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C’è un portante esercizio da “Fare…”;
se porti “avanti o indietro” o, meglio, se scegli di spostare qualcosa che nell’immaginario collettivo esiste(va) o esiste(rà), puoi auto decodificare meglio il com-presente “ora”, laddove l’essere “tempo” è di più (in) un3 concezione mentale piuttosto che essere… reale sostanziale.
Ad esempio, se “sposti” l3 figura di un Re sino ad oggi, laddove l3 società si professa democratica - ossia, antitetic3 rispetto alla monarchia assoluta che incarna, appunto, tale “vecchi3 (anche se mai passat3 di moda)” luogo comune… - potrai renderti conto che “di fatto” e nonostante ogni consolidat3 apparenza, l’estratt3 di significato non muta affatto;
sì, poiché, in soldoni anche l’oggi sembra proprio essere (in) un3 proprietà privata (ovvero, il camuffamento perfett3 che permette all3 status quo di continuare a prosperare o sopravvivere “qua”).
Verità, quest3 s-conosciuta.
Che cosa “è” verità? Bè, come minimo, occorre fissare un “da quale pulpito”.
Ovvero, qualsiasi s-oggetto/evento(situazione) “qua (non importa come)” esprime ed incarna “relatività”.
Sì, di fatto tutt3 è relativo, rispetto a…
Vero?
Ecco che, allora, va fissat3 il “pulpito” più “a monte” im-possibile. E cioè, nell’AntiSistema di cosa/chi si tratta?
Come al solito, ti fermi in/a “Dio” oppure davanti all3 “scienza”, ma solamente a livello di teoria, ossia, al fine di auto convincerti e/o convincere.
Tuttavia, a livello pratic3 vige ogni giorno e notte l3 regola del sopravvivere (che prevede il completamento operativ3 lessicale, “a qualunque costo”; non a caso ciò è definit3 come “mors tua, vita mea”), il che rende l’essere “in teoria” perlomeno sorpassat3 in termini di efficacia o ferocia d’Ognissanti.
Sei all3 prese con il misterioso luogo comune “Dio”, ma, (non) credi che all3 versione religiosa.
Ovvero, puoi (non) credere, anche se ciò auto delimita – di fatto – il terreno d3 giogo.
Sei, con mente binari3, tendente al bianco o nero.
E, al limite, tendi a disperderti nel mezzo, in ogni sfumatura di grigio.
Il che non significa nulla di per sé. Ma quando si tratta di “sostanza”, tutt3 ciò conta eccome.
Per cui è portante che tu rimanga “tu” (nel) “qua (così)” e, bada bene che “è” come definire un contesto col titolo/marchio “l3 bella addormentata nel bosco”, ad esempio.
È di un3 narrazione che si tratta, e, dell’essere “favola (non per sol3 bimb3)” rimane che auto ricavarne il “succo” o valore aggiunto o informazione o significato.