mercoledì 9 marzo 2011

Ogni attore giudica ma non è se stesso.





Nell’articolo di ieri ho trattato velocemente del concetto del ‘male’ nella proiezione ancestrale del cosiddetto ‘Diavolo’. Un archetipo, questo, che incarna tutte le paure umane, esteriorizzate e rese palesi alla luce di un Mondo considerato dai più molto simile ad un Inferno, nonché l'anticamera religiosa di un ben altro e più ‘pungente’ tipo di Inferno: quello che attende dopo la dipartita dell’Anima dal corpo fisico

Che dire? Secoli o addirittura millenni di oscurantismo globale hanno intaccato il nucleo della nostra essenza incarnata, riuscendo nell’impresa di staccare la consapevolezza del 'chi si è', in funzione dei moti allucinanti del vivere in una modalità continua di sopravvivenza

Nella rete della paura, il male si è scolpito una gran parte attiva in noi e fuori di noi

Il suo riflesso esterno a noi è proiettato dallo specchio della Coscienza, intimidita sempre di più dalle strane storie che ‘qualcuno’ ad arte ha da sempre sparso ai quattro venti. Tutto converge verso un punto di stress, un punto di maggiore debolezza dell’infrastruttura dell’universo umano. Tutto evidenzia ciò che non si vuole evidenziare, ma che chiaramente il processo legato alla psiche conduce a sé, come un magnete polarizzato ad attrarre per via naturale. 

Sia il pensiero che il Karma costringono a prendere evidenza della nostra situazione sulla Terra, mentre a nulla valgono i tentativi dell’Ego di allontanare il momento della 'resa dei conti', il momento in cui dovremo affrontare noi stessi e le nostre paure. Le illusioni di una Vita agiata e benestante o di gran lavoro o di un egoico altruismo, alla fine condurranno comunque sino a noi ogni ‘detrito’ che ci portiamo dietro come una Cometa la sua scia. 

Non si scappa da questo meccanismo, perché è previsto dal Piano Divino. Perché è un meccanismo di ‘pulizia’ energetica e spirituale. Perché è l’evoluzione a cui siamo chiamati. Il ‘male’ è ignoranza, è non conoscenza, è il vivere un giorno da leoni e gli altri da pecore, è incoerenza, è una vibrazione stonata, un’onda alfine opportuna per… crescere.

Domanda 9
Puoi spiegare il concetto di male? Esiste davvero?
 
Risposta 9
La preoccupazione primaria nell’universo non è il male, ma l’ignoranza. Quando i membri di una specie sono nell’ignoranza della loro identità come coscienza individualizzata, sono più facilmente manipolati e sedotti dalle illusioni temporanee del MEST (Materia, Energia, Spazio, Tempo). Il MEST è nell’universo la visione più esteriore del multiverso, e quelli che identificano in esso la loro vera casa stanno vivendo nell’ignoranza.
 
E’ da questa mancanza di conoscenza che il concetto di male si è propagato in una serie di qualità, energie e motivazioni. Il male, al suo livello più distillato, è semplicemente una conoscenza parziale e, da questa parziale conoscenza, il veicolo dell’anima di qualsiasi specie è capace di comportamenti che possono essere definiti come male. Il male, per quanto riguarda una personalità come la Sorgente Primaria, non esiste. Non è un sistema codificato di energia o intelligenza. E’ un’espressione comportamentale di ignoranza e nulla più.
 
A questo riguardo, il Lyricus si preoccupa del male ma non teme il suo potere o impatto, perché il male non è coordinato o coerente, a differenza di coloro che sono allineati con la Sorgente Primaria. Inoltre, il male è in conflitto con se stesso più di quanto sia in conflitto con la Sorgente Primaria e con le espressioni a lei allineate.
 
Nella maggior parte dei casi, il Lyricus considera le espressioni del male o uno dei suoi membri con compassione, accrescendo la propria risoluzione di dare assistenza a una specie verso il Gran Portale.
 
Nella terminologia del Lyricus, il male è la resistenza al sentiero della consapevolezza – chiamato Gran Portale. La resistenza alla scoperta e alla diffusione del Gran Portale  è il prodotto principale di entità non informate che desiderano mantenere l’inganno del loro potere personale, temendo che l’illuminazione della specie li spodesterà. Il male manca del sistema di radicamento alimentato dalle profondità della coscienza individualizzata ed è quindi facilmente sradicato una volta che la coscienza individualizzata diviene l’identità della specie umana.
Estratto da: Lyricus - FAQ 1, Relazione del Lyricus con la specie Umana

Davvero intensa questa citazione:
  • Quando i membri di una specie sono nell’ignoranza della loro identità come coscienza individualizzata, sono più facilmente manipolati e sedotti dalle illusioni temporanee del MEST (Materia, Energia, Spazio, Tempo). Il MEST è nell’universo la visione più esteriore del multiverso, e quelli che identificano in esso la loro vera casa stanno vivendo nell’ignoranza.
  • Inoltre, il male è in conflitto con se stesso più di quanto sia in conflitto con la Sorgente Primaria e con le espressioni a lei allineate.
  • Nella terminologia del Lyricus, il male è la resistenza al sentiero della consapevolezza – chiamato Gran Portale. La resistenza alla scoperta e alla diffusione del Gran Portale  è il prodotto principale di entità non informate che desiderano mantenere l’inganno del loro potere personale, temendo che l’illuminazione della specie li spodesterà.

Si parla di:
  • ignoranza che facilita la manipolazione
  • la manipolazione di questo scenario 3D, ossia l’Antisistema
  • Antisistema che evidenzia il conflitto con se stessi
  • il conflitto con se stessi è una resistenza alla consapevolezza
  • le paure di chi ha il potere si identificano nella paura di perdere quel potere
Dunque James dei Wingmakers ci sta narrando dell’Antisistema, ma per altre vie. Ciò che il genere umano proietta al di fuori di sé è proprio ignoranza che viene incoraggiata dallo scenario 3D, progettato appositamente per evidenziare al massimo livello il grado di oscurità che caratterizza il cammino dell’incompletezza verso la completezza. 

È naturale oltre che logico

L’Antisistema serve proprio a questo. Ben intesi, l’Antisistema è un 'padre' ma anche un padrone. È come lanciare un programma con un preciso scopo ed un ampio raggio di movimento o libertà. Esso può spingersi a livelli radicali. Esso si nutre di ciò che evidenzia. Ne ha necessità. È pertanto un ‘gioco’ molto serio, doloroso di un dolore teorico molto grave. 

Il tempo a lui concesso è il tempo a noi concesso nell’economia dei cicli celesti dell’evoluzione lanciati dal Creatore, il quale tesse ed elabora i dati degli Human Bit ai fini del bilanciamento dell’equazione energetica strutturale di base. Il Creatore dipende da noi

Dal punto di vista metafisico e soprattutto per certa tradizione filosofica antica (in particolare per S. Agostino, ma tenendo presenti anche i filosofi della Grecia antica come Platone e Aristotele), il male, essendo l’esatta antitesi del Bene e quindi dell’essere, si configura come una privazione di essere o, che dir si voglia, con il non-essere stesso. Il Male, non avendo di per sé consistenza autonoma, essendo privazione del Bene ed esistendo quindi solamente in virtù dell’essere e come suo esatto contrario, è un accidente della realtà.
 
Il male secondo Platone.
Nel X libro della Repubblica, Platone, sullo sfondo delle cui opere spesso appare trattato il problema del male, costretto ad utilizzare in generale i miti e in particolare quello di Er per spiegare il concetto trascendente di una vita ultraterrena, ammette la possibilità di una vita terrena dove il giusto riceve premi ed onori dagli dei e dagli uomini, ma aggiunge anche che gli uomini ingiusti, anche se in un primo momento sembrano aver successo, da vecchi sono "maltrattati nella loro miseria da stranieri e cittadini, vengono flagellati… saranno poi torturati e bruciati"; Platone sostiene anche che le fortune e le sofferenze che si ricevono sulla terra sono nulla rispetto a quelle che ci attendono dopo la morte.
 
Il mito di Er.
Attraverso il mito di Er, che narra la storia di un soldato morto in battaglia che, dopo dodici giorni, ritorna in vita e racconta cosa aveva visto nel regno dei morti, Platone sostiene che l'anima riceva già in questa vita sia il premio della sua giustizia, sia la pena della sua colpa.
Per Platone, però, a differenza di quanto credevano gli ebrei vetero-testamentari, un'anima giusta è colpita da castigo non perché ha ereditato una colpa dai propri padri, ma perché ha commesso una colpa in una sua preesistenza passata.
Da Wikipedia

La lungimiranza degli antichi è 'abissale'. In contrapposizione al concetto che si è costruita la scienza occidentale, riferito alla inferiorità di coloro che vissero nei tempi trascorsi rispetto al punto di riferimento presente. Tale paradosso e cecità è certamente temporaneo, in quanto il pieno sviluppo del processo del pensiero e dell’Io umano, condurranno presto o tardi al pieno risveglio dell’essenza intrappolata nella rete concettuale di un modello di psiche acerbo, imberbe, ancora troppo vicino al suo punto di nascita. 

Platone utilizza dei termini che i traduttori hanno ‘fissato’ per esso, per cui la sua valenza si occidentalizza un po’ troppo. È come studiare gli antichi con il metro di giudizio e valutazione moderni: tutto appare come infantile, puerile, al limite della compassione e dello scherno. 

Se davvero Platone scriveva degli Dei è ovvio che si poteva riferire esclusivamente agli Dei provenienti dalle stelle. Questo è un altro paradosso a cui l’uomo medio moderno va incontro puntualmente: crede in un Dio unico, il suo, e quando legge delle altre divinità attuali le rifiuta, mentre quando legge degli Dei dell’antichità si apre alle considerazioni più disparate, miscelando possibilità anche remote. Come è possibile questa cosa? È come se il ‘credente, sfugga da un presente diverso da quello che gli hanno imposto, rifugiandosi nel passato non riconosciuto, nel quale può manifestare silenziosamente tutta la propria ‘sete di curiosità’. Solo i bigotti o gli integralisti non lo fanno. La grande platea è infatti interessata da sempre ai misteri che ci ruotano attorno come satelliti atratti dalla nostra presenza. 

Lo so che è concetto astruso che probabilmente non sono riuscito per bene ad esprimere: non è facile nel poco tempo che ho a disposizione per il Blog durante la giornata. Tuttavia lo sforzo richiesto al cortese lettore è proprio quello di intingersi nelle riflessioni, seppure abbozzate, e continuare privatamente il cammino solo sussurrato e prosposto. Questo esercizio è di grande utilità al fine di aprire le porte della propria disponibilità dell’essenza all’essenza. 

La sete di curiosità umana è fumo che sfugge dalle chiuse dell’Antisistema, è il percepire che qualcosa di diverso dall’usuale esiste appena oltre il passo mosso con coraggio e determinazione oltre il giudizio della comunità e della consuetudine.

È il voler giudicare che ci sconfigge.
Apocalypse Now

(Basandosi sui tipi di giudizio possibili, secondo  Aristotele) lo studioso del Novecento Karl Popper ha elaborato il principio di falsificazione, secondo il quale se due proposizioni sono opposte tra loro ed una di esse risulta vera, l'altra sarà sicuramente falsa”.
Da Wikipedia

A questo conduce la 'filosofia' dell’uomo? Ad emettere sentenze logiche che servono ai programmatori di computer per incidere la loro funzionalità? Da parte mia, posso umilmente fare notare che il principio di falsificazione proposto da Karl Popper è quantisticamente irrilevante in quanto esprime un punto di vista molto limitato della consapevolezza estesa

Ciò che è inerente allo scenario 3D è interamente ribaltabile ai fini della presa di coscienza. Questo ribaltamento dei piani della percezione esplica proprio il concetto di specchio e riflesso, interamente ricondotto ad un unico punto d’osservazione per il quale non esiste né giudizio né, dunque, verità o falsità, ma solo opportunità evolutive

Il giudizio umano anche nella sua estrema logicità crea separazione e lontananza dal proprio nucleo dell’essenza e motivazione spirituale.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

 

martedì 8 marzo 2011

Le mappe celesti della Creazione.





Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il Diavolo, va in giro come un leone ruggente, cercando chi possa divorare tra voi”. Pietro 5:8
Devil

Il film da cui è tratta la citazione soprariportata, Devil, è veramente sorprendente, M. Night Shyamalan dimostra il solito spirito ‘mordente’ e sincronico con un ordine universale percepito come inverso, ma che tuttavia ha sempre una ragione d’esistere e d’essere. 

Il Diavolo cerca chi tra di noi possa essere ‘divorato’. Il senso dello Spirito Oscuro è il senso dell’Antisistema, la sua funzione normalizzatrice dell’energia

È insita persino nel Demonio una rigida osservazione delle ‘regole’, delle leggi celesti, a cui egli non può assolutamente transigere. Può usare l’intelligenza, l’inganno, le debolezze dell’uomo, la sagacia ed ogni suo potere di veggenza e lungimiranza, persino una certa saggezza e profondità d’animo, però non può oltrepassare il sacro vincolo del risveglio della Coscienza. L’uomo che comprende di avere commesso un ‘errore’, può sempre chiedere il perdono e assumersi in tutto e per tutto le proprie responsabilità. Se il ravvedimento è sincero, il Diavolo lo capisce e si dovrà ‘fermare’, in quanto la sua funzione viene superata dal punto prospettico raggiunto

Questa è la sua ragione: provocare e regolare il risveglio. I suoi modi di fare sono brutali e vanno diretti al nucleo della questione, secondo l’antica consuetudine riportata nella legge del taglione, parafrasi umana del principio di causa ed effetto o di azione e reazione enunciata anche dalla Fisica moderna.

"Legge III Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Se qualcuno spinge una pietra col dito, anche il suo dito viene spinto dalla pietra. Se un cavallo tira una pietra legata ad una fune, anche il cavallo è tirato ugualmente verso la pietra: infatti la fune distesa tra le due parti, per lo stesso tentativo di allentarsi, spingerà il cavallo verso la pietra e la pietra verso il cavallo; e di tanto impedirà l’avanzare dell’uno di quanto promuoverà l’avanzare dell’altro.
Se un qualche corpo, urtando in un altro corpo, in qualche modo avrà mutato con la sua forza il moto dell’altro, a sua volta, a causa della forza contraria, subirà un medesimo mutamento del proprio moto in senso opposto. …
A queste azioni corrispondono uguali mutamenti, non di velocità, ma di moto. I mutamenti delle velocità, infatti, effettuati allo stesso modo in direzioni contrarie, in quanto i moti sono modificati in uguale misura, sono inversamente proporzionali ai corpi".
Wikipedia

Secondo questo principio, e applicando la proprietà olografica del tutto, si desume che anche il Diavolo tragga una differenza di processo ogni qualvolta s’imbatte in una individualità umana. Ciò descrive a pieno il modello universale ‘sensato’ in cui siamo immersi e sganciati dal flusso della ‘memoria’ continua. 

Il senso autoeducativo dello stare qua è pienamente rispecchiato in ogni contesto che possiamo osservare e non solo misurare coi sensi e con la logica del pensiero.

Questa è la funzione dell’Antisistema.

Non vi preoccupate, perché se esiste il Diavolo, allora deve esistere anche Dio”.
Devil

Applicando il principio di ‘veggenza’, persino logico, descritto nell’antico testo dell’I Ching, ad esempio, possiamo espandere una simile consapevolezza, assunta leggendo tra le righe, ad ogni ambito di quello che ci circonda e ci riflette. Tutto ‘parla di noi’ in ogni istante: persino il tempo atmosferico e l’andamento della Borsa. 

Noi siamo un’onda che si muove e che smuove, riflessa da ciò che viene attraversato. Gli Specchi Esseni raccontano, per altri versi, la medesima verità.

Le guerre continue che la storia deviata ci racconta, sono esplicitazioni dell’indole umana sulla via del ricordo del sé, energia maschile, attiva, in un equilibrio instabile, in cerca di… pace. Il substrato energetico denso che ci accoglie, lo scenario 3D, ben si presta allo sviluppo di ogni ‘germe’ che si annida nella nostra ignoranza della luce: tutto è così ben evidente nelle 3D.

In cuor nostro lo sappiamo tutti quanti.

La guerra ha avuto un’evoluzione significativa in termini dimensionali.
La guerra del futuro sarà una guerra senza militari, invisibile...
La paura è un’arma? Noi abbiamo paura delle cose che ci vengono dette più delle cose stesse. Ecco perché con il passare del tempo ci accorgiamo che la guerra più importante è quella fatta con l’informazione. Se noi pensiamo che l’85 per cento delle informazioni che vengono divulgate provengono dagli stessi soggetti protagonisti di quelle informazioni, ci accorgiamo che la notizia è già avvelenata.
Ma non solo. Ci sono tecnologie che consentono materialmente di creare distruzione senza che il nesso tra causa ed effetto sia visibile. Modificare le condizioni meteorologiche e climatiche è l’esempio che fa più impressione ma ce ne sono molti altrettanto significativi per i tempi che stiamo vivendo. Come chiamare questi scenari se non ‘guerre’ e come rendere possibile la dissoluzione del concetto di guerra oggi? Cos’è la guerra ai giorni nostri? Quali sono le differenze con il passato?
Testimonianze.
“Questa “guerra della percezione”, questa offensiva nei confronti della coscienza delle masse, per convincerle che quello in cui vivono è comunque il “migliore dei mondi possibili”, riecheggia nell’assioma orwelliano:
La guerra è pace - L’ignoranza è forza - La libertà è schiavitù...
Tom Bosco, direttore di Nexus.
“Oggi, si conducono due guerre distinte: una sul campo di battaglia; l’altra sui media. Quest’ultima è più importante della prima, poiché condiziona il consenso dell’opinione pubblica e, quindi, la volontà dei governi...”
Carlo Jean, esperto di strategia militare e di geopolitica
Dall’ultima mail ricevuta da Macrolibrarsi

Quanto sappiamo di quello che ‘accade’ intorno a noi? Il frattale è direttamente proporzionale alla risposta della seguente domanda: quanto conosco del mondo invisibile, interno a me stesso? Poco o nulla. In assenza di tecnologia non sapremmo praticamente nulla della nostra genetica e biologia. Ma allora come facevano ‘una volta’ a curarsi con tanta sicurezza e metodologia? 

Ovvio che non mi riferisco alle 'cronache mediche' riportate dalla storia deviata, ma ad un tempo in cui esisteva il senso dello stare in equilibrio con il tutto. Persino nel medioevo esisteva ancora una certa saggezza esoterica relativa alla guarigione ottenuta attraverso l’uso e l’utilizzo dei rimedi naturali che crescevano liberamente e dell'energia della Terra. 

Saggezza che non è mai scomparsa del tutto, ma solo estirpata come una idea comune che smetta di essere di moda, proporzionalmente all’uso della forza e del condizionamento di massa.

Osservando le trame celesti ‘dipinte’ sulla pianura di Nazca, quanto riusciamo a comprendere della loro antica funzione? Sitchin ci ha provato a diffondere un nuovo punto prospettico, ma quanto di ciò che egli ha scritto ha attraversato la barriera di ‘veleni’ che oscura la nostra visuale? Se per la nostra protezione non si esitano a trattare gli agrumi, ad esempio, con pesticidi, disinfettanti, etc. che penetrano in profondità nella ‘buccia’ ammorbando la polpa, dimostrando una sempre maggiore e paradossale pericolosità dell’atto del nutrirsi, se non si esita a trasformare l’aspetto della frutta eliminando ogni ‘bacatura’ naturale, in funzione di un fantomatico senso estetico richiesto e ricercato dalla massa, se non si esita a dare informazioni fuorvianti attraverso le anse di leggi che permettono l’aggiramento sistematico, come ad esempio la costituzione consentita di famiglie misteriose di ingredienti che prendono il nome generico di ‘aromi naturali’… ebbene la causa è sempre la stessa, ossia il nostro stato di sonnolenza acquisito nel tempo

Chi se ne approfitta è un tutore della disarmonia che la massa crea tramite la propria ‘assenza’.

Il vostro movimento porta questo sistema solare in una nuova regione dello spazio, nel luogo dove avete voluto che noi, Angeli dell’Originaria Coerenza, vi attendessimo per aiutarvi a ricordare e a risvegliarvi. "Per non dimenticare nel sonno" diceste. "Per non perderci nel meraviglioso labirinto del tempo, sognando la creazione di un pianeta".
Trasmissioni stellari – Il terzo millennio – di Ken Karey

Torniamo alla pianura di Nazca. L’immagine che ho usato per il breve articolo di ieri, questa:


ricorda molto da vicino l’immagine del ragno:


Da questo punto di vista, il ragno potrebbe essere l’immagine del campo magnetico terrestre e, in definitiva, potrebbe racchiudere l’immagine della Terra stessa. Da qua, l’intera piana tracciata di linee diverrebbe una mappa stellare con impressa direzione e moto di quegli astri chiaramente inerenti a questa ‘piccola’ parte di Universo e di storia celeste

Da troppo tempo l’umanità è ferma nell’interpretazione di ciò che abbiamo ereditato dagli antichi. Perché? Perché si ‘indaga’ solo ed esclusivamente attraverso il senso ‘occidentale’ di supremazia della ragione.

I risultati ottenuti in un paio di secoli di questa ‘cura’ sono disarmanti e paragonabili alla cecità volontaria dei tempi in cui si credeva che la Terra fosse il centro dell’Universo. Oggi è chiaro a tutti che non è così… eppure tutto rimane come al solito ribaltato rispetto all’asse della consapevolezza animica. 

Infatti la Terra è il centro dell’Universo proprio per via delle proprietà olografiche dell’energia dell’Universo: tutto è centrale nelle ‘politiche’ universali, perché tutto è divino e co creativo

L’antico sapere era naufragato nel ritenere fisicamente la Terra al centro dello spazio, mentre ciò che era al centro corrispondeva, inizialmente, alla dimensione dell’Ego umano proiettato dalla nascita e dall’adolescenza dell’Io umano, ed alla centralità stessa di ogni scintilla divina...

Nulla è per caso e tutto è opportuno.

Dobbiamo uscire dal cono d’ombra proiettato dalla piramide della storia deviata. Sino a che rimarremo nella mancanza di luce diretta e naturale, saremo alla mercè opportuna di una eclissi della coscienza che produce effetti pari al detto di ‘superficie’ “il sonno della ragione genera mostri”.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

lunedì 7 marzo 2011

Il cuore della Terra.





Visto il clima carnevalesco, oggi vorrei ‘solo’ far notare questa similitudine fra ciò che dissero Ann Walker / Freccia Bianca e Ighina, a proposito del pericolo a cui va incontro il pianeta Terra. Ecco:

Nel volume è riportato un dettagliato resoconto del pericolo che il nostro Pianeta dovrà affrontare nel prossimo futuro. Causa di questo pericolo sono le foreste pluviali. La distruzione delle foreste sta causando uno spostamento dell’asse della Terra di cinque gradi e sta anche provocando un indebolimento delle linee di difesa del Pianeta, così, quando la Cometa arriverà, la sua forza spingerà verso l’esterno il nucleo della Terra privandoci della possibilità di sopravvivere.
 
Nel 2042 la Cometa arriverà sulla Terra. La differenza di cinque gradi sposterà la nostra orbita sulla sua traiettoria e spingerà verso l’esterno il nucleo della Terra. Mio compito (di Ann Walker) è portare questo messaggio al Mondo e  annunciare che, salvando le foreste pluviali, si può impedire la distruzione dell’Umanità”.
Sps

Le montagne scenderanno a valle, perché venendo il ritmo naturale, le pressioni provenienti dall'interno della terra subiranno improvvisi collassi. Avverranno movimenti tellurici ed eruzioni vulcaniche sempre più frequenti, fino a che la terra si aprirà, uscirà il fuoco magnetico dal suo centro, il ritmo naturale impazzirà, il fuoco magnetico si unirà con l'acqua, la superficie terrestre si incendierà. La terra comincerà a girare follemente su se stessa e sarà la fine di ogni forma di vita conosciuta. Quando la reazione fra acqua e fuoco magnetico si sarà neutralizzata, la terra cesserà di ruotare su se stessa e riprenderà l'antico movimento…”.
Il modo in cui si può salvare il pianeta di Pier Luigi Ighina

Curiosamente, emtrambe le fonti, parlano del nucleo planetario che viene come ‘estirpato’ dalla propria posizione consueta. Ighina si riferiva a questa misera fine planetaria ad una data, 30 novembre 1971, ovviamente già trascorsa senza che sia successo nulla. Non per questo le sue teorie devono essere accantonate come prive di 'potere'

Certe persone hanno la facoltà di poter ‘immaginare’ ciò a cui stiamo andando incontro, tuttavia in una modalità a-temporale, ossia dal punto di vista animico. Il destino è interamente scritto, in ogni sua minima variante, ma ciò che attiriamo nel reame dello spazio tempo di questo scenario 3D può mutare d’istante in istante secondo il motto ‘finchè c’è Vita c’è speranza'.

Noi siamo gli attori e i responsabili di tutto ciò.

Davide Nebuloni  / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com