giovedì 5 settembre 2013

L’ordine.


 
 
Diffidate di chi viene a mettere ordine.
Denis Diderot
Ti sei mai accorto di quell’imbarazzante ordine interiore che, puntualmente, caratterizza l’imballaggio di un prodotto (organizzazione) – tipicamente elettrico/elettronico. È un tipo di ordine “imbarazzante”, per la sua metodica, funzionalità, precisione anti spreco di spazio e strategia a monte… soprattutto se paragonato a quell’ampio ma apparente “disordine”, che caratterizza la percezione del vivere sociale (disorganizzazione).

È come se, allo stesso Tempo, tutto è sia ordinato che disordinato.

Chi è al corrente delle metodologie di packaging relative alla fase di prevendita e pre trasporto di un prodotto? Chi, fisicamente, esegue il lavoro? Macchine o umani?

Lo sa solo chi è un diretto interessato:
  • imprenditore
  • quadri ed operai specializzati
  • funzionari esterni.

Oppure chi è indirettamente interessato:
  • studioso
  • appassionato.

Tu, qualora non rientrassi in queste sommarie categorie, che cosa rappresenti?
Il “consumatore” del prodotto, così ben disposto nel suo contenitore.

Quando lo compri ed apri la scatola, la perfezione dispositiva che lo annuncia è pressoché perfetta.

Tutto è organizzato in maniera tale da ridurre l’ingombro e garantire la sua “sicurezza”.
C’è una “garanzia” all’opera. Una promessa.

La cosa “imbarazzante” è che una volta disimballato il tutto, difficilmente si riesce a ricostituire quell’ordine spezzato dal tuo intervento (osservatore).

 

mercoledì 4 settembre 2013

A cosa credi?



Gli uomini credono volentieri ciò che desiderano sia vero.
Giulio Cesare 

A cosa credi? Che cosa desideri?

Se l'eterno ritorno è il fardello più pesante, allora le nostre vite su questo sfondo possono apparire in tutta la loro meravigliosa leggerezza.
Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza è meravigliosa?

Milan Kundera
Con lo “Schema dell’Anima”, SPS compie un passo in avanti nella decodifica del "geoide energetico della (im)possibilità” (consapevolezza). 

La citazione da Kundera inquadra quanto evinto, attraverso la quotidianità dell’essere presenti e aperti alla sincronicità (Analogia Frattale e modalità di ricezione insita nello “scrivere/captare/concentrarsi”)…
L’eterno ritorno è un “attimo congelato nel Tempo”; qualcosa vissuto come una interferenza e dilatato nell’esperienza ridondante di Vita 3d. In realtà, la particella “eterna” è richiamata da ciò che le è affine (Anima), ma la sua percezione nelle 3d è come sottoposta a “correnti” di ordine (bio)diverso, che ingarbugliano il campo percettivo e sensoriale (logico e non) dell’ibrido umano, caratterizzato dal “frammento animico” capace di donare Vita eterna.
Il “ritorno” è un moto vettoriale multidimensionale, che riconduce alla “casa dell’Anima”.

La trasformazione necessaria, al fine di esaudire l’intenzione animica, è un fatto da acquisire e mettere in pratica. È come il trovare la via d’uscita da un labirinto (in questo caso, un labirinto apparentemenre nonsense)…

martedì 3 settembre 2013

“Dio e il Creatore”, per come li conosci, non esistono.


Oblivion

Oblivion
La sventura non già unisce, ma divide gli uomini, e perfino là dove sembrerebbe che gli uomini dovessero essere legati dall'affinità del dolore, si commettono molte più ingiustizie e crudeltà che tra gente relativamente soddisfatta.
Anton Čechov

L’umanità è separata in “casa”. L’individuo, l’atomo umano, è separato “in se stesso”.

I continenti si sono separati… ma a furia di allontanarsi, si avvicineranno (la Terra 3d è un nastro di Mobius).

Un paradosso? Per niente. La forma della Terra 3d li obbliga ad avvicinarsi tramite relativo allontanamento:
  • riesci a vedere il loro allontanarsi?
  • riesci a vedere il loro avvicinarsi?
Se vedi l’uno, non puoi non vedere anche l’altro. Se ciò accade, se tale miopia si avvera, allora è vivo in te un principio separatore convenzionale, ossia… sei sotto ipnosi

Perché, non sei tu a pensare ma qualcosa che utilizzi come impianto visivo del pensiero. Non vedi quello che accade. Vedi quello che hai fissato nei pensieri. E, nei pensieri, non sei tu che hai il diritto esclusivo di “scrittura”.

Il tuo inconscio è stato invaso e conquistato. Ricorda:
  • ciò che lasci viene preso.