domenica 24 gennaio 2010

Io vedo.





Sento di poter
d’un sol balzo
scavalcare le montagne,
e sguainando denti di luce
infurio
tra gli alberi distratti
a specchiarsi nel cielo;
prendo appunti della mia rabbia
che pulsa di mandria
accecata dalla paura
e dalla soverchieria,
corro
fuggo
oppure
quantisticamente
realizzo il presente.
Sono uno strato complesso
di foglie cadute
ammassate
ferite
calpestate
in via di trasformazione.
Sono l’aria che respiro.   



sabato 23 gennaio 2010

Il Ben Ten che è in noi.








Vorrei fare una veloce riflessione sul “dove mi trovo” nel cammino spirituale della “consapevolezza” e della “comprensione”. Di tanto in tanto è “utile”, secondo me, soffermarsi, fare tappa, analizzarsi serenamente, convergere attorno al nucleo in formazione della propria essenza. Sono certo che questo “momento” possa essere utile anche a coloro che sono in risonanza con la mia energia. Per parlare del “dove” occorre inserire anche i vari “perché” che hanno delineato la “sponda del fiume”… Questi perché hanno catalizzato risposte che sono state da me “accettate” proprio perché ritenute convincenti, ossia contrassegnate dal “marchio” della profondità o altezza animica. Questo “momento” è una fotografia che sicuramente muterà nel tempo. Non è pertanto una verità assoluta ed indeformabile, bensì una “tappa” della semovente esistenzialità, dedita a cambiare, mutare forma, evolvere. Sono sicuro che ciò che mi sto accingendo a scrivere desterà stupore e mi sottoporrà a giudizio, ma non importa perchè "questo è il mio sentire". Dunque!
Esiste un solo ed unico “principio” creatore (Assoluto).
"Egli" è conscio di essere “tutto”, ma è anche conscio che non “comprende” esattamente cosa significhi essere “tutto”.
"Egli", nel tentativo di comprendersi, capisce che sono presenti nelle sue infinite fattezze sia il male che il bene, ma non le può discernere; non le può “osservare” da quella “posizione” unica. È come sapere di avere nella “cantina” del proprio infinito palazzo, qualcosa di molto spiacevole, ma di non poter scendere a “vedere” perché non si trova più la cantina.
Il Creatore intende dunque vivere tutti i propri “aspetti” al fine di trasmutare quelle parti di sé potenzialmente dannose per una evoluzione allo stadio “successivo” (eh si, perché esiste anche uno stadio successivo, dal momento in cui esso è definito “Creatore” ed “Assoluto” da me che sono una sua infinita parte. Dunque io esisto grazie a lui e lui viene identificato da me, osservato da me e dunque io mi riferisco a lui da una condizione minuscola che lo vede come unico principio, ma in realtà descrivo solo l’unico principio che posso discernere. Ciò non equivale a dire che sia l’unico principio, anzi disegna potenzialmente il processo opposto, ossia che ci  siano anche infiniti Creatori di infiniti Universi - il livello successivo, appunto).
Il Creatore si scinde dando luogo all’Universo pluridimensionale.
Le sue “scintille” divine, le anime, involvono “scendendo” i piani vibrazionali dell’energia “primaria”. Nella loro discesa o “caduta”, la vibrazione più lenta dà luogo alla condensazione dell’energia formando la materia e tutte le sue infinite forme e varietà. Per questo la Natura è tanto bella e varia e perfetta, perché riflette la bellezza pura dell’anima come per un principio di vasi comunicanti.
L’Universo diventa lo spazio di manovra dell’anima, la quale deve prima “scendere” per poi “risalire” alla sorgente con il frutto del proprio percorso esistenziale. Perché? Perché così il Creatore potrà evolvere avendo perfettamente “idea” di cosa si nasconda nelle proprie “cantine” – consapevolezza. Il “piano successivo” prevede il massimo controllo del “sé” e non si accede senza avere la padronanza assoluta dell’Assoluto. Tale padronanza la si ottiene solo “vivendo fisicamente tutte le variazioni sul tema”.
E c’è di più; il Creatore ha talmente fiducia nella sua “linea di luce” che conferisce il libero arbitrio alla sua progenie, ossia si apre ad una infinita promessa d’amore e di fiducia verso ogni sua “scintilla”, certo che al “ritorno” gli si ripresenterà vestita di sola luce. È dunque una grandissima apertura di fiducia verso la creazione che, nascendo da esso, ne rappresenta l’intero potenziale nel bene e nel male. È come un gigantesco mezzo di trasmutazione o di consapevolezza per “colui che osserva”.
La Vita popola l’Universo secondo le più svariate modalità, differenze, adattamenti, fusioni, risonanze, etc. Nel processo di discesa dell’anima, le forme “decorano” i mondi disponibili. Sulla Terra il processo umanoide giunge molto più “tardi”; il fatto che la Madre Terra sia collocata in un raggio esterno della Via Lattea lo dimostra, oltre al fatto che la Via Lattea stessa non è tra le più “datate” galassie dell’Universo.
Come diretta conseguenza della discesa ai piani più densi dell’energia dell’anima della Madre Terra, un vero e proprio essere vivente, la Vita biologica si sviluppa in maniera lineare ed integrata, dando luogo ad una perfetta “catena” della Vita innestata ancora nei piani dello spirito, proprio come si "descrive" Eiwa in Avatar. In questo ambito si sviluppa sul pianeta una razza umanoide naturale molto simile ai gorilla, facente parte della “forma” che si libera dalla condensazione dell’anima.
Nel frattempo le razze umanoidi, ad immagine e somiglianza del Creatore, hanno già una storia alle proprie “spalle” e sono molto più avanti dell’uomo nel “processo”. Alcune forme di Vita umanoide hanno già iniziato la “risalita” verso i piani ad energia più sottile, la cosiddetta ascensione. Si formano le schiere angeliche o forme illuminate di Vita. Queste “schiere” dall’alto della propria consapevolezza comprendono che è loro responsabilità aiutare ed assistere tutte la altre forme di Vita che nel processo seguono a ritroso.
Come lato opposto della “medaglia” le energie legate all’ombra, discese anch’esse dal Creatore (dalle sue “cantine”) hanno guadagnato potere dando luogo al proprio intento di “tornare al Padre-Creatore”, sull’onda del libero arbitrio che, di fatto, rende possibile ogni tipo di “scenario”. Ecco che nell’Universo si sono formate schiere di esseri di luce e schiere di esseri di ombra. Tale conflitto si espande naturalmente in tutto l’Universo, giungendo dunque anche sulla Terra, un luogo, sino a quel momento, primitivo,  primigenio, utilizzato per fare esperimenti come quelli relativi ai dinosauri ed ai grandi cetacei e delfini. Il “caso” volle che diverse razze stellari scesero sulla Terra per motivi legati alla scienza, al business, alla razzia, etc. Tra tali razze alcune erano ancora in una fase del processo legato all’ombra, nel senso che la loro evoluzione tecnologica non era stata seguita ancora da una altrettanto evoluzione dello spirito. A causa di questa mancanza di consapevolezza, alcune razze stellari (Anunnaki in primis) eseguirono esperimenti di natura genetica sulla forma ominide già presente sul globo terrestre, dando luogo all’uomo moderno che, di fatto, appare dal nulla in epoca Sumera.
Queste razze aliene, nel tempo pur non apparendo più tra le folle, disegnano un piano di controllo totale sull’umanità in via di formazione, utilizzando l’umanità stessa come “matita” magica per co creare e dare alla libera manifestazione fisica il loro piano di “risalita” verso il Creatore, nei panni del “lato oscuro” che torna al Padre, utilizzando l’opportunità conferita dallo stesso e descritta dal libero arbitrio. Nasce l’Antisistema sulla Terra. L’Antisistema, in realtà, nasce dall’uomo stesso, costretto a credersi solo, abbandonato, separato dal Creatore, vinto dalla paura di vivere senza un senso superiore. Un sistema di credenze idoneo a fare smarrire l’umanità viene sapientemente insufflato a livello inconscio. L’antico potere e l’antica saggezza viene soppressa o insabbiata. Le ere caratterizzate dagli imperi si susseguono, diciamo tra un’era glaciale e l’altra. Scompaiono Lemuria ed Atlantide fallendo i propri cicli ma dando luogo, allo stesso tempo, ad una evoluzione spirituale dell’uomo perché “nulla è per caso”. L’attuale ciclo vitale viene ancora caratterizzato dai fallimenti dei cicli precedenti, ma risulta diametralmente sviluppato nei propri processi sottili legati ai piani superiori. Purtroppo risulta anche completamente bloccato, irretito dal controllo totale, dentro e fuori della propria biologia, da parte dell’Antisistema. Come a dire che l’uomo di oggi è pronto ad ascendere per via del tempo che sta scadendo, ma sarà l’uomo stesso a decretare il proprio successo o il proprio ulteriore fallimento. Le energie in gioco sono estremamente potenti, perché le “ombre” hanno il potere del controllo su miliardi di anime bloccate nei piani più densi, ma le loro parti individualizzate negli Avatar umani, hanno ancora la capacità di liberarsi dal giogo, se solo riuscissero a risvegliarsi “dall’incantesimo”.
Con l’avvento del 2012 penso che il tempo accelererà il processo. Le razze più evolute nella luce si mostreranno pubblicamente, in quanto un simile atto risulterà quanto di più efficace possano fare per aiutare il genere umano, oltre a poter contare su un tipo di energia nuovo, proprietario della nuova dimensione che stiamo già “conoscendo”.
Questo post, che sembra molto buono per una trama di un film di fantascienza è quanto, secondo me, è successo nel “nostro” Universo. E scrivendo ciò, sono anche certo che la vera trama possa essere addirittura ancora più “avvincente” e complicata. Una cosa certa è che non siamo soli nell'Universo. Tra le "pieghe" di questo articolo c'è molto di non detto per questioni dii spazio-tempo; questo è solo un veloce sunto. Ad oggi sono giunto sino a questo punto :)
E mi sentivo di condividerlo…  

venerdì 22 gennaio 2010

LuciaStove, scalda il "cuore".







Esiste un certo tempo nel quale le notizie particolarmente “sensate” si colorano di una valenza, come dire, quasi profetica; come se gli organi di diffusione di massa intonassero il suono del corno Vichingo che, dall’alto dei fiordi, annunciava il ritorno delle navi cariche di uomini e di “merci” e perciò annunciando un motivo di festa. Ieri le notizie provenienti da oltreoceano, da parte del presidente USA Obama, in relazione ad importanti imposizioni e restrizioni al modo di fare “affari” da parte delle banche americane, mi aveva colpito in maniera particolare; ed in effetti ha colpito anche i mercati globali, tramite un calo molto marcato. Tale diminuzione drastica delle contrattazioni mi fa sorridere. Ma come? Si annunciano misure che vanno nella direzione di cambiare quella modalità che ha dato luogo alla grande crisi internazionale ed i mercati rispondo in questo modo? Questo mi fa capire, ancora di più se era necessario, da chi sono “rappresentati” i mercati internazionali. Le borse si comportano come un branco di lupi affamati, per i quali l’importante è solo il profitto e non la modalità con la quale lo si raggiunge. C’è chi sostiene che le misure annunciate ieri da Obama non siano rappresentative di una vera volontà di cambiare, ma io sono fiducioso. Obama non può smantellare le infrastrutture di un “modello” con simili “radici” in maniera netta e brusca, perché il mondo cadrebbe in preda al panico e il cambiamento potrebbe essere peggiore del male da trasmutare. Io credo in quell’uomo quando denuncia che non può sostenere la visione dei grandi bonus dati dalle banche ai propri manager in un periodo in cui erano del tutto fallite e in virtù degli aiuti statali ricevuti. Aziende troppo grandi per fallire si diceva; un vero e proprio paradosso che deve finire.
L’altra notizia profetica alla quale dobbiamo dare un seguito tutti noi, senza lasciarla sparire nel nulla, è questa:

LuciaStove, nasce a Tortona la soluzione per portare energia e biochar nei villaggi
di Marco Magrini
La vita di Nathaniel Mulcahy è cambiata il 29 ottobre 2004. Fatto sta, che quel 29 ottobre cade dalle scale e si rompe letteralmente l'osso del collo. I soccorsi arrivano quasi cinque ore dopo e lo trovano ancora vivo, solo perché la sua cagnetta aveva usato il muso per tenergli la testa sollevata, e il corpo e le zampe per reggergli la schiena. «Senza di lei sarei morto», racconta Mulcahy, oggi 44enne. «Da quel giorno, ho deciso che non volevo più lavorare per far ricca un azienda, ma per migliorare il mondo. A tempo pieno». È così che, mentre lavorava su un progetto per migliorare la vita degli haitiani, ha inventato la LuciaStove, oggi un marchio registrato. Con cinque pezzi di alluminio, anche in Africa possono costruirsi un fornello pirolitico – capace di combustione senza ossigeno – che si alimenta con foglie, rami o scarti agricoli, che produce pochissimo monossido di carbonio (una delle principali cause di morte, nelle cucine del terzo mondo) e che lascia il solo residuo del biochar, il carbone vegetale: un potente fertilizzante, da reinserire nel più virtuoso dei cicli agroalimentari. «La sua particolarità – spiega Mulcahy con irrefrenabile entusiasmo – è che sfrutta attentamente la dinamica dei fluidi per ottenere una combustione con un efficienza del 93%, contro il 7-12% di un fuoco aperto». E il procedimento è replicabile su larga scala. Tutti i pirolizzatori del mondo sono chiusi, per tenere fuori l'ossigeno. Invece, la LuciaStove è miracolosamente aperta in alto: basta gettarci dentro della biomassa, accenderla e, dopo pochi secondi, il calore prodotto innesca la pirolizzazione, aiutata da un piccolo ventilatore laterale. Dagli ugelli in alto – disegnati in modo da sfruttare tre diversi vortici che si creano all'interno – esce un gas sintetico, fatto di idrogeno, metano e monossido di carbonio. Il quale, bruciando forma una specie di cappa che consuma l'ossigeno impedendogli di entrare, ma al tempo stesso esercita un "tiraggio" verso il basso che fa entrare l'azoto. «Tre etti di biomassa – spiega Mulcahy – bruciano per quasi un'ora e mezzo, regalando energia termica e, alla fine, lasciando come residuo un etto di biochar. Il quale, è un eccellente fertilizzante ed è capace di stoccare per secoli l'anidride carbonica che era nelle piante». La WorldStove, l'azienda fondata da Mulcahy per commercializzare la sua invenzione, sta già discutendo con «importanti aziende italiane dell'agroalimentare» (che lui non vuole ancora nominare) per adottare il procedimento su scala industriale. «Ci sono aziende che spendono fino a 30 euro a tonnellata, per smaltire i propri scarti. In questo modo, avrebbero energia gratis per i propri bisogni produttivi (o per venderla alla rete sotto forma di elettricità), e anche un fertilizzante naturale da reimmettere nel ciclo», con un conseguente, minor uso dei fertilizzanti chimici. Ma la commercializzazione? Non doveva salvare il mondo? «La WorldStove vende già questa tecnologia in Canada sotto forma di caminetti ecologici, visto che lì la combustione della legna è stata vietata. E abbiamo ricevuto una commessa per produrre 1,4 milioni di fornelli per ammodernare tutte le saune della Finlandia», dice Mulcahy con un sorrisetto malizioso. «Tutti fondi che servono per finanziare la distribuzione della LuciaStove nel Terzo Mondo a prezzi bassissimi, sottocosto, con la formula del microcredito». Migliaia di esemplari sono già stati spediti in Uganda, Indonesia, Zaire, Cameroon, Malesia, Mongolia e Costa d'Avorio. Un intoppo c'è: il ventilatore che affianca la LuciaStove, richiede corrente. «Ma lo abbiamo già risolto con tre diverse soluzioni – risponde Mulcahy – una delle quali sfrutta la gassificazione coassiale del fornello, autogenerando l'elettricità per la ventola. Anzi, anche di più: ci si può ricaricare il cellulare». Di fatto, per efficienza, facilità d'uso e per i benefici ambientali che comporta, la LuciaStove è un'invenzione che potrebbe far parlare di sé. È frutto dell'intuizione di un momento? «La mia cagnetta, stava ormai molto male», racconta Mulcahy. «Un giorno, mi ha appoggiato teneramente il muso sulle gambe. Mi sono messo a pensare e ho avuto il mio momento eureka. Poi, quando ho finito di mettere su carta le mie idee, lei se n'è andata».
Come avrete intuito, si chiamava Lucia.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Economia%20e%20Lavoro/risparmio-energetico/frontiere/luciastove-biochar.shtml?uuid=68d0d23e-0edb-11de-b874-530b20f3f76e&DocRulesView=Libero

Detto e fatto, oggi la sua invenzione sta convincendo tutti. Ha inventato LuciaStove, una stufa per cucinare e riscaldare, che non inquina, perché non brucia legno o combustibili minerali, bensì il gas che si sprigiona dagli scarti agricoli (pula, noccioli, residui). Non solo: dopo la generazione di calore, resta il biochar, un carbone vegetale che cattura l'anidride carbonica (antieffetto serra), trattiene l'acqua e migliora la fertilità dei terreni. "Alcuni amici avevano finanziato la costruzione di una scuola a Haiti. Ma i bimbi non la frequentavano perché impegnati a raccogliere legnetti per il fuoco. Sono un ingegnere: ho cercato di migliorare l'efficienza delle loro stufe. Ho venduto la mia casa per avviare, con 300mila dollari, la produzione industriale delle parti della stufa più delicate, qui in Italia. In un solo pacco, in cui si spedirebbe una sola stufa della concorrenza, al costo di 60 euro riesco a inviarne 18. Il prezzo unitario di una stufa base (un cubo di 15 cm) è di 12 euro. Dal 2008 il progetto è decollato. Abbiamo ricevuto ordini per due milioni di stufe". Ora Nat lo invitano alle Nazioni Unite. E arrivano sponsor come l'italiana AlmoNature, che finanzia il progetto. E Nat ha anche un sogno di crescita culturale per tutti. "Grazie a LuciaStove, che produce elettricità, anche i computer potranno diffondersi capillarmente". 
Info: http://worldstove.com, worldstove@gmail.com
Fonte: http://www.millionaire.it/content/view/3025/67/

Sarà nostra responsabilità, non fare insabbiare questa fantastica notizia, questa realtà di tipo nuovo, questa energia assolutamente meritevole di manifestarsi in un mondo che lo necessita tantissimo e che se lo “merita”; l’età dell’oro è oramai giunta tra di noi. Ovvio, “oro” inteso come “luce”.