martedì 15 dicembre 2009

Illusionismo e "pidocchi".








La complessità del “tono” del linguaggio che uno Stato utilizza per comunicare con i cittadini è direttamente proporzionale a quanto ha da nascondere ai suoi cittadini. Che legge è? È una legge “non scritta”. Ad esempio cosa si intende per “Misure dell'accantonamento alla riserva obbligatoria” o “riserva frazionaria”? Non riporto il testo dei decreti che ne trattano, ma solo quello che occorre sapere. Lo Stato attraverso l’uso della “legge” parla alle pluralità, ma “esse” sono così affaccendate che non ascoltano; coloro che ascoltano e che non sono del “mestiere” non comprendono il linguaggio, il codice che lo Stato utilizza per rivolgersi alla loro attenzione. Questa “azione” riguarda le banche e la loro capacità di prestare denaro in proporzione a quanto denaro da “custodire” ricevono dalla clientela.

Ed è smerciata alla pubblica opinione in modo tale che appaia come una forma di tutela per il correntista. Per il banchiere cambia molto perché più è bassa la percentuale da tenere in contanti più egli può prestare. Nel 1957 le banche erano tenute a tenere in riserva il 25% del deposito, nel 1970 erano scese al (circa) 15% e oggi solo il 2% (in alcuni casi lo 0%). Quindi oggi la banca può ricevere €10.000 e prestarne €9.800 (non suoi!) e questo grazie alla legge sulla “riserva obbligatoria o frazionaria”. Quei €9.800 prestati andranno prima o poi versati in un altro conto (magari della stessa banca o di altre banche ma poco cambia dato che il sistema bancario è un ”cartello”). Nel nuovo c/c basterà tenere contanti per €196 (9.800x2%) e si potranno prestare i restanti €9.604 (9.800–196) e il ciclo continuerà sul nuovo conto corrente. Alla fine della fiera, partendo da €10.000, la banca potrà creare e prestare €500.000, ossia 50 volte di più e incamerare i relativi interessi. Tutto senza avere altro che i €10.000 reali iniziali (e che andavano solo custoditi!)”
Fonte: www.signoraggio.com/signoraggio_lariservafrazionaria.html

Quando una persona chiede un prestito, a fronte delle necessarie garanzie richieste dalla banca, riceve una certa somma. Da cosa è avvalorata questa somma di denaro che si riceve? Una volta doveva esistere il corrispettivo in oro. La moneta sostituiva quell’oro contendendone una minima parte nella lega dei suoi componenti. La moneta aveva un controvalore reale custodito nei forzieri. Oggi la “musica” è molto diversa. L’effetto leva che il mondo politico ha “concesso” al mondo bancario, riflettendone il proprio volere, ha creato una situazione molto simile agli effetti illusionistici che potremmo vedere ad uno spettacolo del mago Silvan. Quella somma che la banca “stanzia” per noi è un numero digitale che l’impiegato immette nel sistema informatico. Sono impulsi elettronici che vanno a formare le “cifre” che compongono la somma di qualcosa di non ben definito, ma che io definirei “il nulla”. Il nulla che, tuttavia, diventa reale per il cliente della banca, il quale si accolla un debito ben preciso, reale, solido. Tanto reale che “se non saprà estinguerlo” la banca gli porterà via la casa o quant’altro egli possegga. Sono le solite cose, no? Quante volte le abbiamo sentite o lette? Quanto ci ammazza l’abitudine, gente! Ci abituiamo a tutto!
Focalizziamo ora la nostra attenzione su questa prodigiosa capacità del sistema bancario di “creare dal nulla”, su questa “magia” alchemica di estrarre valore. Perché non lo possiamo fare anche noi, dove per “noi” intendo l’intera massa? Perché “noi” non lo riusciamo a fare? Cosa ci manca? Se tutti noi mettessimo 1 euro di capitale in una ipotetica società “Terra” avremmo nel giro di poche ore una società con 60 milioni di capitale da amministrare (bimbi compresi). Su quella base investibile, con un effetto leva tipico del mondo bancario avremmo una capacità esplosiva di effettuare investimenti. E allora perché non lo facciamo? Perché nessuno propone questa iniziativa? Perché non creiamo un circuito parallelo a quello “privato” gestito da banche ed avallato dal mondo politico a cui sembra innestato persino il mondo religioso? 
Ecco il perché:
  • non crediamo possibile farlo
  • non crediamo in noi stessi
  • non crediamo negli altri
  • non ci fidiamo di nessuno
  • siamo occupati a fare sempre “altro”
L’elenco potrebbe essere in realtà infinito e alla fin fine, conferma solo il nostro stato di “separazione” dal tutto e da ogni altra componente esistente attorno a noi. Se mettessimo 10 euro a testa? 100 euro a testa? Ma vi rendete conto?
Si ma, chi ce lo fa fare? E poi chi amministrerebbe questa “società”? E questo qualcuno non sarebbe tentato, con il tempo, di ricadere ancora una volta nei medesimi errori legati alla “tentazione”? Allora per tutelare la “società” dovremmo discutere uno statuto, degli articoli, dei punti, dei vincoli, etc. Ma chi è preposto in un certo senso a “continuare” l’opera dell’attuale Antisistema, troverebbe ancora il modo, tramite l’utilizzo della propria intelligenza, di ammorbare il modello societario globale “Terra”. E saremmo ancora punto a capo. Allora non si fa? Ok, lasciamo stare va, e continuiamo ad andare a lavorare; pensiamo alle “cose serie”. Alla certezza di un buon posto di lavoro. All’avvenire dei nostri figli. Alla salute. A goderci quel poco di vita di questa unica vita che abbiamo. A divertirci nei momenti in cui è possibile farlo. A mangiare e riempire la pancia oltremodo tutti i santi giorni, più volte al giorno. Quando Leonardo scriveva di un certo tipo d’uomo “ch’è simile ad un sacco” dal tanto si riempia di “cibo”, riesco ben a comprendere cosa intendesse. Avete presente la fine dell’impero Romano? Avete presente come si ridussero gli eredi dei padri fondatori? Sdraiati a mangiare senza nemmeno la “forza” di sedere a tavola. Imboccati da schiavi come le scimmie allo zoo.
Tutto di quello che viviamo e che “sentiamo” ci ricorda della nostra separazione. È uno specchio talmente evidente da risultare abbagliante e, per questo, “meglio guardare altrove” o mettersi degli occhialini neri alla moda. Proprio come facciamo con il Sole. Persino l’esistenza dei tanto temuti pidocchi sulla nostra testa conferma le nostre paure legate all’abbandono, alla separazione, alla solitudine. Hamer ha spiegato la causa (la causa e non il sintomo) della loro comparsa e non ha consigliato uno shampoo ad hoc o un trattamento naturale. Ha semplicemente capito osservando, proprio come faceva Leonardo. Ha osservato che quando viviamo uno stato di presunto abbandono, di senso di non appartenenza, sulla cute si crea a causa di questo “stato” una dermatite, delle scaglie di derma che iniziano a formare l’ambiente ideale per il sopravvivere dei pidocchi (in questo caso), fornendo loro il cibo. Se, in questo stato, noi veniamo a contatto con un “portatore” di pidocchi ecco che diventiamo una “colonia” da conquistare. È sufficiente notare che quando il bambino va all’asilo o a scuola, e nei primi giorni sente lo “stacco” con il proprio “nido” familiare, solitamente è molto soggetto all’invasione di pidocchi. È capitato anche a me quando mi hanno spedito in colonia a circa 8 anni ed è capitato a mio figlio quando ha iniziato ad andare all’asilo. Come sono scomparsi? Non utilizzando lozioni o shampoo miracolosi, del tutto inefficaci e costosi, ma cospargendo il bimbo di “affetto e amore”! I pidocchi tolti con le nostre mani, tramite l’utilizzo dell’apposito pettine a trame fittissime, dalla sua testa non sono più ricomparsi. Senza l’utilizzo di nessun prodotto. Garantito al 100 per cento.
Siamo molto di più di quello che ci hanno inculcato nel subcosncio e “ogni cosa” ce lo rammenta. Tocca solo a noi capirlo nelle profondità del nostro cuore che batte sempre regolarmente come a dire “io sono, io sono, io sono”

Se io guadagno 1000 e la banca ne mette per legge nel bancomat il 2% fa 20; la rimanenza la può prestare a me stesso quando faccio un debito per comprare il televisore, al tasso di interesse del 10% (sino ad oltre il 20% senza rientrare nell’usura). La banca prende i miei 980 euro e li “unisce” a quelli del mio vicino di casa che ha il conto anche lui nella stessa banca, e mi da i 2000 euro che mi servivano per l’acquisto. La banca cosa mette di suo? La banca ha spese nell’amministrare il mio conto? E quali? La banca è veramente “Gesù che moltiplica pani e pesci” solo che non li offre gratuitamente alla "platea". Ora capisco perché certi conti correnti danno anche il 4 o 5 per cento in questi tempi di “crisi”, o perché la “zucca arancio” dava sempre tassi superiori alla media e senza far pagare nessuna spesa: perché è quella la vera natura dell’apparenza.
La banca non ha costi (capite cosa intendo e non pensate ai dipendenti o alle bollette da pagare) ed a fronte dell’avvento di internet ha trovato il proprio uovo di Colombo. La formula a zero spese lo conferma. Persino a zero spese mensili e con un tasso unificato a quello della Banca Centrale, ora molto basso, riesce a fare utili. È tutto esposto al pubblico il processo in questo momento storico. Infatti gli utili giungono dalle infinite forme e modalità messe a disposizione dall’Antisistema tramite il nostro avallo quotidiano. In una solo parola “speculazione”:

“Il termine speculazione nasce dalla voce latina specula (vedetta), da specere (osservare, scrutare), ovvero colui che compiva l'attività di guardia dei legionari. Da qui deriva il senso etimologico di "guardare lontano" e "guardare in profondità con attenzione", e così in senso traslato "guardare nel futuro" o "prevedere il futuro". Già la voce in tardo latino speculatio, speculationis indica l'attività di indagine filosofica. Il termine viene utilizzato oggi in ambito filosofico con l'accezione di "teorizzare senza una solida base fattuale", conservando quindi l'originario senso etimologico della vedetta romana che guarda in lontananza”
Fonte: Wikipedia

Ma la speculazione odierna è frutto della speculazione andata a buon fine del passato. Cosa significa? Che in barba alla definizione stessa del termine “teorizzare senza una solida base fattuale”, che prevede la natura non sicura del proprio "ragionamento", le banche o meglio il potere nascosto dietro, ha sempre guadagnato leggendo il futuro; e come ha fatto?
Semplice! L’Antisistema sa in anticipo perché determina.
Questa è la prova fisica della sua esistenza…
E ciò è scritto per chi ha “occhio per sentire” ed “orecchio per vedere”.

14/9/2009 (7:10) - Intervista.
Rothschild: "Anni di crescita bassa per pagare il conto degli aiuti pubblici".
L'erede della grande dinastia: "Gli Stati hanno fatto bene a intervenire per evitare i crac a ripetizione".
Fonte: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/crisiannodopo/200909articoli/47299girata.asp

Elf, lo Spirito del Natale.






“Mi chiedo se per caso hai letto I Libri di Natale di Dickens - chiese Robert Louis Stevenson a un amico [...]. - Io ne ho letti due, e ho pianto come un bambino, ho fatto uno sforzo impossibile per smettere. Quanto è vero Dio, sono tanto belli, e mi sento così bene dopo averli letti. Voglio uscire a fare del bene a qualcuno [...]. Oh, come è bello che un uomo abbia potuto scrivere libri come questi riempendo di compassione il cuore della gente!”.
Fonte: Wikipedia

Tutte le volte che vedo “Elf” in televisione mi commuovo e mi viene un “groppone” alla gola. Tutti gli anni questo film viene riproposto e, guardandolo con un anno tutte le volte in più, mi accorgo di quanto sia “bello” e significativo. Sembra di essere allo specchio e di osservare il proprio cambiamento attraverso la visione annuale di questa produzione cinematografica. Mi rendo conto di come si possa comprendere sempre nuovi significati anche dalla visione di una “abitudine”, e di come gli strati emotivi giochino a nascondino con i messaggi celati nella pellicola. Ciò che viene proiettato è sempre lo stesso “copione” tuttavia si interfaccia con il nostro “punto di osservazione” che, nel frattempo, può essere cambiato; da questa interazione nasce sempre qualcosa di nuovo. Il cuore soprattutto sembra rispondere sempre meglio al richiamo dello “Spirito del Natale”. Elf ci insegna la “modalità” dimenticata crescendo, allineandosi, conformandosi. Quella frequenza naturale e gioviale tipica dei bimbi e dei cuccioli, per i quali ogni occasione è buona per giocare, divertirsi e meravigliarsi. Insegna inoltre a dire “ti voglio bene” e a non avere timore di abbracciare gli altri, oltre che a cantare le splendide canzoni del Natale. È vero, quando vedi un film come questo, ti senti meglio, ti senti ok, vorresti uscire di casa e fare come “Elf”. È il cuore che parla in quei momenti che non vanno dimenticati troppo in fretta. Il Natale dovrebbe essere stare davanti ad un camino che arde e che trasuda tepore, a perdersi nei giochi e nelle scoppiettanti “parole” delle fiamme… non tutto il giorno ma quanto basta per caricarsi di Amore e pensare al vero significato di questa festa del trionfo della luce sulle tenebre, della nascita del nuovo corso solare, della Vita che si riposa coccolata dal manto della neve. Il 25 dicembre è una data significativa in tutto il mondo…

NATALE SULLA TERRA
di Arthur Rimbaud

Dallo stesso deserto,
nella stessa notte,
sempre i miei occhi stanchi si destano
alla stella d'argento,
sempre,
senza che si commuovano i Re della vita,
i tre magi, cuore, anima, spirito. 
Quando
ce ne andremo di là
dalle rive e dai monti,
a salutare la nascita del nuovo lavoro,
la saggezza nuova, la fuga dei tiranni e dei demoni,
la fine della superstizione,
ad adorare - per primi! - Natale sulla terra!
  

lunedì 14 dicembre 2009

Le antipatie verso la "sveglia".








Partiamo da una considerazione in merito all’attuale “crisi” economica:

il responsabile “specchio” della bolla del debito, il “potere” che si cela dietro le banche, ha sempre guadagnato anche nella fase di “crisi”; l’unica differenza è che il guadagno è occultato alla “vista” con la conseguenza che gli Stati hanno dovuto intervenire, al fine di non vedere collassare l’intero sistema, accollandosi le perdite “private” e trasmutandole in “pubbliche”. Adesso gli Stati, per rientrare dall’enorme debito accumulato, dovranno effettuare tagli pubblici ai “soliti” rami vitali della popolazione: educazione, sanità, pensioni, etc. Mentre il “potere forte” che sta dietro alle banche si avvale addirittura degli aiuti statali e continua a guadagnare, la “massa” subisce l’onda di rientro dell’intervento pubblico, ne paga le conseguenze. La “massa” che si ritiene “senza colpe” paga il “delirio” occulto dell’Antisistema…

Qual è il riflesso che giunge alla “massa” da tutta questa vicenda? Che, depurati dal materialismo del denaro, la vera responsabile dello “sfascio” è solo ed esclusivamente la “massa” ed il relativo “vuoto” che l’Antisistema sta mettendo in luce. La “massa” è troppo indaffarata a “fare altro” per occuparsi direttamente del proprio “futuro”, per questo si è affidata a “qualcuno” al suo esterno per amministrare il suo “tempo”; la “massa” paga “qualcuno” di non ben definito, per governare la crescita della “massa” stessa, “qualcuno” della cui “natura” non si sa nulla e della cui immagine si ha solo una vaga similitudine, un senso di quasi “familiarità”. Ma da cosa è occupata a tempo pieno la “massa”, tanto da non risultare più “capace” di auto amministrarsi? Tanto da risultare necessario l'affidarsi ad un “mercenario” o ad un cosiddetto "professionista". Vediamo in cosa è attualmente assorbita l’attenzione della “massa”. 

Nauseata dalla situazione che “vive” tutti i giorni “essa” guarda altrove:
  • lavora sempre di più
  • lontano da casa, dai propri figli
  • corre sempre perché c’è sempre da correre durante il giorno (non importa se sei leone o gazzella, l’importante è che ti alzi ed inizi a correre…)
  • tra viaggio e lavoro sta fuori casa sempre di più
  • in queste ore trascorse fuori casa fa “cose” che non farebbe mai se fosse in una condizione di “scegliere”
  • alla sera è troppo stanca per fare quello che gli piace, i cosiddetti hobby…
  • da una situazione di “stanchezza”, di debolezza vitale, si adagia spenta a vedere la tv, subendone tutto il relativo condizionamento, ascolta musica a 440 hz che la mantiene in uno stato di disarmonia, si nutre di cibo sempre più “scarico”, si accende per qualche notizia di gossip solo per “evadere” un po’
  • ancora per “evadere”, per combattere lo stress, si allontana ulteriormente da taluni argomenti ritenuti troppo “cerebrali”, troppo “pallosi”, troppo “fuori”, per lasciarsi andare alla deriva davanti ad una consolle per videogiochi di nuova generazione
  • nel tempo libero la “massa” cura il proprio corpo andando a fare “palestra” e massaggi
  • e cura la propria cultura visitando musei, leggendo giornali, navigando in internet, collezionando di tutto
  • la “massa” cerca sempre “altro”, cerca sempre di evadere da se stessa, perché “già lavora 8 ore al giorno, figuriamoci se non ha diritto ad un po’ di divertimento o di relax”
  • la “massa” è stressata dai figli
  • i figli sono stressati dalla “massa”
  • tutti fanno “cose” che non gli interessano
  • la “massa” è interessata al gossip, al sapere i “fatti degli altri”, a guardare “l’erba del vicino che è sempre più verde”
  • la “massa” tradisce il proprio giuramento matrimoniale sempre di più, perché nel matrimonio, nella famiglia, in se  stessa, è sempre più incessante, martellante, il ricordo di un “giuramento” cancellato tramite la creazione dell’Antisistema
  • i giorni trascorrono, il tempo vola, la “massa” dorme
  • la “massa” dorme da sveglia, dorme lavorando, dorme giudicando, dorme vivendo un incubo che si nutre dell’attenzione della “massa”
  • la “massa” schiaccia chi cerca di metterle una sveglia vicino al capo, odia chi fa “rumore” perché sta bene nella situazione conosciuta, anzi sconosciuta, perché “a ben pensarci non c’era qualcosa che doveva fare e che ha dimenticato?”
  • la “massa” sprofonda nell’oblio sull’isola di Circe
  • la “massa” pensa seguendo impulsi che gli nascono nel cervello in chissà quale maniera, non se ne interessa, e perché dovrebbe mai farlo?
  • La “massa” odia il qualunquismo e si deve “schierare”, deve prendere parte al processo di separazione perché è essa stessa separata principalmente da se stessa, quindi sceglie “dove stare”, si auto colloca in ogni ambito sociale
  • La “massa” tifa per una squadra di calcio, per un ciclista, per una moto o per un simbolo
  • La “massa”, divisa, declina ogni responsabilità inerente al proprio futuro a qualcun altro del quale non conosce nulla, perché essa stessa non si conosce
Quanto si potrebbe andare avanti a scrivere così?
E perché lo faccio? Perché?

Perché, che senso ha dare la colpa sempre agli altri?
Non ammettere che, in qualche modo, abbiamo delle responsabilità ben precise nei confronti dello stato di “pulizia” in cui versa la nostra “casa comune”? Perché crediamo in quello che uno “stato” ci trasmette come verità assoluta senza chiederci nulla a tal proposito? Perché dimentichiamo tanto facilmente l’insegnamento della “storia” come un susseguirsi di regni ed imperi che hanno sempre fatto il proprio interesse a scapito della “massa”? Perché oggi dovremmo vivere in un “mondo” diverso? È possibile non "sentire" che lo “scontro” si è spostato ad un livello più sottile? Invisibile! Che i fatti sembrano non coinvolgerci più chiamandoci alle armi, ma lasciandoci nel nostro brodo a bollire senza accorgerci più di nulla? Tramite la tecnologia, il “potere che abbiamo contribuito a creare” sta lavorando al confezionamento di un mondo “perfetto”, fatto a misura d’uomo e per questo vincolato alla propria realtà governata dai sensi illusori di questa dimensione. Una “cella” perfetta come quella “descritta” in Matrix, “dove gli uomini non vivono ma vengono coltivati”. Staccare una entità umana dalla propria comoda visualizzazione è quanto di più difficile, anche perché occorre sempre onorare la rispettiva libera scelta.

Perché le nostre case fisiche brillano nella pulizia, nell’ordine, nelle loro pareti bianche asettiche? Perché vogliamo avere una casa bella, con un grande giardino? Perché vogliamo la proprietà della casa?

Perché vogliamo essere felici…

Perché siamo fatti di desiderio ed intendiamo perseguire tutto ciò che ci conforta anche a scapito degli altri, perché “ci hanno acceso” un conto in banca che nessuno alimenta se non lo facciamo noi stessi. E per mantenere questo “conto” iniziamo a “correre” all’impazzata utilizzando la mente e tutti i nostri “doni” naturali per schierarci e prendere parte, ingrossare le fila, di un tessuto sociale che nemmeno le “organizzazioni preposte” riescono a “disciplinare”…
Perché? Perché “l’indisciplina” è alla fonte, è la sorgente del sistema stesso. È una sua caratteristica di base perché è “fonte di agitazione” e “fonte di cambiamento” in un sistema chiuso, fine a se stesso ma non per via delle sue origini ne per il suo scopo, ma solo per una perdita di “orizzonte” temporale.

“Al termine dello scontro, risulta dal racconto di Cesare, erano stati uccisi quasi 700 legionari e ben 46 centurioni. Il giorno seguente Cesare, convocato l'intero esercito in assemblea, rimproverò la temerarietà, la cupidigia, la sfrenatezza ed indisciplina dei suoi legionari, che non si erano arrestati al segnale della ritirata e che non avevano potuto essere trattenuti neppure dai tribuni militari e dai legati. Egli spiegò, che aveva dovuto abbandonare una vittoria certa, avendo sorpreso il nemico senza comandante e senza cavalleria, per coprire una ritirata nella quale aveva perduto quasi due coorti di armati. Ricordò loro che era compito del loro comandante, stabilire la tattica da adottare in battaglia ed il portare a termine l'operazione. Non era, pertanto, più tollerata alcuna azione di indisciplina del genere per il futuro”.
Cesare, De bello Gallico
Fonte: Wikipedia

Le “masse” indisciplinate, perse in se stesse necessitano del “comando”; l’azione di chi comanda non sempre si prefigge il comune interesse perché, persino nel ruolo di comandante, si rispecchia lo status disarmonico della “massa”. Nasce un comando più alto allora, quello dell’Antisistema, fatto da tutta la “massa”, ma anch’esso limitato dalla “massa” stessa, dai voleri della “massa”. E più la “massa” s’illude più il “potere” sopravvive alla sua naturale data di scadenza…