lunedì 26 aprile 2010

I pensieri boomerang descritti dagli specchi dell'energia del tutto.




                


“I neuroni specchio saranno per la psicologia quello che il dna è stato per la biologia” - Vilayanur S. Ramachandran

Parlando in termini della scienza dello Spirito, ossia di quella scienza unitaria che deriva e mantiene ancora intatto il rapporto con il “tutto” e da cui “pende” per “separazione” ogni altra scienza umana “riconosciuta ufficialmente”, ci si imbatte spesso nel concetto di specchio

Sembra che ogni nostro atto sia riflesso dagli altri. 

E questa sembra proprio una legge, una regola, un costrutto di base della Natura dell’Universo. Nella più “quadrata” dinamica, un ramo della meccanica, hanno da tempo scoperto il concetto di azione e reazione:
 
Terzo principio
Legge III; ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Se qualcuno spinge una pietra col dito, anche il suo dito viene spinto dalla pietra. Se un cavallo tira una pietra legata ad una fune, anche il cavallo è tirato ugualmente verso la pietra: infatti la fune distesa tra le due parti, per lo stesso tentativo di allentarsi, spingerà il cavallo verso la pietra e la pietra verso il cavallo; e di tanto impedirà l’avanzare dell’uno di quanto promuoverà l’avanzare dell’altro.
Se un qualche corpo, urtando in un altro corpo, in qualche modo avrà mutato con la sua forza il moto dell’altro, a sua volta, a causa della forza contraria, subirà un medesimo mutamento del proprio moto in senso opposto. …
A queste azioni corrispondono uguali mutamenti, non di velocità, ma di moto. Questa legge è anche nota con il nome di principio di azione e reazione.
Fonte: Wikipedia

Questo principio descrive proprio il concetto di specchio e riflesso. E poi cosa sappiamo? Che esiste una certa “letteratura” spirituale che ci narra di specchi Esseni; sette livelli di specchi che ci descrivono attraverso il nostro comportamento. A questo livello si può “muovere” il Karma, ossia quella memoria connaturata che è sottesa oltre al tessuto dello spazio tempo e che ci “segue” proprio “grazie” alla facoltà intima della creazione, di “riflettere”. Il Karma è “ancorato” a livello del corpo mentale e, attraverso i fili o la ragnatela intessuta nei cicli vitali, interagisce come una sorta di tutor “silente” con lo scorrere delle vicissitudini esistenziali.

Se ci osserviamo in una vetrina di un negozio, ad esempio di una piccola gelateria, potremo notare moltissimi livelli di profondità ed interazione, di specchi e riflessi; vedremo a “strati”:
  • la nostra immagine
  • l’immagine dei clienti che ci danno le spalle o ci guardano
  • l’immagine di coloro che stanno dietro al bancone
  • l’immagine di coloro che lavorano il gelato oltre i vetri del locale
  • l’immagine di coloro che passano in strada
  • le immagini dei veicoli in movimento
Oltre a questi “strati” infiniti, potremo tracciare anche ciò che gli occhi osservano e “rimbalzano”, le intenzioni, gli stati d’animo, le sensorialità degli “attori”; tutto interlacciato dalla proprietà dell’energia condensata in materia, nella fattispecie in forma di vetrina, di vetro lavorato.

Poi abbiamo il concetto di “porgere l’altra guancia” di derivazione Cristica, che ci fa comprendere come questa realtà di azione e reazione, possa essere interpretata in ottica “nuova”, diversa; senza andare a riflettere un gesto “sgradevole” subito, senza generare nuovo Karma per chi ci ha “offesi”. Anche il concetto di non giudizio va in questo senso, riconosce che esiste questa proprietà, di ciò che ci circonda, di rimandarci indietro ciò che abbiamo generato tramite il nostro “operato”. Nella “Matrix divinaGregg Braden evidenzia anch’esso queste caratteristiche Universali. 

Ricordiamo anche la saggezza dei proverbi o reminiscenze di antichi insegnamenti spirituali:
  • “Giudica e sarai giudicato”
  • “Scagli la prima pietra chi è senza peccato”
  • “Semina vento e raccoglierai tempesta”
Non vi è nessuna necessità di un “giudice” supremo, perché il concetto divino di giustizia è “impastato” a regola d’arte nell’energia che il tutto compone; negli ingredienti che ci contraddistinguono c’è tutto. 

I due macro “contenitori” del Karma e del libero arbitrio, determinano lo “spazio” entro il quale noi possiamo muoverci; senza incarnare essi stessi un concetto di limite o di marginazione del nostro “moto”, ma adattandosi elasticamente al nostro grado di comprensione e di consapevolezza. Le famose “colonne d’Ercole”, infatti, incarnano una modalità dinamica di tracciatura del “confine”, il quale è inteso come quell’orizzonte che descrive l’attualità del nostro cammino, del nostro status quo, del “dove siamo adesso”. Il confine, l’orizzonte ha proprio una funzione di maturazione, di leva, verso l’osservazione con tutto il nostro sistema unificato degli emisferi cerebrali: logica ed analisi che si somma a fantasia e immaginazione.

Gli “abbassamenti” della linea dell’orizzonte, accaduto nelle grandi città, ha infatti generato problemi agli occhi, i quali si sono adattati a non andare oltre alla presenza degli edifici più alti. Ovvio che gli occhi hanno introdotto nel nostro modo di esistere in città, anche gli stessi limiti nella percezione del chi “crediamo” di essere, proprio per un concetto sempre di specchio e riflesso.

La scienza “ufficiale”, da qualche anno, ha scoperto l’esistenza dei neuroni specchio, guarda caso:

“I neuroni specchio (detti anche mirror neurons o neuroni mirror) sono una classe di neuroni che si attivano selettivamente sia quando si compie un'azione (con la mano o con la bocca), sia quando la si osserva mentre è compiuta da altri: in quest'ultimo caso, i neuroni dell'osservatore "rispecchiano" ciò che avviene nella mente del soggetto osservato, come se fosse l'osservatore stesso a compiere l'azione. Alcuni scienziati considerano la scoperta dei neuroni specchio una delle più importanti degli ultimi dieci anni nell'ambito delle neuroscienze”.
Fonte: Wikipedia

A me sembra sempre di “osservare” lo stesso fenomeno descritto, in precedenza, da altre “branche” della scienza “non riconosciute”. Certo! Perché la scienza è nella sua intima profondità, la Scienza che deriva dall’Uno, dall’unità, dall’intero che, tempo fa, è stato frammentato ad opera di quelle forze predisposte per assisterci nella “caduta”. Forze che, oggi, stanno iniziando ad essere  “riassorbite”, perché il senso della spinta energetica animica umana si è invertita; il processo, il ciclo è tale per cui stiamo generando forze di unità, di coesione, di gruppo.

Lo so che non si vede ancora, ad “occhio nudo”, questa profonda e basilare dinamica dei nuovi tempi, ma tant'è! Noi lanciamo dei boomerang nello spazio tempo: ogni nostro pensiero lo è! Ed alla fine ogni “nodo giunge al pettine”. Quando lo capiremo senza ombra di dubbio?

 

domenica 25 aprile 2010

L'arguzia del "vuoto".




De Chirico si arresta alle soglie del mistero, non si preoccupa di definirlo e di scioglierlo: altrimenti non avrebbe più fascino e cesserebbe l’incanto poetico. “Bisogna che un’opera esca dall’umano, che manchi di buon senso e di logica… in tal modo s’avvicinerà al sogno e alla mentalità infantile”…
Fonte: “Guida al novecento” di Salvatore Guglielmino

Arrestarsi, dunque: fermarsi...

"Lei ha scoperto l'importanza dei vuoti, delle pause che sono elementi fondamentali dell'essenza stessa del Ritmo universale; provi ad applicarli anche a se stesso, alla sua vita quotidiana.
Della pazienza che Gigi (Ighina) considerava potenza trattenuta e quindi accumulata, ho scoperto col tempo e per personale esperienza, che la si può anche considerare come aumento di Sapienza.
Anch'io tempo fa, non riuscivo a rinunciare ai "lampi" di luce che illuminavano la mia mente; ne prendevo nota e li sviluppavo all'inverosimile, con il risultato che con gli anni mi ritrovavo con delle montagne di appunti che non riuscivo nemmeno a rileggere.

Ora mi sono accorto che ogni rinuncia alle "luci", mi porta sempre più vicino alla Luce ed anelo con tutto il cuore a fondermi, ad identificarmi con Essa".

  
Alberto Tavanti

Ringrazio l'Amico Alberto per questo prezioso consiglio di Vita :)

Un Caro Abbraccio Fraterno.
Una Buona Vita
  
  

sabato 24 aprile 2010

Un giro di tango al supermercato.






Facendo il pendolare o il "ballerino" tra gli scaffali di un ex ipermercato Standa, da poco passato al tedesco Rewe Group ed ora conosciuto come Billa, mi sono soffermato a pensare a come la mia consapevolezza, in termini di sensibilità consumistica, sia diametralmente mutata negli ultimi 4 anni. Mi piacerebbe fare delle foto dei prodotti che fanno bella mostra di sé, in maniera strategicamente raffinata, o meglio, fare delle foto degli scaffali interi, disposti come per delineare un percorso obbligato verso la gran “consumazione” finale da disporsi alla cassa nel momento topico del pagamento: momento centrale in cui scambiamo denaro per alimentazione o denaro per la nostra energia.

Queste foto mi piacerebbe scarabocchiarle un po’, e scrivere se quel prodotto è ok oppure ko. In base a quale criterio? Semplice; la mia esperienza di Vita, la mia sensibilità animica, il mio personale “sentire” basato sulla radicale trasformazione del concetto di “consumare” tanto per “consumare”, visto che dobbiamo mangiare, mangiamo! 

Ebbene, la precedente riflessione mi porterebbe ad eliminare il 90% dei prodotti esposti in vendita. Per quale motivo? Troppo lungo rispondere in maniera dettagliata e scrupolosa. Via lo scaffale dei salumi, dei latticini, dei prodotti a base di farina 00, dei detersivi, dei cosmetici, dell’abbigliamento, dei dolciumi, delle carni, etc. Soffermiamoci sui detersivi per oggi; esiste un “libretto” molto utile intitolato “Casa pulita naturalmente” di Karyn Siegel-Maier. Sottotitolo “101 ricette facili, sicure, non inquinanti, per l’igiene della vostra casa”. Ecco cosa l’autrice scrive nella quarta di copertina:

“Da accurate indagini risulta che i livelli di contaminazione chimica presenti nelle abitazioni sono fino a 70 volte superiori a quelli dell’aria aperta e che il 90% di tutti gli avvelenamenti accidentali si verifica in casa. Inoltre, dei 4 milioni di prodotti chimici per la pulizia della casa creati dal 1915 a oggi, solo di 1 su 5 sono stati testati i potenziali effetti tossici. Eppure, secondo numerosi studi, proprio questi prodotti fanno aumentare il rischio di infertilità negli uomini e di tumore nelle donne, oltre ai danni causati all’ambiente. Non si tratta solo di prodotti notoriamente tossici, come la varechina e la soda caustica, ma anche di altri meno sospetti, come i detersivi per i piatti e per la biancheria, i deodoranti, ecc. Secondo Karyn Siegel-Maier, giornalista e scrittrice americana dotata di una profonda conoscenza delle erbe, non è necessario correre rischi, perché esistono alternative naturali ai prodotti chimici, chiaramente descritte nel suo prezioso manuale, agile e divertente, con tutte le istruzioni necessarie”.

Mi sento di consigliarlo a tutti/e coloro che si sentono di non stare molto bene, per svariati motivi, a contatto con le sostanze chimiche contenute in questa estesa famiglia di prodotti per la casa e l’igiene personale. Ognuno di noi sospetta, sente, percepisce, che in taluni prodotti siano contenute delle “boiate” tremende, ma difficilmente si riesce a trovare la forza per “ribellarsi” alle abitudini che ci pervadono, quotidianamente rafforzate dalla pubblicità e dai consigli per gli acquisti di personaggi “famosi” che, consciamente o inconsciamente, si prestano come testimonial “profumatamente” retribuiti per recitare la “buona novella” del fabbricante. 

Purtroppo il senso dell’odorato è stato utilizzato da questa industria moderna per sedurre in continuazione il nostro equilibrio. Un buon odore è un ottimo biglietto da visita di un prodotto. 

Un buon odore è spesso come un uomo in giacca e cravatta. 

Le sorprese sono sempre dietro all’angolo, diciamo così. Siamo stati abituati a ragionare in termini di estetica, di apparenza, di buon aspetto. Le mele se non sono bellissime, coloratissime, senza nessuna gibbosità, perfette, non le vogliamo più. E pensare che le buone mele biologiche, quelle “vere”, sono ammaccate e con il verme, perché non sottoposte ai “lavaggi” chimici antiparassitari. Le mele che crescono nel nostro giardino non sono perfette, sono buone. Ma quando le dobbiamo comprare al supermercato cerchiamo quelle “finte” senza graffi ne ammaccature. Un vero e proprio controsenso

La nostra logica è manovrata. 

La nostra logica non è nostra, perché, in noi, c’è l’oscura presenza dell’Antisistema; colui che scrive nel nostro inconscio cosa sia meglio fare o non fare. Non siamo noi a decidere. Per questo ci possono classificare, sondare, prevedere, comandare, teleguidare. Apriamo gli occhi per favore. I prodotti di un ipermercato sono almeno per il 90% inutili, dannosi, controproducenti per le nostre intenzioni di stare in salute. Esagero? Diciamo che “parlo” per me, ma a “voce alta”. La mia esperienza personale (intendo esperienza familiare) è volta proprio a fare a meno di questo “buon” 90% di prodotti. Come sta andando? Sempre meglio! Tutto progressivamente migliora:
  • non ci si ammala
  • la pelle è diversa in meglio
  • la digestione è un orologio
  • nessuna pesantezza dopo mangiato
  • il peso, inizialmente cala per via dell’interruzione del “drogaggio”, poi si mantiene in equilibrio senza digiuni, diete, etc.
  • la mente è più “lucida”
  • aumenta l’autostima di se stessi
E questa non è una esagerazione; se cercate nelle etichette, ad esempio, la presenza dello zucchero bianco o di canna, rimarrete stupiti dalla quantità di prodotti che lo contengono, anche quelli più astrusamente collegabili come i piselli, che sono già dolci di loro. Ma sono cose risapute queste. Talmente risapute che quasi nessuno crede siano tanto importanti e vere.
 
Io e mia moglie stiamo allineandoci ad una condizione di “prototipo” a trecentosessanta gradi; rimaniamo pienamente a disposizione per eventuali consigli, da dare e da ricevere. La nostra esperienza, se gradita, è possibile condividerla al fine di una crescita sociale della consapevolezza omnicomprensiva.

Mangiate da Mc Donald’s per un mese di fila, dalla colazione alla cena, e andrete a finire in ospedale; questa è una prova che ha fatto un giornalista,  di cui non ho memoria, che dopo un certo tempo ha dovuto gettare la spugna perché i medici gli avevano proibito di continuare a mangiare in quel modo. D'altronde basta guardare alle percentuali di obesi che negli USA impazzano, alla faccia dei fisici statuari, popolanti le spiagge californiane, che ci propinano in tv. È tutto finto, dalle mele alle “pere” delle bagnine di Baywatch :)

Altra musica, altro walzer? Facciamo un tango questa volta!