giovedì 20 gennaio 2022

Sé.



Sé… non è, “se (condizionale)”. Ok

Non si tratta con nessuno. Sé è Sé: basta così, anche se qua. 

A “militare” correva voce che mettevano il bromuro nel cibo. Per farti stare “tranquillo”. Vero o “vero” che fosse, era quello che circolava. Allora, perchè la società non dovrebbe essere “trattata” nello stesso modo? 

Dimostrerebbe e spiegherebbe un “sacco di amenità” de noantri.

Si “diceva”, ieri, che ci sarà pure anche chi si nutre del “bene”, oltre a tutto ciò che rientra nei termini del “Voladores”, che si alimenta (e dunque fomenta o educa o coltiva ad hoc la società) del “male”. No? 

Ebbene, lo sai che è sufficiente trovare anche dei “dettagli”, al fine di elevare a potenza, sostanzialmente, l’intera scena-scenografia, essendo tutto ad auto caratteristica frattale espansa. 

C’è chi si nutre del “bene”:
ad esempio, i gatti… 

Quando strusciano per avere le coccole, una strofinata di pelo, un’appassionata “grattatina” sotto al mento, sulla testa, abbassando le orecchie sempre attente e “mormorando” in quel loro tenero modo

Sì: il gatto si nutre (ambisce) anche di questo. 

Mentre, se lo spaventi scappa via a più non posso. Ergo, rifugge il “male” e preferisce il “bene”. Sarà anche il suo bene ma, tant’è… ecco il segnale portante sostanziale “bene, che nutre alcune creature”. 

“Fare…” del bene è qualcosa che “Fa…” bene:
indubbiamente

Ti basti anche aiutare la classica “vecchietta” a portare le borse della spesa, sino a casa. È una soddisfazione, di solito. Magari all’inizio “avevi qualcosa di meglio da fare”, tuttavia, poi… è sempre un successo di endorfine, di interiorità, di auto compiacimento. 

Sei stato utile a qualcuno: bello. 

È anche una terapia, per la verità. 

mercoledì 19 gennaio 2022

Le impronte.



Giustizia è fatta: sarebbe la frase finale di questa storia. Ma che cos’è davvero la giustizia? Ho sempre pensato che la vita non sia una bilancia, che pesa i torti e le ragioni. Il giusto e l’ingiusto sono territorio del relativo. E noi siamo soltanto puntini dispersi nel nulla, che cercano di capire quale strada prendere. Io ho perso il mio amico, Enrico. E certo: può essere considerato un fallimento. Però continuo a coltivare la speranza che alla fine nulla di ciò che facciamo per gli altri, si disperda completamente come polvere al vento. Che ogni piccolo gesto, ogni frase, ogni pensiero, fatto con amore, lasci un’impronta. Magari piccola ma che sia rintracciabile a lungo. E ora mi chiedo, quante e quali impronte siamo riusciti a lasciare nel corso del nostro cammino. E siamo sicuri di agire sempre in buona fede e con senso di responsabilità? Boh”.

Bruno Palmieri (Gigi Proietti)

Un mito:
il “nostro” Gandalf. 

Vedendolo ancora operare ne’ “Una pallottola nel cuore”, viene da commuoversi, perché… bè: 

con quella voce. 

E con quella sua dinoccolata andatura. Con quella simpatia innata. E con quella trama, poi. : giustizia è fatta (sarebbe la frase finale di questa storia). Ma… i suoi “dubbi” devono essere anche i nostri o, perlomeno, sono anche i Miei.  

Che cos’è davvero la giustizia...? Relatività (relativ3 a...).

Di certo, non quella che amministrano nelle aule della “giustizia”, come puoi perfettamente “vedere”, dal 2020 in poi (e non che prima fosse sostanzialmente diverso perché, semplicemente, questo potere si manteneva un passo dietro, nel backstage; mentre ora è perfettamente on air, teatralmente). 

L’accenno alle “impronte”, poi, è del tutto allineato con il Mio discorso relativo alla frattalità espansa (memoria ambientale o auto caratteristica motivo per cui tutto è verità e la verità è solo una)

Come descritto anche in Prospettiva Vita, seppure attraverso altro tipo di narrazione. Il “Boh” finale, poi, è la ciliegina sulla torta, nonché il momento finale.

Lo ricorderò per sempre, a prescindere da tutto, per la sua voce “prestata” allo Stregone Bianco nonché al famoso “Genio” ed al leggendario “Drago”, nonché ai due simpatici Devon e Cornelius. 

La sua voce è, ancora, magica: a tutto tondo, sferica

Un vero dono per tutti noi.
Più che una pallottola nel cuore, un Proietti(le) nella memoria.

martedì 18 gennaio 2022

L’arte di non andare da nessuna p-arte.



Si esordisca con una spolverata di “news”, usual-mode.

La corsa alle varianti a cui stiamo assistendo è legata alla poca efficacia nel tempo di questi vaccini… Il vaccino contro l’epatite B è per antonomasia uno dei migliori mai realizzati. E dura vent’anni…”.

Andrea Crisanti

15 gennaio 2022 Link

Crisanti è, fra gli “addetti ai lavori”, quello che ha cambiato di più “narrativa (personale)”. È probabile che quello che ha “visto”, indagando a Bergamo e dintorni (per quello che è successo agli inizi del 2020 in termini di “virus e pandemia” ma soprattutto per quanto concerne la “risposta” del Governo e del Ministero della Sanità, dei “medici” e degli “esperti” coinvolti dall’operazione “Tachipirina e vigile attesa” = intubazione e relativo decesso) sia stato sufficiente per saturarne l’indifferenza dimostrata per oltre un anno di comparsate in Tv. 

Tuttavia, ci si ferma ancora – al massimo – alla considerazione legata alla “poca efficacia” di questi sieri, mentre all’opposto… si tratta di una inoculazione forzata di una pozione venefica in grado di alterare il sistema immunitario degli individui, lasciandoli inermi alle prese con qualsiasi “influenza” esterna. 

È incredibile. Davvero:
questa volta
la Rivoluzione Industriale
pretende di
andarti a caratterizzare dentro.

Nonostante sia passato un anno dalla prima puntura, non smetto ancora di meravigliarmi ed indispormi per quanto sia andato e vada ancora in onda, nella più completa indifferenza di chi dovrebbe anzitempo controllare, anzi, prevedere. Oltre alle “bolle” che intrattengono tutti quei servomeccanismi che sarà sempre più difficile inquadrare ancora come “esseri umani”

Qualcosa di pazzesco succede e “tu” cosa fai? “Niente”.