Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile.
Victor Hugo
- ciò "che si vede" è una consuetudine (programma); nulla di più
- ciò "che si vede" emerge da quello che "non si vede" (possibilità); un vero e proprio atto di fede.
L’autentica “fede” è relativa al credere ciecamente in solo quello che si vede (paradigma), anche se… in conseguenza di altri fattori contingenti, si è mediamente propensi a credere che esista, anche, un principio superiore, che in un qualche modo “illogico” governa tutto.
Lo stazionamento in un luogo qualsiasi, veicola alla sua identificazione con la realtà 3d unica emersa (abitudine).
Vivere in questa maniera, equivale al progressivo abbandono (smagnetizzazione della memoria) di tutte quelle caratteristiche “nomadi/creative” che, “prima”, permettevano di osservare il piano dell’esistenza in maniera altra (né migliore, né peggiore).
Nelle due estremità di una simile scala di possibilità, la consapevolezza risulta sempre ridotta, contratta, circostanziata dall’ambiente che contiene (confine geografico, geopolitico, scientifico, religioso, etc.).
Vivere nella sedentarietà comporta una lenta trasformazione della sfera individuale (peso) che, nella modalità “nomade” avviene in maniera più fluida e meno relativa all’assorbimento di forme energetiche, relative al territorio occupato (radiazione/ispirazione, attaccamento).
Prendiamo in esame la situazione preponderante a livello globale 3d: la società sedentaria.
- il “consumo” diventa il motore di spinta dell’intera filiera organizzativa
- il denaro diventa il carburante che permette di consumare
- le città consumano i consumatori.