sabato 18 settembre 2010

L'Anello del Re.





Oscilliamo tra uno stato di “acceso e spento” dalla mattina alla sera. Durante la notte andiamo in stand by apparente. Il cervello processa ogni tipo di informazione, le interpreta e codifica, poi esprime una “decisione” attraverso un cambiamento di stato on/off

Tutto ha un senso. 

Le sequenze riprodotte sono infinite e inviano impulsi attivanti o disattivanti alle “componenti” cellulari del corpo umano. Ciò che ci avvolge come una nuvola, il "campo esterno", è pregno di altre informazioni che influiscono sul cervello. In questa “non zona” risiede lo Spirito Collettivo, il senso della specie. A livello cellulare, queste minuscole componenti sono dotate di una propria capacità intelligente di ulteriore processo delle informazioni, tramite analisi di ciò che “passa” attraverso la propria membrana cellulare.  

Da questo punto di “vista”, ogni organo interno è assolutamente intelligente

L’essere umano è costituito da più corpi sottili che, a cascata, sfociano verso la densità dando luogo al corpo fisico: il riflesso di ciò che ognuno di noi “È”

Il senso di un progetto. 

Questo corpo denso non è fine a se stesso, anche se funge da “mero veicolo” di esperimentazione della realtà co creata; il corpo è una immagine del proprio Sé. Molte volte una immagine rovesciata del proprio sé, come gran parte delle “cose” che caratterizzano la terza dimensione. Seguendo il meccanismo di formazione dell’immagine sulla Retina dell’occhio, la realtà percepita è capovolta rispetto alla sua valenza “ideale”

Da qua il termine “Antisistema”. 

Ossia la sensibilità di comprendere, l’innalzamento della consapevolezza che viviamo in un mondo stravolto e girato a 180 gradi rispetto all’ideale di Paradiso. Un mondo che in questa epoca della storia manipolata, deve esprimere il peggio di sé per poter essere trasmutato dalle enormi forze energetiche che scorrono dal Cosmo verso di noi. Doveva essere così ed è così! 

Una “malattia” prima di guarire, peggiora dando l’impressione di “non farcela”. 

Quell’improvviso peggioramento è il risultato evidente dell’azione “riparatrice” in corso ad opera del cervello biologico, che segue la fase di risoluzione di un conflitto non più latente. È la conseguenza della certezza del guarire. L’essere umano è una sintesi di infinite variabili, di cui il Karma è l’impronta mnemonica più evidente e meno comprensibile. Il Karma rimane “agganciato” al corpo mentale e, di Vita in Vita, riesce a non “smagnetizzarsi”, ricordandoci come un Giudice inflessibile le nostre colpe e dunque le nostre responsabilità implicite. L’atomo primordiale che contiene il nostro “intimo seme” è la centrale di funzionamento del frammento di divinità innestato nelle esperienze di Vite terrene; questa nostra “centralina esistenziale”, questo ponte Cielo-Terra, rappresenta la continuità tra il Piano Divino e l’evoluzione

In esso è marchiato a “fuoco” il nostro senso e scopo. 

Di Vita in Vita egli registra il sunto di quello che “siamo divenuti”. Organizza e memorizza. Tra una nascita, sotto l’influsso planetario e cosmico particolare, e l’altra c’è del non tempo dedicato all’analisi di ciò che “è stato”. Una riflessione logica, una “digestione” del succo d’esperienza di Vita. Ogni volta che torniamo a quello stato senziente comprendiamo quanto ci siamo persi in Terra; ci apriamo e improvvisamente diventa tutto chiaro: l’Antisistema ha incocciato la nostra “spada” di Luce ancora una volta! 

Ritirando le “reti” cosa è rimasto impigliato? La pesca come si è rivelata? Quanta nuova esperienza è ancora necessaria per riuscire a completare un certo tipo di missione? 

Da quel “punto” è come vedere e sapere che sul pianeta Terra, il nostro campo di addestramento, ci sono determinate situazioni “ambientali” e che “qualcosa” attende a difesa di un proprio ecosistema

Qualcosa di opportuno! 

Dalla nostra “Astronave Madre” iniziamo a progettare una nuova esperienza, tenendo in considerazione che, durante la nascita, perderemo completamente l’idea del “chi siamo”. Perché? Perché questa è una regola del gioco! E dobbiamo tenerne conto perché le “comunicazioni” si interromperanno, lasciando la proiezione fisica alla mercè del proprio passato trans esistenziale, delle condizioni planetarie, dell’Antisistema

È come recarsi in casa dell’attuale “padrone”: siamo ospiti e per giunta immemori. 

Il “padrone di casa” attuale ci accoglie sotto mentite spoglie, tramite una realizzazione dell’immagine più rassicurante che abbiamo nell’inconscio: un uomo o una donna che accolgono, danno un pasto caldo, un tetto sopra alla testa, una educazione, un "lavoro".

La Famiglia diventa la nostra rappresentazione dell’ideale nostra grande Famiglia di provenienza che riteniamo lontana e praticamente scomparsa, rimanendo di lei solo un’ombra indistinta nella memoria ancestrale. 

La Famiglia compie un lavoro “sporco” facendo le veci dell’Antisistema, parlando a suo nome, in quanto essa è una cellula, un mattone base della politica del Divide et Impera: una clonazione di una ideologia trasmessa a tuttotondo al “tessuto” sociale. 

Come la Torre di Sauron con l’occhio che perscruta l’orizzonte:

“Infine il suo sguardo si arrestò: muraglie e muraglie, cinte e bastioni, nera, incommensurabilmente forte, montagna di ferro, cancello d'acciaio, torre d'adamante, egli la vide: [...] ogni speranza morì in lui”.
Il Signore degli Anelli -
J.R.R. Tolkien

Lo scudo umano e la sua forza senza confronti è rappresentato dalla formazione di un organo particolare; un organo che la scienza medica attuale riconduce alla mera funzione di “pompa” per la circolazione del sangue nel corpo: il Cuore

L’Anello del Re! 

Il campo toroidale del Cuore avvolge ad “anello” la nostra corporeità, la nostra essenza rappresentata in Terra, i nostri stendardi bianchi elevati al Cielo. Noi, fisicamente possediamo l’Anello e spiritualmente siamo posseduti dall’Anello. Le due “parti” Cielo-Terra formano l’unica verità per la quale, ognuno di noi, è il tramite di una divina fruizione di informazioni che “vanno e vengono” attraverso i nostri “circuiti wireless” comunicativi. 

È la specie che deve essere preservata… ma nessuno verrà sacrificato o lasciato “indietro”.

“Comprendiamo che cos’è il Cuore solo sapendo che esso in realtà è l’organo interiore di senso, attraverso il quale la testa percepisce tutto ciò che accade nel corpo”. Rudolf Steiner

 

venerdì 17 settembre 2010

L'Africa del Cuore.





Che succede nel mondo? Nell’ambito di ciò che vale la pena di segnalare, nella pagina della finanza di Yahoo di questa mattina, troviamo queste news:
  • i fumatori giapponesi danno l’assalto ai tabaccai perché fra poco scatterà un aumento delle sigarette del 38%
  • i treni Frecciarossa hanno portato in attivo il bilancio delle Ferrovie.
  • i cinesi e l’expo di Shanghai sulle tematiche “verdi”
  • una tecnologia basata sul cellulare per trovare posti di parcheggio in maniera “intelligente”
  • mercato delle auto senza incentivi che “cade”
  • l’Europa “minacciata” dalla crescita smodata dei cinghiali
  • i Cubani che presto conosceranno la scure dei tagli statali
  • il Pil della Turchia che avanza a velocità maggiore di quello della Cina
  • il “risveglio” economico dell’Africa

Una variegata e breve tematica dei temi giornalieri più “meritevoli”, di cui quello relativo all’Africa è certamente molto significativo. Tempo fa lessi una canalizzazione di Kryon, nella quale si metteva in evidenza come il continente Africano sarebbe divenuto entro 60-100 anni il polo di maggiore espansione planetario. Si narrava dello spostamento dei grandi capitali dei grandi investitori che, dopo il boom della Cina, del Brasile, della Russia, avrebbero preso di “mira” le coordinate geografiche dell’Africa. Anche in questo ambito non esiste il caso. Senza l’humus lasciato dalla piena di denaro non è possibile risvegliare i potenziali assopiti di una regione. E ciò sembra che sia già in corso da qualche anno.

L’Africa, dalla forma di cuore, è stata volontariamente “lasciata indietro” come se fosse una sorta di bacino di riserva, di contenimento delle crisi, di laboratorio per fare esperimenti di ogni tipo. Il suo sacrificio nel tempo ha dettato ritmi e processi di industrializzazione nel resto del mondo. La sua “impronta” è stata infatti sempre presente sin dagli albori del tempo, tramite l’estrazione delle materie prime come oro e diamanti. Gli Anunnaki discesero in Terra per estrarre oro e lo trovarono in gran quantità soprattutto in due regioni del globo:
  • Africa
  • Centro e Sud America
Le miniere Africane sono state le prime; profondi “buchi” che si spingono nel ventre della Terra. Gli annali relativi alla memoria storica di ciò, sono contenuti ad esempio, nell’opera di Sitchin “Il libro perduto del Dio Enki”. Questo “trattato” è ricco di dettagli e osservazioni, mettendo in evidenza le mire dei visitatori cosmici proprio nei confronti delle regioni Africane identificate con il nome “Abzu”. A questo link  è possibile trovare uno splendido articolo a supporto di questa linea di pensiero. L’articolo è molto approfondito e permette di vedere le rovine di una antica enorme città del Sud Africa, dal punto di vista dei cieli attraverso l’occhio di Google Heart

Ciò che emerge è un “qualcosa” che viene datato a circa 200000 anni fa!

Ma oggi non intendo approfondire argomenti “esotici”. Lascio alla vostra curiosità l’opera di lettura suggerita.
Ciò che intendo evidenziare è come il continente Africano sia destinato ad emergere nel tempo, a causa di un crocevia indescrivibile di varianti che giocano a suo favore (finalmente), non da ultima la legge dell’equilibrio che, prima o poi, porterà il livello delle energie scaricate in quei luoghi dal pensiero occidentale di sfruttamento, a parificare il potenziale inespresso. È curioso che nel film “2012”, alla fine le uniche terre emerse siano quelle di una parte dell’Africa che si è sollevata di 2000 metri dall’altezza del mare. Sarà un caso che i produttori hanno pensato a questa ipotesi?

L’Africa è una terra ricca di Vita; Vita schiacciata in ogni maniera. Ai bimbi e a quelle popolazioni, in generale, occorrerebbe portare un modello di pensiero “nuovo”, diverso dal solito finto grado di compassione che si esaurisce nell’inviare qualche scatola di cibo prossimo alla scadenza. Inoltre, tra di loro, come dappertutto, esiste una grande corruzione a livello politico e amministrativo. Essi stessi si rubano il cibo dal piatto comune in cui mangiano. E le responsabilità di ciò non possono essere imputate a nessuno se non a se stessi, anche se il loro comportamento è frutto, in parte, di un paradigma ereditato da tutti coloro che sono giunti in loco esclusivamente per sfruttare.  

Il Karma Africano è “importante”

Hanno come "pagato" qualcosa che li ha riguardati molto da vicino in un lontanissimo passato, magari tra le ere glaciali. La schiavitù è stata un frattale molto chiaro di un’azione che probabilmente, le antiche popolazioni di quelle terre avevano a loto volta imposto ad altre genti.

Nulla è per caso.

Esiste un livello di “Giustizia Celeste” che nel tempo tende a manifestarsi, il cui frattale più cruento e paradossale è proprio l’antica legge del taglione o ciò che ricorda Dante nella sua “Commedia” con il nome di legge del Contrappasso:

“La legge del contrappasso (dal latino contra e patior, "soffrire il contrario") è un principio che regola la pena che colpisce i rei mediante il contrario della loro colpa o per analogia ad essa. È presente in numerosi contesti storici e letterari d'influenza religiosa, come ad esempio l'Inferno islamico o la Divina Commedia”.
Fonte: Wikipedia

In ambito spirituale le “cose” funzionano in maniera apparentemente strana per il nostro modo di “comprendere”; a volte ad esempio, un sano egoismo è da preferire all’altruismo, quando questa forma di interessamento verso gli altri parte da una “sede” non in equilibrio con se stessa. Colui che è “egoista” in realtà ama se stesso, si vuole bene. Ma anche questo aspetto è da percorrere con una buona dose di equilibrio personale che è il “sale” stesso dell’arte del destreggiamento nelle proprie energie. 

Scrivevo ieri di Vadim Zeland e del concetto di “campo morfologico” che influisce sui processi mentali dell’uomo, ebbene ho trovato nel libro di Gerard Athias “Le radici familiari della malattia” un passo inerente a questo concetto, ma spiegato fugacemente attraverso una splendida “riflessione” di Jung. Si parla di una pecora che si è smarrita allontanandosi dal gregge:

“È consapevole di essersi persa? La risposta del suo cervello non è personale, deve essere sovrapersonale, esterna alla sua personalità. A quel punto Joseph introdusse la nozione di Inconscio Collettivo, cara a Jung. È il cervello collettivo del gregge che invia l’ordine della malattia, affinché l’animale non si allontani e, andando in aiuto della pecora smarrita, si dirige verso di lei per assisterla. Una volta ritrovato il contatto visivo, uditivo, olfattivo, il cervello collettivo manda l’ordine di riparazione. Conta soprattutto la specie: l’individuo ha poca importanza. Se ogni pecora si allontanasse per la propria direzione, il gregge si dissolverebbe rapidamente e la specie sarebbe in pericolo. Questo sovrainconscio è il cane-pastore del gruppo; gli stessi meccanismi esistono in noi esseri umani… La Natura intera ha integrato questo modo di comunicare, ma l’uomo col tempo l’ha perso, trasformando il suo istinto animale in una tecnologia equivalente: il cellulare. Basterebbe saper sviluppare questa comunicazione sovrasensoriale per farne comodamente a meno”.

Anima. Essere umano. Cervello biologico. Campo morfologico di Zeland. Campi morfogenetici di Sheldrake.  Inconscio Collettivo di Jung. Aura spirituale. Etere. Prana. Energia. Amore. Creatore.

Stiamo parlando di un qualcosa di enorme, di vasto quanto l’Universo stesso; stiamo parlando del progetto e del senso della Creazione. Di una intelligenza che è sempre all’opera e sempre con noi. Noi che ci riteniamo soli, separati, isolati, abbandonati…

L’Africa è la più bella storia di questo secolo nascente. La vedremo fiorire, sbocciare come un Fior di Loto. Intanto iniziamo a prendere atto di questa meravigliosa vicenda.

Spero tanto che la sua “riscoperta” non sia solo dettata da dinamiche economiche arraffatici, ma sono conscio che il suo mutamento di polarità debba essere innescato nel modo ancora più consono per coloro che detengono i grandi capitali da mettere a disposizione dello “sviluppo”:

Gli investitori e gli uffici studi lo hanno capito, l'uno dopo l'altro: l'Africa è diventato un continente dalle opportunità in rapida crescita.
Le statistiche del Fondo monetario internazionale parlano chiaro: dal 2000 al 2009 il suo tasso di crescita annuale ha raggiunto in media il 5,1%, nonostante un 2009 mediocre (+2,5%).
E il pil del continente ha ormai raggiunto i 1.600 miliardi di dollari (1.220 miliardi di euro), come il Brasile o la Russia.
In un articolo pubblicato sul Financial Times lo scorso agosto Jim O'Neill, capo economista di Goldman Sachs, nonché inventore dell'acronimo Bric per indicare i campioni emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) si dice convinto che questi entro i prossimi quarant'anni saranno raggiunti da qualcuno dei grandi paesi africani. «Se non faranno qualche stupidaggine», ha scritto O'Neill, «la Nigeria e i suoi 180 milioni di abitanti nel 2050 potrebbero pesare più di Canada, Italia e Corea del Sud».
Fonte: Yahoo 
 
Sono certo che la grande spiritualità ancora presente in Africa, riuscirà a bilanciare le spinte monodirezionali legate all’arrivo del denaro. La “magia” di quelle terre è grande ed è sempre sopravissuta ad ogni tentativo di annichilimento a carico del passato. 

Quei bimbi dai grandi occhioni meritano un mondo migliore.  

 

giovedì 16 settembre 2010

Il linguaggio universale.





  • La verità è dappertutto.
  • Il nostro personale stato d’Essere è un punto di vista.
  • Nulla è per caso.
  • Tutto è opportuno.
  • Insieme siamo Uno.
Ideiamo una ricetta con questi ingredienti: che cosa traspare? Sicuramente un progetto!

Un progetto “antico” ma sempre attuale che si è frantumato sotto l’azione delle possenti “mani” lavoratrici dei campi dimensionali più densi. Come prendere farina, uova e latte e mischiarli con forza e decisione per ottenere un impasto opportuno. È la base per andare avanti nella preparazione del nostro “piatto”. La “verità” sarà alla fine sparsa ad arte dappertutto nella ciotola dove stiamo lavorando gli ingredienti. Ora, gli ingredienti presi nelle loro componenti molecolari, avranno ognuno un po’ di quella verità diffusa ed ognuno di loro osserverà una versione delle “cose” dal punto in cui le forze impastatrici li hanno sospinti a sostare, magari mentre cuociono nel forno. Ogni molecola, ogni “briciola” elaborerà una versione diversa del “dove” si trova, avendo frammenti e dunque doti di verità insite in ognuna di loro. Il loro punto di vista dominerà entro il proprio mondo: giusto o sbagliato che sia! Ognuno di loro assumerà una posizione dell’essere in funzione di questa prospettiva personale. Senza una visione più ampia, dal punto di vista della “torta” per esempio, il rischio di formare “grumoli” e di considerare verità “anomale" è molto alto. 

Un grumolo si forma attorno ad un nucleo di molecole attrattive, capaci di magnetizzare altre molecole attorno a sé. Se l’intento mosso dal briciolo di verità è sotto il dominio dell’Ego, tutti coloro che “crederanno” nella verità rielaborata si uniranno a formare un grumolo di materia, considerato dallo “Chef” un qualcosa di anomalo da “schiacciare” con un cucchiaio al fine di scioglierlo nell’impasto. Considerando tale azione come diluitiva del contesto generale, nella fluidità della miscela delle materie, sarà facile comprendere l’opportunità di un simile atto “superiore”. Le molecole che subiscono questo trattamento ne saranno consapevoli? Qua sta la differenza tra la consapevolezza e il vittimismo.       

“Vedi, la simbolica del razzo è di essere in eterna evoluzione. Nella maggior parte dei casi, parte dalla Terra per andare verso l’infinito e questo è il cammino dell’uomo. Del resto, l’unico dovere di un essere umano è di essere in evoluzione. Allo stadio fetale è solo nell’Amore infinito della Madre, riceve e non dà nulla. Egli è nell’Io. Ripeti dopo di me: “Io dico Io”.
Poi il suo ruolo è di essere nel gruppo, in seno alla famiglia, nel Noi: “Io dico Noi”.
Poi deve evolversi verso gli altri: “Io dico Loro”.
Ripetevo ogni frase, ma l’ultima mi vibrò così forte che me la ripetè:

“Dio” (Dio – Dieu – Dis Eux – Dico Loro).

“… Io nego qualsiasi distinzione tra sano e patologico, organico e mentale. Tutto è sotto il controllo del cervello biologico, che utilizza la malattia come un organo urgente per la Vita…”

“… Ogni malattia ha la stessa importanza. Un cancro non è più grave di una influenza. La malattia non fa distinzione di gravità…”

“Questo teorema è valido per ogni elemento, ogni parte, ogni cosa della Creazione. Per ogni oggetto, per ogni cosa, vi è innanzitutto un progetto. Il progetto è una fase immateriale, che concretizzandosi diventa una cosa che ha senso. Il senso di una cosa risiede nel corrispondere al suo progetto…
Prendi una lampada. È un oggetto, il suo Creatore ha un progetto: costruire una cosa che illumina. Prima di essere materializzata, la lampada non esiste, quindi è immateriale. Una volta resa concreta, la lampada ha un senso, quello di illuminare, ed è dunque il senso del progetto del suo inventore.
Fece questo ragionamento per tanti oggetti, lentamente, intervallandolo con frasi lapidarie.
È il senso della cosa che crea la cosa.
La funzione crea l’organo.

La malattia è dunque una cosa; è un corpo creato, carico di senso. La malattia risponde a un progetto. Ha perciò una funzione, una necessità vitale. Ma anche la guarigione è una cosa: affinché avvenga, il paziente deve crearsi il progetto di guarire”.
Fonte : "Le radici familiari della malattia" di Gerard Athias

Quale è il progetto della nostra Vita? Chi lo ha ideato? Quale è il senso della nostra Vita?

Nulla è per caso. È questo l’ago della bussola. Nulla è per caso.

È questo l’indizio sempre presente sulla scena dell’esistenza: nulla è per caso.

“Noi non pensiamo ma siamo pensati”… Le dinamiche all’opera sono molteplici e sfuggevoli al nostro grado di comprensione. Perché il nostro grado di comprensione è figlio del cervello biologico, il quale segue dei programmi nativi di sostentamento della “nave spaziale” umana. Chi ha inserito questi programmi nel nostro cervello? I programmi di base sono figli dell’evoluzione e della Creazione, ma c’è dell’altro! Il frattale analogico sono i virus presenti nel mondo informatico.

C’è dell’altro: l’Antisistema.

L’analisi di Athias è sensazionale ma descrive “solo” un pezzo della verità, perché la verità è  sparsa ad arte. La verità non è tutta accumulata in un unico “luogo”. Ognuno di noi ne ha un pezzettino. Per cui la nostra comprensione è un pezzettino della più grande Verità.

È solo unendoci che possiamo portare i nostri mattoncini insieme ed elevare il nostro punto prospettico, come fecero i primi terrestri costruendo la torre di Babele. Insieme siamo Uno.

Leggendo l’opera di riassunto e compattamento di Powell, deriva un modello di essere umano molto più complesso di quello che si forgia dalla più semplice lettura di un corpo dominato dall’azione del cervello biologico. L’Anima si incarna seguendo un processo ben strutturato. Ha un progetto legato alla nuova incarnazione. Il corpo umano diventa dunque il senso di quel progetto. Ogni nostra connotazione globale esprime il senso dell’intendere dell’Anima. Ma c’è altro.

Ci sono frammenti di Karma, di genetica familiare, di caratteristiche legate alle nostre incarnazioni, di caratteristiche legate alla posizione dei pianeti, etc. Ma tutte queste “cose” probabilmente si legano l’un l’altra attraverso cerchi di contenimento. Ossia il Karma contiene tutto il resto. Esso prevede già tutta la rimanenza delle variabili. Il libero arbitrio è un adattamento inerente il Karma.

È come se un concetto comprendesse tutti gli altri. Il Karma può rappresentare il sunto in questo contesto. Se lo vogliamo analizzare si apriranno gli altri “cerchi”… Il discorso relativo al cervello biologico descrive un’altra dimensione. Un altro mondo.

Perché? Perché domina inserito nel proprio contesto, ma se si espande la visione, ci accorgeremo che la sua opera è a sua volta figlia di altre “dinamiche”:

In generale però dovrò deludervi. L’uomo pensa non con il cervello ma per mezzo di un campo morfologico che lo circonda e che consiste, a dirla volgarmente, in qualche miliardo di lampadine. Queste lampadine sia accendono e si spengono, come nei computer antidiluviani. Il campo morfologico lampeggia, brilla, si illumina di tanti colori: proprio questo è il cosiddetto processo mentale. Ovviamente anche il cervello partecipa all’attività mentale, ma solo parzialmente. Di fatto i pensieri non si trovano dentro al cervello, ma al suo esterno. Il pensiero è un processo di interrelazione tra le lampadine del campo morfologico e i settori dello spazio delle varianti. Quando la lampada si accende, si instaura un legame tra il vostro cervello e l’informazione con cui vi siete collegati in un dato momento. Anche la memoria non ha nessun rapporto con i neuroni del cervello. Di nuovo, in parole semplici, quando una lampadina si accende nel campo morfologico si stabilisce un legame con un determinato settore dello spazio delle varianti, contenente l’informazione che, come sembra a voi, ricordate. Se questo collegamento per qualche motivo non può essere stabilito allora non riuscirete a ricordare nulla”.
Fonte: intervista a Vadim Zeland tratta da “Scienza e Conoscenza” n.32 

Che dire? La visione si amplia. Il cervello è contenuto in altri cerchi più grandi, dove per grande non ha senso intendere una dimensione ma una priorità.

"Non pensiamo ma siamo pensati". Da chi allora? Non dal cervello biologico che costituisce solo una tappa intermedia del processo. 

Dal campo morfologico che tanto assomiglia al concetto spirituale di “Aura”? 

Dove si trova l’inizio del processo? Nel progetto animico! Da quell’altezza si frantuma in infiniti “pezzi” quando entra nel reame denso di questa dimensione. Per cui non ha più senso chiedersi dove si trova l’inizio del processo, perché è dappertutto! Il suo senso è dappertutto.

Allora basta comprendere questa prospettiva generica ma basilare e mettersi in “ascolto”.

A quel punto “tutto” parlerà la stessa lingua.

E solo a quel punto comprenderemo che ogni via è quella giusta per confluire verso la direzione espressa dal senso del progetto.

Vi piace fare uncinetto? Probabilmente è quella la via per voi e quella via è Sacra quanto la via espressa e percorsa dall’Asceta. Tutto è opportuno capito il linguaggio universale…