sabato 30 gennaio 2010

La privacy della faccia oscura della Luna.






La Luna nel cielo, questa sera, risplende a “pieno”; da me è sereno ed è possibile osservarla in tutta la sua splendida forma. Sinuosa, lucente come non mai, scruta imperturbabile mostrando sempre lo stesso “volto”. Qualche “ombra” ne ammorbidisce gli abbagli rilucenti; luce soffiata al Sole, luce di riflesso, diretta emanazione di un altro “principe” dei cieli o addirittura di un “Re”. La Luna non risplende di luce propria; cosa potrà mai indicare questa sua caratteristica. Riflettere di luce non propria significa "mentire". Mentre ora “scorre” I see you di Leona Lewis direttamente dalla colonna sonora di Avatar, inondandomi di energia ed emozioni, anche i pensieri risentono di questo apporto additivo di “carburante”. Come onde di un oceano difficilmente quieto, emetto idee che si frantumano sulle “scogliere” della logica, dell’inconscio programmato, di uno scudo che invece di proteggere nasconde. Anche se oramai ho percepito il “modo” per mutare di polarità al setacciamento di ciò che rimane ad opera dei sensi illusori; immaginare di oscurare il “rumore” più cianciante che si dibatte nella mente e mettersi in ascolto paziente delle vocine usualmente soffocate dal gran baccano dell’ordine imposto. Fare silenzio di sé, soffocare le armoniche troppo evidenti, azzerare il “contrasto”, velare, filtrare, intuire, percepire i brividi lungo la colonna vertebrale che, come campanelli, evidenziano la buona “connessione” con la propria “origine” animica. Scrivere da questa prospettiva è una esperienza impagabile. Il creato si espande oltre ogni sottolineatura o immaginazione. A volte il cuore allarga il proprio campo quantico d’energia inglobando il tempo e lo spazio. Le “parole” iniziano a giungere, ad una ad una quasi senza fine di continuità, come  ordinate isole oceaniche di origine vulcanica; tutte originate dallo stesso “moto”. Calde e preziose e sensate pillole energetiche che trascendono ogni limite; scrivere da “qua” è un onore ed un privilegio. La prospettiva è quanto di più imprevedibile ci si possa aspettare; tutto ha un senso, persino le assurdità che si potrebbero pensare sotto l’egida dell’Antisistema. Il mondo alla rovescia si capovolge nuovamente proponendosi nelle vesti di un Amico fidato che non si è mai allontanato troppo da noi; noi presi dall’incantesimo, volutamente immersi in un teatro dei sensi capace di ammaliare e confondere e fare sprofondare nell’oblio di un sonno senza fine. Ecco cosa diceva Ighina ad un suo amico e collaboratore:
 
“Non solo la Terra ma anche il Sole, la Luna e i pianeti sono fermi! Si muove solo la luce del Sole. Il movimento dei corpi è solo un effetto ottico”.

Molto difficile da credersi, no? Percepite come il vostro inconscio, mascherato sotto forma di logica nella mente, si contorca al solo sentire un simile “moto di parole”. “È impossibile” urla a dismisura. Ma cosa andava farneticando quel vecchio pazzo? Stop! Tutto solitamente finisce a questo punto con l’innalzamento della bandiera della “ragion di Stato” e con "l’esercito" che scaccia tutti quei pensieri che, invece, battono bandiera pirata. E via si scivola su altri pensieri più consoni, allineati, affini al regolare flusso della Vita conosciuta. Un altro giro di Valzer signori, cosa dicono al telegiornale adesso? Cosa ci raccontano di… brutto? Il Gabibbo impazza insieme alle Veline, si pubblicizza il nuovo lavoro degli Avion Travel: “Ma si. Checce frega di Ighina e compagnia bella. A proposito di bella, anvedi che bbone so ste Veline. Guarda qua che gamba sciolta, che alzata de coscia. Che ce frega che ce m’porta”. 
 
Questa sera, alzando lo sguardo al cielo estremamente sereno, vedevo la “solita” Luna piena. In essa vedevo in realtà la ciclicità di tutto ciò che ci caratterizza su questo piano della manifestazione. In essa notavo la stessa faccia che da sempre ci mostra del proprio aspetto. Da quando ero bambino quelle “ombre”, che ci dicono essere crateri, la caratterizzano melanconicamente ma anche con senso di familiarità ormai. Sempre la stessa immagine. Sempre la stessa immagine. Sempre la stessa immagine. Da ogni parte d’Italia e di estero dalle quali l’ho sempre osservata. Di colpo il concetto di Ighina ha iniziato a ruotarmi nella mente. Soffocando la logica mi sono permesso di “sentire” quel flusso di informazioni tanto “sconclusionate” che riportano al tempo dei bestiari medioevali. E mi sono detto: “Ma scusa. L’unico astro che vediamo ad occhio nudo così bene e che potrebbe veramente zittire per sempre la “voce” di Ighina, tramite l’esempio pratico, ossia di manifestare una rotazione, invece cosa fa? È dannatamente fermo, fisso, stabile, immobile come un soprammobile”. E se Ighina, quel vecchio visionario, avesse ragione? In un mondo di vampiri il mostro saremmo noi. Chi si può permettere di giudicare chi? Ma le immagini dai satelliti? “Lascia perdere” mi dico annullando ancora una volta la logica e l’incantesimo. Mi sento sempre più “pazzo” anche io; se Ighina era considerato un pazzo allora voglio esserlo anche io. Ighina, un uomo saggio che aveva compreso che non era ancora giunto il tempo della maturità del genere umano e che aveva accettato una parte, messo sotto l’ala il proprio ego e fattone carta da macero: un uomo che si divertiva, verso la fine dei propri anni, a far divertire i bambini che, unici, gli testimoniavano affetto ed entusiasmo nel vedere il cielo aprirsi tra le nubi ed il Sole spuntare come per magia, come per azione del telecomando innestato nel volere di Ighina. Sulla Luna l’uomo non è mai andato a quanto sembra. Ma adesso sostenere anche questo è troppo, vero? 
 
“Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna?” G.Leopardi
 
“La faccia della Luna rivolta in direzione opposta alla Terra si chiama propriamente faccia lontana. A volte viene chiamata faccia oscura, il cui significato è qui inteso come sconosciuto e nascosto; si riferisce anche al black out delle comunicazioni radio, che avviene quando una sonda spaziale si muove dietro la faccia lontana. Questa interruzione delle comunicazioni è causata dalla massa della Luna che blocca i segnali radio. Il termine "faccia oscura" è spesso erroneamente interpretato come una mancanza di radiazioni solari, ma il Sole illumina la faccia lontana esattamente come quella rivolta verso di noi. La maggior parte della faccia lontana non può essere vista dalla Terra, perché la rivoluzione della luna attorno alla terra e la rotazione attorno al suo asse hanno lo stesso periodo. Una piccola porzione può essere vista grazie alla librazione, che rende irregolare il moto di rotazione della Luna. Nel complesso dalla terra è visibile circa il 59% della superficie lunare”.
Fonte: Wikipedia
 
Ecco dove si possono nascondere gli alieni; sulla faccia oscura della Luna :-)

"Ci incontreremo sul lato oscuro della luna" - Danni cerebrali - The dark side of the moon - Pink Floyd

venerdì 29 gennaio 2010

Dal giorno della memoria all'ipnosi dell'inconscio.





Il 27 gennaio è il giorno della “memoria”. Si ricorda infatti l’inferno dei campi di concentramento nazisti e la “persecuzione” contro gli ebrei. Si dovrebbe ricordare, secondo me, il dramma di una guerra globale nella quale, gli ebrei, stanno da entrambe le “sponde” del conflitto. Perché scrivo solo oggi di questa commemorazione? Per non cadere nell’abitudine di collegare il cordoglio ad un solo giorno preciso dell’anno. In realtà dovremmo avere sempre presente quello che è successo, soprattutto perché le generazioni che l’hanno vissuto sulla propria pelle se ne stanno “andando”. E quando non è più in Vita la “gente” che può raccontare direttamente quello che ha “visto”, c’è il rischio che le nuove generazioni possano compiere ancora gli stessi errori. Gli errori del passato devono servire a correggere determinati comportamenti in maniera irreversibile e non legata al “breve” respiro di qualche generazione rimasta intimorita dal boato delle bombe. Sulla spinta emotiva della paura si compiono anche grandi “cose”, come ad esempio un periodo di pace che perdura da 65 anni. Ma basterà l’influsso della paura per evitare nel futuro una possibile “ricaduta”? È curioso semmai notare che nei Balcani, nel frattempo, ne sono successe di tutti i “colori”, compreso un vero e proprio genocidio, ma tutto ciò non ha avuto la stessa enfasi con la quale si “dipinge” la tragedia della seconda guerra mondiale. È come se ci fossero differenti pesi e misure anche per le “tragedie”. Da notare che gli eccidi nei territori della ex Jugoslavia sono molto più recenti e, per questo, molto più documentati tecnologicamente; si potrebbe dire che è stata una guerra mandata in diretta televisiva, proprio come le due guerre in Iraq. In Africa, Asia, America Centrale, etc. sono avvenute immani tragedie nel frattempo. Veri e propri esodi di massa, milioni di profughi, bambini calpestati ed usati. Non è mio costume scrivere di questo, utilizzare le tragedie per avere risonanza con il pubblico “dolore”, infatti il mio intento è quello di tentare a mio modo di fare comprendere la modalità con la quale si gettano interi popoli nella disperazione più assoluta, anzi di più; nella mancanza di speranza, nel totale annichilimento. La tragedia africana, in generale, è l’esempio più lampante di una simile modalità; in quelle terre, che è inutile chiamare con i nomi assegnati dai “burocrati”, è stata metodicamente eliminata la speranza nel domani tramite l’eliminazione della capacità di “pensiero”. In quelle persone è scolpito nell’inconscio lo “sgancio” dalla propria anima. La paura del domani che si riveste nell’assenza di cibo, acqua, sicurezza, è utilizzata dall’Antisistema come un coltello molto affilato per tagliare il corpo dall’anima; per togliere la speranza e sganciare la consapevolezza dal ricordo del proprio potere personale di co creazione della realtà. Come al solito l’Antisistema utilizza la stessa “metodica” legata allo sfruttamento e controllo dell’inconscio collettivo, al fine di spianare la strada al proprio effettivo obiettivo: quello di sopravvivere. I popoli dell’Africa sono stati sacrificati sull’altare dell’egoismo dell’intero occidente che, ricco ed opulento, sta ad osservare dalle proprie televisioni commerciali il dramma che si sviscera in diretta. I popoli dell’Africa stanno subendo la stessa medicina di ciò che i roghi del medioevo hanno rappresentato per l’Europa; l’eliminazione della conoscenza antica, della saggezza, del buon “uso” dell’energia della Madre Terra, della figura della donna come guaritrice e di connessione con il grembo del pianeta. I popoli dell’Africa affondano nelle radici di una cultura millenaria non dimenticata, ma solo dispersa nei villaggi che costellano quelle terre tanto energetiche. In realtà la "speranza" non può essere totalmente eliminata:
 
"Nessuna strada porta ad un albero senza frutti" - Proverbio Wolof.
 
Come le culture dei Nativi Americani anch’esse devastate dal potere obnubilante dell’Antisistema. Come la conoscenza senza limiti proveniente dall’Asia e dall’America Centrale e Latina. È in funzione un rullo compressore che sta spianando le coscienze e le sta ammorbando con la stessa ricetta del mangiare tutti i giorni da McDonald’s; in ogni modo si tenta di mantenere staccato l’uomo fisico dalla comunicazione con la propria anima. L’incantesimo globale sembra non avere fine di continuità. Ma non è così. È solo apparenza tanto per cambiare. È uno stato illusorio, nulla di più. Un teatro, una infrastruttura della mente, un retaggio provvisorio, una ragnatela, un palcoscenico che ci vede sia alla regia che nei panni dell’attore. Un connubio atto a fare aprire gli “occhi” dello spirito. Una modalità molto difficile da “sentire” perché molto cruda e basata sulla manifestazione delle proprie paure. Oggi, secondo me, non ha senso aiutare solo ed esclusivamente, questi popoli, mandando loro le nostre scarpe ed abiti fuori moda, qualche scatola di cibo o beni materiali di prima necessità; ha senso aiutarli a capire il “potere” che è in loro, dunque esportare un sistema di pensiero positivo che esprima consapevolezza di “chi si è”. Una volta appresa questa modalità, saranno quegli stessi popoli a rialzarsi con le proprie “gambe”. Ma la domanda che sorge spontanea è: “Come si fa ad insegnare loro quello in cui non crediamo nemmeno noi?”. Ecco il piano perfetto dell’Antisistema. Il dividi e impera. Gli occidentali evoluti portano presso quei popoli bisognosi ed altrettanto dimentichi di chi “essi siano”, un modello contenente lo stesso “germe” infetto che ha annichilito la società da cui essi stessi provengono. È diabolico tutto ciò; un piano che rasenta la perfezione perché parte da un supporto di conoscenza “esclusiva” del come funziona a livello inconscio l’umanità. Quando l’uomo globale si accorgerà che il proprio “centro”, il proprio benessere totale, la propria “salvezza” passerà anche dal modo in cui “vivono” tutti i popoli della Terra, ebbene quel giorno sarà l’inizio della nuova era della “società della Luce”. Nei campi di concentramento, i nazisti, hanno dimostrato che togliendo la speranza, scrivendo direttamente nell’inconscio umano, l’uomo si spegnerà, si avvizzirà perché sentirà un “non senso” dentro di sé. L’uomo non tenterà più nemmeno di fuggire e si lascerà “andare”. È molto triste la profondità oscura che il costrutto umano può arrivare a raggiungere, ed è davvero difficile comprendere questo abisso se non in chiave di aberrazione, di squilibrio totale. È logico che scrivendo che “nulla è per caso” si scrive una ovvietà, però sarebbe interessante che la Storia ufficiale scrivesse nuove pagine sulla modalità di entrata in guerra delle nazioni. Perché la versione attuale riconosciuta dagli storici accreditati è perlomeno fallace. Ciò accadrà solo quando l’Antisistema verrà meno, cioè quando gli uomini “cambieranno”.

È interessante descrivere brevemente la "filosofia" della D.ssa Gabriella Mereu, la quale ha sviluppato un modello curativo a “carico” del paziente stesso. Questa terapia, in linea con l’evoluzione in corso, è particolare e viene chiamata “verbale”; essa prevede che è il paziente stesso, tramite l’utilizzo e la scelta delle parole che utilizza per descrivere i sintomi del proprio malanno, a fare comprendere alla terapeuta il vero motivo scatenante che si nasconde oltre i sintomi stessi. Il paziente usa determinate parole che identificano la causa della propria malattia. Questo meccanismo è sempre lo stesso che viene descritto dalla comprensione delle “leggi” annunciate, ad esempio, dal Dottor Couè. Ossia, è ciò che viene registrato a livello di inconscio che poi farà sfociare il malessere all’esterno della persona. Lo stesso Dottor Hamer descrive il senso biologico della malattia insito a livello dell’inconscio che, ad esempio, uno “shock” inaspettato ed improvviso può arrivare a “manipolare” incidendosi nel “disco fisso” del nostro sistema operativo. Tutto ha un senso ed un perché. Persino le aberrazioni umane. Ecco quello che scrive la D.ssa Mereu nel suo libro “La terapia verbale”:

“Vorrei esprimere un importante messaggio: la terapia migliore è quella che segue tre parametri:
  • agire nel minor tempo possibile
  • essere la meno traumatica possibile
  • la meno dispendiosa possibile
Curano tutti: i medici con i farmaci, gli omeopati con i rimedi, i chirurghi, gli agopuntori, gli sciamani, la medicina popolare. Dietro questo fenomeno c’è un fatto molto semplice: che il paziente si cura da solo. Voglio dimostrare che la medicina ed il medico sono solo dei veicoli e che il medico dovrebbe funzionare solo da guida, perché la guarigione fisica si attui insieme alla consapevolezza ed alla evoluzione del paziente. Ho imparato che la malattia è un’espressione che non fa altro che rivelare in maniera metaforica un vissuto emozionale, che ha portato alla malattia stessa. Occorre sciogliere questa metafora. Curo quasi solamente così tutti i dolori di tutti i tipi: vertigini, parestesie, emorragie, diarree, verruche a altre eruzioni cutanee, rivelando il significato della malattia-espressione-metafora. Questa espressione-metafora me la rivela lo stesso paziente con un suo linguaggio che, come ogni lingua, ha la caratteristica di un parlare collettivo in cui ogni parola ha un preciso significato, simile per tutti gli individui che l’adoperano. Ma il suo significato è celato dietro ad una analogia: quest’ultima manifesta un’espressione emozionale. Il linguaggio metaforico del paziente è bellissimo e commovente e io l’ho denominato pazientese. Questo linguaggio rientra nel concetto di inconscio collettivo scoperto da Jung”.

Devo ringraziare personalmente la D.ssa Mereu per avere aiutato mia moglie e almeno tre amiche; inoltre l’ho conosciuta al Centro Congressi Ighina di Montegrotto Terme; una signora molto “particolare” ma dalle doti sorprendenti.
Dal mio punto di vista la sua “intuizione” è sacrosanta, e descrive un frattale utile per indagare, ad altri livelli, l’opera totale ed ammaliante delle “infrastrutture” erette dall’Antisistema; ossia del nostro utilizzo per “scrivere” il suo desiderio. Un punto caldo, ad esempio, potrebbe essere lo studio del comportamento tipico dei trader, quando parlano di “eliminare le emozioni per una migliore operatività” o di ”controllo feroce delle emozioni”. Attenzione, questo non è il volere dei singoli trader ma il volere dell’Antisistema che, in quella realtà, è sempre all’opera ma sotto altre “vesti”. Scrive un valente trader, a firma Drenaggio, che stimo pur senza conoscerlo personalmente:

È fondamentale capire le proprie reazioni psicologiche Bisogna tenersele ben strette quindi e semmai lavorarci sopra, perchè dall'accettazione di far parte del parco buoi deriva il fatto che le nostre reazioni psicologiche saranno esattamente le stesse che ha il resto della massa, e io amici miei sfrutto anche le mie reazioni per capire lo stato del mercato; non mi voglio estraniare da esse perchè mi sono utili, il passo da fare semmai è imparare ad usarle”

È molto saggio nel descrivere il funzionamento emozionale collettivo. Il frattale rappresentato dalla comunità dei trader e degli investitori della “domenica”, ossia il “parco buoi”, fa meglio comprendere come le dinamiche globali, emanate in questo caso dalle cosiddette “mani forti” che muovo il mercato, si imprimano direttamente o s’interfaccino con gli inconsci delle persone, scatenando reazioni controllate dall’esterno; proprio come se fossimo un modellino di automobile radiocomandata.
Termino qua questo lungo articolo che conduce e spazia nei territori inesplorati o dimenticati delle nostre “terre” più fertili, ossia in grado di dare gli ottimi “raccolti” che tanto auspico per il nostro futuro spirituale e terreno.

La risposta terapeutica più bella è la risata del paziente dopo che gli traduco la sua metafora. Quasi sempre so che guarirà. Con il riso mi dice tante cose: che si è sentito compreso e che ha capito nel profondo del suo animo la terapia, che ha preso le distanze dall'afflizione che l'ha portato alla malattia, che la vede come una rappresentazione, che non ha più paura, ma soprattutto, finalmente, un paziente che si diverte mentre viene curato
Fonte: www.terapiaverbale.it


giovedì 28 gennaio 2010

Giocare con "passione".






“Ogni giorno, da tutti i punti di vista, io vado di bene in meglio”Emile Couè *
Questo “mantra” da ripetere 20 volte alla mattina, appena si apre gli occhi, ed alla sera, appena li si chiude, genera profondi cambiamenti nella persona che “recita”; occorre ripetere la frase pronunciandola con le labbra ma in maniera silenziosa, cioè come se stessimo parlando veramente a “qualcuno”. Si eviti di pensare mentre si “lavora”, in quanto la “particella” – da tutti i punti di vista – comprende “tutto”. Questa è una autosuggestione, ossia una suggestione autopraticata. Per suggestione si intende:

Una forma di comunicazione mediante la quale in un individuo - senza ch'egli avverta imposizione né comando alcuno, in assenza di razionale e libera scelta oltre che di consapevolezza - è indotta una convinzione, un pensiero o una condizione esistenziale senza che egli possa opporvisi né avverta la ragione di farlo neppure su altrui pressione. Tale processo - che può provocare modificazioni consistenti, permanenti oppure transitorie, sia nei processi psichici che nel comportamento - è usato anche nella pratica dell'ipnosi”.
Fonte: Wikipedia

Praticare la suggestione in maniera volontaria, ossia trasformarla in autosuggestione, è un metodo molto potente in grado di raggiungere l’inconscio. Una volta che la nostra “imposizione” si registra nei livelli profondi del nostro inconscio, inizia a “fruttare”. È infatti a quel livello che la nostra “forza” si viene a manifestare nella “fisicità” che “sentiamo” come reale, nella Vita di tutti i giorni. Ciò prevede che per l’individuo sia palese, accertato, chiaro, lampante, necessario, che è egli stesso a determinare il proprio futuro e che egli sia in grado di compiere questa “azione”. È un atto di fede. Proprio quello che le Sacre Scritture hanno “confuso” con la “fede” per Dio, trasportando il piano d’azione dalla persona-reale alla divinità-immanifesta e, con questo, contribuendo a separare inconsciamente prima e consciamente dopo, gran parte dell’umanità. Le religioni sono tutte manipolate dall’Antisistema, sono un frutto dell’Antisistema. Portano “verità” anch’esse, ma è più facile cadere irretiti dalle pericolose "variazioni" piuttosto che “trovare” quella porzione di verità celata tra le altre “cose”. Il lavoro effettuato sull’inconscio da parte dell’Antisistema è totale. Il risultato è la nostra separazione interna ed esterna. Il ritenerci soli, abbandonati, non compresi, umiliati, staccati dalle nostre dinamiche divine, lontani da noi e dagli altri. Il nostro inconscio è una “lavagna” sulla quale ciò che viene “inciso” si trasforma in “ordine del giorno”, viene automaticamente eseguito proprio come un software nella cabina di guida di una macchina. Riuscire ad entrare in questa “sala comandi” non è poi così difficile, se prima ci si è aperti un “varco” tramite una azione globale di indebolimento dell’individuo e, ormai, sappiamo benissimo in quali e quanti modi l’Antisistema ci riesca, vero? È assodato, almeno per me, che la volontà contro l’immaginazione alias inconscio non ha speranza alcuna di riuscire a condurre in “porto” un progetto  che sia uno. Per questo occorreva il controllo delle nostre profondità e del sangue umano. Il controllo oggi è totale; interno ed esterno. Tecniche, fiorite a posteriori, come la PNL vanno proprio in questa direzione, ossia utilizzando la medesima strategia messa in campo dalle forze dell’Antisistema, si va a deprogrammare le nostre memorie, il nostro sistema operativo, e poi lo si riprogramma volutamente. L’uomo è una scintilla divina, energia, luce, anima che s’incarna in un involucro in carne ed ossa: un avatar.
Tale corpo è soggetto alle leggi d’ogni tipo, universali ma anche terrene, tipiche del luogo in cui vive e si adatta. Il corpo per funzionare necessita alimentazione, del tipo inerente al proprio sviluppo spirituale e di consapevolezza, e di un insieme di programmi base da processare. Il frattale con il mondo dei computer non è un caso, accidenti. È l’esempio più lampante di come funziona il nostro “esoscheletro” a livello “base”; il computer è stato fatto ad immagine e somiglianza dell’uomo:
  • immagine riferita ai processi di funzionamento interni
  • somiglianza, in divenire, riferita al mondo nascente o in grande evoluzione del mondo della cibernetica o dei robot
In questo, l’uomo, ha già dimostrato di avere creato una nuova forma di Vita, in maniera analoga e riferita alla propria “origine”. Un corpo è dunque un “robot” comandato dall’energia dell’anima; quando ci evidenziamo con il termine “Io” ci dovremmo identificare proprio con questa forma di energia e non con la “carrozzeria”. Quando siamo al volante della nostra vettura, noi siamo appunto “quelli al volante” e non “il volante, il motore, le gomme, etc.”. Perché in questa fase della comprensione riusciamo a dirimere la prospettiva mentre non riusciamo a comportarci in analoga maniera a livello più “profondo”? Proprio perché siamo stati “educati” o “coltivati” a crederci la “carrozzeria”. Se ci analizzassimo spontaneamente in questo senso, ossia percependo ed “indagando” tramite l’uso e l’osservazione dei frattali che ci costellano da mattina a sera, tutto sarebbe più “facile”. Stiamo ora parlando di processi datati, di una ipnosi di massa che parte da molto lontano, di un “piano” che rasenta la perfezione, anch’esso ad immagine e somiglianza con il Piano Divino. Anzi, direi che corrisponde al Piano Divino, ossia a quel meraviglioso progetto che ci vede protagonisti e che prevede una forma di autoeducazione al fine di maturare conoscenza, comprensione, consapevolezza, spiritualità evoluta, fiorita nella dimensione più idonea e difficile da padroneggiare; quella dimensione nella quale la dualità “confonde” e spegne il facile “entusiasmo”: la dimensione nella quale il genere umano ha dimorato nelle ultime migliaia di anni. Il teatro della Vita è un palcoscenico basilare per trasmutare il “brutto” anatroccolo in “evidente” cigno bianco. Un gioco serio. Quasi un paradosso che trova risoluzione proprio nella modalità di intenderlo: nel giocare con la Vita. Ogni bimbo e ogni cucciolo intendono, capiscono, hanno memoria profonda in loro dell’atto del giocare. Giocherebbero e giocano, in effetti, sempre. È per loro ovvio che la Vita dovrebbe essere identificata con la serenità di fare quello che si “vuole”. Giocare è lasciarsi andare, fidarsi della Vita e degli altri. Sentirsi partecipi con il “tutto”. Utilizzare la fantasia, l’immaginazione per costruire e distruggere interi cosmi. Ridere, piangere, divertirsi, appisolarsi, nutrirsi, appartenere, stiracchiarsi, sentirsi, ascoltarsi… Al bimbo manca solo la consapevolezza che si, dovrebbe, acquisire proprio "stando qua".
Questa proprietà del bimbo e del cucciolo è la rappresentazione della Vita vissuta dal punto di vista del cuore, l’organo principe della nostra trasformazione energetica-spirituale in corso. Questo organo non è una pompa di distribuzione del sangue nel corpo, tutt’altro. Ma bisogna sentire questa verità e nessuno ce la può imporre. Men che meno l’Antisistema che ci ha però imposto solo un’altra “verità”, la sua, quella che più gli fa comodo per il mantenimento dell’usualità convenuta e conveniente, il “suo” punto di vista “economico” in termini di sopravvivenza. Mera sopravvivenza dunque. O forse anche altro, come lo spostare la posta in gioco un tantino più in “su”, tanto che c’è! Tanto che è arrivato a questo punto. È come il programma antivirus che decide di prendere il controllo del computer, dimentico della sua funzione originaria, pretendendo anche la sua "diffusione" nell’intera “rete” ed il relativo controllo. Questo è un frattale tremendo da digerire, eppure “sento” che è talmente appropriato da risultare persino “evidente”. Il parallelismo tra le varie vicissitudini sociali e ciò che succede nei piani superiori dell’uomo è una grande fonte di ispirazione, d’investigazione, di analisi e riflessione. Un vero e proprio strumento di “lavoro” spirituale, una torcia disponibile nel buio della notte, del sonno, del sogno, dell’incubo, dell’incantesimo…
Per terminare le osservazioni da tenere ben salde ed evidenti, per quanto concerne il mantra” del Dr. Couè, ossia del praticare l’autosuggestione, occorre specificare la modalità con la quale ci si deve apprestare ad eseguire “l’esercizio” quotidiano:
  • con fiducia
  • con fede
  • con assoluta certezza che si otterrà quanto di desidera
  • senza nessuno sforzo, le parole devono fluire
  • le espressioni devono essere recitate con partecipazione interiore
  • senza particolari “intonazioni” se non il rimarcare, l’avere presente la sensazione che la particella – da tutti i punti di vista – è omnicomprensiva
Questo mantra recitato nei due momenti tipici in cui la “presa” dell’inconscio è più labile, permette di andare in profondità e scrivere sulla “lavagna”. È basilare che l’osservazione del mantra non sia effettuata con sforzo; deve essere una necessità, un piacere, un momento da godere e “sentire”.

“Non solo Dio gioca a dadi, ma li getta laddove non possiamo vederli”
(Richard Feynman)

Questa espressione fa comprendere come la scienza per “completarsi” abbia necessità di tornare all’unione originaria con la conoscenza totale. Il Creatore non gioca a dadi, ma se lo credi, ti ci potrai anche abituare a pensare che sia così. Cosa è un campo morfogenetico se non il raggio guida, il raggio traente, il programma naturale dell’essenza divina? Nulla è per caso…

"Famosa è la sua espressione "C'è moltissimo spazio in basso" - dove il termine "in basso" è inteso come il mondo al di sotto delle dimensioni molecolari. Qualche anno dopo Jean-Marie Lehn parafraserà Feynman con l'espressione "C'è ancora più spazio di sopra" indicando la strada al di sopra delle dimensioni molecolari verso la chimica supramolecolare".
Fonte: Wikipedia

Questione di punti di vista, di prospettiva, di uomini di scienza comunque perlomeno “miopi”.

“Quando sbocciano i fiori, le colline cantano…”
27 gennaio 2010 – ore 19.50 – Nahele, mio figlio di 5 anni.

* Per maggiori informazioni procurarsi "Il dominio di se stessi" di Emile Couè.