giovedì 6 maggio 2010

Il mondo silente dei saggi Alberi.





Mentre facevo il mio consueto giro in bici, lunedì scorso (prima di questa due giorni di pioggia battente) mi sono fermato in un punto, per qualche minuto, cercando di entrare in simbiosi con l’ecosistema che mi circondava. Osservando gli alberi, o meglio i loro tronchi, è ormai consuetudine vederne l’alone eterico che li avvolge; una sorta di "orma" esterna che, se cercata, diventa subito evidente. 

Ebbene mi sono accorto che tra due alberi non molto lontani, questa impronta energetica si unisce a mezz’aria. Osservando bene, cercando con un po’ di concentrazione, è possibile vedere una sorta di rete, appena visibile, che fluttua nell’aria tra i due tronchi. A me capita di vederla meglio in determinate situazioni climatiche, tipo con il cielo un po’ grigiastro, oppure se sono particolarmente affaticato dalla pedalata. Gli alberi sono degli esseri viventi che, non solo creano una rete comunicativa tramite l’intreccio delle radici, ma anche con la loro energia irradiata via etere. Ighina, si dice, riuscì a ricavare energia elettrica da un tronco d’albero vivo. Questi nostri fratelli verdi e marroni, sono dei grandi saggi ed hanno una loro vera e propria personalità. Esiste, a tal pro, una "disciplina" chiamata Silvoterapia, ossia:
"la Silvoterapia è un vero e proprio metodo terapeutico di cura e di prevenzione delle malattie attraverso gli alberi. È stata riconosciuta come metodo scientifico solo nel 1927, quando veniva ormai usata da secoli. Si basa sull'antica idea del recupero della salute attraverso gli alberi. In passato ai pazienti malati di polmonite veniva consigliato di passare un periodo nei boschi o almeno nelle vicinanze. Una pratica che potrebbe essere utile anche a noi, che negli ultimi decenni ci siamo allontanati sempre più dalla natura...".
Link
Lunedì scorso mi è successa questa esperienza; ho fissato il manto erboso basso, verde, irregolare per via di un po’ di sterpaglia, qualche sasso, legnetti sparsi caoticamente. Dopo qualche secondo, la luce si è livellata aumentando d’intensità, trovando un equilibrio, probabilmente. Come succede se lasciamo l’otturatore della macchina fotografica aperto con un tempo lungo, la luce tende ad invadere la scena, a sovresporre l’immagine inquadrata. Alla stessa maniera, il bianco è “sorto” da ogni parte della scena da me osservata. Poi l’erba e l’intero contesto ha cambiato apparenza, descrivendo una nuova immagine geometrica; come una sorta di reticolo a rombi “disegnato” con ciò che, un attimo prima, era lo sfondo che i miei sensi interpretavano come lo scenario sopra descritto. 

Ad un certo punto, per via delle emozioni, ho avuto un rigurgito di presenza fisica, per cui l’immagine geometrica formatasi, si è letteralmente trasmutata di forma in un istante, dando luogo ad un’altra struttura geometrica diversa, caratterizzata da una intensità più fitta delle “maglie”. Osservando tutto ciò con fare distaccato, sino a che mi è stato possibile, ho avuto chiaramente la percezione di essere l’osservatore che è in noi.

Non ero più un punto prospettico dettato dal mio corpo, ma ero divenuto un qualcosa di più “ampio”. 

La luce che nasceva dai contorni dell’immagine osservata, era un qualcosa, un dettaglio non secondario, in grado di spostare le regole della fisica terrestre. Non è la prima volta che mi succede, anzi… ormai ricerco questo stato d’osservazione; a volte, quando sono particolarmente affaticato, sento il cuore battere e questo tam tam serve come segnale di “intesa”, di risonanza per il respiro e per la connessione con questo stato di pseudo meditazione allargata, ad occhi aperti. Il battito del cuore nelle orecchie, la brezza che sussurra ritmicamente, le pressioni laterali ai lobi, lo stato di sana stanchezza, la muscolatura che si contrae, la leggerezza della dispersione per quelle zone di luce: è tutto una meraviglia.

Tutto ciò mi ricorda che i livelli d'intensità della vibrazione dell'energia, comportano una modifica della struttura geometrica nell'intimità della materia; proprio come in quel video su internet che mostra la relazione tra frequenza e geometria dei granelli di sabbia.

Auguro a tutti voi di trovare la modalità di connessione al regno degli Alberi, al mondo vegetale… a voi stessi.

"Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c’è tra seme e albero"
Gandhi


 

mercoledì 5 maggio 2010

Lo strano caso della "verità" scomoda.





“Il suo volto abbronzato segnato dal tempo, gli occhi che sprizzano vitalità, la barba bianca che contrasta col rosso acceso del suo vestito, l’abito tradizionale dei devoti alla dea Ambaji; tutto questo sta facendo il giro del mondo.
Stiamo parlando di Prahlad Jani, il santone indiano di 84 anni che, da 72, sopravvive senza mangiare e senza bere. La prodigiosa qualità sarebbe dovuta a una pratica ascetica nota come breatharianismo, che in realtà Prahlad Jani sostiene di aver acquisito all'età di otto anni come dono di una divinità.
Per 10 giorni, un team medico lo ha tenuto sotto stretta osservazione in un ospedale dello stato settentrionale del Gujarat, nella città occidentale indiana di Ahmedabad. Il Defence Institute of Physiologist and Allied Science (Dipas), afferente alla Difesa, sembra che intenda impadronirsi del suo segreto. Ma senza risultato. Non vi è, al momento, alcuna spiegazione scientifica.
Monitorato dalle telecamere giorno e notte, sottoposto ai più disparati esami, è risultato avere la struttura organica di un 25enne. Quindi? Abbiamo chiesto un parere al professor Alberto Battezzati, docente di Nutrizione presso l'Università degli Studi di Milano. Che si è dimostrato piuttosto scettico sull'argomento. Anche se possibilista su diversi aspetti della questione
Professore, è possibile che una persona sopravviva per 72 anni senza bere né mangiare?
Non lo ritengo possibile. Sulla base di comprovate esperienze, non esiste la benché minima possibilità che un evento del genere possa verificarsi”.
Fonte: Yahoo

I professori non ritengono possibile che un uomo possa vivere nemmeno 15 giorni senza bere nè mangiare, figuriamoci 72 anni. Ma allora quest’uomo che hanno davanti? Come lo spiegano? Che cosa pensano che simboleggi? Pensano che ci sia sotto un trucco?

Semplicemente lo ritengono impossibile e il cervello cancella l’evidenza, come quell’uomo, condizionato sotto ipnosi a non vedere la propria figlia, che vedeva attraverso il suo corpo posizionato proprio davanti a lui. Succedono cose strane a questo mondo e, sinceramente, sono sempre successe; altrimenti le leggende e le metafore non avrebbero senso. La stranezza di un evento è retaggio del grado di conoscenza e consapevolezza raggiunto da coloro che esaminano il caso. Sappiamo che, nel corso della storia, gli avvenimenti “scomodi” o ritenuti impossibili, sono stati ostinatamente eclissati; in pratica sono stati insabbiati sotto una coltre di indifferenza generale.

Mantenete il popolo lontano dal “libero pensare”, attraverso una condotta giornaliera di impegni vari, non da ultimo un lavoro “esteso” lungo l’intera giornata diurna, ed il popolo si “spegnerà” lentamente con il trascorrere del tempo. Dategli, nel tempo libero, svaghi che lo mantengano sempre lontano dal proprio sé, come la televisione, lo sport, i videogiochi, etc. Il resto, il popolo, lo compirà per propria volontà: sesso, ricerca di emozioni forti, alcool, droga, gioco d’azzardo, etc. Cosa rimane? Forse un barlume di lucidità per chiedersi: “Ma quest’uomo vive veramente senza nutrirsi?”. E chi ce la fa? La volontà di approfondire dura qualche minuto al massimo; la prima ricerca su internet verrà deviata dalla prima notizia di gossip o di altre amenità.

Per i più tenaci avverrà un approfondimento che porterà, nel giro di qualche giorno, a scontrarsi con amici e colleghi, parenti e familiari, poi tutto scemerà senza colpo ferire, come polvere sollevata da uno straccio asciutto che ricade al suolo inesorabilmente. Qualcuno lo scriverà in un blog, suscitando l’ilarità di quei pochi che leggeranno distrattamente l’articolo.

Non avendo la possibilità di verificare di persona, nessuno ci crede veramente. Ma se fosse nostro nonno, nostro padre, nostro fratello? Cambierebbe qualcosa in noi? Voglio dire, con l’esempio “vivo” riusciremmo a rimanerne tanto sbalorditi da “aprire gli occhi”? Oppure ci abitueremmo a questo caso di isolato sensazionalismo? In fondo nel Guinness dei primati ci sono cose pazzesche; le stesse prestazioni sportive a livello professionistico sono mirabolanti. Avete mai pensato a cosa significa saltare in alto oltre i 2 metri e quaranta? O saltare in lungo nove metri? O assistere alla gara dei superman dei cento metri piani?

Fenomeni? Casi isolati? Lo sport porta alla massima evidenziazione i campioni; coloro che hanno la marcia in più. E tutti gli altri? Mi sono sempre chiesto come fa una persona a considerarsi un “campione del mondo”, quando due terzi della popolazione mondiale fa fatica a tirare sera.  Quanti campioni potenziali ci sono tra questa marea di gente che vive di stenti? L’esempio pratico è dimostrato dagli sviluppi esponenziali, ottenuti dalla popolazione di colore, da quando la loro condizione è diametralmente cambiata, da qualche decennio a questa parte. Abbiamo persino un presidente degli Stati Uniti adesso! Ai tempi delle olimpiadi di Berlino, sotto agli occhi di Hitler, vinse 4 medaglie d’oro, Jesse Owens, un atleta di colore americano. Però a tal proposito possiamo leggere su Wikipedia  la seguente ed interessante testimonianza:

leggenda assai diffusa, ma si tratta di narrazione priva di fondamento, come dichiarato dallo stesso Jesse Owens, il rifiuto di Hitler di riconoscerne le vittorie... Ma anzi mentre l'atleta statunitense passava sotto la tribuna d'onore venne salutato da Hitler con un gesto della mano al quale egli rispose.
Lo stesso ricorderà più tardi come a "snobbarlo" non fu Hitler ma Roosevelt, che non gli inviò mai nessuna lettera di congratulazioni, ma anzi cancellò il loro incontro già in programma in quanto preoccupato della reazione elettorale delle grandi masse del sud statunitense".

Come possiamo notare, la verità è sempre diversa da quello che le parole, nel tempo, “disegnano” nella memoria della gente. Ricordiamo ancora, infatti, che viviamo in un mondo letteralmente alla rovescia. Il caso Hitler è il frattale del caso Saddam Houssein: né diavoli, né angeli, ma vittime di un potere più grande di loro.  Lo stesso potere che, ancora oggi più che mai, ci mantiene lontani dalle domande sensate e dalle risposte in grado di scoperchiare la “pentola” che bolle a fuoco lento.

 

martedì 4 maggio 2010

Eco di casa.




Da oggi scriverà anche mia moglie Silvia in questo Blog, con minore frequenza della mia, ma di tanto in tanto ella ci arricchirà della sua sensibile presenza; cercheremo di ampliare “l’offerta di prospettiva” sul mondo che cambia. Silvia ha grande istinto e passione, fra l’altro, per la cucina. In questi anni mi ha deliziato con gustosi piatti sempre un po’ particolari e sfiziosi, poi progressivamente ha cambiato visione, reinventandosi un modo diverso di stare in cucina. Una nuova modalità vibrazionale frutto del cammino spirituale e dell’aumento della consapevolezza.

Silvia è la mia Musa, è la mia fortuna ed il mio vanto.

Sono felice ed orgoglioso di poter procedere nella nostra avventura insieme, condividendo anche l’aria che respiriamo. Insieme è più facile, fra l’altro, “resistere” a quella piccola peste di nostro figlio Nahele di cinque anni e mezzo :)

Queste poche righe servono per dare il benvenuto a Silvia e ad introdurre la nuova pagina che è stata creata apposta per accogliere una sua necessaria presentazione ed alcune sue iniziali riflessioni: l’eco di casa di Silvia.

Wow…


Senti l’odore della terra assetata.

Ascolta la danza delle gocce
sui fili d’erba.

Piove col vigore
della necessità.

Piove con l’energia
di una invocazione
e di una evocazione.

Di lontano
la cima di un cipresso,
da dietro una casa
illuminata dalle saette,
appare come un fantasma
che vaga sui tetti.

Piove il desiderio
di rinfrescare
le anime e i corpi.

Piove sui tetti, sugli alberi,
sulle macchine e
su di noi,
desiderosi del contrario,
ogni volta che abbiamo
quel che abbiamo…

Piove di Silvia