“Prendi una donna,
trattala male.
Lascia che ti aspetti per ore.
Non farti vivo e quando la chiami
fallo come fosse un favore.
Fa sentire che è poco importante.
Dosa bene amore e crudeltà…”.
Teorema - Marco Ferradini
Uhm; cosa riporta alla mente questo non solo testo? Ad esempio, causalmente…
Quel “c’era una volta” di datata memoria, dell’insonne che or dunque “dorme quando è in piedi”. La “storia” dip-arte da un “momento” iniziale ch’è punto di sospensione, in un dato contesto non evidentemente già sviluppato (il post “creazione” = ‘hacker-in-azione’ di Te che comporta “te” Qua, AntiSistema).
Lo-hacker, “che bontà”.
L’hackeraggio da cui il signoraggio. Il modello del vassallaggio. Il villaggio collettivo. Il viaggio con destinazione… d’uso. L’Occidente accidentaccio “ucci ucci non senti odor di… ancoraggio”? Coraggio.
Così, sei passato da qualcosa (Qua, XX) a/in qualcosa (Qua, AntiSistema).
Anzitempo ed a prescindere. All’insegna del motivato, “abusivi, qua si abusa”. Sciacallaggio? A ragione, sì. I “parassiti” pullulano a più non posso, nonostante ogni “rimedio”.
E se lo fanno è perché lo possono fare.
Perché sono nella posizione di vantaggio tale per cui “niente”. È di “te” che lor signori necessitano. Ecco perché Te langui, da qualche p-arte (potenziale contemporaneo):
in ciò che puoi sempre “sognare”, augurarti, evocare.
Un nucleo di potenza ch’è il… potere; l’esserci a pieno, senza alcun “riconoscimento” altrui. Senza alcuna “necessità”, tipo il… denaro.
E l’esse-Re “legge”.
Mentre a “te” piace, al limite, “solo” guardare le figure e, si sa, i titoli in grassetto. Stop. Le “news” potrebbero tranquillamente essere costituite da immagine + titolo, mentre il resto è una sorta di visione fumé, utile a farti c®edere che ci sia anche il resto, ed utile a far c®edere al “giornalista” che abbia svolto un lavoro utile alla società.
A tal pro, concedi il beneficio del dubbio a tale categoria?