lunedì 19 novembre 2012

Tra le ombre senza una causa importante?




Ho da ‘sempre’ avuto due sospetti in Vita mia:
  1. che in molti casi, la competizione non esista
  2. che la malavita organizzata emerga nella società ad un livello altro.
Prendiamo due casi campione:
  1. Amplifon
  2. Mafia (termine generalizzato).
In Italia, così come in molti altri Paesi, tra i quali gli Usa,  'non è possibile che si formi un monopolio' o una situazione di netto predominio da parte di una azienda sulla rimanenza del tessuto lavorativo/sociale. Secondo questa prospettiva, non ho mai compreso il perché, allora, esistano aziende ‘monstre’ come Wall Mart, Mc Donald's, Microsoft, etc

La stessa Amplifon, osservando l’Italia, mi appare come una sorta di ‘unico attore’ sulla scena. Esistono altri marchi autorizzati, tuttavia sono perlopiù misconosciuti per il grande pubblico, che si avvale dell'audiovisione ad opera dei Media. A chi si rivolgerà la gente, allorquando avrà necessità di acquistare un apparecchio acustico? Verso chi avrà memoria e sensibilità?
 
La competizione tra Amplifon e gli altri piccoli marchi potrebbe essere una illusione, ossia esistere solo sulla carta ma non tra le righe. 

Se la dirigenza di Amplifon avesse giocato d’anticipo o avesse mosso molto bene d’astuzia? Le leggi che regolano ogni ambito del sociale e del Mondo del lavoro, sono perlopiù conservative di un certo ecosistema che hanno trovato e ‘tutelato’. Perché? Perché sono fatte da esponenti dello stesso Mondo che è emerso e che chiede di sopravvivere, attraverso veicolazione di liquido e sonante denaro.

Le richieste dei lavoratori sono utilizzate per veicolare e manipolare la propria energia e, di  fatto, si prestano come perno per amministrare e normalizzare la manodopera e, dunque, il controllo dei lavoratori stessi.

Il tutto è eseguito senza mai l'apparizione diretta del principio guida.

L’attore che controlla è sempre lo stesso, che i lavoratori pensano di trovare in una versione monotematica nei panni del datore di lavoro, non capendo che, invece, è sempre presente ad ogni livello della divisione amministrativa sociale e individuale.

È persino ovvio che un ‘sistema’ difenda se stesso da tutti gli altri o da tutte le possibili infiltrazioni.

È un punto di vista. Nient’altro che un punto prospettico diverso da quello della Massa indistinta.

Arriva il rating per le aziende che si battono per la legalità.
L’illegalità inquina il mercato e prolifera nella crisi rendendo appetibili al mercato i prezzi più bassi garantiti dalla concorrenza sleale. Ora, però, dall’Antitrust arriva un regolamento che spariglia le carte e spiazza chi dell’illegalità ha fatto il proprio business: le aziende italiane avranno un rating di legalità che renderà più accessibile il credito alle imprese che contrastano la criminalità organizzata e si battono per un’economia etica…

Il rating crescerà fino a due o tre stellette in relazione al rispetto di altri sei punti fra cui la denuncia alle autorità di reati perpetrati a danni dell’imprenditore o dei suoi collaboratori e il rispetto e l’adesione di un Protocollo di legalità sottoscritto dal ministero dell’Interno, Confindustria, prefetture  e associazioni di categoria. 

Più sarà alto il rating etico dell’azienda, maggiori saranno le stellette e, conseguentemente, le possibilità di avere un accesso agevolato ai finanziamenti bancari
Link 
 
Tutto questo per avere un mutuo? Del denaro? Per continuare a corrompersi ‘dentro’ ed alimentare questo paradigma?

Ciò che si è formato nel passato, alle sue diverse distanze dal presente, tende a difendersi per sopravvivere. Ciò evidenzia un conflitto interno all’emersione di energia vitale aggregata. Che cos’è, allora, questa sete di sopravvivenza che anima l’intero spettro esistenziale?
 
Sembra che tutta la Natura sia imbevuta di conflittualità, a prima vista non così tanto nitida. La visione arcadica di un paesaggio naturale non rivela istantaneamente la lotta per la sopravvivenza, che anima la struttura energetica biodiversa che va a comporre quel paesaggio.

La paura è la chiave di volta di questa lotta. Una volta ‘venuti al Mondo’ si ha paura di lasciarlo. È un attaccamento egoico che combatte in ogni modo per il Tempo del proprio spazio esistenziale.

È lecito? Certo. Ma dipende sempre dal livello di consapevolezza che si respira. Al fine di rimanere impassibile come i Tempi di una montagna, occorre avere la consapevolezza di un Astro, di un Pianeta, di una Galassia… occorre essere al di fuori della mischia:

nel Mondo ma non del Mondo.

Come hai fatto? Come ha fatto? C’era un trucco?
No, nessun trucco. Io combatto così.
Potrei farlo anch’io? Dimmi? Posso imparare?
Studia il tuo avversario come si muove. Saprai cosa farà prima che lo faccia.
Posso riuscirci.
Devi individuare quel momento che c’è in ogni scontro in cui si vince o si perde. Devi saperlo aspettare.
Posso fare anche questo.
E non deve importarti di vivere o morire.

Il primo cavaliere

A cosa brindiamo?
Perché non al Re?
È un bambino. È il Cardinale a governare. Seppure non con il nome, sarebbe come brindare a lui.
Alla Francia!
L’abbiamo servita. Ci siamo battuti per lei e guarda dove siamo.
All’amicizia? All’amore?
Ti do un consiglio, ragazzo. Non fidarti mai di nessuno.
Ma ci dev’essere qualcosa in cui credete ancora?
Questi (denaro), questa (arma) e questo (vino). E chiunque ti dica il contrario, o è un pazzo o cerca di venderti qualcosa.
So che Athos può sembrare freddo e scortese, ma non farti ingannare. In fondo…
È veramente freddo e scortese!
Ma che gli è successo? Non capisco.
Quello che succede a tutti gli uomini. Una donna…
Sentite. Non voglio offendere nessuno, ma… credevo che foste un po’ più… eroici.
Quello che il mio stimato compagno stava tentando di dire a modo suo, è che… siamo antiquati. Siamo guerrieri, ma senza una guerra da poter combattere. E allora beviamo, ci azzuffiamo, litighiamo con le guardie del Cardinale e poi beviamo di nuovo. Quello che ci serve è una causa importante. Ma non ci sono più cause importanti.

I tre moschettieri.

Sapete? Volevo scrivere un articolo alla SPS. Ossia? Tosto, ma secondo il mio criterio di tostaggine. Una modalità ‘antiquata’ di scrivere ed essere. Tuttavia, queste due citazioni meritano proprio di essere la parte centrale e terminale del presente articolo.

Leggete e tenete bene a mente queste espressioni sincroniche:
  • non deve importarti di vivere o morire
  • è il Cardinale a governare. Seppure non con il nome, sarebbe come brindare a lui
  • siamo guerrieri, ma senza una guerra da poter combattere. E allora beviamo, ci azzuffiamo, litighiamo con le guardie del Cardinale e poi beviamo di nuovo. Quello che ci serve è una causa importante. Ma non ci sono più cause importanti.
Dio mio. È così evidente l’orma del controllo… Come non vederla praticamente dappertutto?

L’isola della Maga Circe cosa faceva, nel Tempo, agli uomini e alle donne?
 
Ascoltate delle colonne sonore epiche, tipo quella di Avatar. Perché andiamo a vedere film dove si mettono in mostra guerrieri? Dove c’è onore, forza, equità, saggezza, amicizia, fratellanza?

Perché?

Perché 'noi siamo così'. Nelle nostre vene scorre il sangue di eroi che hanno accettato di essere qua adesso, in questo momento, da moltissimi secoli.

La missione, la causa importante, è quella di liberarci dal carico oscuro che ci attanaglia e stringe il Cuore.

Solo che, adesso, non ricordiamo più nemmeno il perché siamo qua.

Qualcosa ci ha sedotti e convinti di essere il contrario di quello che siamo. La cosa interessante è che noi siamo quello che crediamo. Tutto quello che crediamoNel bene e nel male.

L’invasione c’è già stata. 

Nessuno attaccherà più le nostre città o il nostro paese. 

Siamo stati conquistati ‘dentro’. Per non vedere più ‘la guerra da combattere’. Per non trovare più una ‘causa importante’.

Osserviamoci bene. Cosa vediamo? Come ci vediamo?

È tutto vuoto. Svuotato… perché noi siamo stati svuotati nell’inconscio.

Guardate ‘Gli Incredibili’. Cosa gli succede? A cosa vanno incontro coloro che lottavano per la pace e la giustizia?

Basta. Mi fermo qua. 

Questo è un concetto cardine, che segna la differenza tra essere vivi e pensare di essere vivi

Chiudo anche col discorso iniziale, esprimendo questo mio concetto:
  • la competizione è una colla per tenere buoni e permettere una guerra tra poveri, che pensano di essere vivi
  • l’organizzazione malavitosa emerge dando luogo alla società in cui vivono ‘tutti’.
Le diverse teste fanno capo all’unico corpo.

Leggere SPS equivale a trovare l’impulso di comprendere perché non si debba più combattere nessuna guerra, ma capire il male che affligge il Cuore. Equivale a non combattere, mantenendo ugualmente lo spirito del combattente, che veicola la propria forza autentica a fare luce su ciò che necessita di essere illuminato.

Non con le armi, ma con i poteri personali e dell’Universo polarizzato in tal senso.

Gli scontri tra Maghi sono più vicini alla realtà di quanto si possa pensare…

Il controllo è silente. I suoi effetti scambiati per altro.

Dipende da noi.
 
16112012 V 0 + 321 S. Gertrude la Grande (Una vita in monastero… a scapito della sua vita interiore) +-
17112012 V 0 0 322 S. Elisabetta d'Ungheria (Darsi via… 'Morì a ventiquattro anni, sfinita di carità') +0
18112012 V 0 0 323 Sant’Edmondo Re e martire (Occorrerebbe approfondire meglio) +0
 
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com