martedì 15 marzo 2016

La free energy de’ noantri (4)



Come mai non hai un lavoro?”.
Che lavoro fai?”…
Le domande ti inquadrano in maniera esatta, relativamente al “luogo comune” nel quale “sei”. E, “qua, così”, avere un lavoro è… tutto.
Se non “lo hai”, allora “non sei” nessuno. Non sei niente. Anzi, “sei un… senza lavoro, un disoccupato (uno/a che non fa... niente. Un perditempo. Un "buono a nulla")”.
Cioè, il fatto di avere o meno un lavoro, corrisponde ad un serio pregiudizio “collettivo”, sulla tua persona (qualcosa che si espande in ogni direzione e profondità, pretendendo di poterti raffigurare/capire per intero; una sorta di “razzismo” convenzionalmente accettato).
Le famiglie con problemi lavorativi, rientrano nei piani delle “agevolazioni per famiglie disagiate”.
 
Disagio = difficoltà, malessere, etc. Come se fosse una... malattia.

Perché “devi” lavorare? Per quale sottile motivo?
Per guadagnare denaro, nonché, “tempo”. Sì perché, senza denaro non hai nemmeno il tempo per poter sopravvivere, come tutti gli altri. Senza denaro “muori lentamente”, proprio come gli altri.
Ma… lo fai, in modo più “intenso”, andando a misurare la ruvidezza del reale manifesto emerso.
Vai a conoscere quel volto della società, che ti ignora… anche se guardi negli occhi tutte le persone che incontri per strada. Eppure, in oriente – nell’immaginario collettivo occidentale – sono proprio “coloro che rinunciano ad una simile condizione”, che hanno tutto il proprio tempo “liberato”, al fine di riuscire a trovare una via diversa per
  

lunedì 14 marzo 2016

La free energy de' noantri (3)



In “questo mondo, ci devi saper stare ('farti furbo').
In che senso?
In quello che... ti devi adattare per poter sopravvivere? Tutto qua? Si riduce a ciò, l’intero ambito della “tua” esistenza “qua, così”?
È lecito, allora, “semplificare” il tutto, paragonandolo ad una lotta senza fine di continuità e senza nessun “valore”, nemmeno in grado di scalfire la “cortina di ferro” del reale manifesto?
 
Presso gli antichi greci, esisteva il duopolio Atene/Sparta; pressi gli uni, si celebrava l’arte della “mente”. Presso gli altri, quella del “fisico”. Ossia, due espressioni facenti capo ad individui, del tutto identici, ma “diversificati per luogo di nascita (manifestazione)”:
  • era, infatti, “sufficiente” nascere qua o là (ed essere valutati “abili”, direttamente al momento dell’arrivo alla luce del Sole)
  • al fine di divenire “ateniesi o spartani”
  • assumendo, nel tempo auto educativo, la valenza una o altra.
Ma, prestandosi a questo, “dove andava a finire il cosiddetto ‘libero arbitrio’ individuale”? Dove… la relativa sovranità? Secondo quale “intento”, i neonati venivano destinati verso una precisa “direzione”?
Oggi, non è diverso. Se ci pensi bene, non è cambiato niente…
  

venerdì 11 marzo 2016

La free energy de' noantri (2)



La disputa sulla esistenza, o meno, della famosa “energia libera (e gratuita per tutti)” è, in realtà, un altro aspetto della “guerra tra impoveriti dentro (non casualmente)”; infatti, il contesto in questione è stato reso – e fatto decadere nell’arena del giudizio di parte, "esperto" – un aspetto che gli umani possono affermare “se esso esista o meno”, a prescindere “se esso esista o meno”.
Cioè, qualcosa che è “caratteristico/infrastrutturale”, diventa così… “possibile o impossibile, lato conoscenza di parte, esperta, umana”.
Disperdendosi nel mare magnum delle definizioni, del linguaggio, della grammatica e della fonetica, del credo e, non per ultimo, dell’interesse (status quo)… qualcosa che il “sapere” conta come il due di picche, anche perché la testimonianza della storia (seppure deviata) è come un bisturi affilatissimo, che afferma:
ciò che l’umanità conosceva (postulava), in un certo tempo, è sempre stato superato (in molti casi, persino smentito) dalle scoperte successive”. Vero?
Ergo, il ritenere la free energy come impossibile, non consiste in sé… anche un valido motivo, perenne, tale da ritenerla impossibile per sempre.
  
Quindi, qualcosa che è destinato a “cambiare, nel tempo (non l’esistenza della free energy, bensì, il paradigma umano che così la contempla)”, lasciando sempre aperto quello “spazio (Oltre Orizzonte)” che accoglie già sin d’ora (potenziale), quella data “dimensione del reale potenziale (non ancora riflesso nel reale manifesto)”.