). Insomma, una “sola” questione che – alla Tre Moschettieri – riguarda chiunque, ad eccezione di chi non esiste ma c’è e dell’analogo riflesso in gerarchia, sgorgante da quei livelli più prossimi in termini di copia e incolla.
Sì. L’iter della giustizia è un dispositivo pieno, a sua volta, di ingranaggi che ricombinano d’assieme ogni singola aspettativa al suono dell’eco che continua a scandirne la portata, seppure non te ne rendi conto sostanzialmente. Ed è così che “tiri sera” ogni giorno, giungendo al “fine settimana” ogni volta, che comporta il raggiungere “fine mese” come sempre e poi anche il “termine dell’anno” ed a conseguire, come scivolando “dentro” a qualcosa che non sente, non vede, non parla… poiché “corrente principale” o di fondo.