Il dogma della Trinità è in relazione alla natura divina: esso afferma che Dio è uno solo, unica e assolutamente semplice è la sua Sostanza, ma comune a tre Persone (o Ipòstasi) della stessa numerica sostanza (consustanziali) e distinte. Ciò non va interpretato come se esistessero tre divinità (politeismo) nè come se le tre Persone fossero solo tre aspetti di una medesima divinità (modalismo). Le tre Persone (o, secondo il linguaggio mutuato dalla tradizione greca, ipostasi) sono in effetti ben distinte ma formate della stessa sostanza:
- Dio Padre, creatore del cielo e della terra e Padre celeste del mondo;
- il Figlio: generato dal Padre prima di tutti i secoli, fatto uomo nella persona di Gesù Cristo nel seno della Vergine Maria, il Redentore del mondo.
- lo Spirito Santo che è l'Amore perfetto e divino (in greco "agàpe") che il Padre e il Figlio mandano ai discepoli di Gesù per far loro comprendere e testimoniare le verità rivelate".
La verità è sparsa ad “arte” tutta intorno a noi, per cui anche questa citazione ne riporta una sua diluizione. Come separare il vero dal falso? Come intuire l’opera di oscuramento dell’Antisistema? Io penso che tramite l’utilizzo dell’analogia frattale si possa giungere all’intuizione, alla migliore prospettiva, all’assenza di giudizio che permette una visione non filtrata di ogni “cosa”.
Cosa intendo per analogia frattale? Intendo l’applicazione di principi noti, evidenti, in ambiti ancora da “osservare” o da comprendere e approfondire; proprio come utilizzando un microscopio si “scende” nelle dimensioni, mantenendo fisso l’occhio che osserva che, per analogia, mantiene un collegamento, una coerenza tra le dimensioni, garantendo una “continuità”. Questa continuità è lo specchio della Natura frattale di ogni ambito della Creazione che si riflette in se stessa.
“Come in alto così è in basso”…
Fuori dal Tempo, la Creazione è un’opera perfetta.
Nell’unità di Tempo, la Creazione è un’opera perfetta che si “muove” in un flusso che la trasporta nella propria imperfezione, secondo direzioni “autorizzate” o riflesse, consciamente o inconsciamente, dall’osservatore, determinando in continuazione nuovi stadi della Creazione fissati nella densità della realtà percepita. È questa una intuizione scritta nell’articolo di ieri.
Ossia, secondo me, il concetto di Trinità esprime le tre forze del Tao, ad esempio:
- attiva
- passiva
- equilibrante
Scrivevo ieri di tre forze in questi termini:
- perfezione
- imperfezione
- prospettiva presente modellata dalla loro interazione a causa del pensiero o… realtà
Le dimensioni sono tutte presenti e intersecate in ogni attimo e “spazio”.
Come possiamo separare ciò che è perfetto da ciò che non lo è ancora? Semplice. Comprendendo che siamo noi, tramite la nostra osservazione, a miscelare le due “polarità”, creando la risultante da vivere ed esperenziare, ossia il terzo stato quantico. Quello stato manifesto che descrive, allo stesso tempo, la perfezione e l’imperfezione, l’attivo e il passivo fusi insieme, il maschile e il femminile riuniti. Da ciò posso proseguire dicendo che, infine:
ogni attimo è una miscela di perfezione ed imperfezione che rispecchia noi stessi attraverso la “risultante” manifesta nella realtà percepita, nel mondo Creato.
Ogni attimo è opportuno per giungere alla “sintesi finale”, in cui saremo riusciti a separare le due onde per azzeramento dell’onda imperfetta che non avrà più ragione d’essere, in quanto sarà senza “riflesso” grazie al nostro punto d’osservazione completamente perfetto.
È questa la sintesi alchemica della trasformazione della materia vile in oro. Una immane rappresentazione volutamente confusa, perchè prematura da diffondere, di una semplice e pura verità: la descrizione del nostro processo di trasmutazione dell’onda imperfetta in pura perfezione.
Avrei voluto scrivere del mercurio ma, sono certo, è stato opportuno seguire questa localizzazione energetica. Come si può spiegare il concetto di Trinità religiosa?
- Dio Padre
- il Figlio
- lo Spirito Santo
- Perfezione = Spirito Santo
- Stato manifesto o risultante o realtà percepita = Figlio
- Imperfezione = Dio Padre
Per quanto riguarda l'Antico Testamento già nelle primissime parole della Bibbia, si è vista una molteplicità in Dio. Il libro della Genesi si apre con le parole:
« In principio Dio creò il cielo e la terra. » (Genesi 1,1)
Ma il termine "Dio" è in ebraico "Elohim", plurale di "Eloah" che significa "Divinità": il verbo è singolare ma il soggetto plurale, il che si può interpretare come un'azione unica e concorde di creazione da parte di un Dio che in qualche modo possiede più Persone in sè. D'altra parte assai di frequente appare nell'Antico Testamento un'alternanza tra pronomi e verbi al singolare o al plurale riguardo a Dio, spesso chiamato ancora con il plurale "Elohim". Ad esempio col pronome e verbo al plurale:
« "Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi" » (Genesi 1,26)
Fonte: Wikipedia
Ecco il punto, la “sofistificazione”, l’Antisistema:
La Trinità religiosa non parte e non “parla” del Creatore ma di “divinità”. Ossia ciò che si assume come principio della Creazione è un “filtro” che si è inserito tra l’alfa e l’omega, che tenta di ricondurre tutto a sé. Ciò descrive delle "entità" diverse dal Creatore; Sitchin alluderebbe agli Anunnaki, ad esempio.
Le religioni sono dei “filtri” distorcenti la via della perfezione o della verità. Esse ci conducono a fermarci all’ombra di una “cupola” costituita da falsi dei, i quali tendono a controllare per sopravvivere. Essi sono parte dell’onda imperfetta e cercano la possibilità di rimanere nel percepito, tramite la nostra “autorizzazione” estorta con le buone e/o con le cattive. La realtà attuale è la summa della perfezione della “Natura” e dell’imperfezione di altri “stati”, direttamente processati dal nostro “occhio” che osserva facendo esperienza dell’osservazione stessa.
Questa “intuizione” costituisce uno shock addizionale all’ottava evolutiva superiore che si è fermata da tempo, frenata da “ostacoli” opportuni per meglio raffinare il processo trasmutativo in corso.
L’Antisistema appare “scendendo” di vibrazione; è una legge questa. È come osservare tramite l’occhio di un satellite dallo spazio. Ad un certo punto, zoomando, si potranno osservare “dettagli” che un attimo prima non si riuscivano a distinguere. Per così dire, ad un certo punto: appaiono.
In realtà non appaiono ma si entra nella loro sfera d’azione, nella loro dimora dimensionale, vibrazionale. Essi “abitano” a quell’altezza. Ed esprimono solo ed esclusivamente la loro ragion d’essere, proprio come dissotterrando una zolla di terra possiamo trovare dei vermi o dell’acqua. Siamo noi che, proseguendo nel cammino, giungiamo sulle loro posizioni e, per così dire, li attiriamo a noi, anche se è più sensato dire che l’opera di attrazione è reciproca, perché “entrambi” ne “usciremo” modificati dopo “l’incontro”.
Il mondo percepito e “partorito” è un mondo perfetto per ogni unità di tempo e descrive una perfezione in “corso d’opera”. Non fossilizziamoci sull’uso e sulla comprensione dei termini.
Andiamo oltre, utilizzando noi stessi come “strumento” idoneo per comprendere tramite intuizione.
Ricordiamo sempre la lezione della torre di Babele.