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mercoledì 11 maggio 2011

Paura, eh?







11 maggio terremoto a Roma: la bufala di Bendandi fa il boom di ferie.
Molti romani hanno preso ferie per l'11 maggio 2011. Non è vacanza, e non siamo nemmeno vicino al weekend. Lo strano 'ponte' è dovuto alla misteriosa profezia, ormai nota, secondo la quale l'11 maggio 2011 la capitale sarebbe stata colpita da un violento terremoto e distrutta.

La profezia di Bendandi gira da tempo in rete, e da tempo è stata bollata come una bufala: protezione civile ed esperti di vulcanologia hanno più volte ripetuto che non c'è motivo di allontanarsi da casa. Ma il tam tam tra social network e tv è stato abbastanza per scatenare il panico, e nonostante le rassicurazioni della protezione civile, in molti hanno deciso di stare a casa dal lavoro per potersi allontanare dalla città. Un insolito boom di ferie nella capitale: rispetto all'11 maggio 2010 si registra un 20% in più di assenze dal lavoro. Una vera psicosi.
Da Yahoo 

È proprio il caso di dire: la paura fa 90

Ma che cosa significa questo ‘detto’. Molto probabilmente che la paura 'ricomprende' tutto (tutti gli altri numeri che, nel caso specifico, alludono ai numeri possibili delle estensioni del gioco del Lotto). Questo è un bellissimo caso di frattale analogico, ossia di ‘piccola’ verità che racchiude ed esprime a ‘raggiera’ le verità più grandi. 

Anche da questa prospettiva si può comprendere il ruolo ‘centrale’ della paura, la grande paura di… vivere. Se al posto del termine ‘vivere’ agganciamo l’allegorico termine di ‘vincere’, ritroviamo ancora il medesimo sentire, ossia la paura di vincere, che ad esempio coglie una squadra di calcio minore allorquando è in vantaggio sulla squadra più blasonata ed il tempo non sembra trascorrere mai e le gambe e la mente diventano come di… gesso.

La paura.

Nel caso sopracitato, paura di morire. Morire… La Grande Sorella che arriva per tutti è ritenuta, giustamente, l’unico ‘effetto’ parificante a cui siamo integralmente sottoposti. La ‘livellatrice’ provvede a ‘cancellarci’ da questo Mondo, a terminarci e ad annullare una ‘casualità’ che, non si sa bene come e perché, ci aveva portati ad affiorare sulla Terra.

Di che cosa si ha, in realtà, paura? 

Di scoprire di essere stati uno ‘scherzo’ di Natura e che la nostra Vita sia l’unica Vita e dunque che non si abbia un senso nell’economia dell’Universo. Questa ‘piccolezza’ conduce l’umanità a vivere come se l’unica chance assegnata fosse proprio questa unica ed eccezionale Vita. Bene. Se fosse davvero così, perché, mi chiedo, la gran parte della gente passa metà della sua Vita, quella ‘migliore’ teoricamente, a lavorare e a formarsi nelle scuole? 

E, quando il paradigma in corso le ‘scarica’ dal Mondo del lavoro, le riduce ad interpretare modelli di Vita basati sulla riduzione e lenta sparizione dal contesto sociale? Allora, se la maggior parte di noi pensa di essere uno ‘scherzo di Natura’, perché non vive in maniera coerente con un simile pensiero? 

Forse, qualcuno potrebbe dire che in realtà succede, ma non è esattamente così, a mio modo di vedere, perché la gran parte della gente vive di lavoro per mancanza di alternativa ma anche per senso di responsabilità verso se stessi e verso i proprio figli.

Usciamo dalla visione impoverente che avvolge ogni dinamica globale.

La comunità umana è più centrata di quanto i ‘luoghi comuni’ possano fare supporre. Si dice ‘meglio un giorno da leone che cento da pecora’, poi il tutto si riduce, mediamente, a tirare tardi nel fine settimana, a bere un po’ di più, a lasciarsi andare quando c’è la possibilità. Togliamoci dalla testa ciò che si vede nei film, come certe ‘esagerazioni’ sociali

Quel modello è basato sul focus di quello che fa una minoranza e non è rappresentativo seppure 'virale'.

La media non è rispecchiata da quei modelli di Vita ai ‘limiti di tutto’. Insomma, siamo stati tutti adolescenti, diciottenni, venticinquenni, trentenni, etc. e lo sappiamo benissimo che il corpo e la mente, dopo un po’, non ce la fanno più a reggere un certo tipo di Vita. Scatta qualcosa dentro che ci fa, per fortuna, cambiare. Perché? A cosa corrisponde questa dinamica? Che cosa è?

È certamente qualcosa che ci fa capire di non essere solo quello che ‘vediamo, pensiamo, sentiamo’ attraverso i sensi. Non è una prova, questa? Basta riflettere, nemmeno meditare. È logica spiccia. Mera considerazione basata sui fatti. Eppure non lo facciamo volutamente ma lo subiamo attraverso le ‘lezioni’ della Vita.

Cosa significa avere paura di morire, allora? Io penso che significhi, in definitiva, anche paura di avere fallito l’appuntamento con quello che ci eravamo prefissati di ‘fare’ in questa Vita. Questa è una verità sottile, nascosta, celata, oscurata dalla più grande paura possibile: soffrire durante l’atto del ‘passaggio’, un po’ come per la donna è la paura del dolore vissuto durante una gravidanza. È come una prova, una iniziazione… a che cosa? Ad un qualcosa che nemmeno riusciamo a comprendere ma che ‘riteniamo anche remotamente possibile’: esistere per sempre

Anche questo fa paura, no? 

E poi c’è la paura di quello che ci potrebbe succedere se le religioni dicessero la verità; ossia? Andare all’Inferno o soffrire nel tempo indefinito del Purgatorio. Ma anche se fosse, le religioni stesse affermano che ‘tutto dipende da noi’, che la 'dannazione o la salvezza' dipendono dal comportamento che abbiamo tenuto in Vita. 

Nel corso del tempo si era diffusa  addirittura la credenza di poter acquistare la ‘salvezza’. Queste dinamiche mettono in evidenza come l’umanità abbia sempre tentato di aggirare ‘l’ostacolo’ invece di puntare diritto su di lui

La paura corrisponde a questa dinamica giroscopica di mantenere l’individuo il più possibile sul proprio ‘asse di rotazione’, tentando di tentarlo a cercare e trovare quel centro grazie al quale poter superare ciò che sembra insuperabile. La ‘cura’ può venire solo da noi stessi

È paradossale, lo so. È come scambiare lucciole per lanterne, invertire il senso di quello che ci hanno insegnato a ‘sentire’. Il bene ed il male alla rovescia. Ma che scrivo? No. Il bene ed il male unificati nel senso di opportunità del vivere. In funzione di ‘come siamo fatti’ avremo necessità di un cocktail diverso di queste due energie: il bastone e la carota, insomma. Le nostre impronte digitali affermano che ognuno di noi è ‘unico’, speciale, Uno

Ciò corrisponde all’archetipo dell’eletto, osservato ad esempio in Matrix. Un ‘modello’ metaforico della nostra unicità inserita nel contesto omnicomprensivo degli ‘altri’. Una sol cosa, in realtà. Facciamo del male a qualcuno e lo capiremo immediatamente. Perché? Perché qualcosa dentro di noi non smetterà più di tormentarci e se non riusciremo a trasmutare questa ‘sensazione’ in atti di pragmatica ‘conversione’, sconteremo questo atto in un ‘futuro’ imprecisato in cui non crediamo ma che sentiamo anche possibile: ancora paura.

Perdonare: una possibilità di terribile efficacia.

Lasciare l’altro in balia delle proprie ‘scimmie’, della incapacità di potersi sfogare e, dunque, di riflettere...

Gli individui sono stati responsabilizzati dall’Antisistema. Il ‘guadagnarsi da vivere’ cosa è, se non prendere atto di questa momentanea separazione dalla condizione divina che ci contraddistingue. Le entità parassite è come se non avessero dimenticato chi noi siamo. È come una parte di noi che ‘sa’ e che ci vieta di fare questo  o quello, perché dice ‘Hey, ma tu sei Dio, come puoi abbassarti a fare questo?’. 

Chiamiamolo Ego o Satana, il risultato non cambia: siamo sempre e solo noi. 

La violenza che fuoriesce dalle maglie della società è una dinamica che sfocia dall’incontro di più forze ‘alleate’ nei due grandi schieramenti che prendono il nome di bene e male, bianco e nero, Yin e Yang, etc. e noi rappresentiamo quel 'punto di incontro'

Tutto è preposto al nostro ultimo e definitivo ‘volere’. L’ultima decisione è sempre la nostra ed è sempre stata la nostra. Chi decideva di schiacciare il grilletto della propria arma, allorquando il superiore ordinava di puntare, mirare e… sparare? Perché si schiaccia quel dispositivo? Perché esiste un esercito che difende un dittatore e un esercito che lo combatte? I due eserciti sono fatti della stessa ‘pasta’, eppure si combattono. Entrambi hanno fattezze simili, hanno le stesse modalità di gioire e di soffrire, hanno famiglie e sentimenti simili, stesse modalità di alimentarsi e di pensare… eppure l’uno combatte l’altro. Cosa c’è nel ‘mezzo’?
 
C’è il ‘dovere’, un giuramento, un senso di fedeltà, un indottrinamento, una ipnosi di base. Simile che combatte simile. Dove succede una cosa analoga nell’ecosistema della Vita sulla Terra, oltre alla sfera umana? Eliminando alcune eccezioni, che certamente esisteranno ma che esprimono solo il nostro riflesso, non mi sembra che una tale dinamica sia stata allargata dai 'flussi' naturali alle altre forme viventi. Ripeto, non esiste un ambito di 'simile che attacca simile' in maniera esponenziale come succede ed è successo all’umanità. Cioè, non mi sembra che esista o sia esistita la prima guerra mondiale delle formiche, per esempio. 

I feroci dinosauri non si sono estinti a causa di una guerra d’indipendenza. È la società umana che ha introdotto il concetto della guerra su questo Pianeta. Le facoltà umane hanno ‘permesso’ di sviluppare questa dinamica aggressiva e fondata sul senso del possesso e del controllo.

Questa immagine, tuttavia, mi sento di poter affermare che non appartenga alla specie umana, ma è stata ‘ereditata’ in qualche maniera da un’altra sfera dimensionale. Anche se intimamente ci riguarda, perché tutto quello che succede ha un senso, non è ‘nostra’. Ora, non voglio tornare sul concetto del controllo ad opera di entità parassite sovrasensibili, ma solo rammentare da quale ‘piano’ giunge la ‘mano che controlla’ e che esprime in continuazione paura di perdere questa situazione dominante silenziosa, sete di energia e, dunque, di controllo sulla specie divina addormentata umana

A cascata tutto si propaga e si sviluppa. Le cause vengono confuse con le conseguenze.

A quale livello della percezione ci poniamo? Da quale quota decidiamo di osservare? Questa è la fonte del giudizio e della separazione. È come dire tutti la stessa cosa senza capire che diciamo tutti la stessa cosa. Davvero pazzesco. L’opera del controllo è totale ed affine, intimamente, a scrollarci di dosso le ‘ragnatele’ che ci hanno caratterizzato dopo la ‘caduta’. Il controllo vive della nostra energia ma sottilmente ci spinge al risveglio. Lo scenario tridimensionale  che ci accoglie, che abbiamo ‘colonizzato’, è neutro per sua Natura; noi lo abbiamo personalizzato attraverso quello che ‘siamo’

L’Antisistema compie solo il proprio dovere.

Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, vero? Vero. Infatti il ritenere la dualità superata, osservandola da un piano più ‘elevato’, non è sufficiente al fine di superare i nodi stessi intrecciati nella dualità.

Noi ‘viviamo’ contemporanemente a più livelli. 

Su quale di questi livelli decidiamo di sostare più a lungo? Ecco una bella chiave di lettura di quello che ‘ci succede’. Per capirlo frattalmente è sufficiente osservare se stessi mente si pensa, ad esempio:
  • a sé 
  • agli altri 
  • alla propria famiglia 
  • al lavoro 
  • allo Stato 
  • all’Europa 
  • al Pianeta
In ognuno di questi ‘livelli’ noi abbiamo una nota vibrazionale diversa. Eccoli i 'famosi' livelli o dimensioni. È come amministrare un patrimonio di mille euro e uno di un milione di euro: è diverso, no? Ma in realtà cosa cambia? 

Cambia solo la concezione/percezione che abbiamo e che ci facciamo in termini di ‘consapevolezza’.

Lo posso fare? Sono in grado?

Ogni scenario è possibile ed è già esistente nello ‘spazio delle variabili’ dipinto da Vadim Zeland o anche descritto dalle Guide di cui ci hanno tradotto il sentire i membri del CerchioFirenze77. I coniugi Hicks ci dicono che i nostri desideri sono missili lanciati all’Universo e che la nostra Anima diventa subito quello che desideriamo. La differenza tra ‘noi’ e la nostra Anima è rappresentata dallo spazio vibrazionale che ci separa

La scatola guida delle emozioni ci indica il ‘dove siamo’ rispetto al percorso, ad uno dei percorsi che conducono al ‘luogo’ vibrazionale in cui troveremo quanto desiderato: si dice ‘realizzarsi’ in termini sociali.

Come è possibile che esistano tutti questi scenari allo stesso ‘momento’. Quanta energia e spazio ci vogliono? Osserviamo, a tal proposito, cosa sta succedendo alle memorie dei computer. Nei primi anni 80, il Commodore64 aveva 64 Kb di memoria! Oggi una fotografia della mia macchina Reflex/Digitale Canon ha almeno necessità di 1 Mb di memoria. Cosa è successo? Si ha avuto necessità di spazio e lo si è ottenuto. Gli hard disk arrivano e superano già il Tera byte. Non è un problema questo. 

Lo spazio non è un problema.

Arriviamo agli ‘scenari’ ed alla loro contemporanea esistenza. Esiste un frattale sulla Terra che dimostra questa possibilità: la biodiversità. Rimanendo in ambito umano, è sufficiente che ognuno di noi si trasferisca di nazione e/o continente per trovare condizioni diverse in cui si è letteralmente ‘diversi’. Vivere nella giungla Amazzonica non è esattamente come vivere nel centro di Londra. Questi scenari esistono allo stesso tempo e la nostra figura ‘itinerante’ li può visitare tutti: dipende da noi. Per cui possiamo capire che nemmeno questa possibilità costituisce un problema.

Gli scenari esistono già anche a livello della realtà percepita, ed esistono in maniera ‘ubiqua’.

L’immagine che ho in mente spiega anche come si possa ‘risparmiare’ energia per mantenere tutte le possibilità ‘aperte’. Eccola: corrisponde al modello di autolavaggio delle macchine.


Quando si entra per primi in un moderno ‘tunnel’ per lavare in automatico la vettura, è possibile osservare che è tutto in uno stato ‘silente’, ossia i dispositivi sono solo in stand-by. Appena si entra nel raggio di azione della fotocellula iniziamo a sentire e vedere acqua che cade sulla vettura e sapone che viene cosparso un po’ dappertutto, poi continuando sul rullo trattore, non appena ci avviciamo alle prime spazzole, queste iniziano a mettersi in movimento: solo in quel momento l’energia richiesta aumenta. 

In quel momento noi ci siamo avvicinati ai sensori.

Quella energia è fornita a monte ed il prezzo da pagare è compreso nella somma che abbiamo versato al proprietario, ossia, quell’energia è stata innescata dalla nostra decisione di ‘lavare la macchina’. Allo stesso modo, l’intero ‘spazio delle varianti’ potrebbe reggersi su questo concetto, certo molto più evoluto e raffinato, senza necessità ovvie di nessun tipo di denaro, ma bensì di utilizzo della nostra forza direzionale esistenziale: cosa faremo per raggiungere ciò che desideriamo?

Cosa facciamo per raggiungere i nostri desideri? E di che tipo di desideri ci ammantiamo?

Quest’ultima domanda costituisce un altro ‘capitolo’.

Una delle cose più incredibili che scoprii, mentre lavoravo con i miei clienti, è che tutti noi abbiamo la chiave per tutelare la nostra salute, i nostri corpi e la nostra vitalità.
ThetaHealing - L’eterna giovinezza di corpo mente e spirito VIANNA STIBAL

Nella neo-scienza della cimatica, è stato provato che le onde sonore generano forme geometriche nella materia. Nella futura scienza della realtà multidimensionale, si potrà scolpire delle forme d’onda per entrare nei campi biogenetici e catalizzare processi biochimici, ristabilire la guarigione cellulare ed innescare i campi elettromagnetici codificati all’interno delle funzioni cellulari del Sistema Nervoso Centrale (SNC).
Estratto da: La Musica del Lyricus – Wingmakers

Facciamo un attimo di silenzio dentro di noi e permettiamoci di ‘sentire’: domandiamoci allora ‘che cosa è una malattia?’ alla luce di ciò che abbiamo letto. Quale può essere la sua vera causa? Quale informazione sottile conduce sino a noi? Quale funzione ha? È possibile ritenerla come una sorta di maledizione? È possibile concepire l’esistenza di malattie incurabili? Che cosa sappiamo di noi stessi e della nostra malattia? Quale legame funge da collante tra le due dimensioni della salute e della malattia? Esiste una separazione ‘di fatto’ tra queste due modalità del ‘sentirsi’? In cosa consiste quel motivo di continuità che sentiamo tra gli intervalli di salute e malattia? Cosa ci spinge, quando siamo malati, a guarire? Cosa ci spinge, sottilmente, quando siamo in salute ad ammalarci? 

Esiste la malattia? Esiste la salute? 

Che cosa è e che cosa rappresenta un ipocondriaco, un malato immaginario? Che cosa è e che cosa rappresenta l’effetto placebo?

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

giovedì 24 marzo 2011

Che cosa posso fare per voi?




Che cosa posso fare per voi? ‘Che cosa posso fare per voi’ è una frase che mi ballonzola per la testa da un po’ di giorni. È da parecchio tempo che cerco di capire dove si collochi il punto di incontro tra me e voi, tra me e il Mondo, dove si trovi quel punto fermo che ci collega certamente. 

Cosa c’è in me che è di pubblico interesse? Quali sono le mie passioni che possono interessare alla società? Cosa interessa alla società?

Il nocciolo della questione è ‘cosa interessa’ ad ‘entrambi’

Il successo o l’insuccesso dipendono da questo rapporto di ‘domanda/offerta’. Perché penso in questi termini? Perchè dobbiamo poter stare bene ‘entrambi’. Vivere di passioni e creare ‘contesti’ fisici o mentali in linea con l’intima essenza dell’umanità. Creare eticamente ed in risonanza con quello ci alimenta di Vita ad ogni istante. 

Quindi, cosa posso fare per voi? È vero. Ho chiuso i commenti. Però l’ho fatto per un buon motivo: togliere dall’imbarazzo entrambe le parti. Un Blog che non riceve commenti è ritenuto ‘sterile’. Un Blog che riceve commenti ‘superflui’ o ‘dovuti’ è ritenuto ‘vuoto’ o ‘inconcludente’. SPS aveva dei buoni commentatori ma la consuetudine stava 'piegando' sempre gli stessi a ‘dover scrivere qualcosa’: cosa no buona!

È stato meglio chiudere e lasciare la posta elettronica sempre ben evidente. Se qualcuno sente la necessità di comunicare con me non trova preclusa questa possibilità. In questa maniera chi scrive commenti non lo fa per abitudine o per Ego, e io non lo faccio per avere tanti commenti, a monito di gran attività e popolarità tra le persone. La comunicazione è più 'fine'.
Mi sono sentito di fare in questo modo.

Ora, ripensando alla frase ‘cosa posso fare per voi’, cosa succede in me? Che percepisco un moto di impotenza. Sembra che non faccia parte di me questa modalità di intreccio con le persone, a volte mi sembra di essere un alieno. Mi chiedo: ma cosa ci faccio su questa Terra? Perché non riesco ad allacciare relazioni con i lettori presenti in Internet? È solo una questione di psicologia, attirare le persone? Oppure è sufficiente una buona predisposizione d’animo? Cosa nasconde questa mancanza di comunicazione? 

Certamente un problema insito dentro di me e riflesso dalla massa. Nessun giudizio quindi, ma solo una attenta ed umile constatazione e riflessione: cosa c’è in me che blocca il processo imboccato?
 
Il processo imboccato è rappresentato dalla mia intenzione di mettere a fuoco le mie passioni sul sentiero della spiritualità. Non mi è ancora chiaro cosa fare del mio futuro. Continuerò a scrivere in SPS? Farò il falegname o il tagliatore di vetro? Diventerò un inventore? Uno scrittore o un operaio? Un contadino o un agente di Polizia? L’unica cosa certa è che il tempo passa e la società tende ad escludere chi non ha più 30 anni. Cosa posso fare per voi è cosa posso fare per me, pensando a voi. Perché noi siamo una sola cosa. 

Di cosa avete bisogno? Di cosa ho bisogno? 

È necessaria una comunicazione a questo pro. Comunicazione che non arriva. Perché? Non perché i commenti sono chiusi, ma perché c’è un blocco che la impedisce. È la timidezza? Che cosa è la timidezza? È paura. Paura di che cosa? Del giudizio altrui? Dell’apparire? Cosa si nasconde nelle pieghe dell’infanzia o nel cosiddetto Karma? Che cosa rappresenta il Karma? Un qualcosa da vincere e non certamente una condanna o una palla al piede.

Chi crede in queste cose? Chi le applica? Non è un po’ come leggere le previsioni dell’oroscopo, così per curiosità e per delle motivazioni interiori che sfuggono come ricoperte da altro? Il punto è che l’umanità è interessata a quello che ‘sente’ dentro e che non riesce a spiegare; è interessata a quella parte di sé che spinge sempre a ‘tormentarsi’

La Vita è strana da questo punto di vista: vietare significa indurre in tentazione. Donare significa quasi inflazionare ciò che si dona. Funzioniamo alla rovescia.
Le mie passioni quali sono? Vediamo; da quello che ho capito sino ad ora:
  • Scrivere ed ‘indagare’ alla mia maniera partendo da osservazioni spirituali e giungendo alla realtà percepita, o viceversa.
  • Lavorare il legno alla maniera dei vecchi maestri intagliatori.
  • Lavorare il vetro per fare delle vetrate artistiche.
  • Lavorare la terra per mettere in pratica l’universo della decrescita e il contatto con gli elementi naturali.
  • Realizzare un dispositivo free energy.
  • Trovare un metodo di Borsa da poter divulgare a tutti, in maniera tale da effettuare una vera ri distribuzione etica del reddito.
  • Essere d'aiuto alle persone attraverso il mio operato.
Ecco. Penso di aver messo in chiaro il mio Mondo. Un Mondo che esula dalla politica e dalla religione. Un universo aperto e fiducioso anche se contrastato sul motivo di questa scarsità nella comunicazione. Sono certo che il mio inconscio sta lavorando alla grande per la mia ‘sicurezza’. È stato programmato molto tempo fa, quando ero piccolo e probabilmente spaventato, ed oggi non mi rappresenta più. Ma non è semplice deprogrammarlo e riprogrammarlo. C’è qualcosa che impedisce il cambiamento. Un ostacolo nel bel mezzo della ‘via’. Un ingombro che evita di guardare direttamente il ‘genio’ negli occhi.
È la paura.
Che forma ha questa paura?
Quale messaggio conduce?
Perché è tanto solida?
Cosa posso fare per ‘stringerle la mano’? Per volerle bene, ringraziarla e accompagnarla all’uscita?
 
Forse la domanda è ancora: cosa posso fare per voi?

Se non riesco a leggere dentro di me, forse posso riuscire a leggere al di fuori di me, nel mio riflesso che voi tutti mi rispecchiate: indifferenza, invisibilità, trasparenza, come un qualcosa di evanescente, che teme di concretizzarsi con continuità.

C’è una presenza dentro di me, un ricordo di un vecchio direttore di produzione che mi diceva spesso: per capire se ti fidi di una persona chiediti se compreresti mai un’auto usata da lei!
Molto spesso questa decisione la prendiamo ‘a pelle’ nel momento della necessità. Quindi nel momento della necessità le persone prendono delle decisioni, molto spesso intuitive. Cosa calamita queste decisioni? 

La visibilità di un punto vendita. L’invisibilità di un punto vendita conduce al fallimento.

Visibilità: essere visibili è prendere atto della propria ‘forza’.

A quel punto, il genere di paura che blocca non serve più. Rotto il ghiaccio la paura si dissolve o si trasforma in altra forma di resistenza sempre utile al cammino. Rotto il ghiaccio si salta dal trampolino più alto con viva partecipazione.

Basta sentirci separati. Cosa posso fare per voi?

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

 

mercoledì 9 marzo 2011

Ogni attore giudica ma non è se stesso.





Nell’articolo di ieri ho trattato velocemente del concetto del ‘male’ nella proiezione ancestrale del cosiddetto ‘Diavolo’. Un archetipo, questo, che incarna tutte le paure umane, esteriorizzate e rese palesi alla luce di un Mondo considerato dai più molto simile ad un Inferno, nonché l'anticamera religiosa di un ben altro e più ‘pungente’ tipo di Inferno: quello che attende dopo la dipartita dell’Anima dal corpo fisico

Che dire? Secoli o addirittura millenni di oscurantismo globale hanno intaccato il nucleo della nostra essenza incarnata, riuscendo nell’impresa di staccare la consapevolezza del 'chi si è', in funzione dei moti allucinanti del vivere in una modalità continua di sopravvivenza

Nella rete della paura, il male si è scolpito una gran parte attiva in noi e fuori di noi

Il suo riflesso esterno a noi è proiettato dallo specchio della Coscienza, intimidita sempre di più dalle strane storie che ‘qualcuno’ ad arte ha da sempre sparso ai quattro venti. Tutto converge verso un punto di stress, un punto di maggiore debolezza dell’infrastruttura dell’universo umano. Tutto evidenzia ciò che non si vuole evidenziare, ma che chiaramente il processo legato alla psiche conduce a sé, come un magnete polarizzato ad attrarre per via naturale. 

Sia il pensiero che il Karma costringono a prendere evidenza della nostra situazione sulla Terra, mentre a nulla valgono i tentativi dell’Ego di allontanare il momento della 'resa dei conti', il momento in cui dovremo affrontare noi stessi e le nostre paure. Le illusioni di una Vita agiata e benestante o di gran lavoro o di un egoico altruismo, alla fine condurranno comunque sino a noi ogni ‘detrito’ che ci portiamo dietro come una Cometa la sua scia. 

Non si scappa da questo meccanismo, perché è previsto dal Piano Divino. Perché è un meccanismo di ‘pulizia’ energetica e spirituale. Perché è l’evoluzione a cui siamo chiamati. Il ‘male’ è ignoranza, è non conoscenza, è il vivere un giorno da leoni e gli altri da pecore, è incoerenza, è una vibrazione stonata, un’onda alfine opportuna per… crescere.

Domanda 9
Puoi spiegare il concetto di male? Esiste davvero?
 
Risposta 9
La preoccupazione primaria nell’universo non è il male, ma l’ignoranza. Quando i membri di una specie sono nell’ignoranza della loro identità come coscienza individualizzata, sono più facilmente manipolati e sedotti dalle illusioni temporanee del MEST (Materia, Energia, Spazio, Tempo). Il MEST è nell’universo la visione più esteriore del multiverso, e quelli che identificano in esso la loro vera casa stanno vivendo nell’ignoranza.
 
E’ da questa mancanza di conoscenza che il concetto di male si è propagato in una serie di qualità, energie e motivazioni. Il male, al suo livello più distillato, è semplicemente una conoscenza parziale e, da questa parziale conoscenza, il veicolo dell’anima di qualsiasi specie è capace di comportamenti che possono essere definiti come male. Il male, per quanto riguarda una personalità come la Sorgente Primaria, non esiste. Non è un sistema codificato di energia o intelligenza. E’ un’espressione comportamentale di ignoranza e nulla più.
 
A questo riguardo, il Lyricus si preoccupa del male ma non teme il suo potere o impatto, perché il male non è coordinato o coerente, a differenza di coloro che sono allineati con la Sorgente Primaria. Inoltre, il male è in conflitto con se stesso più di quanto sia in conflitto con la Sorgente Primaria e con le espressioni a lei allineate.
 
Nella maggior parte dei casi, il Lyricus considera le espressioni del male o uno dei suoi membri con compassione, accrescendo la propria risoluzione di dare assistenza a una specie verso il Gran Portale.
 
Nella terminologia del Lyricus, il male è la resistenza al sentiero della consapevolezza – chiamato Gran Portale. La resistenza alla scoperta e alla diffusione del Gran Portale  è il prodotto principale di entità non informate che desiderano mantenere l’inganno del loro potere personale, temendo che l’illuminazione della specie li spodesterà. Il male manca del sistema di radicamento alimentato dalle profondità della coscienza individualizzata ed è quindi facilmente sradicato una volta che la coscienza individualizzata diviene l’identità della specie umana.
Estratto da: Lyricus - FAQ 1, Relazione del Lyricus con la specie Umana

Davvero intensa questa citazione:
  • Quando i membri di una specie sono nell’ignoranza della loro identità come coscienza individualizzata, sono più facilmente manipolati e sedotti dalle illusioni temporanee del MEST (Materia, Energia, Spazio, Tempo). Il MEST è nell’universo la visione più esteriore del multiverso, e quelli che identificano in esso la loro vera casa stanno vivendo nell’ignoranza.
  • Inoltre, il male è in conflitto con se stesso più di quanto sia in conflitto con la Sorgente Primaria e con le espressioni a lei allineate.
  • Nella terminologia del Lyricus, il male è la resistenza al sentiero della consapevolezza – chiamato Gran Portale. La resistenza alla scoperta e alla diffusione del Gran Portale  è il prodotto principale di entità non informate che desiderano mantenere l’inganno del loro potere personale, temendo che l’illuminazione della specie li spodesterà.

Si parla di:
  • ignoranza che facilita la manipolazione
  • la manipolazione di questo scenario 3D, ossia l’Antisistema
  • Antisistema che evidenzia il conflitto con se stessi
  • il conflitto con se stessi è una resistenza alla consapevolezza
  • le paure di chi ha il potere si identificano nella paura di perdere quel potere
Dunque James dei Wingmakers ci sta narrando dell’Antisistema, ma per altre vie. Ciò che il genere umano proietta al di fuori di sé è proprio ignoranza che viene incoraggiata dallo scenario 3D, progettato appositamente per evidenziare al massimo livello il grado di oscurità che caratterizza il cammino dell’incompletezza verso la completezza. 

È naturale oltre che logico

L’Antisistema serve proprio a questo. Ben intesi, l’Antisistema è un 'padre' ma anche un padrone. È come lanciare un programma con un preciso scopo ed un ampio raggio di movimento o libertà. Esso può spingersi a livelli radicali. Esso si nutre di ciò che evidenzia. Ne ha necessità. È pertanto un ‘gioco’ molto serio, doloroso di un dolore teorico molto grave. 

Il tempo a lui concesso è il tempo a noi concesso nell’economia dei cicli celesti dell’evoluzione lanciati dal Creatore, il quale tesse ed elabora i dati degli Human Bit ai fini del bilanciamento dell’equazione energetica strutturale di base. Il Creatore dipende da noi

Dal punto di vista metafisico e soprattutto per certa tradizione filosofica antica (in particolare per S. Agostino, ma tenendo presenti anche i filosofi della Grecia antica come Platone e Aristotele), il male, essendo l’esatta antitesi del Bene e quindi dell’essere, si configura come una privazione di essere o, che dir si voglia, con il non-essere stesso. Il Male, non avendo di per sé consistenza autonoma, essendo privazione del Bene ed esistendo quindi solamente in virtù dell’essere e come suo esatto contrario, è un accidente della realtà.
 
Il male secondo Platone.
Nel X libro della Repubblica, Platone, sullo sfondo delle cui opere spesso appare trattato il problema del male, costretto ad utilizzare in generale i miti e in particolare quello di Er per spiegare il concetto trascendente di una vita ultraterrena, ammette la possibilità di una vita terrena dove il giusto riceve premi ed onori dagli dei e dagli uomini, ma aggiunge anche che gli uomini ingiusti, anche se in un primo momento sembrano aver successo, da vecchi sono "maltrattati nella loro miseria da stranieri e cittadini, vengono flagellati… saranno poi torturati e bruciati"; Platone sostiene anche che le fortune e le sofferenze che si ricevono sulla terra sono nulla rispetto a quelle che ci attendono dopo la morte.
 
Il mito di Er.
Attraverso il mito di Er, che narra la storia di un soldato morto in battaglia che, dopo dodici giorni, ritorna in vita e racconta cosa aveva visto nel regno dei morti, Platone sostiene che l'anima riceva già in questa vita sia il premio della sua giustizia, sia la pena della sua colpa.
Per Platone, però, a differenza di quanto credevano gli ebrei vetero-testamentari, un'anima giusta è colpita da castigo non perché ha ereditato una colpa dai propri padri, ma perché ha commesso una colpa in una sua preesistenza passata.
Da Wikipedia

La lungimiranza degli antichi è 'abissale'. In contrapposizione al concetto che si è costruita la scienza occidentale, riferito alla inferiorità di coloro che vissero nei tempi trascorsi rispetto al punto di riferimento presente. Tale paradosso e cecità è certamente temporaneo, in quanto il pieno sviluppo del processo del pensiero e dell’Io umano, condurranno presto o tardi al pieno risveglio dell’essenza intrappolata nella rete concettuale di un modello di psiche acerbo, imberbe, ancora troppo vicino al suo punto di nascita. 

Platone utilizza dei termini che i traduttori hanno ‘fissato’ per esso, per cui la sua valenza si occidentalizza un po’ troppo. È come studiare gli antichi con il metro di giudizio e valutazione moderni: tutto appare come infantile, puerile, al limite della compassione e dello scherno. 

Se davvero Platone scriveva degli Dei è ovvio che si poteva riferire esclusivamente agli Dei provenienti dalle stelle. Questo è un altro paradosso a cui l’uomo medio moderno va incontro puntualmente: crede in un Dio unico, il suo, e quando legge delle altre divinità attuali le rifiuta, mentre quando legge degli Dei dell’antichità si apre alle considerazioni più disparate, miscelando possibilità anche remote. Come è possibile questa cosa? È come se il ‘credente, sfugga da un presente diverso da quello che gli hanno imposto, rifugiandosi nel passato non riconosciuto, nel quale può manifestare silenziosamente tutta la propria ‘sete di curiosità’. Solo i bigotti o gli integralisti non lo fanno. La grande platea è infatti interessata da sempre ai misteri che ci ruotano attorno come satelliti atratti dalla nostra presenza. 

Lo so che è concetto astruso che probabilmente non sono riuscito per bene ad esprimere: non è facile nel poco tempo che ho a disposizione per il Blog durante la giornata. Tuttavia lo sforzo richiesto al cortese lettore è proprio quello di intingersi nelle riflessioni, seppure abbozzate, e continuare privatamente il cammino solo sussurrato e prosposto. Questo esercizio è di grande utilità al fine di aprire le porte della propria disponibilità dell’essenza all’essenza. 

La sete di curiosità umana è fumo che sfugge dalle chiuse dell’Antisistema, è il percepire che qualcosa di diverso dall’usuale esiste appena oltre il passo mosso con coraggio e determinazione oltre il giudizio della comunità e della consuetudine.

È il voler giudicare che ci sconfigge.
Apocalypse Now

(Basandosi sui tipi di giudizio possibili, secondo  Aristotele) lo studioso del Novecento Karl Popper ha elaborato il principio di falsificazione, secondo il quale se due proposizioni sono opposte tra loro ed una di esse risulta vera, l'altra sarà sicuramente falsa”.
Da Wikipedia

A questo conduce la 'filosofia' dell’uomo? Ad emettere sentenze logiche che servono ai programmatori di computer per incidere la loro funzionalità? Da parte mia, posso umilmente fare notare che il principio di falsificazione proposto da Karl Popper è quantisticamente irrilevante in quanto esprime un punto di vista molto limitato della consapevolezza estesa

Ciò che è inerente allo scenario 3D è interamente ribaltabile ai fini della presa di coscienza. Questo ribaltamento dei piani della percezione esplica proprio il concetto di specchio e riflesso, interamente ricondotto ad un unico punto d’osservazione per il quale non esiste né giudizio né, dunque, verità o falsità, ma solo opportunità evolutive

Il giudizio umano anche nella sua estrema logicità crea separazione e lontananza dal proprio nucleo dell’essenza e motivazione spirituale.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

 

martedì 8 marzo 2011

Le mappe celesti della Creazione.





Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il Diavolo, va in giro come un leone ruggente, cercando chi possa divorare tra voi”. Pietro 5:8
Devil

Il film da cui è tratta la citazione soprariportata, Devil, è veramente sorprendente, M. Night Shyamalan dimostra il solito spirito ‘mordente’ e sincronico con un ordine universale percepito come inverso, ma che tuttavia ha sempre una ragione d’esistere e d’essere. 

Il Diavolo cerca chi tra di noi possa essere ‘divorato’. Il senso dello Spirito Oscuro è il senso dell’Antisistema, la sua funzione normalizzatrice dell’energia

È insita persino nel Demonio una rigida osservazione delle ‘regole’, delle leggi celesti, a cui egli non può assolutamente transigere. Può usare l’intelligenza, l’inganno, le debolezze dell’uomo, la sagacia ed ogni suo potere di veggenza e lungimiranza, persino una certa saggezza e profondità d’animo, però non può oltrepassare il sacro vincolo del risveglio della Coscienza. L’uomo che comprende di avere commesso un ‘errore’, può sempre chiedere il perdono e assumersi in tutto e per tutto le proprie responsabilità. Se il ravvedimento è sincero, il Diavolo lo capisce e si dovrà ‘fermare’, in quanto la sua funzione viene superata dal punto prospettico raggiunto

Questa è la sua ragione: provocare e regolare il risveglio. I suoi modi di fare sono brutali e vanno diretti al nucleo della questione, secondo l’antica consuetudine riportata nella legge del taglione, parafrasi umana del principio di causa ed effetto o di azione e reazione enunciata anche dalla Fisica moderna.

"Legge III Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Se qualcuno spinge una pietra col dito, anche il suo dito viene spinto dalla pietra. Se un cavallo tira una pietra legata ad una fune, anche il cavallo è tirato ugualmente verso la pietra: infatti la fune distesa tra le due parti, per lo stesso tentativo di allentarsi, spingerà il cavallo verso la pietra e la pietra verso il cavallo; e di tanto impedirà l’avanzare dell’uno di quanto promuoverà l’avanzare dell’altro.
Se un qualche corpo, urtando in un altro corpo, in qualche modo avrà mutato con la sua forza il moto dell’altro, a sua volta, a causa della forza contraria, subirà un medesimo mutamento del proprio moto in senso opposto. …
A queste azioni corrispondono uguali mutamenti, non di velocità, ma di moto. I mutamenti delle velocità, infatti, effettuati allo stesso modo in direzioni contrarie, in quanto i moti sono modificati in uguale misura, sono inversamente proporzionali ai corpi".
Wikipedia

Secondo questo principio, e applicando la proprietà olografica del tutto, si desume che anche il Diavolo tragga una differenza di processo ogni qualvolta s’imbatte in una individualità umana. Ciò descrive a pieno il modello universale ‘sensato’ in cui siamo immersi e sganciati dal flusso della ‘memoria’ continua. 

Il senso autoeducativo dello stare qua è pienamente rispecchiato in ogni contesto che possiamo osservare e non solo misurare coi sensi e con la logica del pensiero.

Questa è la funzione dell’Antisistema.

Non vi preoccupate, perché se esiste il Diavolo, allora deve esistere anche Dio”.
Devil

Applicando il principio di ‘veggenza’, persino logico, descritto nell’antico testo dell’I Ching, ad esempio, possiamo espandere una simile consapevolezza, assunta leggendo tra le righe, ad ogni ambito di quello che ci circonda e ci riflette. Tutto ‘parla di noi’ in ogni istante: persino il tempo atmosferico e l’andamento della Borsa. 

Noi siamo un’onda che si muove e che smuove, riflessa da ciò che viene attraversato. Gli Specchi Esseni raccontano, per altri versi, la medesima verità.

Le guerre continue che la storia deviata ci racconta, sono esplicitazioni dell’indole umana sulla via del ricordo del sé, energia maschile, attiva, in un equilibrio instabile, in cerca di… pace. Il substrato energetico denso che ci accoglie, lo scenario 3D, ben si presta allo sviluppo di ogni ‘germe’ che si annida nella nostra ignoranza della luce: tutto è così ben evidente nelle 3D.

In cuor nostro lo sappiamo tutti quanti.

La guerra ha avuto un’evoluzione significativa in termini dimensionali.
La guerra del futuro sarà una guerra senza militari, invisibile...
La paura è un’arma? Noi abbiamo paura delle cose che ci vengono dette più delle cose stesse. Ecco perché con il passare del tempo ci accorgiamo che la guerra più importante è quella fatta con l’informazione. Se noi pensiamo che l’85 per cento delle informazioni che vengono divulgate provengono dagli stessi soggetti protagonisti di quelle informazioni, ci accorgiamo che la notizia è già avvelenata.
Ma non solo. Ci sono tecnologie che consentono materialmente di creare distruzione senza che il nesso tra causa ed effetto sia visibile. Modificare le condizioni meteorologiche e climatiche è l’esempio che fa più impressione ma ce ne sono molti altrettanto significativi per i tempi che stiamo vivendo. Come chiamare questi scenari se non ‘guerre’ e come rendere possibile la dissoluzione del concetto di guerra oggi? Cos’è la guerra ai giorni nostri? Quali sono le differenze con il passato?
Testimonianze.
“Questa “guerra della percezione”, questa offensiva nei confronti della coscienza delle masse, per convincerle che quello in cui vivono è comunque il “migliore dei mondi possibili”, riecheggia nell’assioma orwelliano:
La guerra è pace - L’ignoranza è forza - La libertà è schiavitù...
Tom Bosco, direttore di Nexus.
“Oggi, si conducono due guerre distinte: una sul campo di battaglia; l’altra sui media. Quest’ultima è più importante della prima, poiché condiziona il consenso dell’opinione pubblica e, quindi, la volontà dei governi...”
Carlo Jean, esperto di strategia militare e di geopolitica
Dall’ultima mail ricevuta da Macrolibrarsi

Quanto sappiamo di quello che ‘accade’ intorno a noi? Il frattale è direttamente proporzionale alla risposta della seguente domanda: quanto conosco del mondo invisibile, interno a me stesso? Poco o nulla. In assenza di tecnologia non sapremmo praticamente nulla della nostra genetica e biologia. Ma allora come facevano ‘una volta’ a curarsi con tanta sicurezza e metodologia? 

Ovvio che non mi riferisco alle 'cronache mediche' riportate dalla storia deviata, ma ad un tempo in cui esisteva il senso dello stare in equilibrio con il tutto. Persino nel medioevo esisteva ancora una certa saggezza esoterica relativa alla guarigione ottenuta attraverso l’uso e l’utilizzo dei rimedi naturali che crescevano liberamente e dell'energia della Terra. 

Saggezza che non è mai scomparsa del tutto, ma solo estirpata come una idea comune che smetta di essere di moda, proporzionalmente all’uso della forza e del condizionamento di massa.

Osservando le trame celesti ‘dipinte’ sulla pianura di Nazca, quanto riusciamo a comprendere della loro antica funzione? Sitchin ci ha provato a diffondere un nuovo punto prospettico, ma quanto di ciò che egli ha scritto ha attraversato la barriera di ‘veleni’ che oscura la nostra visuale? Se per la nostra protezione non si esitano a trattare gli agrumi, ad esempio, con pesticidi, disinfettanti, etc. che penetrano in profondità nella ‘buccia’ ammorbando la polpa, dimostrando una sempre maggiore e paradossale pericolosità dell’atto del nutrirsi, se non si esita a trasformare l’aspetto della frutta eliminando ogni ‘bacatura’ naturale, in funzione di un fantomatico senso estetico richiesto e ricercato dalla massa, se non si esita a dare informazioni fuorvianti attraverso le anse di leggi che permettono l’aggiramento sistematico, come ad esempio la costituzione consentita di famiglie misteriose di ingredienti che prendono il nome generico di ‘aromi naturali’… ebbene la causa è sempre la stessa, ossia il nostro stato di sonnolenza acquisito nel tempo

Chi se ne approfitta è un tutore della disarmonia che la massa crea tramite la propria ‘assenza’.

Il vostro movimento porta questo sistema solare in una nuova regione dello spazio, nel luogo dove avete voluto che noi, Angeli dell’Originaria Coerenza, vi attendessimo per aiutarvi a ricordare e a risvegliarvi. "Per non dimenticare nel sonno" diceste. "Per non perderci nel meraviglioso labirinto del tempo, sognando la creazione di un pianeta".
Trasmissioni stellari – Il terzo millennio – di Ken Karey

Torniamo alla pianura di Nazca. L’immagine che ho usato per il breve articolo di ieri, questa:


ricorda molto da vicino l’immagine del ragno:


Da questo punto di vista, il ragno potrebbe essere l’immagine del campo magnetico terrestre e, in definitiva, potrebbe racchiudere l’immagine della Terra stessa. Da qua, l’intera piana tracciata di linee diverrebbe una mappa stellare con impressa direzione e moto di quegli astri chiaramente inerenti a questa ‘piccola’ parte di Universo e di storia celeste

Da troppo tempo l’umanità è ferma nell’interpretazione di ciò che abbiamo ereditato dagli antichi. Perché? Perché si ‘indaga’ solo ed esclusivamente attraverso il senso ‘occidentale’ di supremazia della ragione.

I risultati ottenuti in un paio di secoli di questa ‘cura’ sono disarmanti e paragonabili alla cecità volontaria dei tempi in cui si credeva che la Terra fosse il centro dell’Universo. Oggi è chiaro a tutti che non è così… eppure tutto rimane come al solito ribaltato rispetto all’asse della consapevolezza animica. 

Infatti la Terra è il centro dell’Universo proprio per via delle proprietà olografiche dell’energia dell’Universo: tutto è centrale nelle ‘politiche’ universali, perché tutto è divino e co creativo

L’antico sapere era naufragato nel ritenere fisicamente la Terra al centro dello spazio, mentre ciò che era al centro corrispondeva, inizialmente, alla dimensione dell’Ego umano proiettato dalla nascita e dall’adolescenza dell’Io umano, ed alla centralità stessa di ogni scintilla divina...

Nulla è per caso e tutto è opportuno.

Dobbiamo uscire dal cono d’ombra proiettato dalla piramide della storia deviata. Sino a che rimarremo nella mancanza di luce diretta e naturale, saremo alla mercè opportuna di una eclissi della coscienza che produce effetti pari al detto di ‘superficie’ “il sonno della ragione genera mostri”.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

giovedì 24 febbraio 2011

Sapere dal di dentro.




Quanto di quello che ci circonda è sotto forma di ‘codice’? Probabilmente tutto. Non mi riferisco solo ed esclusivamente a ciò che ci è stato tramandato dagli ‘antichi’, ma anche a quello che caratterizza la nostra quotidianità sempre più informatizzata

Abbiamo necessità di codici interpretativi per avere la percezione di capire e capirci, perchè abbiamo demandato all'esterno di noi questa funzione.

Dobbiamo codificare ogni cosa, dare un nome e una connotazione ad ogni condensazione energetica che i sensi sono in grado di cogliere. Ricordate quanto è il margine a noi direttamente accessibile dello spettro della luce? Poco. Molto poco se raffrontato alla sua interezza. Da quello stretto margine noi osserviamo il Mondo e pensiamo di avere la padronanza del Mondo, della Natura, degli Altri. 

Si necessita di interfacce e di codici per le interfacce. Il frattale diretto è l’architettura software dei Computer. Ciò che il Computer ci mostra quando lo avviamo è solo una piattaforma informativa strutturata ad hoc per la nostra comprensione. Se quei dati ci venissero forniti in linguaggio macchina, ebbene non saremmo in grado di comprendere nulla, proprio come se vedessimo il flusso grafico che è stato rappresentato in Matrix


Osservando meglio quel flusso verde su nero, i caratteri non sono propriamente simili a quelli conosciuti ed utilizzati nella modernità occidentale, bensì sono più rassomiglianti ad una sorta di codice Copto, frammisto ad una certa quantità di tratti orientali. 

È un codice nel codice. 

E tutto è così in ciò che ci circonda. Il inguaggio è una forma di comunicazione in codice, una interfaccia per tentare di capirci, per porre le basi di un qualcosa di ‘comune’. I monumenti degli ‘antichi’ sono in codice. Ogni leggenda, ogni mito, ogni favola, ogni configurazione della realtà solidificata dagli intenti della massa e dell’individuo. 

Ora, pensiamo bene a chi sono coloro che si occupano di comprendere questi codici. Chi sono? I cosidetti ‘esperti’. Esatto. Ma chi sono questi ‘esperti’? E, soprattutto, sono rappresentativi della massa oppure sono rappresentativi di un potere differente dalla massa? Dove si ‘formano’, dove studiano? Ne conoscete qualcuno direttamente? Se sì, questo ‘qualcuno’ è tanto aperto con voi da poter dialogare come tra fratello e fratello? O come con l’amico più caro? 

Ebbene se risponderete ‘sì’, siete anche voi parte del loro Mondo. Perché ‘loro’ sono al soldo dell’Antisistema

Sono solo una illusione per la massa, la quale continuerà a fare quello che sta facendo per tutta la Vita, senza mai interrogarsi sul fatto che gli ‘esperti’ non fanno i loro interessi ma quelli dell’Antisistema. Nessun giudizio per carità, solo semplice intuizione. Gli interessi della scienza ufficiale e quelli della massa divergono ormai da molto tempo. Chi si occupa di ‘pedalare’ e chi si occupa di ‘celare’ facendo finta di ‘ricercare’. Nella casta degli ‘esperti’ ci sono probabilmente anche delle mosche bianche, ma per ora rimangono celate al Mondo.  

Ecco l’ennesima divulgazione di uno studio ufficiale verso la massa:
"Salute: cellulari assolti, studio conferma che non causano tumori".

Ok. Tutto a posto allora. Possiamo continuare a telefonare e a… consumare. Lo dicono gli ‘esperti’. Chi può controllare quello che ci dicono. Chi ha le competenze oltre a loro? La società si è divisa i compiti come dei buoni fratelli, oppure i compiti sono stati assegnati da un ‘padre tiranno’? Chi nasce, prende poi un certo cammino secondo il proprio sentire, per cui le mansioni sono dettate dal caso oppure da altre dinamiche? Io credo che il caso non esista, per cui le altre ‘dinamiche’ quali sono? 

Che tutto è opportuno, certamente, però nel reame del Piano Divino, la percezione del tempo è alterata dalle esperienze di Vita dense. Quanto tempo può passare prima che i nodi giungano al pettine? La cosa di cui sono certo è che esiste una legge naturale che equilibra l’essere e l’avere, come se fosse una bilancia che non si può ‘truccare’

Esiste tuttavia anche il libero arbitrio, per cui questa ‘bilancia’ è perlomeno ‘incomprensibile’ dal punto di vista prospettico della massa e dell’individuo ‘pedalatore’. Da qua si sviluppano i moti di ‘miscredenza’ che mettono alla prova la fiducia, la fede in se stessi prima ancora che nei confronti degli ‘altri’ e dell’esistenza di una intelligenza celeste superiore che regola lo scorrere degli eventi, alla ricerca di un ‘assetto’ che ancora è 'perfezionabile'

È inutile nasconderlo per timore di essere tacciati di blasfemia o di scomunica: il Creatore è perfetto nella sua imperfezione, oppure imperfetto nella sua perfezione

Il Creatore è alla ricerca di se stesso, o meglio di una sua configurazione più ‘stabile’. Egli necessita di conoscersi meglio, di sapere cosa è nascosto nelle sue ‘cantine’. Egli cerca di equilibrare in maniera diversa l’equazione, così che la bilancia sia sempre in equilibrio ma in un equilibrio diverso da com’è ora

La sua ricerca è la nostra ricerca. La nostra ricerca è la sua ricerca. Lo Human Bit ha il compito e la necessità di svolgere questa ricerca ‘scavando’ lungo la linea di frontiera della Creazione, nel reame del Creatore, nelle ‘cantine’ del Creatore.

Ogni nostra paura è sensata, se attraversata da questa consapevolezza. Allo stesso modo in cui i figli assomigliano ai genitori, ognuno di noi assomiglia alla Sorgente

Questo ‘assomigliare’ è in un linguaggio in codice che afferma una coincidenza di valori esistenziali, strutturali, olografici. Perché in realtà siamo tutti ‘Uno’. Siamo la stessa ‘cosa’ manifesta all’infinita potenza numerica, perché è solo nella propagazione unitaria che gli intenti possono meglio conformarsi, in maniera coerente alla sete evolutiva dell’input iniziale.

Nel film ‘Pandorum – L’Universo parallelo’, possiamo certamente notare come l’uomo tenda a ricostruire olograficamente il Mondo da cui proviene, limitato però dalla mancanza di memoria e di consapevolezza del chi egli sia in realtà. Nel film rivive nuovamente il ‘mito della caverna’ di Platone, infatti il Mondo di quei personaggi è lo scheletro di una astronave enorme, che credono in viaggio nello spazio, ma che in realtà è sprofondata negli oceani di un pianeta simile alla Terra: Tanis, la meta del viaggio. Quel mondo ricade nella dimensione tribale, dettato dalle paure più radicate nell’uomo. Nasce anche una certa mitologia, graffiti di antichi tempi in cui il male si era ribellato al principio divino, ossia agli ordini impartiti ai computer della nave spaziale. Ognuno dei sopravissuti ricorda solo qualcosa del puzzle ed ognuno ha delle competenze che non si spiega nemmeno. È stato sviluppato anche il concetto di Karma, attraverso le ‘visioni’ del tenente Payton che, in assenza di un controllo del tempo, sfugge alla sua morsa tenace. 

Nel film è codificata l’intera saga dell’umanità, dalla sua origine stellare sino allo sprofondamento, all’arenamento ed all’ascensione finale

Infatti, alla fine, siamo in grado di poter osservare la risalita alla luce del giorno dei sopravissuti. I sopravissuti e non gli ‘altri’ che rimangono ad appesantire le strutture di metallo del passato sul fondo dell’oceano. È una sorta di catarsi dell’umanità che lascia indietro ciò che è troppo pesante per alzarsi di livello. Nella pancia dell’astronave si manifesta la lotta per la sopravvivenza, una nuova forma di Vita, una nuova forma di religione e di veggenti, la caduta nelle spire dei sensi, l’illusorietà delle percezioni, il libero arbitrio più completo, anche nella facoltà di autodistruzione, la fede in un qualcosa di diverso e di più elevato, etc. 

Lo slogan del film è “I mondi finiscono, la paura sopravvive”. Il nome della nave spaziale è Elysium che ricorda molto i Campi Elisi che, nella mitologia greco-romana, sono quel luogo che accoglie le anime degli umani cari agli dei.

Il frattale del sabotaggio, nel film, richiama alla mente ciò che succede nel ‘nostro’ Mondo. È la resistenza che rivela. Se ne potebbe certamente fare a meno, ma si è ‘scelto’ di fare così, perché evidentemente è più opportuno visto il livello da cui riparte l’umanità. L’Antisistema evidenzia proprio questa resistenza, la incoraggia, perché è il suo scopo

Sino a che potrà, si nutrirà anche di noi, permettendo alla paura di sopravvivere. Solo in questo livello della Creazione tutto è così ‘solido’, evidente. Questa 'sede' è il punto focale del nostro viaggio di scoperta della luce

Da qua ce ne andremo ad ondate, proprio come ad ondate matura il raccolto e non tutto insieme

I segreti codificati del Mondo sono mantenuti da elite di uomini lungimiranti che non hanno mai perso la ‘memoria’ e che, dolorosamente, hanno capito che era opportuno fare così per il bene di tutti, Madre Terra compresa. Sino al giorno in cui la ‘soluzione’ dell’equazione avrà raggiunto un equliibrio diverso da quello di partenza

Come muoversi senza muoversi eppure muoversi. 

Proprio come il viaggio di Ellie in Contact, gran film dove il codice e la sua interpretazione rappresenta la chiave di volta degli eventi. Il messaggio che giunge per l’umanità è un messaggio di speranza, di Amore, una risposta alla nostra chiamata. Sino a quando il Mondo non sarà pronto, come descritto in Sphera?

Io credo che questo Mondo tridimensionale non lo sarà mai... pronto, perché l’utilizzo, lo scopo di questo livello 3D è di ‘formare ed espellere' attraverso il meccanismo ascensionale. Per cui questo Mondo 3D non può cambiare ma solo oscillare e poi resettare.

Questo mondo non necessita di essere salvato.

Come scrive Jose Arguelles nel suo splendido “Il fattore Maya”: “Incominciai a sapere dal di dentro”.

Il buon pittore è saggio, dio è nel suo cuore.
Egli conversa con il suo proprio cuore.
Egli mette il divino nelle cose”.
Detto Nahuatl.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011