Ce l'abbiamo fatta! Il Referendum sul nucleare ci sarà. La Corte di Cassazione lo ha appena stabilito… Ora tocca a noi scegliere un futuro senza nucleare. Come?
Votando Sì il 12 e 13 giugno.
Per raggiungere il quorum, devono andare a votare 27 milioni di italiani. Abbiamo 11 giorni per mobilitare quante più persone possibile. Se vogliamo vincere contro il nucleare, ognuno di noi deve sentirsi coinvolto in prima persona.
Da Greenpeace
Eccoci qua, ora, a dover dimostrare che ‘noi valiamo’, come recita la famosa pubblicità. Cosa farà il popolo italico, chiamato a sostenere il ‘peso’ delle luci del palcoscenico multimediale del referendum? Se il 12 giugno si rivelasse una splendida giornata, quanti si ricorderebbero di andare a votare? Non considero nemmeno il giorno dopo, giorno di lavoro e di 'smemorizzazione'.
Abbiamo la possibilità di dimostrare qualcosa di importante, perché questa volta il ‘tutto’ dipende da noi in maniera sensibile ed evidente.
È inutile arrabbiarsi davanti ad una tazzina di caffè, nella pausa mattutina, per il tentativo naufragato di essere imbavagliati da parte del Governo, se poi l’inconscio ha sempre la meglio sulla ‘volontà’.
Informiamoci, per quanto possibile, e votiamo con il cuore. Ricordiamo che per dire ‘No’ dobbiamo votare ‘Sì’. Siamo in un reame girato al contrario e questo è il frattale che ancora una volta lo dimostra a pieno. L’intenzione dello 'status quo' è quella di livellare ogni forma di personalizzazione del gioco della Vita, mantenendo un ferreo controllo dell’energia individuale e globale della massa.
Controlliamo di avere la tessera elettorale ed un documento valido di identità. Logiche impreviste dell'ultimo istante che confluiscono nelle leggi di Murphy.
In internet si trova tutta l’informazione utile per ‘farsene una ragione’, tuttavia leggere per intero di 'ciò che si tratta' diventa impresa ardua per il medio cittadino, per cui, in linea di massima, le 4 linee abrogative del referendum sono ben riepilogate qua ad esempio. A questo link in Wikipedia, possiamo trovare utili informazioni in merito anche agli orientamenti espressi dai Partiti Politici ai propri elettori.
Infine, dato che si tratta di referedum abrogativo, occorre tenere in considerazione che il ‘Sì’ esprime la volontà di condurre a termine in maniera ‘utile’ il volere delle persone che si sono mobilitate al fine di ottenere la visibilità del referendum stesso.
Il ‘No’ lascia tutto così com’è adesso e, mi sembra di poter capire, che ‘il così com’è adesso’ non sia molto apprezzato dalla media dei cittadini… per cui, oltre ad ogni logica confusionale che possiamo provare, esiste una logica elementare che può fare da ago indicatore della polarità:
- Sì per cambiare
- No per non cambiare.
Che poi i cavilli relativi alle leggi permettano ampie possibilità di ‘porcate’, beh… questo è l’Antisistema.
Iniziamo però a fare qualcosa…
Nucleare, Cassazione: sì a referendum, sarà su nuova legge.
La Corte di Cassazione ha deciso oggi di confermare il referendum sul nucleare del 12-13 giugno, chiarendo però che il quesito si applicherà alla nuova normativa contenuta nel decreto Omnibus, come ha annunciato un portavoce della Corte Suprema.
Dunque ora il ministero dell'Interno dovrà stampare nuove schede, anche se ai circa 3 milioni di elettori all'estero sono state già inviate quelle vecchie. Per questo le opposizioni hanno chiesto oggi al governo o di considerare validi i loro voti anche se espressi anche sulle schede già distribuite, oppure di non conteggiare i connazionali all'estero ai fini del quorum…
Ma per vincere davvero, i referendari devono assicurarsi il quorum del 50% più uno dei votanti, soglia che in Italia non si è più raggiunta dopo il 1995.
Intanto, sempre oggi, l'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni ha bacchettato la Rai, perché gli spazi informativi sui referendum del 12-13 giugno sono stati collocati finora in orari che contano pochi spettatori...
In teoria, era la prima volta che la Cassazione era chiamata a decidere su una questione del genere: un governo che abroga la decisione al centro del quesito referendario, quella di costruire le centrali nucleari a 24 anni da un voto popolare che le mise al bando, dopo l'incidente nucleare di Chernobyl. Ma i promotori del referendum hanno insistito fin dall'inizio sul fatto che la norma voluta dal governo sospende ma non annulla la costruzione delle centrali, rimandandola a valutazioni future sulla sicurezza, come dice il comma 1 dell'articolo 5 della legge 'Omnibus'.
Non caso, lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva sottolineato che il ritorno del nucleare in Italia non era stato annullato, ma solo rinviato: 'Se avessimo fatto il referendum avremmo rinunciato al nucleare per lungo tempo. Invece io spero che tra uno o due anni si potrà ritornare sulla scelta, dopo che sarà stata fatta chiarezza sulla tecnologia'.
Il precedente citato dai referendari risaliva al 1978, quando il governo dell'epoca aveva cercato di bypassare il voto modificando la normativa sottoposta a consultazione. La Cassazione, dopo un pronunciamento della Consulta, trasferì il quesito sulla nuova legge. Oggi dunque la Cassazione ha dato ragione ai referendari, e ha deciso di confermare il referendum, che si terrà insieme ai due sull'acqua pubblica e a quello sul legittimo impedimento, sul testo della nuova legge, in particolare il già citato comma 1 e il comma 8 dell'articolo 5.
Si tratta dei commi che in sostanza danno mandato al governo, pur annullando la costruzione delle nuove centrali, di attuare successivamente il programma di energia nucleare in base alle risultanze di una verifica condotta sia dall'agenzia italiana che dall'Unione europea sulla sicurezza degli impianti.
Emergenza schede.
Ma superato lo scoglio del vaglio della Corte Suprema, ora per la consultazione referendaria si apre un problema tecnico, perché, come ha spiegato lo stesso portavoce della Cassazione, il vice segretario generale Raffaele Botta, bisogna modificare le schede elettorali.
Nel frattempo, agli elettori italiani all'estero però sono state già inviate le schede da votare, come prevede la legge, che indica il limite di 18 giorni dalla consultazione.
Per questo, i rappresentanti dei partiti di opposizione hanno chiesto in una lettera congiunta al governo di fare 'di tutto per tutelare l'uguaglianza dei cittadini e garantire il voto degli cittadini all'estero al referendum'.
Dato che mancherebbe il tempo di ristampare e distribuire le schede agli elettori all'estero, le opposizioni hanno proposto o di 'considerare valido per l'estero il vecchio quesito o, nel peggiore dei casi, non considerare il voto all'estero ai fini del conteggio del quorum', dice un comunicato diffuso dal Pd.
La sfida principale, per gli anti-nuclearisti, è anche quella di superare il quorum, mancato dai referendum abrogativi del 1997.
Ma anche se la questione del nucleare è la più dibattuta, soprattutto dopo l'incidente in Giappone, è forse il referendum sull'acqua pubblica quello gode di maggiori consensi e, con adesioni trasversali, forse di un effetto trascinamento.
I due quesiti sull'acqua - contro l'affidamento della gestione a privati e contro la remunerazione del capitale investito - hanno raccolto l'anno scorso 1 milione e 400firme, un record nella storia del referendum.
E secondo un sondaggio diffuso giorni fa da Ipr Marketing, il 60% degli italiani voterebbe sì al referendum contro il nucleare, rispetto al 65% favorevole a quelli per l'acqua.
Intanto l'Agcom ha richiamato la Rai a trasmettere in orari di massimo ascolto le schede informative sui referendum, dopo gli esposti presentati nei giorni scorsi dai referendari. 'L'Autorità ha, pertanto, rivolto un richiamo alla concessionaria pubblica affinché realizzi una collocazione dei messaggi idonea a garantire l'obiettivo del maggior ascolto, come previsto dalle disposizioni vigenti', dice un comunicato diffuso oggi dall'authority.
Da Yahoo
In linea di massima 4 ‘Sì’ per dire 4 ‘No’ ad un modello esistente o in via di manifestazione.
Diciamo che è un primo passo per evidenziare la nostra ‘presenza’ massiva. Anche se, poi, si dovrà sempre vigilare sul processo che scaturirà a valle del referendum, quando le luci dei riflettori di spegneranno e i professionisti del ‘cavillo’ si metteranno all’opera per ‘ripartire dalla nuova posizione’.
A questo punto vorrei introdurre il concetto di ‘bersaglio inconscio’. Che cosa è? Dunque, nasce da una situazione di gioco vissuta nel tempo con mio figlio, che adesso ha sei anni e mezzo. Nella fattispecie nasce dal giocare a calcio.
È successo qualche anno fa, che iniziai ad esprimere il desiderio di colpire un punto del muro ben preciso, mentre giocavamo a tirarci la palla facendo finta di essere portiere ed attaccante allo stesso tempo. Cosa succedeva? Che consciamente non riuscivo a colpire quel punto con regolarità sufficiente a ritenermi ‘soddisfatto’, ossia il colpire quel punto rientrava in un ambito di probabilità legata alla mia ‘bravura’ ed alla casualità di traiettorie imprevedibili del pallone leggero alle prese con strani giri di aria e/o disturbi della traiettoria di ogni tipo, come rimpalli, rimbalzi, etc.
Ad ogni inverno seguiva un letargo delle attività fisiche, per cui ad ogni primavera mi ritrovavo ancora davanti allo stesso scenario, ma in una situazione di ‘vuoto’ dovuto all’inattività dei mesi precedenti.
Ebbene, da quel vuoto iniziale ho osservato che in realtà qualcosa era successo nel reame interiore che ci evidenzia indirettamente. Ossia ho potuto osservare una sorta di programmazione di quel bersaglio dentro di me, infatti tirando anche a casaccio la palla, ho iniziato a colpire quel punto nel muro anche senza volerlo.
La cosa interessante è che sia consciamente che inconsciamente le percentuali di 'shot on target' erano molto rilevanti. Cosa è successo? Sicuramente che mi sono come programmato nel compiere quell’atto. Questo meccanismo dimostra una efficacia pazzesca nell’ottenimento di una modalità propria di conduzione degli eventi.
È necessario però comprendere che questo fenomeno esiste, ossia occorre accorgersene. Dove arriva la propria ‘bravura’ conscia e dove inizia la propria programmazione inconscia? Probabilmente in gran parte coincidono… ma esiste una stretta dipendenza gerarchica tra le due modalità vibrazionali.
L’allenamento ha la capacità di mettere a fuoco degli obiettivi. Forse lo possiamo ben vedere nella pallacanestro, sport contrassegnato da prestazioni e precisione degne da numeri da Circo equestre. Centrare il canestro mentre l’avversario riduce ogni spazio davanti a noi, mentre la stanchezza incombe e le emozioni giocano con noi come il cane con il gatto, non è assolutamente semplice.
Se ci limitiamo al conscio, ossia alla volontà di voler fare canestro, non andremo molto lontano. Quello che occorre maturare è la visione inconscia del centrare il canestro: immaginare il ‘cesto’ pieno del pallone. Vedere il pallone che gonfia la rete, vederci che esultiamo per quei due o tre punti, vedere i nostri compagni che esultano con noi, i tifosi che gioiscono.
Se l’immagine del pallone che attraversa positivamente la rete diventa parte di noi, allora le nostre percentuali aumenteranno a dismisura. È come lanciare il pallone lasciandolo nelle ‘mani’ della forza che lo condurrà verso la meta: il canestro.
Per ottenere questa ‘modalità’, che corrisponde ad una auto programmazione o auto suggestione, come asseriva il Dottor Couè, occorre molto ‘allenamento’ e capacità di visione ‘positiva’.
Cosa identifica questa nostra intima capacità di focus? Che siamo simili a dispositivi programmabili anche in maniera indotta. Che il conscio o mente di superficie ‘copre’ con l’interferenza o il proprio ‘rumore’ qualcosa di molto più potente che giace al di sotto della superficie a cui siamo aggrappati attraverso i sensi.
Una solida ‘irrealtà’.
Che cosa sta al di ‘sotto’ di un fenomeno consciamente interpretabile? Una programmazione, una forma pensiero, un incantesimo, una eggregora, del magnetismo, un paradigma, una abitudine, una convenzione, un luogo comune, un adattamento, un modello, un ‘coro’, etc.
L’Antisistema è un ‘luogo’ dimensionale ben preciso in cui fare esperienza, ma esperienza di cosa? Di quello che ancora ‘ci manca’. E di che altro se no? E una volta effettuata questa ‘immersione’ cosa ci resta da fare? Raccogliere tutte le nostre ‘parti’ e cercare di comprendere quali tasselli mancano ancora al completamento della missione più grande: quella evolutiva ad immagine e somiglianza del Creatore.
Siamo una sola cosa, ecco un altro frattale che lo dimostra. Dov’è il confine tra presunta virtuosità e palese immoralità?
Il ‘confine’ è una linea nel mezzo che abbraccia l’interezza: non esiste. Nelle 3d è più evidente: è inerente alla verità che esprimiamo, ossia quella sottile linea che unisce il dentro al fuori e che biunivocamente conduce informazioni ai vari tipi di centri di controllo e di potere raccolti a ‘cascata’.
Il pericolo greco minaccia il debito della Regione Lombardia.
Chiamatelo effetto boomerang della finanza. O dei conflitti d'interesse. Chiamatela casualità. O anche sfortuna. Sta di fatto che la crisi della Grecia rischia di creare seri problemi anche ad uno dei più virtuosi Enti locali italiani: la Regione Lombardia.
Poco importa che il Pirellone si trovi a migliaia di chilometri dal Partenone.
Se la repubblica ellenica finisse malauguratamente in default, a pagarne le conseguenze sarebbe proprio la Lombardia. Motivo: a garanzia del prestito obbligazionario emesso dalla Regione nel 2002 c'è, per 115 milioni di euro, proprio un bond della Grecia. Se Atene salta, dunque, la Lombardia soffre. Magia della finanza, che per anni ha concatenato i destini di migliaia di debitori l'uno all'altro. 'Il Sole 24 Ore' è in grado di documentarlo.
Il 'filo rosso' che lega Lombardia e Grecia nasce nel 2002, quando la Regione guidata da Roberto Formigoni decide di emettere un prestito obbligazionario da un miliardo di dollari con scadenza nel 2032. A curare questa operazione ci sono due banche estere: la svizzera Ubs e l'americana Merrill Lynch. La legge consente ad una Regione di indebitarsi a lungo termine, ma – per evitare di far gravare solo sulle generazioni future il peso del rimborso – prevede che venga creato un piano di ammortamento.
Di fatto la Regione deve costruire un grosso 'salvadanaio' in cui poco a poco deve mettere da parte i soldi che serviranno, nel 2032, per rimborsare l'intero prestito obbligazionario da un miliardo di dollari.
Il problema è che tra la legge e i giusti propositi ci si è messa la finanza a complicare le cose. Così questo gigantesco 'salvadanaio', chiamato dagli addetti ai lavori sinking fund, è stato creato (come accade per prassi) dalle stesse banche che hanno curato l'emissione obbligazionaria: cioè Ubs e Merill Lynch.
Il contratto funziona così: la Lombardia paga le rate alle due banche e loro mettono i soldi in questo grosso fondo, con l'impegno a restituirglieli nel 2032. Ovviamente le due banche non tengono i soldi fermi, ma li investono in altre obbligazioni secondo una lista preconcordata. E qui si arriva alla vera magia del sinking fund: dato che alla Regione questo 'salvadanaio' deve solo garantire il rimborso del bond da un miliardo di dollari nel 2032, tutto il rendimento aggiuntivo va alle banche.
Per contro, se il fondo fa investimenti sbagliati, la perdita grava sulla Regione Lombardia. Insomma: le banche hanno rendimenti senza rischi, la Regione ha rischi senza rendimenti.
E qui arriviamo al punto: Ubs e Merrill Lynch hanno investito i denari che la Lombardia ha già versato in vari titoli obbligazionari. Uno di questi – il più pesante in termini di importo escludendo i BTp – è della Repubblica ellenica: Ubs ha messo nel sinking fund della Regione Lombardia 115 milioni di euro di obbligazioni greche. A provarlo sono i documenti sul sinking fund in mano al 'Sole-24 Ore', aggiornati al 30 settembre 2008 (ma da allora nulla è cambiato).
Ecco perché oggi la crisi finanziaria di Atene diventa un serio problema per la Lombardia: nel caso (seppur improbabile) di default greco, la Regione perderebbe una cospicua parte dei soldi inseriti nel 'salvadanaio'.
Ma c'è dell'altro. Il bond della Grecia inserito nel sinking fund della Lombardia non è un titolo di Stato qualunque, ma un bond che la stessa Ubs aveva anni prima collocato per conto della Grecia. Nell'aprile del 2000 la Repubblica aveva infatti emesso un prestito obbligazionario da 200 milioni di euro con l'aiuto dell'allora Warburg Dillon Read (oggi diventata Ubs). Ebbene: la stessa Ubs due anni dopo ha deciso di mettere più della metà di quei 200 milioni nel sinking fund della Lombardia, che lei stessa ha creato.
Così oggi ci si trova nel paradosso: Ubs ha realizzato i profitti (commissioni da Grecia e Lombardia) e la Regione italiana si trova i rischi. Ieri 'Il Sole 24 Ore' ha chiesto un commento sia a Ubs sia alla Regione, ma non ha avuto risposte.
Bene inteso: che questa vicenda si concluda a lieto fine è altamente probabile. Va anche ribadito che nessuna legge è stata infranta. Ma questo non cambia il vero problema: per anni la finanza ha legato i debitori di tutto il mondo l'uno all'altro, creando il rischio di un potente effetto domino.
La stessa globalizzazione finanziaria che ha portato i mutui subprime in giro per il mondo, oggi ha messo il rischio greco dentro la Lombardia. Un rischio relativo, si potrà obiettare. Certo. Ma pur sempre un rischio: perché correrlo, sapendo che gli eventuali profitti vanno a qualcun altro?
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Da www.liberamenteservo.it 'Perché correrlo, sapendo che gli eventuali profitti vanno a qualcun altro?' Già! I profitti circolano oliando i meccanismi...
Ci muoviamo nel/sul medesimo substrato. È lo stesso principio che regola la polarizzazione dell’esistenza. Quando un modello prende il sopravvento nelle 3d, allora è giunto il momento che inizi ad essere messo in discussione, per cui l’oscillazione riprende nel senso opposto. Perché?
Perché lo scopo di questo piano è di tipo esperienziale e non è possibile ‘distrarlo’ dal fulcro della propria ‘funzione’ intima.
Non intendo colorarlo di negatività né di positività in quanto ciclico.
L’evoluzione procede per esperienza, di esperienza in esperienza, proprio come sanno bene gli Sciamani, per cui solo dopo avere vissuto una situazione possono affermare che essa ‘esiste’ opportunamente.
Il 12 giugno cos’avete in programma?