venerdì 13 ottobre 2017

Anche saltando di palo in frasca, c’è e rimane sempre “il” senso.



Tutta l’umanità (almeno al 99 per cento) è da considerare come “una” sottodominante
L’uno per cento (la parte di rimanenza che non è il binomio dominante/Dominio) è come fagocitat3 all’interno di questo “assieme”, che non riesce a ricordare di andare a costituire, data l’ampia caratteristica di “diversità, usi e costumi, tradizioni, lingue diverse, etc.”. 
Infatti, la comunanza sostanziale (il sottile trait d’union che esiste e collega tutt3) è riferit3 – significativamente e funzionalmente – all’utilizzo globale (seppure riconosciuto diversamente) di stesse 1) forme di pagamento (economia), 2) forme di culto (religione), 3) forme di “Dio” (divinità) e 4) forme di “credo” (gerarchia)… 
L’intera umanità è in una condizione di “sotto (alla) dominanza”. 
Ergo, “è... ‘qua così’”:
una sola sottodominante
che esiste in quanto riunione di singolarità
che, dunque, vanno a costituirla
anche se
non esiste, ma c’è
L’umanità stessa rientra in una simile “panoramica”:
avendo la medesima base infrastrutturale frattale espansa
così come
la materia
costituita (emergente nella realtà manifesta) da particelle
talmente piccole da essere infinitesimali
ossia che
sembrano non esserci, ma esistono

giovedì 12 ottobre 2017

Se il tempo non è quello a cui pensi…



Hai riportato indietro delle cose.
La terapia ha funzionato, allora.
Cose che sarebbero dovute restare sepolte nel passato…
La mente dimentica cose per una ragione”.
Rememory
Tutt3 si trasforma”. 
E... il “tempo” sembra essere il protagonista di una simile funzione.
Ma (ma) può essere la ragione fondamentale della trasformazione, una catena di montaggio calcolata solo per il movimento che esegue il “nastro trasportatore”?
È lo spostamento, il motivo per il quale avviene un certo tipo di funzionamento
Oppure, è più logico che il “nastro (tempo)” sia solo una parte del tutt3? 
Se avviene lo spostamento, può anche avvenire la “lavorazione (trasformazione)”, così che ogni “ingranaggio (sezione del programma)” possa trovare quelle condizioni utili al movimentarsi (qualcosa che i vari sensori rimangono in attesa di… rilevare). 
Il “tempo”, dunque, è solo – tanto per cambiare – il vertice emerso dell’iceberg (al contrario della ragione fondamentale, dominante, che è il vertice nascosto dell’edificio pseudo piramidale dello stesso “iceberg”). 
Quindi hai a che fare, “qua, così”, con qualcosa che complessivamente (non) risulta rovesciat3, al contrario. 
Qualcosa che funziona, dunque, in un simile modo


mercoledì 11 ottobre 2017

Intelligenza: di quale “tipo”?



C’è come l’impressione di “dover scalare una montagna (altissima ed imponente)”. Nel “fare” cosa? Nel trovare il modo di mettere ordine tra i pensieri, le idee, l’intenzione e… tutto quello che si “sente” dentro, in profondità, laddove non ci sono più pensieri, idee, intenzione, etc. bensì… “immagini”:
il “sentire di/che…” è, infatti, qualcosa che esula da ogni tipo di classificazione. 
Anzi, che la tradizionale forma di classificazione “qua, così”, imprigiona, non appena recinta - attraverso la propria “legge” - il “significato” che (deve avere) “ha”, persino, il tal “stato d’animo”
Per questo motivo, non c’è più universalmente un accordo significativo relativamente al termine “intelligenza”. La scienza (deviata), ovviamente, ha già detto la propria ma (ma) anche tale “comunità” è auto suddivisa, allorquando va a definire la “parola” intelligenza. 
Un atto “dovuto” che, per il semplice motivo di sussistere, rende l’oggetto di studio (attenzione, classificazione, riduzione, etc.) alla mercé dell’osservazione (di/in parte), che ha la pretesa di inquadrare la situazione, andando a conferirle il proprio “colore”
Non appena si “ordina” uno stato di fatto, secondo una certa inclinazione, lo stesso stato di fatto si trasforma di/in conseguenza:
quando, all’opposto, questo non succede?