martedì 21 aprile 2015

Nulla di nuovo, nulla di fatto (2).



 
"Nulla di nuovo" = niente che cambia nella sostanza, lo status quo.
"Nulla di fatto" = lo status quo.
Non qualcosa “da divenire (cambiamento, trasformazione)” ma qualcosa che “si è dimenticato”.
Così, (ti) spieghi perché dal passato (antichità) giungono “voci lontane” di una sapienza “fuori luogo”, dal “tuo” punto prospettico.
Che cosa sarà successo?
Beh... pensa, più in "piccolo" (ma in maniera frattale) a come frutti molto di più “far spar(i/a)re” un “vip”, piuttosto che accontentarsi di dividersi le briciole, che cadono dalla tavola del proprio “cliente vip”:
Michael Jackson, ecco come ha guadagnato 150 milioni di dollari nel 2014.
Tour, dischi e duetti:
a 5 anni dalla morte, il Re del Pop continua a macinare soldi. Merito di un'oculata gestione della sua sterminata opera e, soprattutto, della sua immagine...
Link
Ecco(ti) “la fabbrica della morte dei vip”. Ad esempio:
Whitney Houston: la figlia si sveglia dal coma?...
Link
L’elenco dei vip morti “in circo(stanze) misteriose” è molto lungo e quanto mai “sospetto”.
La creazione di un “mito/leggenda” vale oro, al di là di tutto ciò che rap(presentava) il successo della stessa persona, quando era in Vita.
La trasmutazione in “simbolo” rende molto denaro a chi de(tiene) i “diritti”. Ossia, a quel seguito di individui/società, che curavano la carriera del proprio “assistito” in qualità di “parti minoritarie”, rispetto a ciò che incamerano “ad vitam”, in seguito alla scomparsa dello stesso (che non incide più fisicamente, nella divisione della "torta").
Una scomparsa che fissa per sempre, a livello simbolico, la figura di ciò che di(viene), ad ogni effetto, una vera e propria “gallina dalle uova d’oro”.
Non sarà difficile (ri)pubblicare il “meglio del meglio”, qualche “inedito”, unita(mente) ai gadget più svariati ed alla riscossione dei diritti d’ogni tipo, ereditati dalla gestione del “defunto vip”.
Di tanto in tanto… all’elenco si aggiunge qualche nuovo “arrivato”.

lunedì 20 aprile 2015

Nulla di nuovo, nulla di fatto (1).




Ciò che "vivi/ti capita" va a costituire una "rete, con te". Ti caratterizza.
E, ciò, "te lo porti dietro" sino quando non te ne accorgi e sino a quando non (ri)esci a sbrogliarti dalla rete.
Ogni umano "si porta dietro qualcosa di simile". Una zavorra non avvertita come tale, ma "solo" come un certo senso di "pesantezza".
In “giro” c’è informazione (segnale che “forma per l’azione”) buona e cattiva. Le due polarità in questione, non sono “orientabili” in senso assoluto, venendo meno la "comprensione" (ricordo, memoria) del senso dell’esistenza umana.
Ossia, “se non sai che cosa ci fai qua, così”… che cosa puoi trarre da qualsiasi scala di valori diretta(mente) raggiungibile attraverso l’esperienza?
Dove vai? Dove andrai, se non… dove ti spinge quella corrente Globale che, d’insieme, non ti sembra nemmeno esserci, seppure “tutto scorra” di (con)seguenza (inerzia) verso il... "futuro/destino"…
In questo “tuo” errare senza senso né direzione, (ri)assumi entrambi i "valori di scala" per emulazione (in)diretta, estraendoli dal contesto comune (moda, tendenza, legge, credo, paradigma, status quo, etc.) e... "facendoli tuoi" (rete).
In questo “tuo” errare, con(senso) e con direzione inerziale, quindi, ti limiti a (s)correre con la corrente più forte e sempre più “unica”. Qualcosa che registri sottil(mente). Qualcosa che ti (ri)trovi a dover (e)seguire, per mancanza di altra direzionalità, visto che… tutto sembra avvolto da una nebbia, tendente al (man)tenimento di uno stato ®aggiunto da tempo (in)definibile, (s)eppure definito.
È “solo” che… “non (ri)cordi”. Tutto qua. He He…
Il “buono e/o il cattivo” sono, allora, solo delle inclinazioni relative ad un giudizio (lettura) angolare frutto della prospettiva individuale e d’insieme (allo stesso tempo).
Come (ri)leggi ciò che (ri)accade nella lavagna del reale (intessuto)?
Alla luce di quale “punto di vista”?
Secondo quale “interesse”?
In base a quale forma di “sapere”?
Su quale “®assicurazione”… che sia “giusto” così?
  

venerdì 17 aprile 2015

La (pre)visione del futuro (intenzione).


 

L’ira di Dio saprà sempre dove trovarvi
Il Destino Di Un Guerriero – Alatriste
Perché “Dio” dovrebbe essere… irato?
Come puoi constatare, per quello che “vale” – per te, una citazione presa da un film:
  • non viene usato il termine “cercare” (“Dio saprà sempre dove cercarvi”)
bensì
  • viene usato il termine “trovare” (“Dio saprà sempre dove trovarvi”).
I termini del linguaggio, ti "identificano frattal(mente)".
Più sei "preciso/a" e... più "ci sei", pena il ruotare in eterno nei loop (con)sequenziali, che ti fanno "(ri)cercare in eterno".

Lo sai, ormai; in SPS si “ragiona” attraverso la logica della frattalità. 
Ossia, mediante la (ri)assunzione del “tutto” (ciò che ti caratterizza, fuori e dentro), da una prospettiva angolar(mente) “non convenzionale” (come le misure messe in campo dalle banche centrali, con il pretesto di risolvere lo stato di crisi):
- il frattale è, per SPS, una polarizzazione molto simile al concetto di imprinting o di radioattività (ad immagine e somiglianza “sostanziale” di…)
- derivante da una (com)presenza, anche non manifesta, a maggiore “impatto incisivo” in uno scenario di ri(ferimento) comune, molto spesso ritenuto unico e senza alternativa (o, meglio, senza memoria)
- motivo per il quale, non sembra mai possibile delineare “la” causa che, posta all’origine – come un filtro – (ri)esce a man(tenere) la (ri)f(orma) del reale (con)seguente, (d)entro al proprio “solco dell’aratro”
- motivo per il quale, la “natura degli avvenimenti” sembra sempre avvolta in loop, o cerchi concentrici senza via di uscita e di collegamento tra essi (divisione, separazione, specializzazione, annichilimento, apparenza, controllo, destino, etc.).
Se pensi di conoscere un frattale, è solo perché hai letto qualche accenno dall’opera di Mandelbrot, ad esempio; e, solita(mente), il frattale è un “disegno/forma che si replica all’infinito”…
Questa estrema semplificazione, nonché linearizzazione e disinnesco, della condizione frattale della realtà (ri)emersa, cor(risponde) all’intenzione “della causa prima, non manifesta” (Nucleo Primo) di (man)tenere lo status quo, in quanto “momento angolare di lettura della memoria collettiva”, secondo un angolo di incidenza (riferimento) che per(mette) di filtrare/(de)codificare un certo tipo di “informazione”, omettendo/(tra)lasciandone tutta la rimanenza.