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martedì 13 dicembre 2011

Il gioco delle tre carte sociale.




A leggere in modalità ‘neutra’ le notizie, vestendo panni da ‘osservatore esterno’, è possibile trovare delle chiavi idonee a meglio interpretare la ‘verità’ che compete ad un certo livello della vibrazione energetica; in questo caso quella inerente al paradigma 3d in corso d’opera.

Crisi: Marcegaglia, Situazione Italia Sta Peggiorando.
‘La situazione per l'Italia non è buona, anzi sta peggiorando perché dall'Europa non sono arrivate le risposte che aspettavamo’. 

Lo ha detto Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, a margine della presentazione di un libro in Senato. ‘Stiamo entrando in una fase di recessione e dobbiamo cercare di evitare che non ci siano più investimenti e che le imprese non riescano a mantenere più l'occupazione’, ha aggiunto.
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A parte l’ovvietà del ribadire lo stato di ‘crisi’ in cui versa l’Italia, il fatto saliente è l’attesa per un 'aiuto esterno', europeo nel caso. La situazione di ‘stasi’ italica è pressochè totale, anzi, probabilmente viene utilizzata, da un potere superiore, proprio per progetti molto simili al ‘ricatto’, verso altri Stati più ‘robusti’ dell’attuale forma di pseudo unione continentale

Il fatto che si presentino ‘libri’ in Senato mi suona un po’ stravagante, ancor di più se questa frase è stata pronunciata ‘a margine della presentazione del libro’, come se l’attuale livello della crisi fosse un episodio passeggero e non così influente sul futuro del popolo intero.

Si respira come un clima di ‘distacco’, come se fossimo tutti dei sonnambuli. 

Come se non mancasse solo il senso di responsabilità, ma addirittura la centralità del proprio essere. La ‘prova’ giunge ancora una volta dalla presa di posizione della ‘gente di politica’, la quale non accetta di partecipare 'concretamente' alla ristrutturazione del Paese, rifiutando d'incarnare l’esempio in prima persona

Manovra, slitta taglio a stipendi parlamentari, riforma province.
Un emendamento appena depositato nelle commissioni Finanze e Bilancio della Camera riscrive l'articolo 23 della manovra dando più tempo per adeguare alla media europea gli stipendi dei parlamentari italiani e per riassegnare a comuni e regioni le funzioni oggi esercitate dalle province.
 
La manovra affida a un decreto d'urgenza del governo il compito di ridurre gli stipendi dei parlamentari, qualora entro dicembre 2011 la commissione insediata presso l'Istat con il compito di fissare il livello adeguato di retribuzione non abbia concluso i suoi lavori.
 
L'emendamento riscrive il testo stabilendo semplicemente che ‘il Parlamento e il governo, ciascuno nell'ambito delle proprie attribuzioni, assumono immediate iniziative idonee a conseguire’ l'adeguamento alla media europea degli stipendi riconosciuti ai parlamentari, senza fissare una scadenza.
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L’effetto ‘saponino’ è  stato nuovamente estratto dal cilindro e quel ‘senza fissare una scadenza’ è perlomeno diabolico. In un momento come quello che vive la massa, a cui viene chiesto di 'risollevare lo Stato' attraverso l'osservazione di manovre decise dal giorno alla notte, è molto ‘strano’ che ai Politici non venga in mente, una volta tanto, di partecipare attivamente dando un segnale forte alla massa, attraverso la riduzione significativa del proprio piano di privilegi.

Qualche 'tempo fa' un simile atto avrebbe dato il via ad una rivoluzione della massa.

Le frasi contenenti i ‘richiami alla responsabilità’ non coincidono con il ‘comportamento responsabile’ delle medesime ‘menti’ che elaborano input da irrorare sugli altri

Persone 'adulte e vaccinate' che sembrano come rispondere ad altri livelli del segnale d'input: come se fossero 'drogati'...

Questo paradosso è un vero e proprio ‘baco’ sociale, equivalente ad un modello disarmonico della consapevolezza collettiva perché, a cascata, lo si ritrova dappertutto

Quando entrò in vigore l’Euro, una decina di anni fa, tutti coloro che detenevano un minimo ‘potere’ di esercizio del prezzo, se ne approfittarono, dando luogo alla più grande commedia degli ultimi tempi: la lamentela sistematica senza auto constatazione dei fatti personali. 

Il fruttivendolo, ad esempio, che lamenta l’aumento dei prezzi ad opera del grossista, il quale paventa scusanti in quanto il coltivatore aveva applicato ‘assurdi aumenti dei prezzi’, che a sua volta si lamenta dell’aumento delle tasse, del costo dei prodotti che utilizza da spargere per i campi, etc. I fornitori di prodotti per l'agricoltura aumentano il prezzo unitario per via dell’aumento della bolletta energetica, del costo del lavoro, etc. Dunque? Dove si arriva? Ancora allo Stato. Ma ‘chi è lo Stato’? 

Non dovremmo essere tutti noi? 

Noi, che ci lamentiamo perché ‘tutto’ è aumentato nel proprio ‘costo’. C’è allora veramente qualcosa di strano in questo modello a 'cerchio', che si conclude dove è nato: su/in noi.

Ma facendo delle operazioni molto semplici, c’è certamente un ammanco sul piano dell’equilibrio. La massa è sempre più chiamata a mettere ‘pezze’, ma la massa è lo Stato. Oppure no?
 
Chi è riuscito a svincolare la massa dal concetto di Stato? La massa lo ha capito? Dove va a finire l’ammanco di denaro che si registra con sempre maggiore continuità? Chi detiene il debito pubblico italiano? 

Italia: Tesoro colloca 7 mld di euro di Bot a 1 anno, forte domanda e rendimenti in calo.
Nell’ambito del Bot Day, con le adesioni del pubblico retail chiuse venerdì scorso, il Tesoro italiano ha collocato questa mattina 7 miliardi di euro di Bot ad 1 anno. Il rendimento ha mostrato un calo al 5,952% dal 6,087% registrato nell’asta dello scorso 10 novembre. Buona la domanda che ha superato di 1,92 volte l’offerta (1,99 volte la precedente emissione). Secondo un operatore contattato da questa testata, è stata forte la domanda domestica.
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La ‘domanda domestica’ è stata forte. Certo, si lancia l’amo con l’esca della mancanza di commissioni e l’alto tasso di interesse diventa un’attrazione, in barba ai rischi connessi al possibile rischio di default. Quindi gli italiani partecipando all’asta hanno pagato gli stipendi agli statali e le pensioni; hanno inoltre permesso la continuazione del modello Antisistemico. 

In cambio cosa hanno ottenuto? 

Di aumentare il debito pubblico 'approfittando' del tasso d’interesse del 6%; tasso che viene intascato subito, ma in che modo? Dando, ad esempio, 1000 euro e ricevendo subito l’interesse – pari a 60 euro. Questi 60 euro sono una parte dei propri 1000 euro, in maniera tale che se ne versano solo 940 in luogo dei 1000

Da 'qua' si capisce chi è lo Stato. Siamo davvero noi, infatti versiamo la somma meno il tasso d’interesse.

Un anno dopo prenderemo i 1000 euro interi: se lo Stato li avrà. Ma lo Stato non siamo noi?
 
Allora il nodo della questione è: chi è lo Stato? O meglio:
  • chi sono le Banche?
  • chi è lo Stato?
  • chi sono i Politici e le ‘amministrazioni’?
  • chi è la massa?
Stiamo alludendo ad un insieme da cui ne emerge un altro. Stiamo alludendo ad una ‘nave’ comune sulla quale esistono degli ‘invisibili’ che estraggono ‘energia’ dal computo totale, in maniera tale da lasciare ‘gli altri’ a farsi la guerra, dal momento in cui prevale la modalità del giudizio apparente. L’alfa e l’omega coincidono in coordinate ‘geografiche’, ma quello che 'torna' non equivale a quello che 'parte'. Risultato?

La crisi. La lamentela. Il vittimismo. La non consapevolezza…

Il vertice Ue delude i mercati. S&P: necessario un altro shock.
Il capo economista di S&P Europa, Jean-Michel Six, durante una conferenza a Tel-Aviv, ha dichiarato che ci saranno molti altri incontri. Intanto il tempo corre ed è necessario intervenire su tutti e due i fronti dell’equazione, sia quello fiscale che quello monetario. 

L’esperto afferma che probabilmente c’è ancora bisogna di un altro shock prima che in Europa tutti riescano a vedere la situazione allo stesso modo

Uno scossone potrebbe arrivare ad esempio da una grossa banca tedesca alle prese con delle difficoltà sul mercato. A quel punto ci sarebbe la consapevolezza di essere tutti sulla stessa barca, e ciò indurrebbe a temere che anche le istituzioni tedesche potrebbero essere colpite dal contagio
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La necessità di un altro shock. Si parla di ‘necessità’, come se ci fosse qualcuno che possa ascoltare e prendere le dovute decisioni. Come se tutto fosse arbitrato in ‘separata sede’. La massa in tutto questo discorso dov’è? È letteralmente impegnata a ‘fare altro’: a lavorare nel tentativo di salvare sé e la Nazione.

Ma se la massa, che dovrebbe essere lo Stato, è impegnata altrove, chi decide? Chi sono i detentori del potere decisionale? I Politici? La Casta? I Bancari? Gli Stati più potenti? Le organizzazioni ombra? Gli Alieni? 

Signori e Signore: benvenuti alla versione fantasma del gioco delle tre carte.

Puntate Siori e Siore, perché il ‘piatto piange’. Peccato che il ‘Banco’ vince sempre, avendo dalla 'sua' la probabilità matematica. Chi è il ‘Banco’? Le Banche Centrali? I Privati che le controllano?

Chi sono questi ‘Privati’? Altre Banche. Chi sono i costituenti degli organi di amministrazione di queste Banche? Sono uomini e donne oppure ancora altre Organizzazioni? Questo è un altro punto importante.

Siamo sicuri che ‘dietro a tutto’ ci siano degli esseri umani?

Queste ‘Società’, secondo Zeland e non solo lui, alla lunga prendono il controllo dei partecipanti e persino anche dei soci fondatori. Sono entità vive, caricate e programmate per eseguire quello che continueranno a fare nel corso del tempo: sopravvivere.

La loro posizione eterea, invisibile, coincide con il riflesso delle entità parassite, a cui interessa non il denaro ma l’energia che produce, indovinate chi? Certo: la massa.

Il focus è sempre sulla massa, ad ogni livello della prospettiva.

Se improvvisamente gli umani decidessero improvvisamente di ‘essere tutti d’accordo’, in maniera sincronica e veloce, si vedrebbe all’opera il potere delle ‘Amministrazioni’, nei panni della tecnologia, che continuerebbe a somministrare il proprio ‘punto di vista’, la propria carica programmata, in maniera del tutto autonoma.

L’unico modo per far mancare l’usufruizione del denaro per tutti, essendo ‘tutti lo Stato’, è di farlo sparire in maniera sottile, asportandolo attraverso un gioco di veli e di apparenze. Chi lo può fare, in realtà, non esiste sul piano organico, ma è allo stesso tempo autorizzato a farlo proprio dal piano organico, che veste i panni della massa.

È un’abile strategia impartita da entità che amministrano una dimensione inferiore, in funzione delle proprie necessità di sopravvivenza. A cascata, nelle 3d, tutto funziona allo stesso modo: sopravvive.

Serve del denaro per ‘legare’ gli umani a se stessi? Bene; e il denaro è stato concepito.

Dipende tutto da noi, in realtà. Che rapporto abbiamo con l’energia denaro?

Perché la viviamo in maniera tanto drammatica? 

Conosci Te Stesso.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

mercoledì 19 ottobre 2011

Vedere l'alternativa.




Se c’è bisogno di ‘prove’ che rispecchino lo stato in cui versa questa ‘realtà 3d’, allora occorre osservare il flusso di notizie che scorre quotidianamente attraverso il fiume mediatico globale e riscontrare la mancanza di alternativa.

Le 3d hanno preso la ‘forma’ di un intento nascosto che, come un raggio traente, ha guidato il genere umano a creare un Mondo ad hoc, un habitat idoneo per altre entità non tracciabili attraverso i cinque sensi. Ne ho scritto più volte in SPS e credo che continuerò a ‘denunciare’ questa opera sottile ed oscura, avvalendomi dell’analogia frattale, ossia di quella legge che ripropone all’infinito un ‘disegno’, riflettendolo come in un gioco di due specchi affacciati. 

Molte altre persone, più illustri di me, ne hanno già contornato i profili, come ad esempio Castaneda ed il concetto di Volador, però l’intensità dell’incantesimo è sempre stata tale da non permettere di farsi largo tra la nebbia che avvolge i sensi, perlomeno, questo a livello massivo.

Dal momento in cui il ‘raccolto non matura tutto insieme’ è naturale che l’entropia sociale sia in grande fermento, in attesa della ‘centesima scimmia’ in grado di far traboccare il vaso. 

Come orientarsi in una simile situazione, in cui si respira solo una strana sensazione di un qualcosa di sfuggevole, ma non si ha il tempo e la forza necessari affinché si possa riuscire a comprendere meglio quale sia il ‘significato’ di una simile percezione? 

Secondo me trovando un punto di aggancio sufficientemente stabile al quale fare perno: questa situazione di centralità deve radicarsi prima dentro di noi e poi deve maturare quella consapevolezza che conduce al ‘credere’ che possa esistere anche un’alternativa al percepito

Questa nuova ‘fede’ è molto simile ad un virus che progressivamente rimodella i nostri schemi di funzionamento inconsci. È una fede in sé stessi, prima di tutto. Quando ci si radica in un simile campo di forze 'proprio', si smette di ‘perdere energia’ attraverso i mille sortilegi intessuti attorno alle nostre Vite. Ci si rafforza. Si inizia a vedere con occhi nuovi. Si sviluppa disciplina. Si limano i sentimenti auto svalutanti.

Vedere attraverso gli occhi dell’analogia frattale è vedere tramite gli occhi dell’Universo e delle sue leggi. 

Tutto è rispecchiato attorno a noi. Tutto ci ‘parla’. Il Mondo è pieno di feedback che narrano di noi e del nostro operato. È così perché il ‘tutto’ risponde a precise leggi auto esistenti.

Il principio di ‘azione e reazione’, studiato a scuola, è certamente valido e descrive proprio ciò che intendo io: questa legge è valida nell’ambito in cui ci muoviamo e vale la pena di osservare una simile presenza in tutto ciò che ci contraddistingue

Le cause possono essere sottili e sfuggevoli, ma è possibile capirle osservandone l’eco in un ambito sensoriale manifesto, più facilmente riconoscibile.

Quando parlo di ‘controllo’ non è semplice accettare questa visione perché è ritenuta infondata e senza prove, ma basta osservare il suo riflesso sociale per comprendere immediatamente che ‘qualcosa non va’ e che questa 'caratteristica' è manifesta

Il Mondo in cui viviamo non è ‘giusto’, non è in equilibrio, è poco morale e poco etico, si presta maggiore attenzione alla materialità per paura di non riuscire a sopravvivere. Si fa scorta di tutto quanto sia materiale eppure non ci si accorge che il denaro, la punta dell’iceberg Antisistemico, sta diventando sempre di più virtuale

La moneta è elettronica in gran parte. Cosa significa? Che lentamente si sta manifestando la corretta visione del lato materiale identificato con il denaro: una illusione densificata dal seguito della massa e dalle aspirazioni pro sopravvivenza.

Un blackout globale ‘serio’ potrebbe cancellare in un solo attimo tutta la ricchezza della Terra ‘certificata’ nelle memorie degli elaboratori elettronici. È chiaro che tutto ciò mette in evidenza un enorme teatrino in cui le parti si sono fossilizzate nel tempo deviato. È come vivere in una istantanea per sempre: in un incantesimo.

Dov’è l’alternativa in tutto ciò? Non sembra poter esistere. Infatti o si lavora oppure si diventa dei ‘nullatenenti’ se alle spalle non c’è una situazione familiare di sussistenza. Che alternative ci sono? Rubare? 

Le spinte sociali conducono l’individuo verso una massificazione oppure verso una sua decentratura. L’alternativa è duale ed in pratica non esiste. Si è, insomma, cercato di eliminare la biodiversità: un’altra legge cosmica. In che modo? 

Tendendo alla creazione di una dimensione virtuale, di un Mondo nel Mondo, in cui agire come un Creatore, decidendo in autonomia ogni tipo di legge e di intenzione, spacciata per ‘superiore’: si vive dunque in una atmosfera controllata e predeterminata all’origine.

Dove per ‘origine’ deve intendersi un concetto di prospettiva parallela multidimensionale, che si è potuta instaurare solo dopo avere drenato dal Mondo la consapevolezza del ‘chi si è’, la conoscenza, la capacità di dialogare con il tutto.

Solo dopo è stato possibile ‘agire di conseguenza’…

Oggi vediamo le ‘orme’ del controllo in una maniera che si può comprendere tridimensionalmente:

Unicredit, frode fiscale: indagato Profumo,sequestrati 245 mln.
La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati l'ex-AD di Unicredit Alessandro Profumo nell'ambito di un'inchiesta per frode fiscale in cui il Tribunale di Milano ha anche disposto il sequestro preventivo di 245 milioni di euro alla banca.
 
Lo hanno riferito oggi una fonte giudiziaria e una investigativa.
 
Secondo una delle fonti, la presunta frode fiscale sarebbe stata commessa quando Unicredit era guidata da Profumo tramite una complessa operazione con la banca britannica Barclays.
 
L'ex-Ad dell'istituto è indagato per dichiarazione fiscale fraudolenta mediante altri artifici per aver dato l'ok alle richieste di approvazione dell'operazione indirizzategli dagli uffici specializzati del suo gruppo, come precisa la fonte.
 
Una portavoce della banca ha detto che Unicredit è ‘sorpresa’ per l'iniziativa del Tribunale di Milano e ribadisce ‘la convinzione sulla correttezza dell'operato dell'istituto e dei dipendenti’. Non è stato invece possibile al momento avere un commento da Profumo…
 
‘La somma sequestrata rappresenta il profitto del reato di 'dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici', relativamente ai periodi d'imposta 2007 e 2008’…
 
Dall'indagine, avviata qualche anno fa, è emerso che nel 2007 Barclays ha proposto a Unicredit un prodotto finanziario di ‘Profit participating instrument’ - un Ppi, ovvero uno strumento di partecipazione agli utili - chiamato ‘Brontos’. Questo prodotto di fatto costituisce uno strumento di investimento produttivo di interessi attivi - perché è assimilabile a finanziamenti effettuati a favore di investitori - e non un investimento in capitale di rischio assimilabile alle azioni, che danno dividendi. La differenza sta nel fatto che gli interessi per la normativa italiana sono tassabili al 100% mentre per i dividendi la tassazione è solo sul 5%.
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Artifici.

Dopo mille e mille casi storici, come i bond Argentini o il caso Parmalat o le forme di leveraggio selvaggio che hanno condotto sull’orlo del fallimento migliaia di imprenditori, ecco il solito minuetto che si compie, emerge e sale all’onore delle cronache, in attesa del consueto insabbiamento scolpito nel Dna strutturato della ‘fratellanza’ ombra:

Unicredit è ‘sorpresa’ per l'iniziativa del Tribunale di Milano e ribadisce ‘la convinzione sulla correttezza dell'operato dell'istituto e dei dipendenti’.
 
La ‘sorpresa’ è semmai quella di essersi visti denunciati in un momento come questo in cui le banche sono come zombie che cammino ancora dopo la loro morte avvenuta un paio di anni fa o ancora prima… Un tradimento fra consanguinei?

Ecco i tre tempi della notizia Antisistemica:
  1. denuncia
  2. proclamazione della propria innocenza
  3. insabbiamento.
Funziona in ogni ambito secondo questo schemino molto semplice. Questo a  patto che si faccia parte della Casta o che non si sia scaricati dalla Casta come capro espiatorio o che si abbia sufficiente denaro per poter ‘contare’, a patto che davanti non si abbia un rappresentante della Casta.

Ecco il frattale che ripropone e rinnova l’incantesimo alla luce del Sole: 

Banche in rivolta contro Basilea 4.
Il piano di ricapitalizzazioni della Ue è senza senso’. Non poteva essere più esplicito Emilio Botin, numero uno del Banco Santander, nell’esprimere il dissenso alla proposta di portare il Core Tier 1 delle banche europee al 9%, confermata lunedì dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble

‘Così si crea solo confusione e si aumenta l’incertezza dei mercati’, ha aggiunto Botin, in vista del vertice del 23 ottobre che potrebbe dare il via libera alla nuova soglia di capitale. ‘Spargere il dubbio sulla sostenibilità del debito pubblico e del sistema finanziario rischia di spedirci verso un’inarrestabile spirale di crisi bancarie e degli Stati’…
 
Secondo gli istituti, l’innalzamento repentino della soglia di capitale al 9% (una sorta di Basilea 4 in salsa Ue) metterebbe in difficoltà le banche nella raccolta delle risorse e le obbligherebbe a ridurre i prestiti alle imprese: la priorità, concludono, dovrebbe essere data invece alla soluzione dei problemi degli Stati (troppo debito, bassa competitività).  
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Ecco lo schema del ‘riflesso incrociato’:
  • l’attore causale denuncia lo stato di possibile sovvertimento dell’usuale status di cui beneficia
  • esprime un ricatto più o meno sottile alla comunità.
Chiediamoci cosa sia la ricchezza.

Ricchezza mondiale, Credit Suisse; crescerà del 50% in 5 anni.
La ricchezza globale potrebbe crescere del 50% a quota 345.000 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, grazie al raddoppio del patrimonio delle famiglie cinesi e alla forte crescita in Asia Pacifico, America Latina e Africa, come ha detto un rapporto divulgato oggi da Credit Suisse.
 
Il Global Wealth Report 2011 dice che la ricchezza globale è cresciuta del 14% tra il gennaio 2010 e il giugno 2011, contando a fine periodo 231.000 miliardi di dollari, con il 54% dell'aumento imputabile ai paesi dell'Asia Pacifico.
 
Sono tempi di cambiamenti economici senza precedenti e stiamo assistendo ad una radicale riconfigurazione dell'ordine economico mondiale’, ha detto Osama Abbasi, direttore generale dell'area Asia Pacifico di Credit Suisse.
 
‘I mercati emergenti sono importanti vettori della ripresa globale e rimangono i motori della crescita della ricchezza mondiale’.
 
Con 81.000 miliardi di dollari gli Stati Uniti vengono visti in cima alla classifica nel 2016 in termini di ricchezza totale delle famiglie, mentre la Cina è destinata a superare il Giappone al secondo posto, quasi raddoppiando la ricchezza delle famiglie a 39.000 miliardi...
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Quanti paradossi vengono evidenziati da questa notizia:
  • viviamo tempi di crisi e la ricchezza globale cresce e anche molto
  • gli Usa sono i più ricchi e sono allo stesso tempo la nazione più indebitata della Terra
  • i vettori dello schema ripetitivo sono i paesi emergenti.
L’opera di assorbimento energetico globale è portata avanti con fermo intento e senza guardare in faccia a niente e nessuno. Non è opera umana. L’umano non è così come lo ‘disegnano’.

Se osservo me stesso penso e dico: io sono diverso.

Per cui non credo ad una pazzia collettiva ma ad una programmazione globale della massa a cui io, ad esempio, sono sfuggito. Io sono un’alternativa a questo Mondo, le vostre passioni lo sono.

Io sono l’esempio vivente

E come lo sono io lo siete tutti voi ,in potenziale: questa è analogia frattale.

Vedere dove non si può vedere spostando la propria prospettiva.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

mercoledì 3 novembre 2010

Educazione nel virtuale.





Oramai il denaro è divenuto quasi del tutto virtuale, invisibile; insomma una consuetudine. Le banche hanno dato il via ad un processo di raccolta e di disgregazione fisica del frusciante o sonante gruzzolo da nascondere sotto la mattonella “segreta” di casa. Nel nome della sicurezza il denaro è stato smaterializzato, tuttavia la sua ingombrante presenza o ombra è rimasta ben viva negli ingranaggi dei meccanismi che regolano le “umane cose”

Si potrebbe dire che il denaro sta tornando ad essere una forma di energia, proprio come ogni forma che ci circonda, come ogni pensiero o immaginazione. Questo fatto evidenzia la verità che vincola il concreto alla manifestazione energetica di un “volere” o di un “potere” e, di fatto, permette di comprendere meglio la massima che afferma “è l’uso che si fa di una cosa che fa la differenza e non la cosa stessa“, cioè “in che maniera usiamo il denaro? A quali scopi lo destiniamo?”.

Le risposte delimitano un campo vibrazionale molto ampio, ma solo a prima sensazione perché, in realtà, l’uso riservato al denaro è pressoché limitato al controllo ed al suo mantenimento, ad opera di una cerchia sovra personale di organizzazioni disposte a ragnatela intorno alla massa umana. Il commercio delle armi e l’industria della guerra dominano e persino le banche “etiche”, di cui i maggiori istituti bancari si bagnano la bocca, hanno tra le proprie attività finanziamenti nel campo bellico.
 
È l’uso che se ne fa di una cosa che identifica non la cosa stessa quanto colui che dispone della cosa stessa. Dimmi come spendi il tuo denaro e ti dirò chi sei!
 
Senza denaro dove si va in questo mondo? L’autorità che si sono prese certe istituzioni, attraverso i monopoli, hanno di fatto unificato il concetto di veicolazione e creazione delle masse danarose. Le banche aprono e chiudono i “rubinetti” del denaro a loro piacimento dando luogo alle “ere” di espansione o di contrazione dell’economia planetaria.  

Vi siete mai chiesti dove va a finire il denaro che nelle giornate di Borsa negativa il telegiornale afferma che è andato “in fumo”? 

Nulla si distrugge ma tutto si trasforma, in questo caso “cambia di tasca”. Per uno che perde c’è uno che vince. Allora dove andrà a finire tutto quel denaro? Ancora in tasca agli stessi “attori” che hanno provocato il “terremoto” finanziario, perché è tutto sotto controllo. L’ultima crisi economica vissuta in Borsa ha sgonfiato i listini mondiali in maniera drastica, lasciando sul campo il corpo carbonizzato delle banche stesse, le quali sono state “salvate” dall’intervento degli Stati e dunque indirettamente della popolazione intera. Ma questa crisi non è stata una punizione divina ma una correzione determinata da un potere centrale che ha deciso di invischiare sempre di più gli Stati nel degrado finanziario ed etico messo in opera dalle grandi banche globali. Perché? Perché tutto è opportuno! 

Quando la crisi porterà gli Stati all’insolvenza ci accorgeremo che il debito, sul quale si è deciso di far reggere la moderna economia, svaluterà il concetto stesso di denaro e di conseguenza anche la “fiducia” accordata a questa abitudine verrà messa in discussione. La crisi diverrà l’opportunità di rifondare il mondo che, nel frattempo, sarà unito almeno dalle problematiche di base.

Un bel giorno il debito dovrà essere cancellato perché i più grossi player saranno di fatto “falliti”. Non pensiamo alla Cina o al potere degli sceicchi come ad un qualcosa di infinito. Prima o poi anch’essi pagheranno dazio. La dimostrazione giunge proprio dalla crisi dei miliardari del petrolio russi o dalla crisi dell’ex terra dell’oro di Dubai, sventrata dai debiti del settore immobiliare. 

L’Antisistema si regge ancora su questa modalità arcaica del concetto del ricatto finanziario capace di minare il futuro di ognuno di noi: sul debito elevato alla sua massima potenza

Il denaro è ormai virtuale. Se chiediamo un mutuo in banca, una persona schiaccerà la cifra richiesta sui tasti di un computer e il denaro apparirà magicamente nel nostro conto corrente. Ma cosa è quella cifra? Solo una convenzione autorizzata dal potere centrale ma soprattutto dal potere della massa che la alimenta tramite la propria “osservazione”. L’ultima frontiera è il cellulare, adesso che è praticamente diffuso a livello capillare in tutto il mondo

Pagamenti Su Cellulare, Google e Apple Interessate a Boku.
New York - Apple e Google vogliono acquistare la startup Boku, specializzata in pagamenti tramite smartphone. Lo rivela TechCrunch.com, secondo cui l'azienda di Cupertino, la più interessata a investire in un settore che potrebbe rivelarsi un'enorme opportunità, potrebbe offrire fino a 250 milioni di dollari. Google preferirebbe invece una partnership. Al momento Boku vale a 100 milioni di dollari.
Fonte: Yahoo 

Dunque? A cosa stiamo prestando il fianco? A cosa stiamo andando incontro? Quale sarà la leva o una delle leve che muteranno questa modalità erronea di utilizzare il denaro? Come potremo modificare la nostra bramosia di possesso e dunque sgonfiare l’effetto negativo del cattivo utilizzo del denaro?
Secondo me anche con il suo progressivo superamento dovuto ad una crisi sistemica umana, di fronte all’incubo del baratro di una sua totale demonizzazione.  

Le colpe attribuite del tutto al denaro, prima o poi si ripercuoteranno sulle coscienze della massa, la vera responsabile dell’uso scriteriato del denaro stesso

L’evoluzione umana condurrà le individualità a partorire un altro modo di esaudire i propri desideri. Si necessità di un televisore di ultima generazione? Immaginiamolo già nel nostro salotto bello che accesso! Serve del denaro? Cosa serve? Solo credere in se stessi e nelle proprietà quantistiche dell’energia. La quinta dimensione condurrà anche a questo… 


Dominare le macchine con il pensiero.
di Alessandro Provenzano

Da diciotto anni all’università di Princeton si studia la misteriosa "interfaccia" attraverso al quale la nostra mente è in grado di agire sul mondo fisico.
 
"Avanti, bella, puoi farcela. Lo so che puoi. Avanti così, fammi vedere come sei brava… Ancora uno sforzo… Centro!" La gentildonna in camice bianco che pronuncia questi incitamenti, prima a voce bassa, poi in toni sempre più alti fino all’esclamazione finale, non si sta rivolgendo a un essere umano. Parla a una macchina, una specie di contatore elettronico con un display digitale che brilla di cifre rosse. Brenda Dunne è una delle "teste pensanti" del PEARLab: Laboratorio per la ricerca delle anomalie ingegneristiche, a Princeton, uno degli istituti scientifici più prestigiosi d’America (ci andò a lavorare Einstein quando si rifugiò negli USA). La strana macchina che ha di fronte è un "generatore di numeri a caso", che lei sta cercando di persuadere a usare in maggior misura le cifre alte che le cifre basse: vale a dire utilizzare più 0, 1, 2, 3 e 4 che 5, 6, 7, 8 e 9. Non lo fa manipolando il programma della macchina: cerca di convincerla parlando, incitandola, incoraggiandola, lodandola o rimproverandola. E - se per caso ve lo state chiedendo - ci riesce.

Brenda Dunne è psicologa, specialista nell’analisi del comportamento. Nel PEARLab, è una delle persone incaricate di determinare scientificamente se la volontà umana è in grado di influenzare il comportamento delle macchine. O (se preferite) di cercare di capire se la mente può agire sulla materia.

Fino ad oggi, la risposta è positiva.
 
Il lavoro svolto a Princeton ha mostrato che la mente delle persone normali, e non dei cosiddetti "sensitivi", è in grado di influire sul comportamento delle apparecchiature micro-elettroniche. Non è stato il lavoro di un week-end: la ricerca dura da ben diciotto anni, durante i quali centinaia di volontari hanno prodotto milioni di stringhe di numeri a caso, la cui analisi ha messo in luce risultati statisticamente significativi e non attribuibili a semplici fluttuazioni probabilistiche.

I metodi usati sono stati diversi. Alcuni, come la Dunne, hanno cercato di persuadere la macchina parlandole come si fa con un bambino ostinato; altri hanno fissato il display senza dir nulla, ma focalizzando la mente sul risultato che volevano ottenere; altri ancora non hanno fatto niente, si sono limitati a sedere davanti al generatore di numeri, magari leggendo un libro.

È risultato che i tre quarti degli operatori hanno avuto esiti incontrovertibili: la macchina ha generato numeri conformi alla loro volontà in misura statisticamente significativa. Quantitativamente, l’effetto è piccolo, come riuscire a "influenzare" un lancio di una monetina ogni cento: ma - ed è questo quello che conta - è accertato, misurabile e riproducibile.

Lasciate da sole, le macchine producono tante cifre da 0 a 4 quante da 5 a 9, così come vuole il calcolo delle probabilità; con un operatore davanti, producono più cifre del primo blocco che del secondo. Se gli operatori sono due, e si concentrano sullo stesso risultato, l’effetto è più sensibile. Cosa ancor più singolare, se le due persone in questione sono legate affettivamente, la deviazione statistica è ancor più accentuata.

Violazioni inesplicabili.

I ricercatori di Princeton hanno cercato di verificare l’esistenza di "anomalie ingegneristiche" anche con altre apparecchiature. Una è la cosiddetta "cascata": un apparecchio che fa cadere novemila sferette di plastica attraverso una griglia formata da diverse file di chiodini, in modo che si infilino in diciannove alloggiamenti verticali. Secondo le leggi della probabilità, cadendo si dispongono in modo da disegnare una "curva a campana", che esprime graficamente la distribuzione degli eventi casuali. Ebbene, quando un ricercatore si pone davanti all’apparecchio e pensa "A destra!" o "A sinistra!", alle lunghe una quantità statisticamente significativa di palline finisce per obbedire al comando, infilandosi in numero maggiore da una parte piuttosto che dall’altra.
 
Diverse organizzazioni di "scettici" hanno esaminato le apparecchiature del PEARLab, i suoi protocolli di ricerca, i sistemi di analisi dei risultati, senza trovare nulla di non corretto. Sono state prese in considerazione tutte le ipotizzabili cause "esterne" che potessero giustificare le anomalie: variazioni di temperatura, tremori sotterranei inavvertibili, vibrazioni dovute al traffico e altre cose analoghe, prendendo di volta in volta precauzioni per eliminare ogni interferenza: le macchine hanno "sempre" continuato a "obbedire" agli operatori. Gli esperimenti sono stati tentati anche in altri laboratori e si sono ottenuti gli stessi risultati.

Insomma, dal punto di vista empirico, non sembrano esserci dubbi: il fenomeno esiste.

La parte difficile, a questo punto, è elaborare una teoria che spieghi i risultati.

Brenda Dunne pensa che esista un "qualcosa", una specie di risonanza che si stabilisce fra il mondo della coscienza e il mondo fisico, e che è in grado di eliminare almeno in parte la casualità che ci circonda. Questa risonanza potrebbe essere influenzata dall’intensità emotiva: lo dimostrerebbe, fra l’altro, l’esito più favorevole degli esperimenti compiuti da coppie di ricercatori legati affettivamente.

Nozioni eretiche.

Sarebbe facile, e pericoloso, scivolare senz’altro da considerazioni di questo genere ad affermazioni circa la "potenza della preghiera", i poteri della "volontà purificata", la "forza dell’amore". D’altra parte, è difficile negare che, così come stanno le cose, appare credibile che il nostro psichismo abbia almeno in parte il potere di ridurre l’entropia del mondo, indirizzando i processi casuali verso forme di realtà più ordinata.

È lo stesso direttore del PEARLab, Robert Jahn, a raccomandare prudenza. Jahn ha un curriculum impressionante. Ingegnere meccanico, è laureato anche in fisica ed è professore a Princeton di Scienze Aerospaziali, nonché Decano della Scuola d’Ingegneria. Evita di parlare di "paranormale", "parapsicologia", "forze psi" e cose del genere.

Quelle che sta studiando - insiste - sono "anomalie ingegneristiche". Il suo atteggiamento di prudenza è determinato anche dall’ostilità con la quale le sue ricerche incontrano negli ambienti accademici malgrado il prestigio suo personale e della sua istituzione. Il direttore di un famoso periodico scientifico gli ha detto di recente che avrebbe pubblicato i risultati dei suoi studi soltanto il giorno che lui fosse stato in grado di trasmetterglieli telepaticamente.

Jahn, peraltro, è convinto che il "qualcosa" oggetto delle sue analisi esista davvero.

"Io credo - dice - che le cosiddette interazioni anomale fra coscienza e ambiente fisico siano una realtà e che siano presenti in modo abbastanza evidente nelle forme di vita inferiori, piuttosto che negli esseri umani. Possono dipendervi, per esempio, le capacità migratorie di uccelli e pesci, o la 'coscienza di gruppo' che è palese negli sciami di insetti. È una capacità che noi umani abbiamo forse perduto quando abbiamo scelto di sviluppare le nostre facoltà razionali a scapito di quelle intuitive".

Il PEARLab finora non ha tentato di misurare le interferenze mente/materia negli animali. Due scienziati del laboratorio tempo fa hanno costruito per un altro istituto di ricerca un "distributore casuale di noccioline": una macchina che, a intervalli di tempo imprevedibili, lascia cadere due o tre arachidi. La macchina è stata posta in una foresta e tenuta sotto osservazione, per studiare il comportamento nei suoi riguardi dei diversi abitatori del bosco: scoiattoli, procioni, ricci, qualche volpe. La Biologa Marsha Adams, che sta conducendo le osservazioni, è sconvolta dai primi risultati. "C’è da chiedersi - dice - se l’istinto non sia in realtà un fattore attivo. Il numero di volte in cui un animale è presente nel momento in cui la macchina sta per liberare il suo 'regalo' va ben al di là del caso e della coincidenza. Credo che la capacità degli animali di influenzare l’apparecchiatura sia molte volte superiore a quello di un operatore umano".
 
Misteriosa interfaccia.

Dopo diciotto anni di ricerche, Robert Jahn non è ancora riuscito a trovare risposte definitive. "Siamo ancora lontani dall’individuare i parametri essenziali. - dice - Sappiamo che in certe condizioni si stabilisce una forma di comunicazione fra la nostra mente e le macchine, ma quale sia l’interfaccia attraverso la quale avviene il dialogo coscienza/materia, non lo sappiamo. Che questa interfaccia esista, è comunque ormai dimostrato. E sono certo che potrebbe spiegare molti comportamenti inesplicabili di certi macchinari complessi, più volte denunciati da operatori diversi, come i piloti o i tecnici di computer".

Arriveremo al punto di dialogare direttamente con le macchine o, a livello più vasto, riusciremo prima o poi a trovare il modo di influenzare a nostro favore il "campo probabilistico", piegando gli eventi a nostro beneficio?

Brenda Dunne non nega nessuna possibilità. "Il nostro cervello è il più potente elaboratore di informazioni che si conosca. Il suo funzionamento ci è largamente sconosciuto, e non sappiamo come i nostri poteri cognitivi interagiscano con la realtà che è sottoposta alle nostre osservazioni. La fisica quantistica ci suggerisce, e i risultati sperimentali confermano, che questa interazione è più profonda di quanto non appaia alla nostra consapevolezza razionale. Ma prima di arrivare al punto di utilizzare praticamente quelle che per ora sono soltanto idee confuse, occorrerà calarci a fondo e senza preconcetti in territori che fino ad oggi per la scienza materialista erano veri e propri tabù".
Fonte: Stazione Celeste