Perché qualcuno dovrebbe obbedire a qualcun altro?
È da quando ero ragazzino che me lo chiedo. Perché? Perché, altrimenti, sarebbe l’anarchia totale, il “caos” o il cosiddetto Far West? Una società di “senza legge” è una società di “senza Dio”? Quante chiacchiere (“fumo”) hai nella “tua” testa.
Ma chi te le ha fatte “capire” tutte queste cose?
L’abitudine. Uhm: sì, ad auto sopravvivere qua, nell’AntiSistema. Non c’è nemmeno bisogno di con-vincerti, perché “è già successo” ed allora… tant’è:
ne sei persuaso (pervaso).
Se non ci credi, rimugina sulla versione del mondo che hai trovato già pronta non appena hai aperto gli occhi per la prima volta: com’era? Com’è, sostanzialmente, quella di “oggi”. Un mondo, una società dove “è già successo” tutto quello che puoi apprendere dal racconto storico, deviato.
Le rivoluzioni? Sono già accadute.
Le guerre per l’indipendenza e la “libertà”? Già fatte: sei in ritardo. Ergo, non ti resta che “obbedire”. A chi? All’essere “legge”. In gerarchia. Laddove Tu sei diventato (già) “tu”, così come i Grandi Alberi sono già stati “asfaltati” e quello che rimane sono le… “montagne”:
i rilievi, l’orografia o, appunto, il sostanziale disegno della gerarchia imp-regnante sulla Terra intera.