In Cile si venera la capsula.
In Cile è nato un nuovo culto.
La popolazione cilena, dalla religiosità molto espressiva, da qualche giorno venera la capsula che ha portato in salvo i 33 minatori della miniera di San José.
Un oggetto di metallo di 4 metri di lunghezza, 53 centimetri di diametro e 450 chilogrammi di peso, dipinto nei colori del paese, rosso, bianco e blu, e davanti al quale la gente ha cominciato a prostrarsi.
Sebbene un po' malmesso, dopo essere disceso tante volte nei 622 metri di profondità dello stretto pozzo dalle pareti rocciose, questo ascensore per la celebrità dal nome mitico (Fenix, come l'uccello che rinasce dalle proprie ceneri) nel cuore dei cileni ha preso il posto della Vergine nera della Candelaria e di san Lorenzo, il patrono dei minatori.
Raramente nel corso della sua storia il Cile ha richiamato l'attenzione di tutto il pianeta come nelle ore in cui il su e giù della Fenix restituiva alla luce i suoi eroi dopo 69 giorni sotto terra. Non sorprende quindi che la sua fama sia comparata a quella dell'Apollo 11.
«Ci hanno chiesto di prestare la capsula per un giro del mondo nell'ambito di una esposizione accompagnata da un video», ha detto il ministro dell'interno cileno.
Al suo ritorno la Fenix sarà esposta nel museo che le sarà dedicato.
Fonte: Yahoo
Anni fa una macchia di umidità e muffa sul muro di una delle tante case d’Italia, fece “proseliti“ a non finire; code di persone si formarono davanti a questa casa, in cui la “strana macchia” assunse la forma dell’immagine della Madonna. Ora si venera la “capsula” sacra! Quale è il frattale messo in luce? Quello della necessità di identificare le proprie preghiere in un qualcosa di tangibile, di fisico e di portentoso, un oggetto che rappresenti l’azione di una miracolo in Terra.
È una sete di risposte “celesti” concrete.
Altra caratteristica che emerge è il lato dedito all’imprinting di massa, al “credo” ed alle abitudini in termini di assuefazione nel tempo. Questa capsula potrebbe diventare una icona del divino, similmente alle svariate chincaglierie che si adorano un po’ in tutto il mondo Cristiano.
Quanti chiodi della croce esistono al mondo?
Un po’ troppi se mi consentite. Ed il miracolo del sangue di S. Gennaro? E la Sacra Sindone, già ampiamente smascherata più di ventanni fa da uno studio scientifico?
Niente da fare: alle credenze non si può resistere!
L’uomo ha necessità di riversarsi in adorazione di qualche icona posticcia; lo ha sempre fatto. Si è sempre inginocchiato davanti a presunte divinità o a oggetti/rappresentazioni di presunte divinità. E ciò mette in mostra solo ed esclusivamente l’opera millenaria dell’Antisistema sulla Natura dell’uomo stesso.
Il genere umano si è allontanato talmente tanto dalla propria essenza divina che, ormai, si è abituato a delegare il proprio potere ad ogni oggetto esterno ad esso. L’umanità non crede più in se stessa ma crede in ciò che può rappresentare l’immagine di una “cosa” che è stata “vicina” alla divinità messa in croce dall’umanità stessa. È paradossale, oppure esprime solo un senso di colpa atavico.
Dunque di questo si “nutre” e si flagella l’uomo Cristiano: di un duplice senso di colpa!
Il Peccato Originale e la Crocifissione.
Stiamo pur sicuri che il resto dell’umanità avrà altri sensi di colpa ancestrali, perché “ce n’è per tutti”, perché è un chiaro schema energetico in azione che rappresenta il delegare esternamente ciò che appartiene internamente. La divinità nativa è respinta ma si “fissa” all’esterno in una maniera diametralmente opposta ma secondo un preciso ed inconscio volere di “focus” spirituale: la necessità di essere inseriti, di essere in contatto con la “divinità” o perlomeno con un suo surrogato.
Si confonde il Sacro con il Profano!
E ciò è sempre successo. Il risultato pratico più evidente sono le “apparizioni” dei fenomeni di massa religiosi a 360 gradi nel mondo. L’umanità ne ha bisogno e vi si “immerge” in continuazione. Ma il vero peccato è quello di non comprendere che la causa “originale” di questa spinta risiede dentro se stessi…
Solite "cose" vero?
Ed è la ragione per cui “siamo qua”: ricordare “chi si è” facendo esperienza, seguendo l’input/una precisa missione affidataci all’origine del tempo, il “senso” biologico dell’evoluzione diffuso in ogni scintilla divina che chiama in continuazione ad “andare avanti per poi tornare a casa”, come in un eterno respiro che anima l’intero creato.
Questo "richiamo" è infuso nella piena rappresentazione della Vita, nella sua biodiversità.
La ricchezza dell’ecosistema sulla Terra è il “biglietto da visita” della Creazione. La “discesa” dell’Anima nei piani densi dell’energia ha dato luogo alle meraviglie della Natura, il “fuori” corrisponde al “dentro”, alla bellezza dell’Anima, ai suoi doni e fattezze originali, proprio come nelle fiabe viene rappresentata: una fanciulla bellissima e delicata ma purtroppo addormentata ed “in attesa”.
Da questo “sonno” chi trae profitto?
Proprio quelle forze che il Creatore voleva vedere in "azione", perché anch’esse facenti parti di sé ma ancora “incomprese”… Venendo alla luce del Sole, densamente, queste forze oscure si nascondono ancora perché non abituate alla luminosità per loro Natura. Ma nascondersi in una dimensione "aperta" come quella della Terra non è come rifugiarsi nelle “cantine” infinite dell’inconscio della Creazione. In Terra è tutto diverso e nel suo reame, il tempo promette di portarle infine alla “ragione”. Nulla avviene per caso…
Portare fuori quello che si ignora di avere dentro: bello e brutto insieme!
Portare fuori con la promessa di educare e di autoeducare…
Ribaltare per vedere e… "Capire".
Fare luce in ogni parte del sé.
Se questo vale per il Creatore vale ovviamente anche per noi e viceversa. Non ha importanza da che parte si guarda il processo evolutivo, il risultato non cambia per proprietà stessa della “ragion d’essere”:
“La proprietà commutativa, afferma che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia”.
Fonte: Wikipedia
O per equivalenza:
“Una relazione di equivalenza è un concetto matematico che esprime in termini formali quello mentale di similitudine tra oggetti”.
Fonte: Wikipedia
O per proporzionalità:
"Al termine proporzione si può anche attribuire il significato di particolare relazione fra quattro numeri.
Si dice che quattro numeri reali positivi a, b, c, d sono in proporzione fra loro, se il rapporto fra il primo e il secondo è uguale al rapporto tra il terzo e il quarto; in formula:
a : b = c : d
Questa relazione quaternaria si legge: a sta a b, come c sta a d".
Fonte: Wikipedia
E in termini di equazione:
"In matematica, un'equazione (dal latino aequo, rendere uguale) è una uguaglianza tra due espressioni contenenti una o più variabili, dette incognite. A seconda delle equazioni, l'uguaglianza può esser verificata solo per determinati valori attribuiti alle incognite, oppure per qualsiasi valore (identità), o per nessun valore (equazione irrisolvibile)".
Fonte: Wikipedia
Dato che veniamo da una condizione unitaria, allora l’equazione si riassume in:
Creazione intera = 1 oppure Creazione intera = infinito oppure Creazione intera = 0
Nell’insieme “Creazione intera” ci possiamo mettere qualsiasi “cosa”, ma il suo prodotto o somma sarà sempre uguale a quel “valore” con il quale ognuno di noi identifica la “forma” Creatrice.
L’equazione divina ad opera del Creatore prescinde dal valore che mettiamo alla destra dell’uguale; la funzione esistenziale tende a risolvere l’equazione in questo modo:
“Un insieme di valori che, sostituiti alle incognite, rende vera un'equazione è chiamato soluzione o radice. Risolvere un'equazione significa esplicitare l'insieme di tutte le soluzioni dell'equazione”.
Fonte: Wikipedia
Ossia? “Risolvere un'equazione significa esplicitare l'insieme di tutte le soluzioni dell'equazione”. Cosa ci leggo?
Fare esperienza per risolvere l’equazione portando alla luce tutte le soluzioni dell’equazione.
Le incognite sono rappresentate dall’energia oscura ma soprattutto da come risponderemo noi all’energia oscura.
Quale forma di equilibrio permetteremo di manifestarsi?
Ricordiamo sempre che il Creatore è un principio non identificabile con nessun archetipo conosciuto, ma qualcosa che lo ricorda, pur molto aridamente, è il concetto espresso in Matrix:
“L'architetto è il programma che ha creato e che governa Matrix e, in quanto tale, è una entità artificiale. Questa caratteristica in lui è molto più evidente che negli altri programmi, infatti l'architetto compie ragionamenti e riflessioni estremamente legate ad una logica meccanica. Anche il suo modo di parlare è piuttosto monotono ed è quasi privo di espressione o sentimenti.
Prima di costruire l'attuale Matrix, l'architetto ne aveva progettate altre sei versioni, le quali erano miseramente fallite in quanto troppo lontane dal modo di essere umano. Il risultato migliore lo ebbe con l'intervento dell'oracolo: questa nuova versione di realtà fu accettata dal 99%.
L'1% degli uomini che rifiutava Matrix, invece era un problema inizialmente sottovalutato dall'Archittetto.
In Matrix Revolutions, l'Oracolo spiega a Neo che la funzione dell'Architetto è quella di bilanciare le equazioni matematiche che governano l'esistenza di Matrix. Egli, guarda all'esistenza umana come ad una serie di equazioni e non è in grado di concepire il concetto del libero arbitrio, vedendo le possibilità di scelta come semplici variabili di un'equazione”.
Fonte: Wikipedia
Mettiamoci Cuore nelle nostre umane “cose”: alla sinistra dell’uguale ci vuole molto cuore!
L'1% degli uomini che rifiuta questa "Matrix" non è una variabile da sottovalutare in termini di "massa critica":
"Chiave n.16: Il numero minimo di persone richiesto per "mettere in moto" un cambiamento di coscienza è: radice quadrata dell'1% della popolazione".
Fonte: "La Matrix divina" di Gregg Braden.