martedì 31 marzo 2020

Ripeto.



Durante ogni guerra, hai sempre saputo di essere in guerra. È solo sapendo di essere in guerra, che può nasce la “resistenza (il giusto atteggiamento)”. Se non sai di essere in guerra, allora ti ci abitui, essendoci sempre dentro…
Ti chiedo:
è, allora, questa la pace?
C’è, forse, bisogno - a tal riguardo - di citare grandi “studi”, grandi “personalità”, grandi “menti”, grandi “intelligenze”, etc. etc. etc.? 
Bè… facendo questo, che cosa fai a te stesso? Ti metti da parte. Perché? Perché non sei tu l’esperto di turno. E se credi di esserlo, allora renditi conto che sei un illuso.
Apro una parentesi:
era da anni e anni che scrivevo col “codice (‘3’, al posto del genere)”
per cui, ritornare ad utilizzare il “maschile”, in termini di default o “norma”, è qualcosa che addirittura mi imbarazza, tanto è gerarchico, discriminante e divisorio tale uso (e abuso).
E tu, se sei donna, ti rendi conto del default, in cui ti sei ormai abituata?
Dunque. 
Nel nuovo corso di SPS, conto di avvicinarmi ulteriormente all’essenza di ciò che va assolutamente condiviso, dimostrato e denunciato, ovvero, che sei in cattività (essendo, da prima, in gerarchia; così come significa la tanto popolare e decantata forma piramidale).
Prima di andare direttamente al corpo del messaggio da comunicare, una breve riflessione, molto ma molto indicativa dello stato in cui si è globalmente:
ieri ho chiesto di comunicare con me, facendovi vivi
perché vale la pena fare tale conta.
Ebbene, avete risposto in tre (diciamo cinque, sulla fiducia).
Ora, facciamo una proiezione statistica, in termini di significato:
se dopo oltre dieci anni di coerente condivisione quotidiana
siete in cinque a ritrovarvi in ciò che esprimo (perlomeno c'è stato un contatto)
che cosa è possibile desumere?
Bè… andando oltre al luogo comune di fallimento”, direi che tale situazione è alquanto “parlante”.
Infatti, quando si può riscontrare una simile s-proporzione?
Oserei affermare:
ad esempio, quando era ancora vivo Saddam Hussein, e, durante le elezioni presidenziali raccoglieva il 99 per cento delle adesioni favorevoli (poiché le persone erano caldamente “incoraggiate” a votarlo). 
Ovviamente, la cifra SPS, è da trattarsi al contrario.
Ossia, se il dittatore intascava oltre il 99 per cento dei voti, lasciava meno dell’uno per cento alla rimanenza o “biodiversità”. Ecco. SPS viene seguito in una percentuale ancora inferiore (direi prossima allo zero). Qual è il punto?
Il punto è che è praticamente im-possibile (è possibile, perché succede, ma, è impossibile in termini di come dovrebbe essere, alias, si è in un “sistema” truccato o artificialmente rieducato/riprogrammato).
È questo che emerge, anche se non sei d’accordo.
Infatti, il periodo temporale è sufficientemente lungo, e, l’impegno e la coerenza del sottoscritto sono talmente certi, da costituire una base dati realmente significativa.
Il “risultato” parla chiaro e narra, dimostra e denuncia che sei in una società a forma di Anti-Sistema, piuttosto che il contrario (laddove, il contrario o Sistema, deve essere lasciato nell’accezione originale, seppure attualmente vacante. Per questo, si tratta di utopia, che significa però “come dovrebbe essere” ma non è, nell’Anti-Sistema).
Capirai anche da te che dopo oltre dieci anni di quotidianità, non si tratta più di stile, forma, contenuti, talento, bravura, moda, etc. bensì, la lunghezza temporale supera ogni scusante, perché estremamente indicativa, soprattutto se si spalma, e riguarda, l’interesse delle persone che, non importa cosa, come, dove, perché… dopo dieci anni chiunque si ritrova in tale posizione, merita un pubblico (perché è nei numeri, nella statistica, nel modo, nella distribuzione persino casuale, etc.). 
In pratica, più tempo trascorre e più aumentano le possibilità di incocciare nell’interesse altrui. 
Di più, vista la base numerica molto grande (anche assumendo solamente il contesto italico, nel rispetto di coloro che sono in grado di leggere e che hanno un’età sufficientemente adatta a “capire” ed a porsi domande relativamente alla realtà di riferimento, in cui sopravvivono).
Forse, non ti renderai conto, ma, l’esperienza SPS è talmente significativa, da non lasciare alcun dubbio relativamente al fatto (sostanziale) che siamo in gerarchia, ovvero, in schiavitù (proprio come “c’era una volta…”, al tempo – proprio – della schiavitù).
Ripeto:
i numeri che SPS permette di porre in evidenzasignificano
nonostante l’abitudine a considerare solo l’insuccesso di una iniziativa.
Ti chiederai, “che cosa c’entra con l’essere in schiavitù?”.
Ecco, allora, lo step che ripeterò come un mantra praticamente ogni giorno a venire:
è “sostanzialmente” che occorre accorgersi e prendere in considerazione ogni “cosa”
perché
“di fatto”, si tratta di ben altro.
Un esempio:
perché in un film ti rendi subito conto di come stanno le cose, mentre nella realtà, no?
Ecco il punto:
“sostanzialmente”, si tratta di cuore o coscienza o anima (essenza)
“di fatto”, si tratta di mente (in termini di codice legislativo, scientifico, religioso, etc. o di interesse, egoismo, proprietà privata, prassi, protocollo, programma, etc.).
Tale auto suddivisione dell’essere, comporta che:
sostanzialmente “senti”
di fatto, senti.
Ossia, quando per decidere qualcosa, che riguarda la società, devi passare per forza dal “tribunale”, allora, è “di fatto” che viene analizzata ogni questione (secondo il “codice” in vigore, che rappresenta le tavole della verità di un dato luogo comune, in gerarchia). 
Qualcosa che mette costantemente in ombra ogni aspetto sostanziale, che non può essere ammesso in “tribunale”, poiché lì si ragione in altra maniera (essendo la sovrastruttura che viene usata per mantenere fisso, stabile, coerente, regolare, continuo, etc. la forma di equilibrio che vive e regna nei secoli dei secoli, amen… o Anti-Sistema).
Allora, il giovane che ruba un fagiano poiché costretto dalla forma gerarchica sociale, viene spedito in galera, perché il giudice ragiona “di fatto”, non prendendo minimamente in considerazione l’aspetto sostanziale, che per tale forma di legge non sussiste (seppure insiste).
Bene.
Ecco il fulcro (punto di sospensione), da cui insisterò spessissimo.
Ciò fa parte dell’atteggiamento… come dovrebbe essere.
Qualcosa che, anche senza essere religiosi, è significato dall’espressione:
non fare agli altri, ciò che non vorresti che gli altri facessero a te.
O, meglio, nella forma positiva:
“Fai…” agli altri, ciò che gli altri vorresti che facessero a te.
È talmente semplice, da non essere nemmeno preso in considerazione; proprio come l’esperienza SPS.
Abbiamo tutto il potenziale per… anche senza essere “esperti”.
Infatti, è sufficiente essere in un certo modo, per ricavare qualsiasi informazione (esperienza) direttamente dall’ambiente, che è un banco di memoria molto simile al concetto di cloud (Akasha).
Ripeto:
comunica con me, via e-mail, che cosa intendi ritrovare a proposito di sostanza (cuore, coscienza, anima, etc.).
     
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2020
Bollettino numero 10-131
Riproduzione libera”.