martedì 10 novembre 2015

Sapere dentro.


Se le regole che seguivi, ti hanno condotto sino a qua. A che cosa servivano quelle regole?
Quei tre sono morti per cause naturali. Naturali per il mestiere che facevano…
Quello che provi tu non è una novità… Non puoi fermare quello che sta arrivando. Non dipende tutto da te
Non è un paese per vecchi
Le persone “sanno dentro”; lo sanno perché hanno vissuto e percepiscono, anche in altri modi, ciò che non si può provare.
  
Le persone, dunque, “sanno in due maniere diverse”:
  1. sanno dentro, a livello percettivo (quella percezione che non arriva per mezzo dei sensi, bensì, per mezzo dell’esperienza, del buon senso e di una certa “logica, che è al di là del mero interesse personale”). Questo sapere è mantenuto “segreto, in loro”, perché sanno anche che… nessuno crederà loro, pur sapendo quasi tutti che è così
  2. sanno dentro, a livello consuetudinario (quella percezione che arriva dai sensi e dalle logiche comuni, fatte di interesse, sopravvivenza, ego, opportunismo e paure). Questo sapere è fine a se stesso, ossia, è la gabbia che auto mantiene “qua, così”, senza colpo ferire nel senso che: al “terzo incomodo (quello che “gode”) fa gola che tutto rimanga inalterato nella sostanza e ciò che non succede, succede ormai in automatico, svincolando il Dominio dall’umanità... dominata per “delegazione”.
L’effetto “ali di farfalla” si diparte da una prospettiva molto superiore, rispetto a quello in cui credi, perché il reale manifesto è un piano inclinato dove domina l’inerzia e le leggi fisiche, la gerarchia impressa dalla “forma piramidale” e l’intento della grande concentrazione di massa del Dominio.
Il tutto permesso, di fondo, per via della ubiqua compresenza sostanziale della legge, strumento e memoria della frattalità espansa.
   

lunedì 9 novembre 2015

Flusso, forma (Dominio), manifestazione.



 
In cosa sei immerso/a? Il reale manifesto è il risultato di una “lavorazione” (per questo “il caso non esiste”) che parte da un flusso di possibile (chiamalo, se meglio credi “energia”), che altri non è che “una condizione di reale precedente ad un certo punto/momento”, interessato da una forma “statica” in attesa, che lo devia rispetto, quindi, ad un certo “prima”:
  • la forma è il Dominio
  • il Dominio è un ordine di umani che ha conseguito una grande concentrazione di massa, tale da risultare “un massimo giurisdizionale locale
  • così che la legge, strumento e memoria della frattalità espansa (il “Genio della lampada”) è obbligata a rimodellare quanto esiste, rimodulandolo in “quanto esisteva” ed, al contempo, autorizzando la trasposizione di informazione relativamente al Dominio (mittente) verso quanto viene ad esistere (destinatario). Questa proiezione “a propria immagine e somiglianza” modifica (1) quanto esiste in quanto esisteva con (2) il relativo shift (spostamento) di quanto era intenzionale... in quanto esiste.
Prima e dopo “l’impatto del flusso con la forma (angolo) di deviazione” = passato e presente.
   

venerdì 6 novembre 2015

La prospettiva: dal Dominio all'artista a te.



Se quello che fai "serve"... avrà successo.
La regola:
state all’interno
Succede spesso? Così spesso che lo noti appena
Robot overlords
Succede, così spesso, che lo noti appena = abitudine.
Un dato di fatto (1) da ricreare ogni volta, (2) da sfruttare e (3) da non dimenticare (dalla prospettiva di chi/cosa può mettere in atto il punto 1, per arrivare al punto 2).
Ora, chi/cosa è in grado di mettere in atto un simile meccanismo, sicuro al cento per cento?
Tu? Tu pensi che, è così... solo se entri a far parte di “qualcosa”.
Ma... in quel qualcosa, quale ruolo avrai? Quale potere incarnerai? Quali fattori ti manterranno nelle regole. Regole scritte da chi/cosa? Etc. etc. etc.
La struttura di comando piega tutto il resto a forme piramidali di “ricezione/ascolto (delegazione)”. Non importa a quale livello ti ritrovi, funziona sempre così “qua, così”. Una sola realtà manifesta (una ed una sola) che lascia fuori, ciò che è riuscita a farti dimenticare
 
Esiste? Non esiste? Solo una questione di "prospettiva".
L’Uno, dunque, che cosa è? Un riflusso di qualcosa di più grande, che non riesci più a far tuo. L’uno, nello status quo, diventa – tuttavia – solo ed esclusivamente lo… status quo, che difende se stesso alterando ogni termine disallineato (disallineato per via della funzione di memoria della frattalità espansa, che è nella sua sostanza neutrale).
L’Uno “qua, così” è tutto, matutto ciò che appare, ossia, ciò che deriva dalla non apparenza apparente del Dominio.
Ergo:
non ti sembra più di avere nessuna via di “riuscita”.
Per cui, ti adegui perché consegui.
L’alternativa sostanziale diventa sempre meno visibile, annichilendo nel campo del possibile e condensandosi nell’impossibile (prima) ed infine scomparendo del tutto anche da lì.
Se tu non pensi a qualcosa, significa che non la immagini nemmeno e se non la riesci ad immaginare, per te, significa che “non esiste, anche se c’è”.