martedì 12 novembre 2013

Essere ed Esserlo.



Assistendo con la giusta “intensità” alla proiezione di un film, ascoltando la relativa colonna sonora e venendo in un certo senso “rapiti” da quell’insieme che si genera dentro di sé… avviene come una sorta di miracolo. In maniera inaspettata ci si trova coinvolti nella vicenda di “fantasia”, a tal punto che… la vicenda stessa diventa “autentica” per quella parte di noi regolata dalla potenza di elaborazione della mente.
Per la mente, l’input proveniente dal mix audiovisivo è reale, per cui essa ordina un comportamento delle parti come sequello che "vedi" stesse capitandoti davvero. Solitamente si prendono le parti del personaggio principale o, chissà, di colui o colei che maggiormente rispecchia un certo status quo individuale.

Se, allora, la mente si adatta a qualsiasi scenario sufficientemente “emotivo”, che cosa accadrebbe se "quello scenario cinematografico" corrispondesse al Mondo reale (3d)? Se quello scenario diventasse improvvisamente, per sua “estensione”, il Mondo esterno alla sala di proiezione? Se la continuazione del film divenisse la tua Vita? Se non si riuscisse più a scindere il film dalla presunta ed abituale realtà?

Dopo un certo periodo di Tempo, la mente e l’intero complesso umano, si abituano a qualsiasi avvenimento. La memoria, gioco forza, si adatta progressivamente non appena le generazioni iniziano ad “accatastarsi”, con il risultato sempre più evidente di “scordare le origini di un fenomeno di Massa” (ere).


È semplice constatare che un film corrisponde a quell’opera frutto dell’ingegno, della “sensibilità”, competenza, passione, interesse, di umani. Umani che sono alla base di tutte quelle varie mansioni, che occorrono al fine di realizzare l’opera finale.
Non esiste solo il livello della produzione e della regia. Esistono molti altri livelli, a cascata, necessari per condurre in porto le varie fasi di lavorazione.  
 

lunedì 11 novembre 2013

La firma.



 

Firma… Il termine deriva dalla parola latina firmus, nel senso di definito, inamovibile…
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Quanto è convenzionale questa definizione di firma? Basti pensare a quanti decreti legge siano stati firmati e poi regolarmente "superati" o a come un contratto firmato e sottoscritto abbia una scadenza. 
La firma, dunque, sembra essere un sigillo “inamovibile”, solo nel senso più stretto del termine e cioè quando va a designare il termine di un lavoro, che nelle 3d per coerenza sarà sempre un termine Temporaneo (apparenza)...
Infatti, nel reame fluido del Tempo 3d, nessun "lavoro" è mai definitivamente terminato (è la visione parziale delle "cose" che convince di ciò).
Con la firma si va, dunque, a chiudere provvisoriamente un certo ambito contrassegnato da una fine apparente, relativa ad un certo contesto ed alle sue “problematiche”…

Utilizzando solo il concetto usuale, che è annesso al vettore del “termine”, si può affermare tutto ed il contrario di tutto. Infatti, questa interfaccia tanto indefinita (linguaggio), è divenuta convenzionalmente sempre più densa di espressioni dubbie, cangianti, mutevoli ed (auto)ingannanti. 

La legge è arbitrata ed amministrata attraverso utilizzi convenzionali dei termini che, molto spesso, non sono nemmeno capiti e capibili dalla Massa. Una convenzione che indica un significato (Costituzione) ma ne vale un altro, in quanto a “peso specifico” (paradigma), in grado di raggiungere persino la polarità opposta della valenza "firmata" (valore d'apparenza).
 

venerdì 8 novembre 2013

La felicità sociale del popolo.


 
 
L'errore non diventa verità solo perché si propaga e si moltiplica. E la verità non diventa errore solo perché nessuno la vede.
Gandhi
È un gioco delle parti da cui togliersi (non fuggire), dove “errore e verità” (i due poli) sono solo i limiti previsti dalle regole attuali; le regole comprendono ciò che la mente configurata riesce a/può raggiungere.
Applicando l’Analogia Frattale, la frase di Gandhi afferma sottilmente che:
qualsiasi “f(atto)” è allo stesso Tempo “errore e verità”. La differenza di “spin” è determinata dal “vedere”. Qualsiasi cosa l’umano (massivamente) “vede”, la trasforma in errore, pur essendo verità.
Lo strumento è dunque l’umano o per meglio dire:
  • lo strumento è l’individuo
  • mentre la Massa è ciò che trasforma in errore la verità.
È l’insieme che distorce, non l’unità che, presa nel proprio contesto… “conosce anche senza conoscere” (sa).

L’insieme, la Massa, produce distorsione perché nel grande numero vi si rispecchia la media e la media, nelle 3d, è necessariamente polarizzata negativamente, essendo questo piano auto educativo. È come andare in un luogo caratterizzato da una certa funzione, ad esempio, le terme. Chi pensi di trovare alle terme? Molto probabilmente una persona che ha “problemi di salute o di stress”.
 
Se vai in Spagna, trovi gli spagnoli.

Non solo. Chi trovi, anche se in minoranza? Altre persone di altre nazionalità. Non solo:
altre specie viventi.
Questo frattale è più che sufficiente, “a casa mia”, per affermare che:
esistono livelli di appartenenza diversi, pur essendo le manifestazioni contenute apparentemente/concretamente nel medesimo ambiente (contenitore).