mercoledì 17 agosto 2011

'Speculando' è una parolaccia?




Settimana scorsa i mercati finanziari globali hanno rischiato il collasso. Cosa stava succedendo? Semplice, potrei 'banalizzare'. 

Stava chiudendo il ciclo a due anni. 

Le notizie, puntualmente, sono giunte sulla polarizzazione ciclica del tempo (marzo 2009 – agosto 2011). Infatti, siamo ancora nella possibilità elastica dei cicli di contrarsi e/o espandersi sino al 25% della loro durata ideale. 

Chiedersi se il ciclo segua la realtà o la realtà il ciclo, lascia il ‘tempo che trova’, come in ogni loop vorticante di pensiero.

Magicamente le notizie 'negative' sono giunte proprio al momento giusto, ossia durante la fase di discesa o di chiusura del ciclo. Sarà un caso? Da questo punto di vista, il ‘tutto’ sembra come pilotato inconsciamente dalle aspettative e dalle intenzioni. Aspettative e intenzioni sono riferibili a due diversi ‘macro gruppi di attori’ del palcoscenico esistenziale:


ancora la dualità.


‘Noi e Loro’ ci troviamo alle due estremità della ‘fune’. ‘Noi’ siamo in tanti ma incredibilmente ‘Loro’ sembrano ancora avere la meglio. Perché? Perché ‘Noi’ non siamo coesi mentre ‘Loro’ sì…

I nostri sforzi sono ‘isolati’ e tendono ad essere poco efficaci.

Manovra: 'Contributo' In Serie A? Calciatori Contro 'Patron'.
Il contributo di solidarietà sui redditi oltre i 90.000 ed i 150.000 euro fa 'litigare' i calciatori con le società sportive di appartenenza. L'AD del Milan, Adriano Galliani: ‘Qualunque cosa ci sia scritto sulla manovra del governo sul contributo di solidarietà, anticipo che per noi graverà al 100% sui calciatori


Se non sarà così facciano lo sciopero tutta la vita. 

È un aspetto sul quale non si transige. È una tassa che pagheranno loro e non le società’. ‘Ogni calciatore - ha detto il presidente dell'AIC Damiano Tommasi- sul proprio contratto, ha ben definito come devono essere corrisposti gli emolumenti (al netto delle imposte, ndr)’.
Da Yahoo 

Si rimane davvero senza 'fiato' di fronte a comportamenti di questo tipo. Evitiamo di giudicare e iniziamo ad osservare che dopo l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie al 20%, si è introdotto anche questo contributo di solidarietà per coloro che guadagnano di più


Si va, insomma, a colpire la speculazione, prima e dopo la sua formazione. Che altro?

Crisi: Merkel, tassa transazioni finanza.
Francia e Germania propongono per settembre una tassazione sulle transazioni finanziarie. È quanto hanno annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel. I due hanno bocciato l'ipotesi degli Eurobond, giudicando sufficiente la dotazione del fondo salva-stati. Secondo la Merkel, ‘gli Eurobond sono l'ultima spiaggia. E non ci troviamo in questa situazione’. Drastico anche Sarkozy secondo il quale non sarebbero in grado ‘di controllare il debito’.
Da Yahoo 

Le transazioni finanziarie verranno tassate. Leggasi: la speculazione finanziaria verrà tassata. Bene. Stiamo a vedere in cosa consisterà questa nuova prassi. E ricordiamo che ci sono tanti tipi di 'speculazione' a questo Mondo... 


Trovo curiose alcune espressioni relative all’ultima citazione soprariportata:
  • gli Eurobond sono l'ultima spiaggia
  • non sarebbero in grado ‘di controllare il debito’.
Il debito non è controllabile, infatti il ‘gioco’ prevede proprio il ‘tutti contro tutti’ e, mi dispiace dirlo ma… siamo all’ultima spiaggia, o forse l’abbiamo già lasciata indietro. I politicanti fanno sempre finta di minimizzare, perché una ‘massa’ chiaramente impaurita è una ‘massa’ non controllabile e può fare grossi danni. I disordini di Londra sono una prima avvisaglia.

Il debito non è controllabile. Ecco una storia delle tante:

I governi del debito pubblico.
Il debito pubblico italiano è alle stelle. Secondo le previsioni degli analisti il 2011 si chiuderà con il rapporto tra debito e Pil che toccherà quota 120,4%, con una crescita di oltre un punto percentuale rispetto al 2010.

 
Ma nella storia italiana quello di quest'anno non sarà il peggiore risultato della storia e, soprattutto, la crescita del rapporto tra debito e prodotti interno lordo è una costante quasi infinita del nostro Paese. Se la media del rapporto tra il 1950 e il 1969 si era attestata sul 30%, salendo al 44% tra il 1970 e il 1975, è negli ultimi 35 anni che il debito pubblico italiano ha avuto un'impennata, con solo brevi periodi di calo.

 
L'incremento conosciuto con i governi Andreotti III, IV e V (rispettivamente nel 1976, nel 1978 e nel 1979) - dal 54 al 65% - subisce nel 1980 la prima frenata, con il rapporto debito/Pil che torna al 55% sotto il governo Cossiga. Stabile con Forlani, Spadolini e Fanfani, ritorna a salire intorno alla metà degli anni '80. Una crescita rapida e repentina che, tra il 1983 e il 1987 vede il rapporto passare dal 60 all'88,6%. È il quadriennio di governo Craxi, il primo a dare una brusca virata verso l'innalzamento del debito pubblico italiano.

 
Sulla scia delle politiche del primo governo a guida Psi, gli anni '80 si chiudono con il rapporto debito/Pil in crescita costante anche se con numeri più contenuti. Così si arriva al 1992, ultimo governo Andreotti e tramonto della Prima Repubblica con il debito che raggiunge il 98% rispetto al Pil.

 
Ed ecco il secondo scossone, che giunge proprio mentre la vecchia politica sta crollando sotto i colpi di Tangentopoli. Tra il 1992 e il 1994, quando arriverà il primo governo Berlusconi, il rapporto debito pubblico/Pil s'impenna e sotto la guida di Amato e Ciampi passa dal 98% al 121,8%, record assoluto per l'Italia.

 
Il primo governo Berlusconi si riduce a una meteora, cui seguono vari governi di centrosinistra guidati da Lamberto Dini, Romano Prodi, Massimo D'Alema e nuovamente Giuliano Amato. Tra il 1995 e il 2000 il debito pubblico finalmente scende, arrivando nel nuovo millennio a toccare il rapporto di 109,8% rispetto al Pil.

 
Nel 2001 torna al governo Silvio Berlusconi e per la prima volta porta a termine la legislatura con i governi Berlusconi II e III. In questi cinque anni, tra il 2001 e il 2006 il rapporto debito/Pil è sempre in costante diminuzione, nel 2005 tocca il 103,9% per risalire nel 2006 a 105,9%.

 
Nel 2006 le elezioni vengono vinte da Romano Prodi e nei due anni di governo di centrosinistra vi è prima un aumento al 106,6% e poi un calo al 103,6%. Nel 2008, anno di transizione da Prodi a Berlusconi il debito pubblico risale al 106,3%, ma sono gli ultimi due anni ad aver visto un nuovo balzo.

 
Complice la crisi economica e le politiche di governo, infatti, il rapporto tra debito pubblico e Pil nel 2009 si è attestato al 116% e al 119% nel 2010. Come detto, le previsioni vedono un'ulteriore crescita al 120,4% per quest'anno, anche se la conferma arriverà dai numeri ufficiali.
Da Yahoo 
 
È tutto un gigantesco gioco di riflessi illusori:

Cipro: Ue Esclude Piano Salvataggio Dopo Declassamento Debito.
‘La situazione non è cambiata, non è stato discusso alcun piano di salvataggio’, così la portavoce del commissario Ue agli affari economici e monetari Olli Rehn


La portavoce ha spiegato che l'economia cipriota è ‘fondamentalmente sana’ e che Nicosia è decisa ad ‘attuare le riforme’. Ieri Fitch ha declassato il debito pubblico di Cipro da A- a BBB. In precedenza anche Moody's e S&Poors avevano tagliato il merito di credito sul debito pubblico cipriota. 

Cipro è un paese aderente all'Euro.
Da Yahoo 

Tutto il Mondo è paese, nel piano percettivo Antisistemico di dominio delle entità parassite... Mi viene alla mente, chissà perchè, la preghiera di Conan al Dio Crom:



Crom, non ti ho mai pregato prima d'ora, non saprei come farlo. Nessuno, nemmeno tu ricorderai se eravamo buoni o cattivi, perché abbiamo combattuto, o perché siamo morti. No, ciò che conta è solo il coraggio, e che due si son battuti contro molti, ecco cos'è importante! Tu ammiri il coraggio Crom, quindi accogli la mia unica richiesta: fa' sì che mi vendichi. E se tu non m'ascolti, allora va' alla malora
Conan in 'Conan il barbaro'
 
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

martedì 16 agosto 2011

La 'base' invertita.




Quando si dice ‘parlare del più e del meno’… Questa è una espressione di una profondità inaudita e scambiata per semplice ‘terriccio’. Nel piano percettivo tridimensionale in cui siamo inseriti, tutto è duale. Ok. È persino una ovvietà questa espressione. 

Però, riusciamo davvero a comprenderne il significato più allargato? Ossia, il fatto di percepire il bene ed il male ci mantiene in una posizione ‘centrale’ rispetto a questa dilatazione dell’essenza? È una questione di consapevolezza e di conoscenza di se stessi.

Perché il male nel mondo? Sta bene a sentire... C'è una mamma che sta ricamando. Il suo figliuolo, seduto su uno sgabelletto basso, vede il lavoro di lei; ma alla rovescia. Vede i nodi del ricamo, i fili confusi... E dice: ‘Mamma, si può sapere cosa fai? È così poco chiaro il tuo lavoro’. 

Allora la mamma abbassa il telaio, e mostra la parte buona del lavoro. Ogni colore è al suo posto e la varietà dei fili si compone nell'armonia del disegno. Ecco, noi vediamo il rovescio del ricamo. Siamo seduti sullo sgabello basso.
San Paolo da Pietralcina attraverso Saggezza&Consapevolezza

Siamo seduti sullo sgabello basso… Lo ‘sgabello’ in questione è il nostro punto prospettico personale tridimensionale, è il ‘dove siamo’ che le emozioni traducono in ‘oggettività’ quotidiana. 

Il concetto di ‘potenziale superfluo’ descritto da Zeland, è molto spesso osservato dal lato ‘negativo’ dell’osservazione, ossia positivo che attira negativo, ma a pensarci bene, ovviamente, deve funzionare anche alla rovescia: negativo che attira positivo. Perché succede ciò? Perché l’Universo tende all’equilibrio e anche la dualità ne deve ‘fare le spese’.
 
In cosa si traduce questa evidenza? Nel detto popolare, ad esempio, ‘la palla è rotonda’. Può succedere di tutto. Mai dire mai…

Ciò che ad un certo dato istante può ‘sembrare’, all’istante successivo può ‘sembrare esattamente opposto’. I giochi di potere si avvicendano, collegati come sono tra di loro da leggi Universali di stabilizzazione. Il reame del Tempo rimane il campo di gioco che può, se 'ben disposti', a prolungare un certo scenario a scapito di un altro che ‘preme’ per entrare in gioco. Per questo ci troviamo su asse deviato del tempo Universale...

Il simbolo del Tao descrive molto bene questo concetto, però quello che occorre comprendere è che tutta quell’evidenza di auto compenetrazione in bianco e nero, ci sussurra di un terzo stato nel quale occorre disporsi con continuità.

Tale stato, risultante dell’opera duale insita nello scenario che ci accoglie, consiste nel vivere costantemente nel proprio centro e nel proprio attimo eterno presente, ossia all’interno dell’area energetica evolutiva inerente al ‘Conosci Te Stesso’.

Oggi mi sento di rimarcare questo fondamentale concetto.

Sono molte le varianti e le variabili che sfuggono, a proposito di ‘specchi e riflessi’ di ogni circostanza che ci riguarda, e non sempre è facile comprendere ‘cosa ci stiano sussurrando’, però è questo un esercizio di continuità, come l’opera del moto ondoso delle acque, instancabile, coerente e consapevole.

Ho descritto in un articolo precedente il frattale inerente al giroscopio: è solo raggiungendo e mantenendo il proprio equilibrio, che le forze attorno a noi non possono più coinvolgerci nella ‘rotazione’. A quel punto rivestiamo il punto di vista della nostra Anima, dell’Osservatore che osserva stabile nel centro mente il resto ruota come impazzito. È un po’ il concetto di Merkaba o di corpo di luce.

L’Anima pensa?

Nel suo indefinito osservare, si ‘limita’? Chi o cosa osserva? La sua parte incarnata, ossia se stessa? A tal proposito occorre chiedersi cosa sia il pensiero e, sempre a tal proposito, giunge a fagiolo la descrizione profondissima che ci dona l’amico Carlo Dorofatti nel suo importante libro ‘Anima e realtà’:

l’essere umano partecipa a un ecosistema multidimensionale di energia-pensiero: riceve pensiero elaborato da specie ‘inferiori’ ed elabora pensiero-cibo per specie ‘superiori’, all’interno di una vera e propria ‘catena alimentare’

Nella nostra attuale condizione, non solo non produciamo pensiero, ma non siamo più in grado di elaborare la realtà in tempo reale. Quando valutiamo di percepire e di pensare, stiamo ricordando la percezione e l’elaborazione di ‘qualcosa’ che la mente ha già avuto il tempo di adattare ai suoi limiti, ovvero ai nostri sistemi di credenza e pregiudizi, collocandoci negli angusti confini di un’illusione molto convincente.

Riprendendo l’interrogativo fondamentale su cui tanto insisteva Gurdjieff, se viviamo in un’illusione della mente, come possiamo ‘essere’ e quindi ‘agire’?...

Le prime tre righe di questa citazione esprimono una verità ‘scottante’, relativa a qualcosa che ‘decisamente sfugge ad ogni parametro sensoriale’. Navigando in Internet, con questa citazione nella ‘casella di ricerca percettiva, ho trovato un pdf che mi ha davvero illuminato frattalmente. Ecco cosa afferma:

Software.
• Informalmente un programma può essere definito come una serie di operazioni elementari, eseguite in sequenza, che trasformano un insieme di dati di ingresso (input) in un insieme di dati di uscita (output).
• L’insieme dei programmi e dei dati presenti su di un calcolatore ne costituiscono il software.
• Il software in un calcolatore è organizzato in una struttura gerarchica.   

Gerarchia di astrazioni.
• Un computer, con i programmi ad esso associati, presenta una gerarchia di livelli di astrazione, chiamate macchine virtuali.
Ogni livello, ad eccezione del più basso, è realizzato traducendo o interpretando le sue istruzioni mediante le primitive fornite dai livelli inferiori.

Livello astrazione.
6 Programma applicativo
5 Linguaggio di programmazione
4 Linguaggio assemblativo
3 Nucleo del sistema operativo
2 Linguaggio macchina
1 Microprogramma
0 Logica digitale
Link

Penso che non ci sia nemmeno necessità di dare una spiegazione del frattale ritrovato per ‘caso’. È davvero lampante ed eccezionale… Mi limito solo ad esporre solo la delineazione del livello ‘0’ o 'base':

Logica digitale: è un’astrazione della circuiteria elettronica, realizzata mediante circuiti detti porte logiche, con uno o più ingressi digitali (rappresentati da 0 e 1) e che producono in uscita una funzione logica dei propri dati in ingresso (es. AND o OR).

Questa nostra ‘astrazione’ è una derivazione/semplificazione animica, concepita per raggiungere la scuola duale 3d. Duale, ossia fatta di ‘1’ e ‘0’. In questo articolo di SPS  scrivevo:

Noi siamo come computer biologici ultra sofisticati, che adesso funzioniamo con una logica inversa; siamo stati trasformati in veri e propri 'inverter' che prendono il segnale originario, fatto di Luce, e lo negano; proprio come un operatore logico 'Not' che nega il segnale invertendolo. Per cui quando nasciamo, abbiamo contenuto '1' nell’inconscio, l’Antisistema provvede in tutti  modi a mutare la nostra struttura tecnologica interna, trasformandoci in 'porte' inverter.

Ecco perché l’input che giunge dalla 'base' è tanto importante ed ecco perché la ‘base’ è stata invasa e conquistata nel proprio inconscio in ogni modo, ed ecco perché la ‘base’ viene costantemente tenuta sotto ipnosi continua

Ed ecco perché ‘qualcuno’, certamente risvegliato, chiama la massa alla sveglia:

Gb: Anonymous, manifestazione 15 ottobre.
I disordini in Gran Bretagna sono ‘il frutto di decenni di negligenza dei governi’, e l'autorità politica ‘li utilizzerà per limitare la libertà’: lo scrive Anonymous, il collettivo hacker divenuto celebre per il supporto a Wikileaks e alle rivolte arabe, in un comunicato stampa pubblicato su Youtube

Il gruppo chiama i cittadini britannici all'azione, e lancia l'iniziativa di una ‘manifestazione pacifica per la libertà’ il prossimo 15 ottobre in tutto il Paese.
Da Yahoo

Ecco perchè parliamo spesso 'del più e del meno'.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

venerdì 12 agosto 2011

Canone Rai e la televisione che non c'è più.




Quest’oggi SPS si trasforma momentaneamente in un clone di ‘Mi manda Lubrano’. Ricordate? ‘A questo punto, una domanda sorge spontanea...’. 

L’oggetto della questione è, però: ‘mamma’ Rai.

Al momento questo Blog non è aperto ai commenti, però una e-mail per eventuali comunicazioni la metto sempre in calce ad ogni articolo, per cui chi avesse qualcosa da indicare e/o aggiungere lo può fare tranquillamente, vista la ‘popolarità’ dell’argomento trattato. Poi, se la situazione lo richiederà, potrò scrivere un aggiornamento della questione, o aprire una pagina apposita in SPS, con lo sviluppo delle 'cose' e i vostri ‘appunti’ ed esperienze sul tema.

Che ne dite? Questo è SPS, dove non c'è fine di continuità tra 'Sacro e Profano', dove ogni ambito viene osservato come una introduzione verso il suo esatto opposto al fine di esperimentare l'esistenza 3d e comprendere, in perfetta autonomia, i riflessi del 'tutto' che si affaccia su di noi ed in noi.

Allora, vado diretto al punto della disdicevole vicenda, che cade, tra l’altro, in un momento in cui la ‘crisi’ batte dura e risparmiare quegli oltre 100 euro annui, richiesti dal balzello medioevale del canone Rai, non fa proprio male.

Cercherò di essere chiaro e trasparente.

Noi (io e mia moglie) abbiamo sempre pagato il canone, sin dal 2003 da quando abbiamo deciso di vivere insieme (prima lo hanno sempre pagato i nostri genitori). Nel tempo, però, la nostra situazione relativa all’essenza del vivere, diciamo ‘sul percorso evolutivo/spirituale, ci ha portati a cambiare idea sulla quasi totalità delle mode/abitudini ‘offerte’ da questo modello sociale

Siamo cambiati in 'profondità'.

La televisione è una di quelle 'abitudini' a cui abbiamo deciso di fare a meno e, il lettore di SPS, sa molto bene che lo dico con serio convincimento. Per cui siamo andati a cercare direttamente alla ‘fonte’, ossia sul sito della Rai, come si può fare per disdire tutta la faccenda relativa al canone.

Cosa abbiamo trovato? Questa pagina tutt’ora presente sul loro sito, la quale recita che 'la disdetta dell’abbonamento, si realizza esclusivamente al verificarsi dei seguenti eventi:

•  L’abbonato cede tutti gli apparecchi detenuti dando esatta comunicazione delle generalità e indirizzo del nuovo detentore… (art. 10 R.D.L. 21.2.1938 n. 246)

•  L’abbonato comunica di non detenere alcun apparecchio fornendone adeguata comunicazione (ad es. per furto o incendio)… (art. 10 R.D.L. 21.2.1938 n. 246)

•  Nel caso che gli abbonati intendano rinunciare all’abbonamento senza cedere ad altri i loro apparecchi, devono presentare disdetta, entro il 31 dicembre, chiedendo il suggellamento degli apparecchi stessi. (art. 10 R.D.L. 21.2.1938 n. 246) 
 
Dato che il nostro vecchio televisore versava in condizioni pietose, lo abbiamo fisicamente buttato via, trovando la ‘forza’ (visto il condizionamento sottile imposto) e prendendo lo spunto dall’introduzione alla tv digitale e del relativo ‘famoso’ decoder analogico/digitale da applicare alla vecchia tv. 

Quindi per noi il ‘secondo caso’ dei tre esplicati sul sito della Rai andava benone e rientravamo al cento per cento nella casistica, ossia:

L’abbonato comunica di non detenere alcun apparecchio fornendone adeguata comunicazione (ad es. per furto o incendio). La disdetta deve essere inviata a mezzo raccomandata Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio territoriale di Torino 1 Sportello S.A.T. Casella postale 22 – 10121 Torino (To) (art. 10 R.D.L. 21.2.1938 n. 246). Anche in questo caso, successivamente all'invio della raccomandata, lo Sportello S.A.T. invierà all'abbonato un modulo di dichiarazione integrativa della disdetta che dovrà essere debitamente compilato, firmato e restituito per la definizione completa della richiesta di annullamento.

Allora mandiamo la nostra bella raccomandata prima della scadenza dell’anno 2010. Eccola:

Oggetto: disdetta dell’abbonamento privato alla televisione n.XXXXXXXX–Codice Controllo X - (art. 10 R.D.L. 21.2.1938 n. 246).
 
Il sottoscritto XXXXXX XXXX intende portarvi a conoscenza di quanto in oggetto. Infatti non sono più in possesso di alcun apparecchio televisivo da mesi e non intendo nemmeno usufruirne per il futuro. Colgo l’occasione dell’ultimo guasto definitivo occorso al mio televisore. Il mio stato di disoccupazione non mi permette spese inutili.
Grazie.
Cordiali saluti.    

Sono rimasto disoccupato per circa due anni e mezzo, per una scelta particolare di ‘ri possesso del mio tempo’. Tempo che ho messo a disposizione alla mia 'crescita individuale espansa', per SPS e per terminare il mio libro ‘Prospettiva Vita’, che dovrebbe andare in stampa a settembre 2011. 

Puntualmente ricevo ugualmente da ‘mamma Rai’ la richiesta di pagamento per il canone relativo all’anno 2011. Allora riscrivo prontamente un’altra raccomandata; questa:

Oggetto: Vostra richiesta di abbonamento alla Televisione n.XXXXXXXX – Codice Controllo X.

Mi chiamo XXXXXX XXXX, residente in XXXX a XXXX (XX), e scrivo in merito a quanto espresso in oggetto. Voglio portare alla Vostra cortese attenzione che in data 07 dicembre 2010 ho espresso formale richiesta di disdetta dell’abbonamento privato alla televisione N. XXXXXXXX – Codice Controllo X - (art. 10 R.D.L. 21.2.1938 n. 246), come da indicazioni presenti sul Vostro sito, tramite raccomandata AR Nr. XXXXXX-X (che allego, unitamente alla fotocopia della lettera di disdetta sopra cimentata). Pertanto, in riferimento a quanto espresso, non trovo fondata la Vostra richiesta di pagamento del canone RAI per la stagione 2011 e a seguire.
Grazie.
Cordiali saluti.

Bene. Tutto finito, pensavamo io e mia moglie, e invece no. Due giorni fa riceviamo questa ennesima richiesta di pagamento del canone Rai:

In riferimento alla Sua comunicazione, si fa presente che la stessa è inefficace per la chiusura dell’abbonamento in oggetto, in quanto non contiene gli elementi richiesti dall’art. 10 del R.D.L. 21 febbraio 1938, n 246 (convertito nella legge 4 giugno 1938, n. 880), che consente la disdetta nei soli casi di cessione o di suggellamento di tutti gli apparecchi televisivi detenuti presso ogni residenza o dimora proprie e dei propri familiari anagraficamente conviventi.
 
Pertanto Lei rimane obbligato/a al pagamento del canone di abbonamento alla televisione.
 
Si fa presente inoltre che attualmente sono ancora dovuti i seguenti importi:
euro 56,39 per canone di abbonamento
euro 8,70 per sanzioni amministrative e interessi di mora.
 
La modalità di trattamento a cui la Rai sottopone i propri abbonati/forzati è lo specchio di una nazione ammantata di ‘ragnatele’ e ‘malfidenza’, il cui frattale è rispecchiato persino nella mancanza di saluti finali nell’ultima comunicazione ricevuta, come se un qualcuno dall’alto, inarrivabile, non degnasse nemmeno del saluto il proprio ‘sottoposto’. 

Infatti, il rapporto reciproco tra Rai e abbonati si fonda sulla negatività. Alla base ‘non si crede a quello che l’altra parte sta affermando’. Solo che l’abbonato è forzato a ‘credere/pagare’, mentre la Rai può fare la voce grossa e ‘ordinare il pagamento’.

Ecco le mie considerazioni:
  • non abbiamo più nessun televisore in casa (il vecchio televisore era al limite della decenza e l’abbiamo buttato via)
  • la modalità di disdetta utilizzata da noi è scritta sul sito Rai (l’abbonato comunica di non detenere alcun apparecchio)
  • le tre modalità di disdetta fanno riferimento alla stessa legge (art. 10 R.D.L. 21.2.1938 n. 246). Una legge del 1938 che rappresenta ancora l’Italia alle porte del 2012
  • il rapporto Rai/Utente è basato sulla malfidenza (non si crede che noi abbiamo veramente buttato via il televisore e che, quindi, continuiamo ad ‘usufruire’ dei programmi Rai)
  • il canone Rai è una forma di ‘collante’ studiato per essere appiccicato addosso alle persone a ‘prescindere’ da ogni nuova circostanza, infatti in caso di morte, l’erede - se non già abbonato Rai - ‘deve’ prendersi carico dell’abbonamento del defunto
Ecco la situazione più paradossale:

l’unico modo per disdire il canone Rai è chiedere il suggellamento degli apparecchi televisivi posseduti, oppure cederli fisicamente a qualcuno, dichiarando nome e cognome della persona che ‘riceve’ questo onere. Ossia si prendono in considerazione solo le casistiche basate sul possesso fisico di una televisione.

La nostra situazione si trova in un territorio non preso in considerazione, dunque?

Noi non abbiamo nessun televisore. Per cui cosa dobbiamo fare? Nel 1938 non avevano pensato a questa evenienza? 

Quindi dovremmo pagare per un qualcosa di cui non usufruiamo?

Siamo al puro paradosso. Cosa dovremmo suggellare? L’aria? Un televisore di cartone? O un televisore che recuperiamo dalla discarica? Cose da pazzi. Oppure dovremmo dichiarare di cedere un televisore che non esiste?

La documentazione che il televisore non esiste più, in cosa consiste? In una foto in cui si vede che lo gettiamo nella spazzatura? Foto che si può sempre taroccare, per cui ‘mamma Rai, non ci crederebbe, no?

Io penso che, di fronte a questi tempi, occorra prendere delle decisioni all’altezza della situazione personale/spirituale percepita. Che queste decisioni vadano poi confermate tramite l’azione diretta sul piano della inerente realtà/fisicità, attraverso la coerenza e la conferma responsabile delle proprie necessità esistenziali, riflesse in un superamento di ogni ricatto ed 'astrusità' del caso. 

Nella fattispecie, si parla di una vera e propria intimidazione, sia per il tono della lettera ricevuta, sia per la presenza di una ‘sanzione’, sia per quello che all’orizzonte si potrebbe prospettare.

Ma non importa. È una questione di coerente presa di posizione:
  • a noi non interessano i contenuti Rai
  • a noi non interessa vedere la televisione
  • noi non abbiamo nessuna televisione atta a ricevere il segnale televisivo
  • e non c’è niente e nessuno che ci può obbligare a vedere la televisione.
È questa la profondità raggiunta dall’incantesimo? 

Non è nemmeno prevista la circostanza che una persona non voglia vedere la televisione! Non si crede che possa esistere anche questa possibilità. Non si crede che possano esistere interi nuclei familiari ‘de televisorizzati’.

Non si crede… ossia si è malfidenti.

Per oggi lascio perdere il discorso di valenza frattale spirituale, perché esula dalla tridimensionalità del presente articolo, il quale intende manifestare lo 'stato dell’arte' in un modello sociale che, a maggior ragione, non posso che chiamare Antisistema

La Rai è il frattale evidente di un contesto ribaltato a 180 gradi.

Sono giorni di manovre fiscali aggiuntive, di austerity, di richieste di sacrificio per tutti i popoli della Terra, Italia in primis. La ‘crisi’ è stata innescata dall’energia che veicola il mondo bancario e ricade ovviamente sulla ‘massa’ che lo alimenta in ogni caso. È un circolo vizioso di cui, intendiamo che si sia rotto il meccanismo.

Questa richiesta di balzello alla ‘Non ci resta che piangere’ è un segno evidente dei tempi; tempi che stanno collassando su se stessi e sul proprio ‘contenuto’. Il ‘pagare indotto’ sembra l’unico modo per mantenere in piedi un castello che ‘non ce la fa più’.

Io e mia moglie abbiamo staccato i ‘fili’ del Matrix

Noi non abbiamo più nulla a che fare con questa realtà bizzarra costituita da debiti e canoni ‘sottili’. Il nostro Karma è pulito: siamo liberi.

La Rai ‘non crede’?  È un problema suo e di tutti coloro che la ‘alimentano’. La Rai è un carrozzone con molto valore aggiunto, però è preda del proprio male convergente, fatto di tempo ripiegato su se stesso, come una immane tempesta che non va mai via e che non si esaurisce mai, perché trova in continuazione energia di alimentazione. È un vortice che non conosce fine di continuità…

Noi abbiamo chiuso con la Rai.

Con chi ‘non ha occhi per vedere’ è difficile trovare un punto comune d’intenti. In questi casi è meglio tagliare quella linea di percezione, quel Mondo tanto diverso da noi, quella dimensione che non fa più parte della propria vibrazione d’essere.

L’augurio è che le persone cambino, così anche la Rai potrà iniziare a cambiare per ‘induzione’, proprio come adesso per ‘induzione’ ogni individuo è ‘portato’ ad avere un televisore, come se quell’apparecchio fosse un vero e proprio ‘familiare aggiunto’ o un riempitivo per carenze d’altro tipo

La Rai è pubblica e impone un canone, oltre che ad usufruire del mercato della pubblicità: e non basta mai. È sempre piena di debiti, ed il debito è il cancro che ammanta questa dimensione. Lo ritroviamo in ogni circostanza. 

Il debito è il frattale di un qualcosa di superiore: della nostra situazione spirituale latente.

Ogni macchina prodotta dall’umanità, e non fatta sparire, ha ‘sete’ d’energia e puntualmente accende la spia della riserva. Spia che è inerente alla macchina stessa ma anche alla persona che la guida, che la possiede. Persona che deve porre rimedio a quella situazione, pena la frenata del proprio cammino.  

Cammino che, tuttavia, può procedere ancora, a ben pensarci, proseguendo a piedi e abbandonando la macchina. Ecco la famosa ‘alternativa’ o la speranza che non smette mai di alimentare ognuno di noi.

Anche oggi sono riuscito a scrivere parecchio. Ma va bene così. Va bene così.

Spediremo una nuova raccomandata a ‘mamma Rai’, con la ferma intenzione di ‘non vederci mai più’. È un addio, almeno sino a quando le ‘cose’ non cambieranno.

Nel proprio storico slogan c’è tutta questa vicenda e molto altro:  Rai. Di tutto, di più.

Non abbiamo bisogno di questa Rai.

Stay tuned…

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com