mercoledì 11 gennaio 2012

Morire per abitudine.




E fin qui, a quanto risulta, la situazione è la stessa per l'animale e per l'uomo. Qualcosa cambia però, e questo è importante, nel momento in cui l'uomo non acquista più per se stesso un'abitudine ma la riceve in eredità dai suoi genitori, dalla sua cultura

In primo luogo egli non conosce più le ragioni che hanno originato la prescrizione di quel determinato comportamento.

Il pio ebreo o il musulmano aborrono la carne suina senza essere consapevoli del fatto che sono stati i pericoli di trichinosi a spingere i legislatori al severo divieto. In secondo luogo poi la riverita figura del padre subisce nel legislatore, a causa della distanza temporale e mitica, un'apoteosi che fa sembrare divine tutte le prescrizioni che risalgono a lui e l'infrangerle peccato. 
Konrad Lorenz

Oggi cercherò di muovermi ‘leggero’ tra le  informazioni che ho opportunamente raggranellato nella Rete. Il mio operato consiste ‘d’ago e filo’ nell’unificazione sincronica di verità sparse nell’insieme confuso della strategia Antisistemica dell’abbondanza informativa, esatto contraltare della trascorsa modalità inerente all’ignoranza informativa.

Gli ambiti si sono rovesciati rispetto ad un certo passato, ma l’intenzione del paradigma è sempre quella, ossia di ‘confondere gli smarriti’. Lorenz pone una riflessione ‘secca’ e tagliente: il genere umano - non conosce più le ragioni che hanno originato la prescrizione di quel determinato comportamento.

Trasformiamo questa verità in un punto di consapevolezza e chiediamoci allora il ‘perché’? Non solo, cerchiamo di identificare i nostri comportamenti abitudinari, dettati da consuetudini e da ‘giri oziosi del fumo’. Scrivevo, anche ieri, che l’abitudine è il riflesso frattale di una legge Universale di ‘virtuosità’ nell’amministrazione delle proprie ingenti risorse. 

Tutto cerca di ‘approdare’ ad un loop energetico, grazie al quale 'meglio amministrarsi'. È semplice capire questo concetto osservando la Natura, o meglio, la perfezione della Natura, in cui nulla è per caso e dove il concetto di ‘spreco’  non esiste. La Natura ha trovato il modo di ‘ingegnerizzare’ al meglio l’abitudine. Probabilmente esistono delle eccezioni, per cui non ha senso andare a cercarle, ma semmai ha senso inquadrarle nella conferma della regola.

Il punto focale è che ‘non sappiamo il vero motivo che ha dato luogo alla cerchia abitudinaria’ che oggi ci contraddistingue. La biodiversità, all’opera globalmente, ci porta a comprendere che le abitudini umane in voga in un certo luogo non esistono in un altro, dove potremmo addirittura assistere al ribaltamento comportamentale legato alla stessa abitudine. Osservando il passato, ciò diventa molto più chiaro. Ecco alcuni esempi 'eclatanti':
  • schiavitù umana
  • lavoro minorile
  • crociate
  • santa inquisizione
  • razzismo.
Queste ‘abitudini’ nel Mondo occidentale sono pressoché state ‘corrette’. Certo, esistono ancora sotto altra forma sottile, tuttavia le ‘cose’ sono cambiate rispetto al periodo storico a cui mi riferisco inconsciamente e che certamente si comprenderà facilmente senza entrare nel particolare.

Che cos’è la ‘Trichinosi’, a cui si riferisce Lorenz, e a cui si riferivano i ‘legislatori’ del passato? Una malattia che si trasmette mangiando carne animale:

La trichinellosi (meglio che trichinosi) è una zoonosi parassitaria causata da nematodi appartenenti al genere Trichinella di cui oggi conosciamo otto specie diverse… ed almeno tre genotipi distinti. È stato calcolato che circa dieci milioni di persone sono a rischio nel mondo...
 
La Trichinella ha un ampio spettro d'ospite, dall'uomo agli uccelli ed in alcuni casi anche i rettili, a seconda delle varie specie.
 
L'unica modalità di contrazione dell'infezione è quella legata all'ingestione di carne cruda o poco cotta proveniente da un ospite infetto.
 
La malattia è caratterizzata da due fasi: una enterica con sintomatologia a carico dell'apparato gastro-intestinale, legata alla presenza degli adulti a livello intestinale ed una parenterale, dovuta al passaggio in circolo delle larve L1, caratterizzata da miosite, edemi localizzati soprattutto al volto e manifestazioni orticarioidi.
 
Inoltre le larve della Trichinella Spiralis, quando ingerite, vanno ad incistarsi nei muscoli scheletrici dell'ospite. Una complicanza talora fatale è la cosiddetta neurotrichinosi, caratterizzata da encefalite e/o miocardite...
 
La trichinellosi è una malattia di interesse veterinario, in quanto essa è presente soprattutto nei suini e nei cinghiali. Inoltre un'altra specie animale particolarmente interessata dalla trichinella è la specie equina. Altre specie sono rappresentate da animali selvatici, come i lagomorfi (lepri, conigli nani ecc.). Gli animali sono colpiti dai parassiti in particolare nelle masse muscolari. Il muscolo più interessato è il diaframma (pilastri), seguito dai masseteri, i muscoli intercostali.
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Dire che:
  • la trichinellosi è una malattia di interesse veterinario
  • l'unica modalità di contrazione dell'infezione è quella legata all'ingestione di carne cruda o poco cotta proveniente da un ospite infetto.
Risolve la questione? Nel senso che, allora, basta cuocere ben bene la carne? L’interesse è veterinario ma la specie colpita per ‘abitudine’ è quella 'dominante' umana, la quale potrebbe benissimo fare a meno di nutrirsi di questo potenziale pericolo. No? 

La ‘pigrizia’ comportamentale è una brutta bestia.

La mente erige paratie stagne nella possibilità di ‘cambiare’. Non si chiede il ‘perché’, ma ‘elabora input’. Ella ‘fa’ il proprio dovere alla perfezione e il Controllo lo sa molto bene, non avendo ‘dimenticato’. Allora, per cuocere ben bene la carne serve ‘energia’ e l’energia chi la fornisce? Pezzi di Antisistema, mentre l’energia vitale umana, lentamente, va alla deriva e alimenta con polarità ‘negativa’ l’osservatore parassitario che predilige ‘pietanze’ di siffatta bassa vibrazione. Il loop è servito

Strane abitudini vuote che svuotano:

Vi siete mai chiesti cosa introducete nel vostro corpo con l'alimentazione di tutti i giorni? Da dove vengono le bistecche, i petti di pollo, gli hamburger fumanti dei fast food consumati durante l'intervallo di lavoro? 
 
I manzi e i maiali rifiutano spesso di essere caricati sulle ‘tradotte della morte’ e quando vengono poi convogliati al loro ‘patibolo’, liberano ingenti quantità di adrenalina (l'ormone della morte) che verranno poi convogliate nella bistecca che ci verrà servita fumante a tavola...  Con i polli le cose non vanno meglio.  
 
Questi animali sono un ‘ottimo’ investimento per i produttori, che possono convertire granaglie in carne con una efficienza 5 volte superiore a quella riscontrata con i bovini ed i suini…
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L’ormone della Morte è relativo ad un processo naturale della Vita. Esiste, anche se non lo crediamo. Gli animali che vengono uccisi in moltissimi modi, truculenti o ‘coscienziosi’, rilasciano vibrazioni dell’ordine della 'paura folle', come è assolutamente comprensibile. Non serve il parere scientifico per ‘intuire’ questa verità, perché la Vita non si limita alla corporeità ma va ben oltre, facendo del discorso energetico il vero ‘corpus’ sul quale si fonda la manifestazione fisica, che scambiamo per l’essenza della Vita. 

Codice Disattivazione Ormone della Morte.
Io permetto che questa matrice disattivi l'ormone della morte nella ghiandola pituitaria.

Il proposito spirituale di questo codice è quello di disattivare la programmazione di morte che è contenuta nella ghiandola pituitaria e riportarle alla memoria della sua natura eterna, che è viva e felice, per sempre in connessione con la corrente di vita che è Dio.

Dopo la pubertà, dietro nostro mandato, il corpo invecchia.

La ghiandola inizia a produrre l'ormone della morte ed istruisce anche le altra ghiandole in modo che anch'esse agiscano secondo questo stesso ordine (cfr. 'Nuove cellule nuovi corpi' di Joanna Cherry). Questa programmazione cancella totalmente la vera funzione della ghiandola pituitaria che è quella di produrre un ormone di rinnovamento di vita e di luce

Vi raccomando di usare prima questo codice perché, fino a quando l'ormone della morte non è disattivato e la vita re instaurata, qualunque altro tipo di cura può essere sabotato da questa vecchia programmazione. Questo codice può essere utilizzato molte volte essendoci in effetti molti livelli della programmazione precedente incrostati a livello inconscio. Dopo aver usato il Codice 1 il corpo può aver bisogno di più riposo del solito poichè tutte le ghiandole endocrine ne devono essere liberate, specialmente le surrenali. Potrete vedere in maniera più cosciente alcune delle forme pensiero che stavano attivando la morte invece della vita

Mano a mano che diventate consapevoli di queste forme pensiero, nominatele in maniera cosciente e lasciatele andare verso la luce della verità.

Per aiutarvi a liberare tutto il vostro essere da queste vecchie forma pensiero potete recitare 7 volte (o multipli di 7) il mantra:

UE.A.NO.AH.RAE.A.PO.UE.A.NO.AH.RAE.A.PO.AH.

Quando si canta questa canzone con un'intenzione sacra, si crea un vortice/portale di energia che libera da qualunque vecchia energia bloccata, forme pensiero, ferite, e dà il benvenuto alla nuova energia che si sta allineando, alla vera essenza di tutti gli insegnamenti sacri. Questo mantra rende anche onore a qualunque guardiano che abbia finito il suo lavoro e lo libera, in modo che possa ritornare all'origine (per mezzo del vortice di energia), riposarsi e ricaricarsi. Inoltre il mantra dà anche il benvenuto ai nuovi guardiani

Essendo stata cancellata da questa programmazione la vera funzione della pituitaria, possono sorgere forti emozioni di dolore e di ira che dovranno essere liberate e sanate. Siate pazienti ed amorevoli con voi stessi in questo processo: a qualunque grado trasformiate l'effetto dell'ormone della morte questo rappresenta un valido regalo per tutti gli esseri perché aiuta a liberare questa matrice dalla coscienza collettiva…
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Veramente interessante anche perchè, ciò che si evince, è che esiste sempre un ‘antidoto’ per qualsiasi brutta abitudine. Si  parla di:
  • dopo la pubertà, dietro nostro mandato, il corpo invecchia
  • questa programmazione cancella totalmente la vera funzione della ghiandola pituitaria
  • fino a quando l'ormone della morte non è disattivato e la vita re instaurata, qualunque altro tipo di cura può essere sabotato da questa vecchia programmazione
  • potrete vedere in maniera più cosciente alcune delle forme pensiero che stavano attivando la morte invece della vita
  • si crea un vortice/portale di energia che libera da qualunque vecchia energia bloccata, forme pensiero, ferite...
  • questo mantra rende anche onore a qualunque guardiano che abbia finito il suo lavoro e lo libera, in modo che possa ritornare all'origine.
Ecco il ‘senso’ di tutto: un grande lavoro sottile ed opportuno di squadra. Un ‘lavoro’ che ‘dipende solo da noi’, in quanto siamo noi a barattare la divinità con l’abitudine della limitazione, anche se, in realtà, tutto ha senso se inquadrato dal livello opportuno della prospettiva; infatti ricordiamo sempre che sulla Terra 3d siamo a scuola: siamo qua per conoscerci e per sviluppare la nostra maestria.

Il ‘seguito’ di questa esperienza non è di questo Mondo.

L'abitudine (dal latino habitudo, habitudinis, struttura fisica o morale) è la disposizione o attitudine acquisita mediante ripetute esperienze. Questa disposizione si riferisce di solito agli esseri umani ma può anche indicare comportamenti animali.
 
L'abitudine in fisiologia e psicologia.
Il termine abitudine viene usato per indicare sia le attività motorie, sia le attività mentali, che dopo numerose ripetizioni vengono svolte in modo relativamente automatico o, più semplicemente, con maggior facilità e coordinazione.
 
L'abitudine è il processo mediante il quale un comportamento diventa abituale. I comportamenti si ripetono in un contesto coerente, vi è un aumento incrementale nel collegamento tra il contesto e l'azione. Per azione si intendono sia attività mentali che motorie che, dopo un periodo relativamente lungo in cui vengono ripetute, vengono poi svolte in maniera più sciolta o con maggiore coordinazione dei movimenti. Questo aumenta l'automaticità del comportamento in tale contesto. Caratteristiche di un comportamento automatico possono essere: efficienza, mancanza di consapevolezza, la non intenzionalità, l'incontrollabilità.
 
Cattive abitudini.
Una cattiva abitudine è un modello di comportamento negativo. Alcuni esempi includono: procrastinazione, irrequietezza, etc.
 
Un fattore chiave per distinguere una cattiva abitudine da una dipendenza o da malattia mentale è l'elemento della forza di volontà. Se una persona sembra ancora avere il controllo sul suo comportamento, allora è solo un'abitudine. Le buone intenzioni sono in grado di escludere l'effetto negativo delle cattive abitudini, ma il loro effetto sembra essere indipendente e le cattive abitudini restano, ma sono sottomesse invece che annullate.
 
Secondo l'autore Bill Borcherdt, il momento migliore per correggere una cattiva abitudine è prima che l'azione diventi regolare. Ecco perché è più facile che lo sviluppo di cattive abitudini possa essere impedito maggiormente durante l'infanzia.
 
Ci sono molte tecniche per la rimozione di cattive abitudini una volta che esse si sono stabilizzate. Uno dei metodi prevede l'identificazione e la rimozione dei fattori che innescano l'abitudine e che incoraggiano la sua persistenza a lungo termine.
 
Solitamente in psicologia e in pedagogia, l'abitudine viene classificata come meccanismo psicologico messo in moto dalla persona per adattarsi in maniera più proficua all'ambiente che lo circonda. L'abitudine diventa quindi uno dei fattori che contribuiscono in maniera maggiore alla formazione del carattere sin dalla prima infanzia
 
Il peccato d'abitudine.
Nella religione cattolica, l'abitudine diviene peccato quando una azione si ripete continuamente per difetto di volontà, sia per la prevalenza della passione, ossia per una consuetudine negativa. Il grado di gravità del peccato d'abitudine varia a seconda della posizione reale del peccatore.
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Evidenziamo questi aspetti:
  • dopo numerose ripetizioni vengono svolte in modo relativamente automatico o, più semplicemente, con maggior facilità e coordinazione.
  • caratteristiche di un comportamento automatico possono essere: efficienza, mancanza di consapevolezza, la non intenzionalità, l'incontrollabilità.
  • le buone intenzioni sono in grado di escludere l'effetto negativo delle cattive abitudini, ma il loro effetto sembra essere indipendente e le cattive abitudini restano, ma sono sottomesse invece che annullate.
  • è più facile che lo sviluppo di cattive abitudini possa essere impedito maggiormente durante l'infanzia.
  • solitamente in psicologia e in pedagogia, l'abitudine viene classificata come meccanismo psicologico messo in moto dalla persona per adattarsi in maniera più proficua all'ambiente che lo circonda. L'abitudine diventa quindi uno dei fattori che contribuiscono in maniera maggiore alla formazione del carattere sin dalla prima infanzia…
Si potrebbe citare anche il discorso delle sinapsi di Roy Martina, ma lo faremo in un'altra occasione. Da questi punti si capisce come l'abitudine sia un programma nativo e naturale alla base della 'macchina' umana... che necessita e funziona per 'programmazione'.

È nell’infanzia una delle chiavi di lettura delle nostre abitudini. È lì che si genera l’humus adatto all’attecchimento delle abitudini sociali imposte, esattamente sul modello della Natura, ossia ‘sapendo che è così per osservanza di leggi della Natura. Il Controllo lo sa molto bene e interviene nella ‘filiera’ proprio nel momento più importante: la nascita e l’infanzia. Allorquando i neo genitori decidono di ‘ascoltare’ ciò che giunge a favore abitudinario della salute dei propri pargoli ‘bianchi e indifesi'. Poveretti.

Essendo la ‘chiave’, nascosta nell’infanzia, che regolarmente dimentichiamo, la prospettiva risulta perlomeno annacquata, confusa, e non è affatto semplice ri orientare l’ago della bussola della consapevolezza. Nulla è per 'come appare' – ma qual è l’insegnamento contenuto nell’illusione a cui abbiamo a che fare e che, in definitiva, dipende dal nostro livello di ‘accensione’?

L’insegnamento è che ‘ogni cosa’ è una molla che ci spinge in qualche modo. Verso ‘dove’ ci spinge? Verso quello a cui ‘crediamo’ di più

La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
Marcel Proust

Rifiuti, Corte diritti dell'uomo condanna Italia.
La Corte dei diritti dell'Uomo ha condannato oggi l'Italia per l'incapacità di risolvere da quasi 20 anni la crisi dei rifiuti a Napoli e in Campania, ritenendo che essa abbia violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare
 
‘L'incapacità prolungata delle autorità italiane di assicurare il funzionamento regolare del servizio di raccolta, di trattamento e di eliminazione dei rifiuti ha colpito il diritto dei richiedenti, al rispetto della loro vita privata e del loro domicilio’, ha sentenziato la Corte.
 
I giudici hanno anche condannato il governo italiano per non aver dato ai richiedenti la possibilità di ricorrere in giustizia contro tale situazione. Secondo la Corte, l'incapacità dello Stato di assicurare la raccolta e l'eliminazione dei rifiuti non costituisce un caso di 'forza maggiore', come affermato dalle autorità italiane.
 
La crisi dei rifiuti è scoppiata ufficialmente in Campania nel 1994, con la proclamazione dello stato di emergenza fino al 2009. Il picco si è raggiunto tra il 2007 e il 2008, quando il governo ha deciso l'impiego dell'esercito per raccogliere i rifiuti.
La questione però non è stata ancora risolta definitivamente, e l'Italia rischia ancora pesanti sanzioni da parte della Commissione europea per non aver dato corso alla sentenza della Corte di giustizia Ue del marzo 2010.
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Un caso di 'forza maggiore'? A quale ‘forza’ si riferiscono le ‘autorità italiane’? Alla Mafia? A chi o a che cosa? Può uno ‘Stato’ giungere ad affermare una simile affermazione? Andando oltre agli ‘interessi’ di parte, evidentemente legati al business dei rifiuti, c’è un’altra verità nascosta in questa affermazione: l’abitudine a ‘fare in un certo modo consolidato nel tempo’. Entità sottili che controllano la ‘volontà’, tramite il controllo dell’inconscio. Eggregore

In SPS non si critica mai nessun comportamento, ma si cerca di leggerlo secondo la modalità dell'analogia frattale, come diretto riflesso di altre verità nascoste, ma puntualmente identificabili, tramite il ‘faro’ della propria super visione prospettica consapevole.

Osserviamo lo stesso ‘metro’ all’opera in un altro constesto:

Fisco, sempre meno controlli sugli scontrini.
Colpirne uno per educarne cento. L’aforisma di Mao Zedong si cuce perfettamente addosso alla strategia del Fisco italiano per combattere l’evasione. Il blitz di Natale a Cortina, con gli agenti delle entrate negli esercizi commerciali della capitale invernale del lusso, un effetto di sicuro lo ha prodotto: quello della psicosi da accertamento
 
Di controlli su scontrini e ricevute, del resto, sia l’Agenzia delle entrate sia la Guardia di Finanza, ne fanno sempre di meno. Piuttosto, si potrebbe pensare, hanno semplicemente iniziato a comunicarli meglio.
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A Taiwan lo scontrino vale come un biglietto della lotteria.
Innovativo metodo antievasione sull’isola cinese.
Per combattere l’evasione fiscale ogni metodo è legittimo e va bene anche ‘copiare’ le soluzioni degli altri stati coinvolti nella lotta. Tanto più se arrivano da un paese come Taiwan che condivide, con il nostro, un livello di sommerso enorme. Sull’isola, come riporta il sito Linkiesta.it, applicano già da anni un metodo che merita attenzione.

Lo Stato abbina lo scontrino fiscale alla lotteria. Sulla classica ricevuta emessa da negozi e commercianti è stampato, per obbligo di legge, un numero di serie generato automaticamente da un sistema. Lo stesso insomma che si trova sui ticket delle lotterie e dei giochi a montepremi immediato come i gratta e vinci.

Ogni scontrino quindi equivale all’acquisto di un biglietto della lotteria. 

Ogni fine mese, con piattaforme diverse, dalla tv alla radio, il Governo pubblica i numeri vincenti e il fortunato possessore del biglietto-scontrino può recarsi dall'esercente e ritirare in contanti l'ammontare della vincita. Ovviamente siamo lontanissimi da cifre colossali, poiché le vincite si aggirano tra un minimo di cinque e un massimo di duecento dollari. Ma, visto che dover emettere lo scontrino è un dovere, il cliente non ci perde nulla, anzi, ottiene la possibilità di vincere altro denaro, essendo stretta la connessione tra la moderazione della posta in gioco e la possibilità di incasso.

A Taiwan insomma non pretendere lo scontrino è un atto di autolesionismo stupido, e di fatto la lotta all’evasione vive una fase di forte rilancio a beneficio della popolazione e delle casse statali. Sull’isola, durante il primo anno di attuazione di tale politica fiscale, la riscossione delle tasse è salita di oltre il 75%: gli introiti governativi sono raddoppiati.

La posta in gioco non è altissima, ma è pur vero che ogni giorno si riceve, al netto della crisi e delle spese limitate, più di uno scontrino, e certo anche per spese minime, non certo per beni di lusso. Le chance di vincita insomma alla fine del mese sono alte. Considerata la disastrosa situazione di precari e famiglie, è lecito pensare che anche in Italia potrebbe attecchire con successo. Perché se molti nostri connazionali non amano denunciare il reddito o emettere lo scontrino, a tutti invece piace ‘vincere facile’

Per tutti quelli che si comportano bene, e rispettano le leggi,  è invece logico che al danno del mancato scontrino non si accompagni pure la beffa del non potere godere di un gratta e vinci fiscale legalizzato.
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Che cambio di prospettiva, vero? Siamo superbi in tutto quello che facciamo: nel bene e nel male. Le ‘abitudini’ cambiano nel tempo come vessilli esposti ai quattro venti.

Il ‘tempo’ è diventato un fattore di base del costrutto moderno umano. Tutto è basato sullo scatto delle lancette dell’orologio. Per quanto si viva in un contesto di tempo deviato, nel quale poter ‘inserire’ a piacimento del Controllo ogni forma di pre destinazione di questo Mondo, il meccanismo funziona allo stesso modo delle altre ramificazioni temporali. 

Le forme di abitudine vengono veicolate con fare ‘esatto’, tuttavia molto spesso delle vecchie abitudini fanno letteralmente a ‘pugni’ con il ‘nuovo che avanza’. A cosa mi riferisco? Ad esempio al business degli orologi. Da quando sono sopravanzati i cellulari, i tablet, i computer palmari ,etc. il consultare l’ora è solo un pretesto per ‘avere un orologio tradizionale’. Infatti, l’ora esatta è sempre sotto ai nostri occhi, ad esempio, sullo schermo del cellulare a cui siamo ‘sempre attaccati’.

Mi chiedo: a cosa serve ancora l’orologio se non per ostentare qualcosa al proprio braccio? Infatti il business viaggia molto bene, essendo radicato, prima di tutto, nella mentalità abitudinaria globale: 

Swatch, nel 2011 record di vendite pari a 7,14 mld franchi.
Il produttore svizzero di orologi Swatch ha raggiunto nel 2011 un record di vendite per un totale di 7,14 miliardi di franchi (pari a circa 7,5 miliardi di dollari) registrando un aumento dell'11% circa rispetto al 2010, quando le vendite si erano attestate a 6,44 miliardi di franchi. In una nota il gruppo si è detto inoltre fiducioso per il 2012 nonostante sarà un anno difficile.
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Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno.
Friedrich Nietzsche

Concludo per oggi con questa bella e trasparente riflessione trovata in Rete:

In fin dei conti, se ci pensate bene, è proprio così: ‘Noi siamo l'unica specie in natura che continua  a consumare latte dopo lo svezzamento’ o, dovremmo dire, ‘a rubare’ latte ad altri mammiferi che stanno allattando, evento reso possibile solo se questi ultimi sono particolarmente disponibili e domestici.   
 
Poichè la nostra specie è sopravvissuta per milioni di anni prima che un nostro progenitore riuscisse ad ammansire e mungere poi, il primo bovino di sesso femminile, è  decisamente più che probabile che l'implacabile selezione naturale non favorisse in maniera particolare la sopravvivenza di individui capaci di metabolizzare il lattosio anche dopo lo svezzamento e l'infanzia.   
 
A questo punto, sorge spontanea la domanda: se le popolazioni avessero necessità di bere latte in grossi quantitativi per sopravvivere, la Biologia della specie umana avrebbe sostenuto, dal punto di vista riproduttivo, proprio quegli individui caratterizzati dalla ‘lattasi sufficienza’ e, di contro, inibito a livello di competizione riproduttiva i soggetti provvisti dalla ‘lattasi insufficienza’?  
 
Le cifre e le statistiche parlano chiaro, ma ancor più eloquente è la risposta fornita dalla filogenesi evolutiva della razza umana, che di fatto dopo lo svezzamento perde la capacità di utilizzare il latte, o meglio il lattosio.  
 
Bisogna sfatare inoltre l'aforisma ‘la mamma per fare latte deve bere latte’. Forse la mucca, che in natura fornisce quantità di latte ben più industriali delle mamme, si nutre anche essa di latte? Certo che no, visto che i bovini sono ruminanti.... e giustamente ruminano solo erba.
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Si muore per abitudine.
Carlo Dorofatti

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

 

martedì 10 gennaio 2012

E-cat: l'uscita dal loop.




In conclusione, e a prescindere dalle valutazioni in riferimento alla specifica prova, vorrei fare una considerazione di carattere generale: tutte le innovazioni scientifiche, specie quelle di questa portata, stentano per vari motivi a decollare e perfezionarsi. Mi convinco sempre di più che prove di questo genere servono a incrementare la sensazione pubblica che stiamo definitivamente uscendo dal medio evo energetico.

'In qualche modo un nuovo tipo di fisica sta succedendo. È un enigma, ma probabilmente non sono coinvolte nuove leggi della natura. Noi crediamo che sia possibile spiegare il processo con le leggi della natura che sono note,' ha detto Hanno Essén, professore associato di fisica teorica e docente presso il Royal Institute of Technology svedese... Per spiegare la produzione di 25 kWh da qualsivoglia cosa sia dentro un contenitore di 50 centimetri cubici, va escluso qualunque processo chimico

C'è solo un'altra spiegazione, che sia qualche tipo di processo nucleare a dare luogo alla produzione di energia misurata.  
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Siamo nel ‘mitico’ 2012. Non ci saremo già abituati? È questa una delle caratteristiche umane: l’abitudine. Il creare loop al fine di ‘risparmiare energia’, ottimizzare i processi, di qualsiasi entità siano. L’Universo ‘lavora’ allo stesso modo; non perché scarso di risorse quanto perché 'saggio' nella gestione delle risorse infinite di cui dispone: c’è differenza, si capisce.

Questa ‘saggezza’, trasmessa frattalmente all’umanità, si traduce in forme abitudinarie delle ‘attività’ umane. È un ‘coltello dalla doppia lama’, in quanto se non in equilibrio si rischia di cadere nel loop, invece che di amministrarlo al meglio. Diciamo che ‘siamo qua’ apposta per imparare a gestire le nostre potenzialità. Lo stesso dicasi per la mente…

Dunque, ci siamo già abituati alla ‘magia’ del 2012? Per quanto si celebri un calendario artificiale, ora a tutti gli effetti anche la storia deviata ci rammenta che il fatidico anno è finalmente arrivato. Che cosa è cambiato? Nulla, a prima vista.  

E ciò che vediamo ‘a prima vista’ è, solitamente, quello sul quale punta l’attenzione dei Mass Media. Ciò che siamo indotti a vedere. Ma c’è dell’altro, vero? 

Qualcosa che nessuno vi può 'raccontare'. Qualcosa che sentite solo voi, quando siete più ‘perspicaci’. E quel qualcosa ha una forza, un nucleo proprio, che reputate diverso da tutto ciò che conoscete. Difficilmente quel ‘sapore/gusto’ rimane per più di qualche secondo. Semplicemente giunge e scompare con la stessa evidenza di un lampo a ciel sereno. Coglie di sorpresa. Lascia un po’ malinconici senza che ci sia uno specifico motivo. Suggerisce qualcosa che sfugge.

Se non sentite nulla di tutto ciò, allora è solo quello che sento io: pardon.

La maggioranza delle persone sentirà il 2012 come un anno qualsiasi. Non c’è un anno o un tempo specifico che definirà l’era della trasparenza e dell’espansione, il sorgere della Sovranità Integrale. Avverrà silenziosamente nei luoghi più inaspettati

Le persone cominceranno a vedere che ciò che era stato codificato nel loro strumento umano è un sistema di controllo, inganno e manipolazione. E, a livello più profondo, intravedranno una nuova chiarezza, per quanto fuggevole; sentiranno di essere più di un insieme di sentimenti e di pensieri imballati dentro un corpo

È così che sarà… persone che si risvegliano da una realtà virtuale all’interno di una realtà virtuale.
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Tra le mille attività quotidiane spunta sempre uno strano sentore, come di ‘deja-vu’, ma diverso dal solito, ossia più legato a sensazioni di gusto, sapore, addirittura di odore. È strana da descrivere questa percezione. È, per dirla alla rovescia,  come assaporare un frutto con i polpastrelli delle dita: è diverso dall’usuale.

Tutto ciò passa quasi inosservato nel marasma vicissitudinale usuale. La disattenzione interiore conduce al ‘parcheggio’ di se stessi negli ambiti paludosi dell’esistenza 3d. Anche se tutto è opportuno, quanto tempo impiegheremo per ‘comprendere’ l’utilità di ogni attimo respirato? 

I tempi sono certamente individuali anche se il ‘tutto’ si ripercuote nella strutturazione dell’entità massiva. Come coloriamo la ‘massa’? Diciamo con una sorta di ‘media’ energetica globale. Ma questo livellamento medio applicato alla forma globale umana, non rappresenta affatto lo stato del ‘raccolto’. Le individualità che sono ‘pronte’, ricalcano alla perfezione il frutto della semina

La media globale è solo un’illusione capace di trascinare con sé i più ‘dubbiosi’, che in qualche modo hanno una caratteristica vibrazionale più ‘matura’, ma ancora imbrigliata in uno stato di ‘dipendenza’ da quello 'che fa' la massa.
 
In questo ambito non ha senso osservare quello che fa l’Elite, ma analizzare il ‘dove si trova la massa’. Il gap ad opera della massa rappresenta il differenziale tra ‘dove è’ e ‘dove sarà’ nel tempo. Tutto il resto si adeguerà di conseguenza, fermo restando che questo ‘scenario 3d’ è stato appositamente creato per esperimentare tutte le variegate spigolature dell’essere, per cui continuerà a ‘servire’ per questo motivo e, dunque, continuerà a ciclare per sempre.

La fine del tempo somiglierà molto più a un forte vento che passa su un mare calmo, e soltanto quelle imbarcazioni che hanno dispiegato le vele e che sono pronte noteranno gli effetti del vento. Le altre saranno così distratte, impaurite, che neppure noteranno il vento o, se sì, non capiranno che sta rivelando una nuova direzione, una nuova spiaggia, un nuovo modo di manifestare la vita.

Dato che l’Elite è focalizzata sulla Griglia Denaro-Potere, vede la fine del tempo come la fine del suo potere. Data questa sua percezione, cerca di mantenere la sua posizione cercando nuove forme di rapporti che possano permettere alla loro era di continuare imperterrita o, per lo meno, qualora la Griglia Denaro-Potere si consolidasse, di stare tra coloro che sopravvivranno

C’è quindi una grande lotta interna e di mantenimento delle posizioni all’interno dell’Elite. Ci sono molte interpretazioni sulla fine del tempo e, come ho citato nei miei commenti precedenti, ci sarà una certa differenza tra chi è preparato rispetto a coloro che sono immersi nel Sistema Mente Umana, che si sentono completamente a loro agio e che si identificano con la prigione che esso rappresenta.

Per costoro, la fine del tempo sarà percepita come se il programma avesse un virus o un bug. 

Sembrerà come se ci fosse un guasto nell’universo e si sentiranno risucchiare nel disordine... L’Elite, e questo comprende i loro alleati interdimensionali, si rende conto che il risultato finale del programma umano è un’incognita. Non viene compreso. L’implicazione con la griglia Denaro-Potere, l’ancora di salvezza che perpetua il loro controllo, è incerta ma loro sanno che il cambiamento è alle porte e che l’ampiezza di tale cambiamento sorpasserà gli standard storici
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L’ampiezza di tale cambiamento sorpasserà gli standard storici. Ecco... Ogni modello di riferimento è ormai desueto, obsoleto, non più affidabile. Gli ‘Esperti’ lo capiranno? Ecco un esempio, che certamente sarà già accaduto nel corso del tempo Antisistemico, però un simile ‘comportamento’ rappresenta un dato di fatto difficilmente riscontrabile in periodi di ‘vacche grasse’:

Germania colloca titoli 6 mesi, prima volta tasso negativo.
La Germania ha collocato oggi in asta titoli a sei mesi per 3,9 miliardi a un tasso che per la prima volta è risultato negativo a -0,0122%... Secondo gli operatori la Germania è ormai l'unico Paese in area euro percepito come sicuro e quindi sui titoli tedeschi viene parcheggiata la liquidità seppure questi abbiano un costo.

L'asta tedesca ‘e il nuovo record di depositi in Bce fanno capire che è chiaro che immettere liquidità tout court non è la soluzione del problema’… Quando il mercato interbancario funziona correttamente, le banche prendono a prestito solamente poche centinaia di milioni di euro per notte. Molte di esse, tuttavia, dato che la crisi del debito e bancaria continua a erodere la fiducia reciproca, si stanno rivolgendo alla Bce per i finanziamenti di breve termine e stanno lasciando depositi overnight presso l'istituto centrale, piuttosto che prestare liquidità alle loro controparti.
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Le banche centrali inondano di liquidità il Mercato e le banche 'private' la fermano, non ‘fidandosi’. Questo gioco di specchi ustori è quello che drena energia di partecipazione dal modello ispirato dalla nuova energia, che richiede attenzione e pace interiore. Il denaro manca, le risorse mancano, le idee rimangono sulla carta, i sogni nel cassetto. 

Nell’ottica biodiversa, per fortuna, non può essere così per tutti. Infatti ci saranno sempre ‘sacche’ sfuggevoli di individui che non la pensano allo stesso modo: è una legge e come tale ne dobbiamo prendere atto. I fenomeni di ‘resistenza’, d’ogni tipo, sono sempre esistiti e sempre esisteranno:

La Polonia dice no all'euro: segnale d'allarme per l'Ue.
Varsavia vuole ritardare l'ingresso nella moneta unica per evitare il contagio dell'Eurozona.
 
‘Entrare nell’euro? Per il momento no, grazie’. Per non essere contagiata dai problemi dell’Eurozona, la Polonia sta pensando di rimandare a data da destinarsi l’ingresso nella moneta unica… Dal punto di vista strutturale la Polonia si segnala per una brillante gestione della politica monetaria e fiscale e per un ruolo forte della banca centrale, che nel tempo ha costruito una notevole indipendenza dagli esecutivi in carica. Nel 2007, per esempio, il tasso di autonomia della Banca centrale polacca in base ai criteri internazionali Gmt era del 92%, pari a quello della Bce, e ben superiore a quello della Bank of England, 65%, e della Fed, 78%, nello stesso anno.

La Banca centrale polacca si dimostra anche indipendente dalle banche perché priva di compiti di vigilanza: la supervisione finanziaria è infatti affidata a un’autorità indipendente unica, la Polish Financial Supervision Authority. Questo tipo di assetto basato sull’indipendenza e sulla specializzazione ha consentito ai banchieri centrali polacchi di concentrarsi unicamente sulla stabilità monetaria…
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La Banca centrale polacca si dimostra anche indipendente dalle banche perché priva di compiti di vigilanza… L’indipendenza di un Istituto è ancora possibile, dunque. Questa è una bella notizia. Vedremo se e quanto reggerà questa ‘forma’, allorquando subirà gli attacchi del paradigma in auge. Leggiamo ancora qua:

Ungheria, Parlamento approva nuova legge banca centrale.
Il Parlamento ungherese ha approvato oggi una nuova legge sulla banca centrale del Paese che, secondo l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale, mette a rischio l'indipendenza dell'istituto.
 
La legge è passata con 293 voti favorevoli e quattro contrari sui 386 totali del Parlamento, secondo il sito Web del Parlamento… La legge ha rappresentato un punto critico nei colloqui informali di inizio mese con l'Fmi e l'Ue.
 
Il primo ministro Viktor Orban ha respinto una richiesta dell'Ue di ritirare la legge e ha anche precisato che non avrebbe preso ordini da Bruxelles.
 
La Bce ha chiesto al governo di riconsiderare l'aumento dei componenti del Consiglio monetario e il numero dei vice-governatori una mossa che, secondo la Banca Centrale Europea, consentirebbe un'influenza indebita del governo sulla politica della banca centrale ungherese.
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Perchè questa diatriba tra Istituzioni? Perché il ‘grande’ bastona il ‘piccolo’? L’ultima frase riportata nella notizia è questa. Il ‘rischio’ sarebbe:

un'influenza indebita del governo sulla politica della banca centrale ungherese.

Letta in questa maniera sembra che la richiesta della Bce sia lecita, tuttavia sappiamo molto bene che la Bce ‘difende se stessa’ e i poteri che l’hanno animata. Per cui? Per cui occorre fare molta attenzione a prendere una posizione in una simile bagarre. La banca centrale ungherese, per seguire il modello polacco, deve essere indipendente, ma come può esserlo se è costretta sempre a dire ‘sì’ ad ogni input della Bce ed affini? 

Facciamo attenzione a quello che 'colpisce' e forma l’opinione pubblica. Dietro alle questioni gettate affrettatamente sulle prime pagine, c’è sempre molto altro che 'non può emergere'. Il ruolo delle banche centrali, lo dice il nome stesso, è ‘centrale’ rispetto alla modalità di controllo e veicolazione del credito/debito. Allo stesso tempo l’organo centrale della Bce controlla ogni veicolo monetario proprio attraverso il controllo 'dominante' di tutte le banche centrali facenti parte delle nazioni aderenti all’Unione.

Non esiste, dunque, una vera e propria indipendenza delle banche centrali, essendo assoggettate al ‘volere’ della Bce. Il modello polacco, infatti, ha preferito rimanere al di fuori della questione europea, ergo, ha evidenziato il fatto che non è gradita la perdita della propria capacità decisionale. La Polonia e l’Ungheria ‘pagheranno’ per questo? È molto probabile e, comunque, vedremo l’evolversi della situazione.

C’è un rullo compressore all’opera. Si cerca di lastricare il senso del possibile attraverso l’eliminazione dell’alternativa. Un’opera contraria alla biodiversità. Un’opera francamente despotica e inerente al controllo indefinito delle masse umane.

La nebbia che avvolge il panorama rende la massa’dipendente’ dalle ‘voci’, che gridano quello che occorre ‘fare o non fare’. Chi può vedere in un ambito tanto confuso? Ovviamente, ‘chi sta al di sopra’ o chi ha ‘sparso una simile nebbia’ rimanendone all’esterno. La demonizzazione di tutto quello che ‘non può essere consentito’, pena la caduta dell’Impero, quanto potrà andare avanti?

E-Cat domestico, ecco i prezzi secondo Andrea Rossi.
L’interesse attorno all’E-Cat di Andrea Rossi non accenna ad affievolirsi… Le promesse fatte sono quelle di una vera e propria rivoluzione energetica a basso costo e a bassissimo tasso d’inquinamento, assicurando una soluzione definitiva alla crisi energetica e mostrando una via di uscita per quella economica e quella ambientale.
 
Non ci sorprende, allora, sapere Andrea Rossi ospite di un talk show radiofonico statunitense. Lì ha parlato a spron battuto della sua creatura, centrando quello che è il significato veramente profondo della sua invenzione: non il dato scientifico, ma quello socio-politico. Le domande più importanti infatti non hanno cercato di sviscerare i segreti di questa ‘magica’ fusione fredda nichel-idrogeno, ma si sono concentrate sui tempi per arrivare a una produzione industriale dell’E-Cat, sulle forme che assumerà la distribuzione globale del mini reattore e sui costi al dettaglio.
 
Questi sono bassi, bassissimi e non lo sentiamo certo oggi per la prima volta: dai 1000 ai 1500 dollari per un impianto, che potrà avere una potenza oscillante fra i 10 e i 20 kW

Una volta installato, il vostro mini reattore nucleare a fusione fredda vi regalerà calore come la migliore delle caldaie e, all’occorrenza potrà aiutarvi anche a raffreddare la vostra abitazione. I costi di ricarica si attesterebbero a un sesto di quelli delle caldaie classiche. Il senso del discorso non si discosta, probabilmente, da quello di una televendita. La nostra non è una critica, ma solo il notare come l’interesse montante per l’E-Cat abbia ormai travalicato i confini dei settori specializzati: è la promessa di una rivoluzione in vendita a buon prezzo al supermercato.
 
Non sappiamo se Andrea Rossi abbia davvero in mano quanto dichiara. La sua storia, però, ci dice molto del tempo in cui stiamo vivendo, della percepita gravità delle crisi in cui versiamo e della sfiducia in una soluzione politica.

L’E-Cat, in fondo, è il sogno di un altro mondo possibile, materializzato in forma di merce.
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Si parla dell’autunno 2012 per poter acquistare e vedere all’opera questa ‘nuova’ forma di tecnologia davvero rivoluzionaria. La commercializzazione di questo apparecchio, o di ogni sua altra forma concorrente, avrà il potere di far aprire gli occhi alle persone. Su quello che è possibile. Stiamo certi che gli ‘incidenti’ non mancheranno e che, quindi, la legge dovrà adeguarsi ai fini della ‘sicurezza’ delle persone: certo!

Occorre essere vigili. Provare in prima persona e mai rimanere ‘vittime’ dell’informazione fine a se stessa. Una volta che ‘avrete toccato con mano’ chi potrà farvi cambiare idea? Chi potrà decidere per voi? Chi potrà decretare per legge una verità che ‘non risuona’ con la vostra esperienza?

Si spendono tanti soldi in slot machine e video poker. 

Forse sarebbe meglio risparmiarli per un dispositivo ‘magico’ come uno dei tanti che presto, speriamo, inonderanno il mercato della possibilità d’acquisto. Da qua all’autunno stiamo a vedere cosa s’inventerà l’Antisistema per ‘smontare’ anche questa invenzione ‘scomoda’. La lista è lunghissima. Basterà riempire di denaro l’inventore o renderlo ridicolo o chissà cos’altro?

Cosa decidiamo di fare? Sì... perchè dipende da noi.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

 

lunedì 9 gennaio 2012

Un caleidoscopio come cielo.




In questa 'versione del Mondo' – una delle possibilità del 'Tutto' di ‘fare 100’ – abbiamo lo strano caso di Unicredit, che chiede al Mercato ben sette miliardi di Euro, sulla ‘fiducia’ pur essendo praticamente ‘fallita’, ma non eroga al privato nemmeno 5000 Euro, senza le 'dovute' garanzie. È giusto. Da un punto di vista aziendale è corretto, per carità. Io non intendo focalizzare l’attenzione sul ‘giusto o non giusto’, ma sullo status in cui si versa globalmente, messo in luce - evidenziato - proprio da questi paradossi pubblici

Tutto ciò si perpetua perché sembra svanita ogni altra alternativa. 

Esistono allora aziende ‘troppo grosse per fallire’. È come dire che giunti ad un certo livello di ‘massa’, si è al di sopra di ogni legge di Mercato. Non è esattamente così, se non in quel luogo in cui il ‘potere di controllo’ gestisce ormai l’intero processo della filiera, in cui la ‘massa’ è una variabile sotto controllo - come addomesticata

'È così' in questo Mondo ed allo stesso tempo 'non è così'. 

Le leggi Cosmiche imperano, pur amalgamandosi per effetti le une con le altre. È come osservare il mare dall’alto di una scogliera. I flutti sembrano esplodere e ramificarsi a casaccio, tra le spire invisibili d’aria e la forza delle acque, che spinge sulle rocce a dibattere strane ed antiche ‘questioni’. È uno scambio d’informazioni a vari livelli energetici e non solamente un andirivieni regolato dal caos

La massa è al lavoro su altri piani della prospettiva, in quanto l’essere ‘qua’ corrisponde all'effetto di un piano superiore di ‘studi’ altamente sincronici. La 'massa' è molto di più rispetto all’evidenza, che emerge dalla visione della punta dell’iceberg, scambiata per unica realtà.

Tutto ciò che è stato 'asportato' dal Mondo, in termini di conoscenza, è solo tenuto nascosto in un’area di memoria dell’organismo umano globale. I vari ‘ordini’ che si sono occupati di questa operazione sono paragonabili a vere e proprie zone di memoria di un computer, hard disk cablati e protetti. Al fine di penetrare simili banchi di memoria, occorre ben ‘lavorare’ su se stessi. 

Non c'è nessun 'divieto' se non ci si può fare male o fare del male...

Ciò che sfugge è il risultato di un ‘movimento’ che parte dall’individuo, proprio come se fosse immerso in acqua e col proprio movimento, non opportuno, contribuisse ad allontanare un ‘salvagente’ che galleggia davanti a sé. Le piccole onde provocate dai movimenti incauti o goffi e irregolari del ‘corpo’, provocano lo spostamento e l’allontanamento dell’oggetto desiderato, che è sempre ad un ‘palmo di naso’. Tanto vicino quanto sfuggevole.      

Un nuovo satellite cadrà sulla Terra.
Dopo Uars un nuovo satellite, questa volta russo, si abbatterà sul nostro pianeta, secondo i tecnici potrebbe colpire un punto qualsiasi tra le latitudini 51,4 gradi nord e 51,4 gradi sud.
 
Una sonda russa in avaria, nei prossimi giorni entrerà in collisione con il nostro pianeta. Si chiama Phobos-Grunt, e la notizia è stata resa nota da Aleksey Zolotukhin, portavoce del ministero della Difesa della Federazione russa, secondo cui 'a oggi la caduta di frammenti del veicolo spaziale Phobos-Grunt è attesa per il 15 gennaio. La data effettiva della caduta potrebbe cambiare in base all'influenza di fattori esterni'…
 
Il 24 settembre scorso il satellite Uars della Nasa era a sua volta precipitato nell’atmosfera terrestre. Nonostante i diversi allarmismi diffusi nelle settimane precedenti, nessuno dei suoi frammenti era giunto intatto sulla superficie. Il 23 ottobre anche il satellite tedesco Rosat è stato fatto rientrare sulla Terra, precipitando nell’Oceano Indiano senza provocare danni.
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Che cosa sta succedendo nello Spazio aperto? Questi satelliti che rientrano nell’atmosfera terrestre, per vari motivi, significano senz’altro qualcosa; qualcosa che va al di là della spiegazione tecnica.

L’attività del Sole è in fermento. Si leggono spesso notizie come queste. Ovviamente ci si affida alla bontà delle stesse, provenendo sempre dalla medesima fonte, che ‘se la suona e se la canta’. Però, osservando il clima dell’ultimo periodo nella zona del milanese, non si può non accorgersi del particolare stato di alta pressione in cui si vive ormai da mesi

È sempre sereno con un bel Sole caldo. Non piove e, tutto sommato, ghiaccia persino poco di notte. Le scie chimiche ci sono sempre a dimostrare la potenza Antisistemica che svetta sopra alle nostre teste nonostante tutto quello che ognuno di noi può pensare o non pensare.

È tutto normale, ci dicono, tirando fuori dal ‘cilindro’ le spiegazioni del caso, giorno dopo giorno. C’è sempre qualche fenomeno che opportunamente si adatta molto bene al fine di permettere all’attenzione di volgere alle normali routine d’intrattenimento sociale e lavorativo. L’importante è non distogliere la massa dalle proprie attività, dall’economia caricata sulle spalle della massa stessa. 

In un momento di crisi e di austerità imposta, il clima diventa accomodante; in questa maniera è possibile uscire volentieri di casa per andare a fare acquisti, in saldo o non in saldo - anche durante il periodo festivo - e raggiungere il posto di lavoro senza difficoltà o semplicemente ammalarsi di meno. Si è chiamati, in tutti i modi, a fare ognuno il proprio dovere affinchè la ‘nave’ smetta di imbarcare acqua.
 
E, al solito, le ‘parti’ continuano ad essere ben interpretate come di consueto. Chi tira la carretta sono sempre gli stessi, e corrispondono anche a coloro che permettono ad un certo Mondo dello sport, ad esempio, di vivere come degli sceicchi persino in un momento storico tanto ‘teso’ come questo. Ricordiamo che non ci sono solo i politici che interpretano la parte dei 'nababbi'...

Sarkozy: Deregolamentazione cieca ha portato alla catastrofe.
Cosa ha portato alla catastrofe di oggi? Il fatto che tutto era possibile. Il modello della deregolamentazione è cieco. Non possiamo lasciarlo continuare’. Lo ha detto il presidente francese, Nicolas Sarkozy, all'Eliseo al termine dell'incontro col premier italiano, Mario Monti. 

L'Europa - ha aggiunto Sarkozy - è una creazione che non ha precedenti, è una costruzione al servizio della pace. Non abbiamo il diritto di far cadere l'Europa e non possiamo lasciar distruggere l'euro, che è il cuore dell'Europa. Se salta l'euro prima o poi sarà la pace a essere messa in discussione’.
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È facile fare il tiro al bersaglio con una certa classe politica. Sin troppo facile e non opportuno, giunti a questo punto. Le parole del presidente francese veicolano una verità frattale, nidificata a vari livelli della comprensione: la pace. Il ricatto ‘sottile’ è legato alla forma pensiero che unisce il concetto di pace a questa situazione geografico-socio-politica (in catastrofe) in cui ci si trova, come se non ci fosse altra possibilità al di fuori del paradigma attuale. La verità sta anche nei numeri:
  • 99+1=100
  • 98+2=100
  • 97+3=100
  • 57+43=100
  • 21+79=100.
Le possibilità sono 'caleidoscopiche'. Basti pensare alle parti decimali e ai numeri negativi, ad esempio. Oltre alle combinazioni con potenze, radici quadrate, etc. Che cosa rappresenta il ‘100’?
 
Il ‘100’ è la configurazione 'stabile', in un dato momento, del ‘Tutto’. Il ‘Tutto’ mescola le proprie componenti ed ogni risultato conferisce sempre ‘100’. Avrei potuto utilizzare l’unità o un altro numero qualsiasi, per cui il ‘100’ è anche una convenzione. Un numero usato per esprimere un punto prospettico.

Le differenze nel/del ‘100’ consistono nella diversa amalgamazione e relativa trasmutazione dei ‘pesi’ delle diverse componenti che concorrono a formare il ‘Tutto’. È come un caleidoscopio che ripropone nuove configurazioni della possibilità all’interno della potenzialità.

Ci sarà una grande differenza, in termini ‘sostenibili’, del ‘100’ derivante dall’epoca medioevale piuttosto che da quello derivante dall’epoca moderna. Differenza che non è dato comprendere a fondo, qualora ci si mantenga in un livello della consapevolezza ‘figlio’ del livello tridimensionale da cui s’impastano gli elementi. Assumendo una vibrazione superiore, il panorama cambia radicalmente, permettendo di osservare le linee basilari che contornano il paesaggio. Il ‘rumore di fondo’ scema e risulta meno invadente. La nitidezza dello ‘sguardo’ raggiunge vertici energetici che permettono una ‘ossigenazione’ dell’intero costrutto osservatore-osservato: tutto muta nella propria versione ‘migliorata’ e pur sempre perfetta.

Tuttavia, il valore aggiunto desunto dalla visione superiore a che cosa serve, se non ha modo di riflettersi nel complementare valore riflesso a ‘terra’? L’osservare dall’alto diventa fine a se stesso, allora, perché non coadiuvato e reso sensato da quello che di noi possiamo desumere vivendo la materia densa. Il corpo che si muove goffo allontana l’oggetto del proprio desiderio

Il vederlo dall’alto non cambia le carte in tavola, se le due prospettive non s’interfacciano, attraverso un miglioramento del proprio ‘moto’, tenendo in considerazione anche il livello suggerito dalla proposizione superiore. La morfologia del territorio è meglio inquadrata dall’alto, ma il livello di guida è dal 'basso', per cui l’unione prospettica corrisponde all’emersione di un nuovo modo di muoversi in linea con ogni asperità del territorio.

L’avere sempre ben presente questa visione, corrisponde all’aumento della propria consapevole condotta di marcia: se c’è un buco nel terreno oltra alla curva non è colpa di nessuno. È sufficiente anticipare la visione, aumentando la fiducia nei propri mezzi a disposizione. Quella buca è un’opportunità, che riconosceremo solo dopo esserci caduti dentro molte volte, allorquando troveremo il modo di bypassarla. 

Solo dopo ‘vedremo’ in maniera diversa.

Il ‘100’, pur rimanendo ‘100’, è di volta in volta diverso per valore aggiunto. Lasciare ‘casa’ e tornarci dopo un certo cammino ci vede diversi: siamo sempre noi eppure siamo diversi, in un senso o nell’altro. 

L’apparenza è legata alla visione limitata del ‘100’, ma anche se potessimo 'capirla molto bene’, sarebbe sempre una visione non assoluta. L’assoluto è tale solo per la limitatezza. La sua definizione indica i limiti dell’osservatore. La possibilità è talmente variegata da definirla infinita, pur ricorrendo nuovamente ad un termine utilizzato in maniera esponente il limite attuale della visione soprattutto mentale.


Un esempio è il cielo; un caleidoscopio come cielo dalle mutazioni innumerevoli. Il cielo è sempre il cielo, eppure ciò che compare nella sua ‘tavola magica’ è sempre diverso, scie chimiche comprese. Quella differenza nel ‘disegno’ è in grado di mutare le condizioni risentite a terra.

Le nubi, piuttosto che il sereno, conducono effetti opposti sul risentito umano, non a caso gli Antichi temevano che il cielo 'cadesse loro sulla testa'. Storielle per bambini mai cresciuti? O semplice metafora per verità divenute insostenibili dai bambini troppo cresciuti?

La verità è sempre nel mezzo, ovvero dove è auto installato l’essere umano.

Che cosa decidiamo di fare ‘oggi’? Il nostro comportamento, le nostre decisioni, comporteranno una differenza strutturale nella vibrazione del ‘100’. Altro che ‘non esistenza dell’alternativa’. La ‘palla’ è rotonda – si dice.

Mai dire mai. La speranza è l’ultima a morire…

Choronzon: Molto bene, inizio io! Sono un lupo feroce e spietato che attacca la sua preda.
Sandman: Sono un cacciatore a cavallo che trafigge il lupo.
Choronzon: Sono un tafano che punge il cavallo che disarciona il cacciatore.
Sandman: Sono un ragno a 8 zampe che mangia il tafano.
Choronzon: Sono un serpente dal morso letale che divora il ragno.
Sandman: Sono un bue dalla zampa possente che schiaccia il serpente… sento il serpente contorcersi sotto lo zoccolo… le sue vertebre spezzarsi.
Choronzon: Ed io sono un antrace, batterio dei bovini dall’azione letale.
Sandman: (credo di aver capito il gioco di Choronzon, meglio abbandonare la posizione di attacco) - Sono un mondo nello spazio infinito, un mondo fertile.
Choronzon: Sono una nova che esplode e distrugge il pianeta.
Sandman: Sono l’Universo che avvolge ogni cosa ed ingloba la Vita.
Choronzon: Sono la non-vita, la bestia del giudizio eterno, il buio alla fine di ogni cosa, la morte degli universi degli Dei e dei mondi… di tutto! … E tu cosa sei ora? Signore dei Sogni?
Sandman: La Speranza.
Choronzon: … oh… allora io sono… io… io… non so…

Dialogo finale tra Sandman e Lucifero:

Un Demone: Ecco Signore dei Sogni, tieni il tuo elmo, l’hai conquistato con onore.
Sandman: Io vi ringrazio Nobili Signori degli Inferi, non lo dimenticherò.
Lucifero: Nobili? Vuoi scherzare? Guardati intorno Morfeo! Un milione di demoni si è schierato per combatterti, dicci perché dovremmo lasciarti andare. Con o senza elmo non hai alcun potere qui. Che potere hanno i Sogni all’Inferno?
Sandman: Tu dici che non ho alcun potere.. e forse hai ragione. Ma sei sicuro che i Sogni non possano nulla qui? Dimmi Lucifero.. Stella del Mattino… e voi tutti, chiedetevelo. Che potere avrebbe l’Inferno se i dannati non potessero sognare il Paradiso?

La folla di Demoni si fende silenziosa al suo passaggio… incapace di incrociare il suo sguardo.
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Sottilmente, la ‘massa’ è pronta. La vera illusione la respira la ‘tenebra’. Tutto questo è stato creato per vederla venire alla luce…

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com