mercoledì 16 aprile 2014

L’orientamento verso casa.


Ecco, se le luci dell’abitacolo non fossero andate in corto, non avrei mai potuto essere in grado di vederla (la scia verde fosforescente delle alghe, frullata dalle eliche delle grandi navi, che guida verso casa), quindi non si sa mai quali siano gli eventi che ti riporteranno a casa
Apollo 13

L'uomo non possiede che due certezze assolute:
il piacere e il dolore.
Esse orientano tutta la sua vita individuale e sociale.
Gustave Le Bon 
Se è vero che una macchina “ragiona/calcola” attraverso le sole due coordinate 1 e 0, allora può essere che il complesso/computer umano, ragioni/calcoli analogamente… utilizzando l’orientamento, derivante dalle sensazioni di dolore e piacere, che altro non sono che “segnali elettrici derivanti dalla circuiteria organica, (ri)traducente ciò che a livello sensorio ha captato, in relazione ad un incrocio fisico/emotivo con una realtà diversa/esterna, rispetto alla stasi/equilibrio in cui versa l’intero organismo, sinonimo di se stesso”.
Ci sono, in questa direzione, delle circostanze convenzionali, centrali nei confronti del ragionamento da cui si trae la sensazione di “essere ed esserci” (chi sei).
Le convenzioni sono relative a quel presunto equilibrio, che funge da “livello zero”, l’alterazione del quale (ri)traduce il segnale per il Pilota, nella direzione che “qualcosa è accaduto/variato”.
Il dolore o il piacere vanno, cioè, a modificare lo stato di “stand by”, che caratterizza lo Human Bit. Stato di "equilibrio convenzionale", che in realtà può equivalere a qualsiasi situazione che l’esterno provoca  (pressione) su quello interno.
Una condizione, per esempio, di schiavitù… convince per asfissia quotidiana prolungata nel Tempo, (ri)configurando l’interno ad una posizione di equilibrio del tutto particolare; non soddisfacente ma risultante del tutto “normale”, lungo l’asse del Tempo e della (im)possibilità presunta di alternativa.

Il dolore ed il piacere orientano, quindi, verso gradazioni di equilibrio diverse. Pertanto non sono, queste coordinate sensoriali, in grado di fornire una rotta esatta per il ritorno a casa del vascello umano.
 

martedì 15 aprile 2014

Il richiamo Animico ed il Pilota.


 
La nuova carta, la mia carta, rappresenta in modo egualitario tutti i paesi della Terra.
Arno Peters

- Che stelle sono? Non conosco questa costellazione.
- Non sono stelle… Sono lucciole. Devi fare piano. Se no, si spaventano e non brillano più. Quando mi manca il cielo, vengo qui…

The Host
Quanto, il proprio modo di “vedere”, modifica la realtà? E, dunque, che cos’è la realtà, dal momento in cui esiste ed esisterà sempre un "essere" in grado di osservare a proprio modo la… realtà ed... imporla agli altri?
 
Ancora una volta si è alle prese con un – apparente – circuito a loop.

L’attuale versione del firmware mentale (ri)sente di un imprinting chiaramente “chiuso in se stesso”. Questa traccia frattale è utile al fine di comprendere “quanto si sia chiusi entro se stessi, il che significa contemporaneamente che il gradiente di chiusura è dunque relativo e spalmabile all’intera realtà, percepita come unica e senza alternativa”…
Il mito della caverna, di Platone, rende molto bene questo “senso”, che SPS trova quotidianamente il modo di portare ad emersione, al fine di mantenere centrale quella prospettiva, in grado di (ri)attivare quelle parti di “software” spentesi, in seguito all’aderenza totale verso il paradigma 3d auto intrattenente.
Che cosa pensi a proposito dell’Anima? Certamente il tuo modo di “vedere ed immaginare” risente della modalità standard che, oggi, pensi di avere a disposizione come unica chance, nonché “lente” per l’inquadratura del tutto che ti circonda.

Ebbene, nonostante l’opera successiva, citata, sia ancora umana e, dunque, rientrante nello stesso loop che ti vincola, questo modo di espandere la modalità percettiva dell’intorno umano, è molto utile per giungere a comprendere che:
tutto ciò che ti convince attualmente è sempre e solo una versione alla moda, del più ampio significato che esiste, al di là di tutta quella serie di convenzioni, che tendono a mantenerti stabile nel proprio vortice, attorno ad un centro che, evidentemente, non è il tuo… anche se a girare sei tu!
 

lunedì 14 aprile 2014

La prospettiva ridefinisce il proprio "cielo".


 
La “visione di parte”, frutto di un attaccamento egoico o d’interesse, prevale usualmente in questa realtà affiorata alla superficie dei sensi e del senso umano.
La prospettiva attraverso la quale si inquadra il tutto si è (è stata) livellata ad un strato di piattume tale, da poter considerare le immagini dell’Universo come facenti parte di una “pellicola” disposta come scenario di (s)fondo, per quello che l’occhio umano crede, dunque, di vedere.

La “lontananza” gioca brutti scherzi alla prospettiva e, sulla Terra 3d attuale, l’individuo è lontanissimo da quel livello di consapevolezza tale da riportare il ragionamento multi prospettico al proprio posto di guida del “complesso umano”…
L’errore di parallasse in gioco, crea effetti illusori che (ri)dipingono ogni lacuna, in "vuoto magico" (Big Bang, atomo, etc.) dal quale è nato tutto ciò che oggi viene considerato “naturale”.
Un “artifizio” ha preso il posto della certezza derivante dall’autentica posizione dell’Essere Umano, quando “è” ed “ha” di conseguenza.
Attualmente, invece, l’individuo “ha”... come conseguenza del “non è”.

L’avere, polarizzato di negativo (non essere), sorregge un insieme di infrastrutture, evidentemente caricate di negativo. È come avere implementato in sé, una porta invertente del proprio segnale, che continua ad essere “positivo” ma risulta sempre in uscita “negativo” (l'inversione è relativa all'umano - dall'interno verso l'esterno - anche se il meccanismo percepito frattalmente a livello scientifico, è inerente ad una inversione che avviene dall'esterno verso l'interno.
Infatti, il Nucleo Primo è "esterno" rispetto al singolo individuo).
Ovvio, una simile visione, è auto costruita in maniera tale da orientare i concetti espressi, attraverso e secondo la fruizione logica, lessicale e convenzionale dell’interfaccia del linguaggio, così come è attualmente utilizzato in questa fase della storia deviata.