venerdì 6 settembre 2013

La “rovesciata”.




Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso.
Fëdor Dostoevskij

Ma rovesciategli addosso anche tutti i beni terreni, immergetelo fino ai capelli nella felicità e anche allora lui, l'uomo, anche allora, per mera sconoscenza, per mera monellaggine, farà qualche porcheria. Rischierà perfino il pampepato e a bella posta desidererà la più rovinosa sciocchezza, l'assurdità più antieconomica, unicamente per mescolare a tanta positiva saggezza il proprio pernicioso elemento fantastico. E nel caso gli mancassero i mezzi, s'inventerebbe la distruzione e il caos, s'inventerebbe ogni specie di tribolazioni, ma di testa sua farebbe!
Fëdor Dostoevskij
Il termine “rovesciare” è illusorio (a sua volta). Del resto, tutti i termini lo sono.
Che cosa esattamente “vai a rovesciare”? 

Rovesciare è “far uscire da un qualcosa che contiene qualcos’altro, per vedere che cosa c’è dentro”. 

Rovesciare è “ribaltare qualcosa”.

Ma, ribaltare, non significa “cambiare”, significa bensì solo ed esclusivamente “girare al contrario per osservare”:
voltare dalla parte opposta al diritto...
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Che cos’è il “diritto”? Una memoria, ciò che a memoria si ricorda, ciò che per uso convenzionale si pratica. Ossia?

Ciò che è "senza verso" e trova verso per l'uso massivo…

La Terra 3d è orientata verso qualche punto cardinale?
No. Essa ruota e ciò che è Nord, ad esempio, è un punto d’accordo umano, imposto alla Massa al fine di continuare l’esperienza esistenziale in maniera pratica, comune e… controllata.

Non esistono punti cardinali, come non esiste il "sopra ed il sotto".


giovedì 5 settembre 2013

L’ordine.


 
 
Diffidate di chi viene a mettere ordine.
Denis Diderot
Ti sei mai accorto di quell’imbarazzante ordine interiore che, puntualmente, caratterizza l’imballaggio di un prodotto (organizzazione) – tipicamente elettrico/elettronico. È un tipo di ordine “imbarazzante”, per la sua metodica, funzionalità, precisione anti spreco di spazio e strategia a monte… soprattutto se paragonato a quell’ampio ma apparente “disordine”, che caratterizza la percezione del vivere sociale (disorganizzazione).

È come se, allo stesso Tempo, tutto è sia ordinato che disordinato.

Chi è al corrente delle metodologie di packaging relative alla fase di prevendita e pre trasporto di un prodotto? Chi, fisicamente, esegue il lavoro? Macchine o umani?

Lo sa solo chi è un diretto interessato:
  • imprenditore
  • quadri ed operai specializzati
  • funzionari esterni.

Oppure chi è indirettamente interessato:
  • studioso
  • appassionato.

Tu, qualora non rientrassi in queste sommarie categorie, che cosa rappresenti?
Il “consumatore” del prodotto, così ben disposto nel suo contenitore.

Quando lo compri ed apri la scatola, la perfezione dispositiva che lo annuncia è pressoché perfetta.

Tutto è organizzato in maniera tale da ridurre l’ingombro e garantire la sua “sicurezza”.
C’è una “garanzia” all’opera. Una promessa.

La cosa “imbarazzante” è che una volta disimballato il tutto, difficilmente si riesce a ricostituire quell’ordine spezzato dal tuo intervento (osservatore).

 

mercoledì 4 settembre 2013

A cosa credi?



Gli uomini credono volentieri ciò che desiderano sia vero.
Giulio Cesare 

A cosa credi? Che cosa desideri?

Se l'eterno ritorno è il fardello più pesante, allora le nostre vite su questo sfondo possono apparire in tutta la loro meravigliosa leggerezza.
Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza è meravigliosa?

Milan Kundera
Con lo “Schema dell’Anima”, SPS compie un passo in avanti nella decodifica del "geoide energetico della (im)possibilità” (consapevolezza). 

La citazione da Kundera inquadra quanto evinto, attraverso la quotidianità dell’essere presenti e aperti alla sincronicità (Analogia Frattale e modalità di ricezione insita nello “scrivere/captare/concentrarsi”)…
L’eterno ritorno è un “attimo congelato nel Tempo”; qualcosa vissuto come una interferenza e dilatato nell’esperienza ridondante di Vita 3d. In realtà, la particella “eterna” è richiamata da ciò che le è affine (Anima), ma la sua percezione nelle 3d è come sottoposta a “correnti” di ordine (bio)diverso, che ingarbugliano il campo percettivo e sensoriale (logico e non) dell’ibrido umano, caratterizzato dal “frammento animico” capace di donare Vita eterna.
Il “ritorno” è un moto vettoriale multidimensionale, che riconduce alla “casa dell’Anima”.

La trasformazione necessaria, al fine di esaudire l’intenzione animica, è un fatto da acquisire e mettere in pratica. È come il trovare la via d’uscita da un labirinto (in questo caso, un labirinto apparentemenre nonsense)…