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Sei in una realtà manifesta che “viaggia” a più velocità; infatti, sopravvivi nei dubbi (tra teorie, futuro, “resurrezione” e destino) ma (ma) ti auto alimenti di certezze “fisiche”, ormai, quasi esclusivamente derivanti dal campo della tecnologia (la punta dell’iceberg della scienza deviata e del significato sotto dominante).
S-oggettività, insomma.
Qualcosa che è tuo ma (ma) anche “tuo”, ossia, conseguente:
un mix “sensazionale” che non governi, avendo smarrito proprio il “senso” di tutto ciò che ti auto accade (la particella “auto” indica una sorta di automatismo post implementazione del “qua, così”, del paradigma, dello status quo avente – all’opposto dei “tuoi” dubbi – una specifica funzione, certezza, scopo, destinazione d’uso, pari all’interesse che puoi rilevare da/in qualsiasi ambito economico, finanziario, speculativo “qua, così”.
Qualcosa che deriva senza ombra di dubbio da una “sorgente ‘a monte’”. E, quindi, qualcosa che ha una “genitorialità” del tutto immanifesta, per ragioni collegate allo stesso tipo di interesse, ossia:
controllare la forma reale manifesta “qua, così”, automaticamente, come se… fosse tutto naturale).
Una volta che “una parte” ha scoperto come funziona, generalmente, l’insieme... la stessa parte ne può prendere beneficio, secondo maniere (strategie) che sono letteralmente infinite.
“Qua, così”, mentre la Massa è sempre preoccupata di… sopravvivere (consumandosi nella guerra tra auto impoveriti dentro), “una parte” si approfitta della situazione che, certamente, non si è creata da sé (“ora”, più semplicemente, detta… situazione… è diventata “automatica” avendo maturato radici, passato, memoria e – dunque – rientrando all’interno del più ampio concetto della “faida”, da cui l’auto ripetizione).
Come al solito, ciò che continuamente tende a sfuggire (ad essere come “ignorat3”), è una vera e propria strategia e, quindi, è proprio una “parte”:
la compresenza immanifesta dominante.
“È il nostro mondo… incertezze, nuance…”.
Manhattan
Tutt3 è (non solo “qua, così”) rientrante ed appartenente al “livello” del tal “contesto”.
Anche quei “valori” considerati più… “spirituali”.
Ad esempio, la consapevolezza… è una “unità di misura” che va dal livello minimo a quello massimo (laddove definire “minimo e massimo” dipende, a sua volta, dalla prospettiva che incarna la singolarità e, sopra a tutto, quella che deriva dall’assieme, che è – “qua, così” – a sua volta, la conseguenza della prospettiva sotto dominante).
Ergo, come puoi effettivamente “non avere dubbi”?
Certo, “viaggi” attraverso ogni certezza scientifica (deviata) che, tuttavia, auto descrive “per te”, un percorso ricco di reazioni piuttosto che di scelte sovrane.
Ma (ma) tali “certezze”, a ben osservare, sono ritagliate in qualcosa che complessivamente sfugge, tanto è vero che esiste anche la religione e l’immagine di Dio (laddove la scienza si ferma e/o non ha ancora una teoria dimostrata, subentra e si affianca, a completare il paradigma, proprio la religione. Anche se ti sembra che "venga prima" la religione).