martedì 24 febbraio 2015

Andare alla causa.



SPS non è la pettegola del paese, la suocera, la… perpetua del prete. SPS non è il burbero senza speranza, il brontolone, lo… scemo del villaggio.
Naa, nulla di tutto ciò. C’è "epicità" che (tra)sale e che s’emana da “qua”
Era così micidiale che i suoi nemici venivano accecati dall'abbaglio di tanta miticità...
Kung Fu Panda

Ogni costume, ogni parte, ogni ruolo, ogni (ri)vestimento… è carta da parati già tolta e gettata sul pavimento a bruciare, in SPS.
Tutto “viene giù” e… passa a miglior Vita o impiego.
Tutto è (ri)composto da materiale, da sostanze, da risorse, ed il suo (ri)utilizzo deve sempre essere (re)inquadrato da una prospettiva all’altezza dell’intelligenza, che ha progettato/immaginato lo scenario del circuito primario, sul/nel quale può essere (im)piantato qualsiasi forma di circuito secondario (tipologie di realtà riemerse).
L’essere umano ha il dovere di essere coerente con una simile “realtà d’insieme”.
Qualcosa di (in)finitamente “ricco”, che attualmente (da molte migliaia di anni, perlomeno) viene nascosto per mezzo di una (in)versione del segnale (im)portante:
  • dall’abbondanza (origine)
  • alla scarsità (per effetto del controllo in leva frattale espanso).
Dalla infinita capacità di radicamento di qualsiasi tipo di realtà anche inimmaginabile.
Alla fin(i)ta (de)limitazione di questa forma di realtà, basata sullo sfruttamento continuo e sul “saccheggio” delle risorse.
SPS si è accorto, di ciò… dopo cinque anni di “stasi sul pezzo”; una stasi centrale (fermezza) che ha (per)messo di mettere meglio a fuoco, non i dettagli, bensì i cardini sui quali si regge il castello di carte (Anti)Sistemico:
(al)la causa primaria di questo paradigma, che ha (ri)coperto tutto di (con)seguenza
come una spessa cortina di smog o di cenere vulcanica (frutto di una eruzione).
È già (av)venuto. Che cosa?
 

lunedì 23 febbraio 2015

Frattalità espansa (3).




La terza immagine della serie.
Diciamo che, in essa, “c’è molto da leggere”. È una immagine, comunque.

La “molla” che (di)scende, (pre)determina la “larghezza del solco d’aratro”, nel quale sei... perché (con)segui.
Il “tuo” libero arbitrio, la “tua” libertà, ogni (ri)forma di democrazia (ma anche dei modelli di governo diversi), tutto… (ri)entra in questa ottica superiore (superiore non perché divina ma, semplicemente, perché giunta prima di te e inarrivabile, ora, per consapevolezza… visto che hai dimenticato tutto il pregresso).
Tu puoi “liberamente muoverti”, in "larghezza", ma non puoi (fuori)uscire dal “seminato”.
Il cane ha una catena, che lo (man)tiene fisso al “chiodo centrale” (perno). Esso descrive un cerchio, nella sua possibilità di movimento attorno alla propria cuccia (casa), ricavata dal suo “padrone” all’interno del giardino dove vive.
Se il cane si libera e (ri)esce anche a scappare, dove va esatta(mente)?
Al di fuori è ancora e sempre (d)entro, perché il modello sociale è solo un prolungamento del giardino di casa e, dunque, della “propria” cuccia con relativo piano di auto contenimento.
Al di fuori il cane diventa un pericolo per gli altri o, meglio, per la tipologia di conduzione esistenziale che gli altri sono abituati a (per/con)seguire.
Al di fuori (inter)viene l’accalappiacani… e tutto quello che (com)porta un simile intervento.

Il "cane" deve sempre (s)fuggire; scappa da tutt(i/o)… ha paura, (rim)piange addirittura lo status quo (pre)cedente.
 

venerdì 20 febbraio 2015

Frattalità espansa (2).




Il debito = qualcosa che “non esiste” (ingegneria finanziaria permessa per legge e credo), che si manifesta attraverso di te.
Nota la “curiosa analogia” (frattale = frattalità):
  • le banche centrali aprono e chiudono i “rubinetti” del denaro, causando le “crisi economiche (inter)nazionali” (e, volendo, l’estinzione del debito – così, come lo “contrai”)
  • il Sole (centro dell/nell’omonimo “sistema”) espande e riduce la propria attività, causando le ere glaciali (e, volendo, l’estinzione della Vita – così, come la “contrai”).
Contrai => contrarre
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Contrarre…
  1. ridurre in uno spazio minore; restringere, raggrinzire...
  2. prendere, assumere, far proprio: contrarre una malattia, un’abitudine; contrarre un obbligo, un debito
  3. stabilire, stipulare, concludere con un accordo: contrarre un patto, un’alleanza... una relazione...
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L’etimologia (la radice) di un termine non è mai casuale.
Essa (af)fonda nel significato origina(rio/le). Per cui, nelle fondamenta di ogni espressione (formata dai singoli termini, formati dalle singole lettere) c’è una verità di fondo (base) cementata su “dati di fatto temporalmente accettati e pressofusi insieme, mediante (ri)utilizzo nel/del sociale”.
Ora, il termine “contrarre”, porta alla mente l’esistenza di un “contratto”, ossia, la terminologia (ri)sente di una "pratica commerciale" posta agli albori dei termini.

Solitamente, le branche ufficiali del sapere affrontano questo st®ato solido di verità, (inter)posto alle radici del sapere stesso, in maniera “datata”, ossia, secondo una prassi consolidata del (ri)scrivere la storia attraverso un filtro conveniente allo status quo (che finanzia le attività di ricerca, gli studi e, dunque, l’orientamento di ciò che deve emergere e, soprattutto, nella forma che deve emergere, relegando tutto il resto nell’ambito della sconvenienza che riduce/contrae a mito, leggenda, storiella, bufala, insabbiamento, etc.).
C’è, sì, una "pratica commerciale" (interesse) dietro a tutto ma, questa, non è quello che ti hanno fatto c®edere.
Non è la storia umana che emerge dal vuoto con la civiltà sumera, già pienamente sviluppata.
Non è la storia umana che (af)fonda nella necessità commerciale (utile), che parte dal “naturale” baratto e passa all’odierna industria del debito usuraio e del controllo relativo alla capacità di “battere moneta”.
È… un contratto che l’umanità ha “accettato di firmare (in)direttamente” con il Nucleo Primo, mediante adattamento senza alternativa apparente alcuna, di essere ospitata sul Pianeta (in “affitto”) pagando per poterne “godere i frutti” (ciò che si ricorda ancora nel mito religioso e non solo, come “Eden”).