mercoledì 28 luglio 2010

2012, upgrade del sistema operativo umano.





Discorrevamo molto intorno all’idea di miracolo, e al fatto che l’Assoluto non può manifestare la sua volontà nel nostro mondo, che questa volontà si manifesta soltanto sotto forma di leggi meccaniche e non può manifestarsi violando queste leggi.
Non so più chi tra di noi ricordò per primo un aneddoto ben conosciuto , ma poco rispettoso, nel quale vedemmo immediatamente una illustrazione di questa legge.
Si trattava della storia del vecchio seminarista che al suo esame finale continua non capire l’idea dell’onnipotenza divina.
“Bene, fatemi un esempio di qualche cosa che il Signore non possa fare”, dice il vescovo esaminatore.
“Non ci vuol molto, Vostra Eminenza”, risponde il seminarista.
“Tutti sanno che il Signore stesso non può prendere l’asso di briscola con un comunissimo due”.

Nulla poteva essere più lampante.
 
Vi era più senso in questa sciocca storiella che in mille trattati di teologia. Le leggi del gioco costituiscono l’essenza di quel gioco. Una violazione di queste leggi distruggerebbe l’intero gioco. L’Assoluto non può interferire nella nostra Vita e sostituire altri risultati a quelli naturali delle cose accidentalmente create da noi, o al di fuori da noi, più di quanto possa prendere l’asso di briscola col due”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky

Questa “storiella” descrive anche l’essenza del concetto del libero arbitrio, inteso come una vera e propria legge meccanica in vigore in questo ambito del raggio della creazione. L’Assoluto non può “scardinarlo” direttamente, perché succederebbe una implosione energetica dei piani della creazione. Diciamo che tutta l’energia accumulata nei “pilastri” che sorreggono le infrastrutture del “gioco”, ossia il teatro della Vita, verrebbe rilasciata tutta insieme liberando il “senso” stesso della funzione intima del perché il “gioco” sia stato creato. In pratica un intervento diretto della divinità sarebbe come una imposizione superiore atta a fermare un movimento in corso.

Possiamo pensare a ciò che è successo a tutti coloro che sono apparsi sulla Terra con propositi di “salvezza”: sono stati eliminati dagli attori, dalle comparse stesse, soggette alle regole della Vita.

In questo “reame” dimensionale le “cose” vanno in questo modo. Esistono leggi, vincoli, memorie, gravità, domini, opposizioni fisiche, etc. È come creare una azienda e poi allontanarsi per 20 anni e poi tornare con pretese identiche a quelle di 20 anni prima: non è possibile anche se si è di fatto i "creatori" di quell'azienda

Coloro che si sono incaricati dell’amministrazione ad ogni livello, si opporranno al ritorno del fondatore. Perché? Perché ciò che hanno ottenuto nel tempo lo hanno “calcificato” nel tempo, scolpito nel tempo; ed ora non lo intendono più cedere a nessuno, nemmeno al ritorno del fondatore. Ciò che una persona o un gruppo ha ottenuto, anche duramente, prende peso, esce dall’oblio di un potenziale non manifesto e si consolida nella materia, ma prima ancora nei pensieri di coloro che lo hanno “evocato”. Una volta scaturito dalla regione della possibilità, il potenziale si manifesta e “vive”. Questo potenziale espresso o desiderio concretizzato costituisce un nuovo aspetto del teatro esistenziale della Vita; un nuovo “attore” o meglio una nuova specificità degli attori che lo hanno voluto. Una volta che ciò è apparso e sintetizzato nella quotidianità, diviene “vero” e vivente.

L’Antisistema si è, dunque, potuto “fissare” in questa realtà, potendo contare proprio sul rispetto del libero arbitrio da parte del Creatore. Le regole del gioco esistono e costituiscono “muri” o frangiflutti. Ma è possibile aggirarle o solo interpretarle? Senza per questo “oltraggiarle”, facendo venire meno il senso stesso dell’architettura di un intero ecosistema d’energia? Si!

È possibile parlare o pensare a termini come:
  • aggiornamento
  • integrazione
  • espansione
Cioe? Nulla è per sempre. È possibile sfilare la tovaglia dalla tavola imbandita senza nemmeno muovere posate, piatti e bicchieri. La concreta faccia di questo mondo è interlacciata con la “sostanza” di ogni altra dimensione, proprio a costituire o a “ricordare” il legame intimo e superiore che alimenta ogni senso e possibilità. Volete che il “Costruttore” non abbia racchiuso in sé e, dunque, in ogni suo riflesso creativo, la possibilità di “intervento” o di “via di fuga”? Pensiamoci bene perché è questo un concetto che, frattalmente, è rispecchiato in molti ambiti della Vita di tutti i giorni; ad esempio nel potere di legiferare e di modificare le leggi emanate, da parte degli organi decisionali politici degli Stati.

L’uomo sino a quando non si “completerà” avrà necessità di leggi che lo inducano a non violare termini ed accordi e, più in generale, a non violare la sua stessa sacralità innata ma, la cui riscoperta è ancora in corso d’opera. Nell’uomo evoluto completamente non ci sarà spazio né senso per il contenimento né il rispetto di leggi “frangiflutti”, perché i “flutti” saranno stati completamente assorbiti e lo “scafo” umano scivolerà nel mare magnum della creazione senza lasciare tracce evidenti, perfettamente integrato e solidale con ogni senso e possibilità; libero di spaziare e di immaginare.

L’immaginazione è proprio la chiave, la possibilità, la via di fuga in grado di “prendere l’asso con il due”. La possibilità di fare miracoli e di chiedere che “due più due non faccia quattro”.         

Viviamo tempi meravigliosi in questo senso. Le onde, le armoniche, gli impulsi che hanno caratterizzato questa era dello sviluppo umano, si fermano al 2012, come sostiene anche David Wilcock in "2012 Enigma" (parte 8, dopo circa 1 minuto e 20 secondi) raccontando del "progetto" Montauk. Da quel punto in poi è insito un cambiamento nella struttura del tutto, regole comprese. In quel punto, il Creatore ha previsto l’aggiornamento del “gioco”, immaginandolo come possibile senza, per questo, fare implodere il tessuto spazio temporale. L’energia che spira verso l’intero Sistema Solare, agisce proprio solleticando al risveglio gli attori impegnati a "recitare" ed imprigionati nella solida materia delle proprie menti soggiogate, calcificate, da regole oramai logore e troppo “vissute”.

È ora di aprire ogni porta e finestra per cambiare aria e prospettiva e dotarsi del nuovo "sistema operativo" o meglio del suo upgrade. 

  

L'ubiquo e-Sprit (17).



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martedì 27 luglio 2010

Lontani dal cuore, lontani da sè.




La lontananza sai, è come il vento
spegne i fuochi piccoli,
ma accende quelli grandi… quelli grandi.

La lontananza sai è come il vento,
che fa dimenticare chi non s'ama
è già passato un anno ed è un incendio
che, mi brucia l'anima.

Io che credevo d' essere il più forte.
Mi sono illuso di dimenticare,
e invece sono qui a ricordare…
(La lontananzaDomenico Modugno)

L’essere lontani dai propri cari prevede che:
  • ci sia distinzione tra le persone in “cari” e “non cari”
  • ci sia lontananza percepita e percepibile
Dunque, distinzione come separazione e lontananza come distanza. A pensarci bene è la separazione che crea la distanza. Se non facessimo opera di separazione saremmo sempre vicini a dei “cari” e ci sentiremmo sempre a “casa”, in ogni luogo e con ogni persona.

La distanza, è chiaramente di Natura vibrazionale ed illusoria, dal momento in cui se vivessimo in un mondo di “cari” non avrebbe senso. Tempo fa un caro Amico scrisse: “Tu sei smemorato nelle cose che non ti interessano, come tutti d' altronde”. Questa amara verità ci avvicina al concetto di memoria ed ego. Non ricordiamo più la nostra origine nell’Uno, per cui l’ego si è potuto allargare a dismisura, separando e facendo distinzione tra “ciò che interessa” e “ciò che non interessa”.

L’esperienza tridimensionale della “lontananza” avvicina a sé stessi, prima che ai propri “cari”, i quali fanno “solo” da specchio per ognuno che accetta la “riflessione”.

Allontanarsi è iniziare un processo di avvicinamento al proprio cuore...