giovedì 13 maggio 2010

Quando la tristezza lascia il posto alla creatività.






Ho una montagna di panni da lavare, 1000 altri pensieri eppure… mi regalo qualche minuto per vedere qualche nuovo post nei miei blogs preferiti e… vengo catapultata in un altro multiverso della/dalla “rete”!!! Non saprei neppure dire il viaggio a ritroso per capire come ho fatto ad arrivarci, ma è fantastico: www.leborsedipoppy.blogspot.com
 
Questa ragazza sarda si occupa di cucito e altro, molto eco e molto creativo, e dà indicazioni semplici, precise e dettagliate su come tingere in modo naturale, ad esempio, o su come cucirsi una borsa per la spesa.
Da qui sono entrata in altri blogs – alcuni anche in inglese, per cucirmi un paio di ciabattine, tipo giapponesi infradito di stoffa  per casa - e tra questi www.ilcantucciodiyersinia.blogspot.com: fai-da-te, bricolage, lavoretti, spunti, idee piene di fantasia.

Questa am sono uscita di casa triste (depressa, direi!) per qualcuno di quei 1000 pensieri che affollano le menti della donne o delle ragazze che inconsciamente non riescono a superare alcuni “blocchi karmici”, che periodicamente tornano e attaccano in tutta la loro profondità. Ma questa sera, tornando in macchina, una musica mi ha reso l’anima più leggera e poi …la scoperta di questi blogs pieni di creatività… Allora ho capito!  
 
Spesso la creatività crea l’humus per le motivazioni più consone al tuo modo di esprimerti e la creatività femminile è senz’altro tra le più strabilianti.

Ho aperto il frigorifero e ho trovato delle cose autoprodotte; ho aperto la borsa di scuola e ho trovato i lavoretti che ho fatto fare ai miei bimbi per la festa della mamma (ho portato a casa da ultimare quelli degli assenti!); ho aperto l’armadio ed ho trovato lo scamiciato di velluto verde che ho cucito e lo scaldacuore di lana che mi son fatta a maglia per Natale 2009; ho pensato alle 100.000 cose che voglio fare e che farò, perché quando la tristezza lascia il posto alla creatività, la voglia di fare e la gioia di creare per sé e per gli altri son la motivazione che ti rende orgogliosa di te stessa e capace di superare le difficoltà della vita.

Creare è gioire dei propri talenti…

Saluto le Trilly di tutto il mondo.
 
 
 

mercoledì 12 maggio 2010

Onorare la passione medica.





Riflettevo. E mi è venuta alla mente, affiorata in superficie, l’immagine di me che giudica. Che giudica ogni “cosa”, persona o situazione. E giudica pur dicendo e scrivendo che “giudicare non va bene”. È presente, vivo in me, un qualche registro che si occupa di fare paragoni tra quello che vedo e quello che è campionato lì dentro. Solo che questo registro non so chi l’ha scritto. E anche se sono stato io, probabilmente ho scritto delle “cose” in momenti sbagliati delle mie esistenze. Di sicuro è così, perché in realtà questo registro dovrebbe avere un altro scopo, diverso da quello di fungere da “tomo” delle verità presunte. Il paragone, con quello che vi è scritto, dà sempre come risultato… un pessimo risultato, perché induce ad esprimere un giudizio di parte. Non tiene conto degli altri lucidamente.

Vorrei scusarmi con la classe medica. Non ho compreso la grande funzione di base che molti di loro hanno all’interno della società moderna. Esistono professionisti medici che sfiorano il contatto con il Creatore ogni santo giorno. È il potere che si nutre di loro e che li getta in pasto all’umore della massa che li differenzia, in termini di consapevolezza sociale. È facile criticare. È facile giudicare

È facile confonderli con gli interessi delle multinazionali del farmaco. Strumentalizzarli.

Ma essi esulano da un simile contesto e salvano ogni anno migliaia di Vite umane. Vorrei rendere onore a questi uomini e donne, che ancora rendono vivo il ricordo di quello che era il concetto reggente i principi della medicina di Ippocrate. Ovviamente non tutti i medici sono così. Però ne basta anche solo uno, al fine di onorare il senso dell’esistenza di questa professione. I medici chirurghi, ad esempio, svolgono un’opera che trae ispirazione, anche, dalla musica classica, dall’arte in generale, ossia instaurano una comunicazione con quella parte “creativa” più vicina alla nostra divinità. 

Certi medici percepiscono il cambiamento dei tempi che stiamo vivendo e, comprendono, che quanto le Università hanno loro insegnato, necessità non solo di ulteriore e continuo aggiornamento, ma anche di apertura verso quella parte di sé nemmeno minimamente accennata nei tomi di testo ufficiale. L’uomo di medicina antico vive ancora nelle pieghe quantiche della nostra essenza e non smette mai di rendersi disponibile al fine di agganciare quella intuizione, quel colpo di genio, che logicamente porterà poi l’uomo medico,  non a diagnosticare un malessere ma ad operare coloro che da soli “non ce la fanno”. 

Cause e conseguenze, vittime e carnefici: chi giudica chi? Nessuno può permettersi un simile punto prospettico, perchè ogni "direzione" assunta come vera, inevitabilmente porta ad uno smarrimento personale, frutto delle mancanze che, ad ogni livello, ci impediscono di discernere il "perchè" una certa persona si comporta in una certa maniera. Molto meglio "osservare" se stessi e/o il nostro riflesso nel mondo. 

Cercherò di non confondere il potere che muove questa categoria di persone, con le persone stesse che praticano con passione sopraffina l’arte della medicina. Onore a loro e grazie per quello che rappresentano a livello sociale ed umano; nell’attesa che ognuno di noi torni medico di se stesso.

Un film che rende bene l’idea: Gifted Hands - Il Dono.  

  

martedì 11 maggio 2010

Mentre guardiamo altrove, si scrive il futuro.





“I mercati europei salutano con decisi rialzi l'accordo tra i ministri delle finanze dell'Ecofin per un piano di aiuti che potrebbe arrivare fino a 750 miliardi di euro e porre un freno alle tensioni che hanno investito l'area euro sull'onda della crisi del debito greca”.
Fonte: Yahoo

I ministri delle finanze europee si riuniscono una domenica, facendolo sapere a tutto il mondo, ed il lunedì successivo i mercati finanziari fanno +10%; potenza delle illusioni, vero?

Certo, perché stiamo parlando di illusioni, in quanto in una domenica non si possono mettere in atto le misure previste, e trovare i soldi necessari per “aiutare” le sorti dei paesi europei più malandati. A meno che “tutto” faccia parte di una immane manipolazione, ribasso compreso. Fin qua tutto “normale” dunque. Noi viviamo con l’orecchio a quello che i media ci raccontano e che Tremonti confessa, a singhiozzo, o ai TG o sui suoi libri: due verità diametralmente opposte.

Per vendere dei libri, si sia occorre avere il “nome” ed i contenuti, meglio se “piccanti”. Ecco dunque spiegato l’andamento oscillante del nostro ministro delle finanze. Un uomo che non riesce completamente a svolgere il solo ruolo istituzionale, ma che “tende” anche a sviscerare quello che, in coscienza, percepisce come la “madre di ogni pericolosità”; il senso di responsabilità verso il genere umano futuro, probabilmente, morde alle “caviglie” l’uomo Tremonti; eppure non riesce a svincolarsi dal gioco della politica, del potere, delle connivenze, etc. Ma anche ciò non descrive nulla di nuovo.

Pensiamo a come siamo fatti noi, nella nostra “media”; se lavoriamo in Telecom Italia, ad esempio, difendiamo la “nostra” azienda di fronte al mondo intero. Perché? Perché dipendiamo da lei, dallo stipendio elargito. Ma se dobbiamo dare dei ladri alla concorrenza non esitiamo minimamente; eppure tra le aziende dello stesso genere non c’è differenza ormai. Se prendiamo azioni della Monsanto, ad esempio, tiferemo per le politiche “malsane” di questa azienda. Perché? Perché cerchiamo di guadagnare dal rialzo delle azioni, fregandocene della modalità con la quale questa azienda fa profitti. Se beviamo Coca Cola, lo facciamo perché è buona, ma non abbiamo la forza di farne a meno pur essendo consci che non fa bene e che le politiche aziendali, in certe aree del mondo, sono completamente antietiche e immorali.

Il discorso è che “occhio non vede, cuor non duole”: ma la coscienza prima o poi busserà alle nostre “porte”.

Chiediamoci se il rialzo delle borse è sano, se va nella direzione “giusta”, se è sostenibile; oppure se è solo un altro vano tentativo di mantenere un modello, un paradigma senza più futuro. Come al solito la responsabilità è solo nostra. Non aspettiamo che i ministri risolvano i problemi per noi. Essi devono stare al “gioco”. Le vere scelte sono quelle che possiamo mettere in “campo” noi…

Noi che siamo affaccendati a “fare altro” dalla mattina alla sera.