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“Dio è uno ma non… è unico. Il termine uno è infatti un aggettivo che si attribuisce a qualcosa che si può contare; è compatibile con un secondo.
Unico invece esclude la possibilità di altri elementi…”.
Esodo, Sepher shemot
Dei e Semidei – Mauro Biglino, Francesco Esposito
Per ciò il comandamento, “non avrai altro Dio all'infuori di me...”.
Parole e… significato o “verità (sferic3)”. Quale differenza?
L’ambiente funziona.
E… “detto” in tale modo, non sembra nulla de che, poiché tendi a relazionare tale fatto, con l3 caratteristica generale del termine, ovvero, l’essere norma-le/natura-le, ad immagine e somiglianza dell’essere tecnologia, oppure, di te/“te”, genericamente auto coincidente con il “tu3” fisico e/o la “tu3” mente.
O, ancora, con il luogo comune “Dio” che, nonostante tutt3, ti fai bastare sempre sin da quando ne hai avuto “necessità”…
Ma (ma), l’ambiente che funziona, significa; che cosa?
L’ambiente “riflette” secondo un particolare “modo di fare” o algoritmo funzionale; qualcosa in codice, insomma.
In codice, poiché tu sei “tu” (nel) “qua (così)”.
Ovvero, l3 codificazione avviene ancora per riflesso che, in particolare, ivi auto ricomprende tutt3, comunque e quantunque.
Se l’informazione ti raggiunge sempre, perché l’ambiente è l’informazione e sei nell’ambiente in ogni “caso”, di/in conseguenza se è in codice (o, meglio, non l3 comprendi, non l3 capisci, non te ne avvedi, non sai di che diamine si tratta, non ci credi, non sei d’accordo, non presti attenzione, etc. etc. etc.) significa che (ti) “è già success3” qualcosa, di modo che… continuamente tendi ad auto ricircolare a/in tutt3 ciò che insiste “tra parentesi”, sembrando(ti) invero tutt3 ciò che esiste, c’è ed è im-possibile.