In medio stat virtus… è una locuzione latina, il cui significato letterale in italiano è: “la virtù sta nel mezzo”. La locuzione invita a ricercare l'equilibrio, che si pone sempre tra due estremi, pertanto al di fuori di ogni esagerazione… L'espressione risale ai filosofi scolastici medievali, anche se già Aristotele nell'Etica Nicomachea (… il mezzo è la cosa migliore), Orazio nelle Satire (…c’è una misura nelle cose) e Ovidio nelle Metamorfosi (… seguendo la via di mezzo, camminerai sicurissimo…) avevano espresso un concetto similare…
Gli antichi, al solito, erano piuttosto pratici.
Dunque?
Mentre, la “traduzione delle traduzioni proposte” sembra, piuttosto, una “via” interpretata o codificata Anti-Sistemica-Mente. Il percorso che com-porta la creazione della figura del “giudice”, che sta “di mezzo” in una posizione che media tra gli estremi del “caso”, pur essendone “al di sopra” in ogni senso, non da ultimo gerarchicamente.
Ma ciò che “sente” SPS_IO, attraverso la propria Arte o Grande Opera, è per così dire, di più rispetto a quello che sembra, a quello che vai ad “ingaggiare”, a quello che ti dicono e dunque “sai” e poi diventi o “sei”, etc.
Sempre “non a caso”, infatti, nell’Anti-Sistema tu sei “tu”, non visto che “serve”, a cosa/chi non immagini più.
E se non l’immagini nemmeno, allora figurati la mente com’è messa:
intelligenza, logica, calcolo, etc. vengono sempre dopo, se non hai quell’apertura necessaria per espandere tutto ciò che percepisci, e che in assenza di tale esercizio di conseguenza diviene come molto volatile per alfine depositarsi in ferma auto convenzione da cui ogni convinzione.
Nel mezzo, allora, che cosa c’è, chi c’è e quale azione avviene come se fosse “norma”?