venerdì 21 aprile 2017

Un nuovo neologismo, sempre auto indicante il “vuoto”.



Anche “oggi” sei costrett3 a “registrare” la già auto avvenuta “pubblicazione (riproduzione, per/ad ‘uso, abuso e consumo’)” di un altro neologismo:
nomofobia.
Sai che cosa designa? 
Nonostante sia un termine “nuovo”, se vai in Google lo trovi già “mappato (e, dunque, esistente)”.
Qualcosa che ormai succede in real-time:
stato ansioso che si manifesta quando non è possibile usare il telefono cellulare (perché è scarico, perché non c’è campo ecc.)
Etimologia… no (telefono) mo(bile) e... fobia
Link 
Allarme nomofobia, dipendenza da smartphone è malattia.
Più colpiti giovani tra 18-25 anni con problemi relazionali…
Link 
Un simile appellativo diverrà, ben presto, molto comune, tanto è condiviso in “Rete (‘qua così’)”. 
Qualcosa che, dunque, circoscrive l’ennesima “nuova” malattia. Una dipendenza, meglio.
Ma (ma) che cosa (chi) “è”, una dipendenza e – dunque – anche la conseguente malattia?

  
La dipendenza è un lento decadere.
Un fenomeno “esatto”, che accade poiché l’individuo ha un “vuoto” interiore, che si porta dietro/dentro.
Dal momento in cui, “ha già dimenticato” ed “è già successo”. Che cosa? L’inizio, il punto di/in leva, il momento, etc.
Qualcosa che, appunto, hai dimenticato.

giovedì 20 aprile 2017

Il rilevante agente mutevole auto rivelante.



Come mi tolgo una maschera, quando smette di essere una maschera? Quando diventa una parte di me…”.
Mr. Robot
C’è come una “curiosa storiella” che merita di essere raccontata. 
Si narra che ci fu un tempo caratterizzato da una sorta di strano “inizio”; qualcosa che serve come caposaldo.
Così... tanto per iniziare a raccontare il “fiume”, convenzionalmente, facendolo “sorgere” ad un certo punto, dalla terra.
Ebbene, quell'inizio era senza ombra di dubbio, di più, un proseguimento di qualcosa, del quale si era completamente perduta persino l’idea di cosa dovesse essere e di quale forma potesse avere.
Era semplicemente “già successo” che… ad un in-certo punto, le cose avessero preso a direzionarsi secondo altra maniera, ispirazione, direzione, influenza, etc. 
Or dunque, quella sorta di pseudo inizio, molto comodo per dare luogo alla vicenda narrabile, fu caratterizzato da umani resettati e, dunque, allo stato brado (una conseguenza).
La gran parte dell’umanità versava in un simile stato d’animo, che permetteva l’inclusione – di fatto – dell’umanità stessa, all’interno della “natura”, ivi caratterizzante l’intero “panorama”.
Poi, qualcun3, stanc3 di portare sempre al pascolo gli animali d'allevamento, sedette all'ombra di un albero secolare e meditò, in merito a quel modello di vita, giudicato così tantosfruttabile.
Per cui, iniziò a progettare una strategia, lungimirante e coerente, tale da permettere – nel tempo – di dominare quella semplice visione di vita, in divenire.
La differenza (di potenziale) tra la Massa e il Dominio, è condensata tutta “lì” (con il ‘valore aggiunto’ della dominante, a distaccare il piano direzionale degli eventi: la ragione fondamentale, per la forma reale manifesta “qua, così”. La fonte di ispirazione che, ad un punto del/nel tempo, convinse – obbligò, possedendolo – il Dominio,  a/nel comportarsi analogamente. Ossia, decidendo di rendersi immanifest3 alla luce degli occhi dell’intera Massa, rimasta a pregare un vuoto simulacro, scambiato per Dio).

mercoledì 19 aprile 2017

Auto ritrovarti.



Ci sono due “segreti”, da carpire (ricordare).
Sai quali sono?
Eccoli, ma… fai silenzio.
Interiorizzali e falli tuoi, dopodiché, getta via l’informazione (dimenticala).
È come prendere un pacchetto di patatine, mangiarle e poi gettare la confezione (magari, a terra, sprezzante), prima di passare alla cassa. Al di là… della convenzione. Oltre Ogni Orizzonte…
Ecco il primo “segreto”:
dopo qualche tempo, che ti interessi a qualcosa, ne sai molto di più del 90 per cento delle persone
esercitandoti ancora e dando luogo ad una tua “filosofia”
a quel punto
diventi “espert3”
per cui
non sei più un3 qualunque
pertanto
la comunità “espert3” si limiterà a giudicare un3 di loro
alla lunga
ritagliando un nuovo spazio, anche, per la tua “filosofia”.
Secondo “segreto”:
riassumi tutta la realtà manifesta “qua, così”
come se (come se) vedessi tutt3
dalla più “comoda” posizione del pubblico
al cinema…
Questi due “accorgimenti”, ti permettono – coerentemente, ma in-direttamente – di “penetrare qualcosa, che non lo sembra affatto”. 
Magari, usando la “porta sul retro” ma, in ogni “caso”… entrando, ossia, riuscendo (a…).