martedì 8 novembre 2011

La povera società.




La dottrina sociale cattolica ha sempre sostenuto che l'equa distribuzione dei beni è prioritaria
Benedetto XVI 23 settembre 2007

La scissione tra ‘reale e ideale’ rende sempre più confusa l’opera esistenziale umana. Il tempo che ‘sfugge via’ comporta un restringimento della percezione tra quello che ‘è’ e quello che ‘dovrebbe essere’. 

Nella mente si confondono le due polarità, mentre ci si convince che il modello sociale sia una lotta continua per la sopravvivenza e, allo stesso tempo, quando se ne ha la possibilità si riesce a capire che ‘quello che manca continua a sfuggire perché non si ha il tempo di dedicarsi ad una ricerca seria’.

Tempus fugit.

La frase dell’attuale Pontefice è ‘esemplare’, in tal senso, in quanto esprime una grande verità ‘ideale’, che non trova nessun riscontro nella ‘realtà’ di tutti i giorni. Ciò corrisponde ad una separazione talmente evidente e ‘vasta’ da dichiarare ‘fuori luogo’ la versione ideale della verità in questione.

Homo homini lupus.

Crisi: in Usa 49,1 mln di poveri, il 16% della popolazione.
Sono 49,1 milioni i cittadini degli Stati Uniti in povertà. Lo afferma il Census Bureau che ha diffuso nuovi dati dopo quelli pubblicati a settembre che davano la cifra a 46,2 milioni. Secondo la nuova stima (riferita al 2010) i poveri sono il 16% del totale della popolazione Usa, contro il 15,1% della precedente rilevazione.
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Crisi: Bankitalia, il 23,4% dei giovani non lavora nè studia.
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La condizione di povertà è attualmente un qualcosa 'di cui vergognarsi' da entrambe le polarità della prospettiva. Il povero è visto come una zavorra da gettare il prima possibile nel dimenticatoio o ‘sotto al tappeto’. Ma come si mette se di poveri iniziano ad esisterne a decine di milioni? Come ‘nasconderli sotto al tappeto?’…

‘Narcotizzando’ il resto della popolazione e i poveri stessi.

La situazione dei poveri nel mondo antico romano divenne particolarmente grave in coincidenza con la crisi dell'Impero

Fino ad allora le stesse classi sociali più ricche avevano provveduto ad attenuare le condizioni dei poveri allo scopo di evitare sommovimenti sociali: periodiche elargizioni di beni, soprattutto alimentari, riuscivano così a conservare l'ordine sociale…
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Il potenziale pericolo che deriva dalla massa povera è sempre stato temuto sin dai tempi antichi. Una simile e numerosa comunità di nullatenenti ha il potere di non essere ricattabile come lo è il resto della popolazione. Il ‘ricatto’ deve diventare più pratico e 'costoso' per il Controllo:

cibo, prima di tutto, e una parvenza di futuro gestibile all’orizzonte.

Osserviamo come il povero costituisse, tempo fa, una precisa responsabilità per la Chiesa, in quanto organo più vicino, per ‘mandato’, alla possibilità di assistenza e cura dei più bisognosi:  

nel Medioevo il patrimonio della Chiesa, enormemente accresciuto per le donazioni dei re franchi, era espressamente definito come proprietà dei poveri che si doveva amministrare con la cura del pater familias, imponendo a tutti di non pesare su di esso qualora non ci fossero stati i requisiti della povertà, e difendendolo anche con minacce di sanzioni come la scomunica. 

Solo chi non poteva sostenersi con il proprio lavoro aveva il diritto di ricorrere alle proprietà ecclesiastiche.

Anche il clero si doveva sostenere con il proprio lavoro: ‘Il chierico provveda al vitto e al vestito con un lavoro artigianale o contadino... anche il chierico erudito nella Parola di Dio’ (IV concilio di Cartagine del 398).  

Chi attenta al patrimonio dei poveri è da considerarsi necator pauperum, assassino dei poveri come affermano molti concili della Gallia nei secoli VI-XI che stabiliscono anche che nessuno, neppure i vescovi possono alienare né vendere nessun bene che sia stato dato alla Chiesa perché con questi beni vivono i poveri (canone IV del concilio di Adge dell'anno 506), altrimenti saranno considerati anch'essi necatores pauperum e subiranno la scomunica.Link
 
E ancora:

il povero era stato per tutto il Medioevo un simbolo di valori cristiani: in ogni povero c'era la sofferenza di Cristo e la stessa elemosina più che un carattere di solidarietà sociale assumeva un valore religioso. 

La figura del povero prima assimilata a quella dell'eremita, del viandante pellegrino ora si confondeva con quella di un esercito minaccioso di miserabili.Link
 
Il ‘peso specifico’, o etichetta, discriminante il povero, cambia nel tempo. La società inizia a riflettere e generare abbagli, come il caricare sui più bisognosi tutti i problemi del Mondo. Il giudizio necessita di capri espiatori, di alibi indiretti per rovistare tra la parvenza di coscienza e metterla a tacere con rara disinvoltura.

Nell'Inghilterra dell'ormai avviata rivoluzione industriale era giunto il tempo di una nuova legge per la povertà che, emanata nel 1834, aboliva la ‘carità legale’, proibiva l'aiuto a domicilio e costringeva i poveri nelle nuove workhouse (case di lavoro), nuove versioni degli ospedali generali con il medesimo rigido regime del passato di costrizioni e di privazioni, nonché di separazione secondo il sesso e l'età.
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Il povero diventa sempre più ‘scomodo’, raccolto e ghettizzato. Questa classe numerosa di ‘separati in casa’ è oggigiorno un importante ‘asset’ da sfruttare per l’industria del 'business'.

Il povero ‘moderno’ ha migliorato la propria condizione esistenziale rispetto ai tempi del medioevo. Oggi una famiglia ‘disagiata’ ha comunque quasi sempre un tetto sulla testa, una tv, un cellulare, magari un lavoro sottopagato però in grado di non far mancare il pane ai propri figli. Mediamente il Controllo cerca di non far ‘imbufalire’ questa classe sociale, la quale vede rosso solo quando inizia ad ‘avere fame’

I tumulti nel nord Africa sono iniziati quando il prezzo del pane è andato alle stelle per via della speculazione e delle mire strategiche di chi si nasconde dietro alla ribellione.

I poveri moderni europei sono i ‘precipitati’ dal centro che l’introduzione dell’Euro ha contribuito a separare secondo l’effetto a clessidra, ossia con un centro rarefatto e due grandi estremità. I poveri moderni vivono a vista, non possono pianificare ed in questo sono più ‘liberi’ della rimanenza della popolazione, anche se non ne hanno consapevolezza.

Un bimbo di otto anni che ha vissuto da sempre in una favelas ed uno della stessa età che ha trascorso il proprio tempo in una grande città dell’occidente, in realtà non hanno la stessa età:

l’apertura dell’uno corrisponde alla chiusura dell’altro.

Storie diverse assegnate per una sfortunata coincidenza relativa alla nascita? Non penso. Il caso non esiste. Piuttosto una valorizzazione di un ‘vuoto Animico’ che necessita di essere colmato attraverso la scuola auto educativa della Terra Antisistemica 3d, nella location più opportuna per poter maturare 'valore aggiunto'.

La povertà produce valore aggiunto per la persona che la vive?  Secondo me, se si è pronti, sì. La società tassa il valore aggiunto tramite l’Iva. Un segno netto che testimonia come ogni ambito sociale sia sottoposto al ricatto energetico e debba produrre energia da barattare con una speranza di Vita maggiormente dilatata, come una sorta di patto con il Diavolo.

C’è sempre un dare e un avere.

La società del Pil ‘cresce’ sempre se c’è ‘movimento’ e il movimento c’è quando si crea una corrente che spinge. La corrente nasce dalla separazione, dalla dualità, dagli estremi che si dibattono credendosi unici

È un motore che brucia di tutto in maniera anacronistica.

Fuori dal tempo… Un motore 'povero'.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

lunedì 7 novembre 2011

Tinteggiare una nuova realtà.




Analizziamo i 'titoli' di queste notizie economiche che appaiono nella home page di Yahoo finanza verso le 10.30 di questa mattina:
  • Gonzalez (Bce), solo l'Italia può risolvere i suoi problemi.
  • Attacco all'Italia, rendimento Btp al 6,6%.
  • Telecom Italia: per Unicredit adesso è un titolo da comprare.
  • Lettera finanziaria settimanale: Italia ferita e lacerata.
Possiamo osservare una miscellanea di verità spirituali riflesse nella realtà 3d. I problemi dell’Italia è lei stessa che li deve risolvere. Non si deve aspettare l’aiuto di nessuno, perché i problemi sono ‘nativi’, sono inerenti alla popolazione italica e, dunque, agli individui che la compongono. 

Questa ‘debolezza’ si presta all’attacco di ‘entità’ predatrici, esattamente come accade con le entità parassite che detengono il controllo della situazione globale umana da lunghissimo tempo. 

Il ‘tasso d’interesse’ che si alza è sinonimo di ‘maggiore rischio’. È un ‘premio’ che viene riconosciuto a coloro che sostengono lo status quo senza consapevolezza, adattandosi come zecche al pelo animale.

I vari ‘attori’ sotto le luci dei riflettori come, soprattutto, le 'unità bancarie', camminano come morti viventi o malati terminali, non ‘ascoltando’ ciò che ormai le descrive pienamente, continuando a dispensare ‘consigli’ per il resto della platea inconsapevole, che attende come degli uccellini l’imbeccata della madre. 

Il risultato è un'ulteriore riduzione del contesto italico ad un ammasso decadente in lenta e continua regressione.

G20: Italia Vigilata Da Fmi. Berlusconi, Lo Abbiamo Chiesto Noi.
I venti grandi del pianeta hanno importanti responsabilità poichè rappresentano circa l'85% del Pil mondiale. Dal lato della crescita economica si punterà a spingere politiche per favorire l'occupazione cercando di agire in modo virtuoso sugli squilibri mondiali, una sorta di ‘do ut des’… 

Gli Usa, la prima economia del mondo, si impegnano a…
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Potrebbero, la Bce o l'Fmi, fare qualcosa per l’Italia? Certo. Potrebbero 'favorirla' in due modi:
  • economicamente, ossia attraverso la creazione di altro debito
  • 'moralmente', ossia attraverso un monitoraggio attento e continuo di quello che l’Italia si è impegnata a ‘fare’ per risolvere i suoi problemi.
Tra le due polarità, la prima rappresenta certamente la linea di continuazione con la 'politica' del paradigma in auge, mentre la seconda implica perlomeno un atteggiamento di attenzione più vicina all’introspezione meditativa. L’Ego è rappresentato dalla reazione del Governo italico.

Osserviamo anche come il linguaggio sia pregno di 'simbolismo' più o meno inconscio:
  • i venti grandi del Pianeta; l’utilizzo del termine ‘grande’ cosa identifica in questo caso?
  • hanno importanti responsabilità; di quale responsabilità si sta scrivendo?
  • gli squilibri mondiali; la responsabilità che i ‘grandi’ sentono è verso questo problema? Oppure verso il mantenimento della curva del Pil?
  • gli Usa, la prima economia del Mondo; sostenere questa ‘ipotesi’ è vivere in una dimensione 'made in the Usa' e non rappresenta più la dimensione in cui tutto sta trasformandosi, smantellando progressivamente ‘pezzi’ di Antisistema colorato da questa versione della realtà 3d.
Queste notizie costituiscono il ‘polso’ della situazione italica e, per riflesso, la situazione media in cui versano gli individui e quella inerente ai ‘blocchi’ geografici continentali ed extra continentali ed, infine, persino della situazione globale terrestre

Non servono trattati chilometrici redatti da 'esperti'.

Sono notizie in cui il 'vecchio ed il nuovo' coesistono, perlomeno in un ottica di realtà attuale e di sua proiezione potenziale futura. Il potenziale del cambiamento è contenuto nella fruizione del paradigma. 

Estrarre un significato piuttosto che l’altro è opera dell’osservatore interessato alla visione esperienziale della scena osservata. 

Allo stesso modo con il quale si estrae un diamante dal suo agglomerato grezzo, è possibile vedere la luce velata dall’oscurità del senso di impotenza in cui il genere umano è ammantato. Occorre lungimiranza, consapevolezza, centratura, assenza di paura, presenza

Ieri si è concretizzata l’occasione, nella splendida location di Palazzo Chintamani, di poter ‘ascoltare’ della vera e propria sincronicità, quando Carlo Dorofatti ha affrontato con ‘gentilezza, proprietà e profondità’ la memoria storica inerente alla carica energetica di Krishnamurti, sino a giungere al suo celebre discorso dello 'scioglimento dell’Ordine della Stella d'Oriente'. 

Ringrazio Carlo per quanto sta facendo al fine di diffondere maggiore consapevolezza e prospettiva. Ecco che, dunque, mi è sembrato persino intuitivo ricorrere al medesimo discorso, appena citato, in qualità di collante perfetto con quanto scritto oggi:

Allora vedrete l’assurdità della struttura che avete costruito, alla ricerca di un eterno aiuto, dipendendo da altri per il vostro conforto, la vostra felicità, la vostra forza. Tutto questo si può trovare soltanto dentro di voi
 
Siete abituati a sentirvi dire da qualcuno quali progressi avete fatto, quale sia la vostra condizione spirituale. Quanto siete infantili! Chi, se non voi stessi, potrebbe dirvi quanto siete belli o brutti interiormente? Chi, se non voi stessi, può dirvi se siete incorruttibili? Voi non siete seri in queste cose
 
Ma coloro che realmente desiderano comprendere, che vogliono trovare ciò che è eterno, senza principio né fine, cammineranno insieme con maggior intensità e saranno un pericolo per tutto ciò che non è essenziale, che non è reale, per ciò che è in ombra
 
E queste persone si concentreranno, diventeranno la fiamma, perché esse comprendono. Dobbiamo creare un nucleo così, è questo il mio scopo. 
 
Perché da quella reale comprensione deriverà una vera amicizia. Perché quella vera amicizia – che a quanto pare voi non conoscete – comporterà una effettiva collaborazione gli uni con gli altri. E tutto questo non per via di un’autorità, né per la salvezza, né perché vi immolate per una causa, ma perché comprendete veramente e quindi siete in grado di vivere nell’eterno

Ed è qualcosa di più grande di qualsiasi piacere, di qualsiasi sacrificio. 
 
Queste sono alcune delle ragioni per le quali, dopo due anni di attenta riflessione, ho preso questa decisione. Non si tratta di un impulso momentaneo. Non sono stato convinto da nessuno. Non mi faccio persuadere in queste cose; ci ho riflettuto sopra per due anni, con calma, con attenzione e pazienza e ora ho deciso di sciogliere l’Ordine, dato che ne sono il capo. Voi potrete formare altre organizzazioni e aspettare qualcun altro; a me questo non interessa, non voglio creare altre gabbie e nuove decorazioni per quelle gabbie.
 
Il mio solo interesse è di rendere l’uomo assolutamente, incondizionatamente, libero.
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Le sue ‘parole’ vivono ancora e per sempre ‘tutte intorno a noi’, quanto i moniti pubblicitari che delineano ‘cerchi’ attorno ad ognuno di noi. Noi siamo il catalizzatore. Cosa scegliamo di ‘fare/ascoltare’? 
 
Noi siamo il fulcro da cui si riflette la dualità. In noi è insito il polo unificato. La nostra proiezione ‘colora’ tutto ciò che viviamo nelle 3d

La Paura è un colore. L’Amore è un colore…

Questo Mondo ha tanta necessità di essere ‘ritinteggiato’.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

venerdì 4 novembre 2011

Il peso delle notizie.




Visioniamo il modello imperante, inerente alla comunicazione Antisistemica, in cui un’affermazione apparentemente positiva diventa un veicolo funzionale ad emettere negatività o, per coloro che preferiscono, 'concretezza' relativa allo status quo:

Con 'in statu quo ante' si può fare riferimento alla situazione mondiale in un dato momento. Normalmente si utilizza questa espressione nel caso in cui le forze mondiali siano in equilibrio (appunto, status quo), più o meno duraturo nel tempo. 

Nel caso che l'equilibrio si rompa, lo status quo è a favore della forza più potente.

Con mantenimento dello status quo si intende un duraturo stato di equilibrio, che può variare a favore dell'uno o dell'altro, mantenendo comunque un equilibrio mondiale.

In politica lo statu quo viene utilizzato soprattutto per indicare, spesso negativamente, una situazione di immobilismo, il più delle volte originata da convenienze di compromesso tra le parti.
  
G20: Actionaid, crisi non sia alibi per dimenticare lotta a povertà.
‘Il G20 non trasformi la crisi in un alibi per mettere da parte la lotta alla povertà’, cosi Luca De Fraia, portavoce di ActionAid a margine del G20 in corso a Cannes. Per De Fraia, il G20 si deve prendere anche ‘la responsabilità di affrontare la sfida della povertà e dello sviluppo globale’ anche alla luce di ‘una crisi alimentare che è alle porte’.
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Deframmentiamo questa notizia:
  • abbiamo un ‘monito’ che esprime positività, una verità, e che mette a nudo una negatività, la modalità reale di conduzione della ‘politica’ del G20
  • abbiamo il positivo che introduce il negativo
  • abbiamo la constatazione che è il negativo a ‘colorare’ questa versione della realtà
  • si parla di ‘sfida alla povertà’ e di una conseguente ‘lotta alla povertà’, mettendo il risalto un volere positivo, mentre utilizzando il linguaggio in questi termini ‘negativi’, lotta e sfida, in realtà si provvede a rinforzare la ‘povertà’, perché ogni cosa che si combatte la si aiuta a diventare più forte, proprio come quando si allena un muscolo del proprio corpo
  • per finire, si veicola ulteriore negatività annunciando ‘una crisi alimentare che è alle porte’, di fatto evidenziando un modello inverso alla propria volontà individuale di 'non voler vivere in un Mondo simile'.
Ecco che il ‘disegno’ è completo. Se ci mettiamo nei panni dell’osservatore medio, cosa mai potrà maturare leggendo o ascoltando affermazioni di questo tipo? Come minimo:
  • rabbia
  • impotenza
  • pessimismo
  • mancanza di alternativa
  • auto svalutazione
Non intendo, a mia volta, essere negativo scrivendo in questa maniera, ma cerco di mettere in evidenza una modalità assolutamente sovrana di ‘lavorare ai fianchi’ gli individui senza quasi ‘fare nulla’, lasciando che i ‘segnali’ lanciati lavorino in autonomia e vengano ‘respirati’ dalla popolazione, che attrae polarità negativa perché abituata a farlo inconsciamente.

La visione di un qualunque telegiornale fotocopia crea, nel tempo, questa forma d’onda abitudinaria. Ogni notizia viene celebrata con toccante partecipazione in maniera mirabile, poi, la notizia successiva viene ‘montata’ ad arte per dissacrare l’atmosfera appena creata. Per cui dopo una notizia drammatica può accadere, con buona regolarità, che ne venga data un’altra diametralmente opposta per intensità

Qualcuno potrà obiettare che in questo modo si solleva il ‘morale’ degli ascoltatori, invece si provvede a creare uno 'scollamento' interiore, che nel tempo procura una certa insensibilità di fronte ad ogni tipo di notizie.
 
Non avendo, personalmente, un televisore da circa un anno e mezzo, io e la mia famiglia non assistiamo più allo ‘spettacolo’ dei tg, per cui ormai ne siamo esclusi, tuttavia a volte, capita di vedere degli spezzoni di telegiornali a casa di amici o parenti. Ecco, mi è capitato di vedere in un tg nazionale, all’ora di pranzo, un accostamento di notizie di questo tipo:
  • servizio toccante e molto intenso sulla morte di Simoncelli
  • servizio sul 'Grande Fratello'.
Mi sono subito accorto che l’anchorman (in questo caso l’anchorwoman) si stava comportando come se il peso delle due notizie fosse assolutamente eguale. Il modo di annunciare i due servizi, chiaramente, è stato emozionalmente diverso, però la sua capacità di entrare e uscire da quella che era a tutti gli effetti una ‘parte’, mi ha lasciato davvero di sasso

Chiaramente non è lui/lei che pianifica l’ordine delle notizie, per cui a monte c’è una regia davvero ‘maliziosa’ all’opera. 

Si crea un potenziale di ascolto altamente sensibile, mediante la diffusione di un servizio veramente toccante, e quando le persone si lasciano andare sull’onda della commozione e abbassano gli 'schermi difensivi', le si colpisce con il servizio successivo, che è certamente importante in termini di business ed ancoraggio della folta platea sintonizzata in quel momento.

Tutto 'viene buono' per realizzare questa strategia, davvero poco morale.

Poco conta se quello che scrivo può essere completamente ‘smontato’ attraverso le chiacchiere dei diretti interessati. Per me quello che conta è il mio punto di osservazione e nessuno può venire a farmi cambiare idea a ‘parole’. Allo stesso tempo rispetto il volere della massa che continua a permettere il perpetuarsi di un simile scenario negativo attraverso la propria 'diretta partecipazione silente'.

Senza l’appoggio della massa non è possibile cambiare il Mondo. Probabilmente non è il Mondo che deve cambiare, no?

Per questo motivo credo che questo scenario 3d sia destinato perennemente a ciclare. Perché questa ‘scuola auto educativa’ ha proprio questa funzione nativa. Ad ‘esami’ superati si passa ad 'altro'.

L’Antisistema è l’inversione della logica finale Divina: è previsto che sia così. Anche se in realtà l’Antisistema è neutro per sua diretta definizione. Esso si carica, si programma, con quello che la massa esprime sotto forma di forma d’onda preponderante al livello delle 3d, ossia tenendo in considerazione lo stacco dal proprio sé e, dunque, dopo avere 'perso la memoria globale’ e la consapevolezza della sua realtà superiore.

Del resto, un campo di addestramento, o una scuola, servono proprio per fornire valore aggiunto, di qualsiasi entità e spessore, in funzione del ‘momento’ in cui si è incarnati e, comunque, riflesso di una necessità più ‘alta’.

È difficile scorgere questa lungimirante azione dell’energia, installati in un contesto che fa di tutto per mischiare le carte in tavola, eppure è sempre stato così: nulla accade per caso.

Il nostro ‘allenamento’ deve essere autentico al fine di poter maturare buoni risultati consolidati e forgiati nelle pieghe ruvide delle fucine del tempo.

Chi detiene un ruolo di potere e di comando forgiato in questa versione del tempo, non è disposto a perdere una posizione che è osservata e percepita dal punto di vista della dualità.

Non aspettiamoci nulla dalla Casta che è al comando. Essa è a sua volta in possesso dell’azione di controllo parassitario. Siamo solo noi che possiamo e dobbiamo renderci conto del livello incantesimale in cui ci siamo ‘impigliati’.

Mediante opera di 'leva di se stessi', possiamo assurgere ad un livello nuovo e diverso della nostra potenzialità. Quando questo accadrà, tutto il ‘resto’ del Mondo si adeguerà di conseguenza

Nessuna colpa, nessun giudizio, nessuna incoerenza: tutto ci compete e ci riflette.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com