Ciò che "vivi/ti capita" va a costituire una "rete, con te". Ti caratterizza.
E, ciò, "te lo porti dietro" sino quando non te ne accorgi e sino a quando non (ri)esci a sbrogliarti dalla rete.
Ogni umano "si porta dietro qualcosa di simile". Una zavorra non avvertita come tale, ma "solo" come un certo senso di "pesantezza".
In “giro” c’è informazione (segnale che “forma per l’azione”) buona e cattiva. Le due polarità in questione, non sono “orientabili” in senso assoluto, venendo meno la "comprensione" (ricordo, memoria) del senso dell’esistenza umana.
Ossia, “se non sai che cosa ci fai qua, così”… che cosa puoi trarre da qualsiasi scala di valori diretta(mente) raggiungibile attraverso l’esperienza?
Dove vai? Dove andrai, se non… dove ti spinge quella corrente Globale che, d’insieme, non ti sembra nemmeno esserci, seppure “tutto scorra” di (con)seguenza (inerzia) verso il... "futuro/destino"…
In questo “tuo” errare senza senso né direzione, (ri)assumi entrambi i "valori di scala" per emulazione (in)diretta, estraendoli dal contesto comune (moda, tendenza, legge, credo, paradigma, status quo, etc.) e... "facendoli tuoi" (rete).
In questo “tuo” errare, con(senso) e con direzione inerziale, quindi, ti limiti a (s)correre con la corrente più forte e sempre più “unica”. Qualcosa che registri sottil(mente). Qualcosa che ti (ri)trovi a dover (e)seguire, per mancanza di altra direzionalità, visto che… tutto sembra avvolto da una nebbia, tendente al (man)tenimento di uno stato ®aggiunto da tempo (in)definibile, (s)eppure definito.
È “solo” che… “non (ri)cordi”. Tutto qua. He He…
Il “buono e/o il cattivo” sono, allora, solo delle inclinazioni relative ad un giudizio (lettura) angolare frutto della prospettiva individuale e d’insieme (allo stesso tempo).
Come (ri)leggi ciò che (ri)accade nella lavagna del reale (intessuto)?
Alla luce di quale “punto di vista”?
Secondo quale “interesse”?
In base a quale forma di “sapere”?
Su quale “®assicurazione”… che sia “giusto” così?