Partiamo da una considerazione in merito all’attuale “crisi” economica:
il responsabile “specchio” della bolla del debito, il “potere” che si cela dietro le banche, ha sempre guadagnato anche nella fase di “crisi”; l’unica differenza è che il guadagno è occultato alla “vista” con la conseguenza che gli Stati hanno dovuto intervenire, al fine di non vedere collassare l’intero sistema, accollandosi le perdite “private” e trasmutandole in “pubbliche”. Adesso gli Stati, per rientrare dall’enorme debito accumulato, dovranno effettuare tagli pubblici ai “soliti” rami vitali della popolazione: educazione, sanità, pensioni, etc. Mentre il “potere forte” che sta dietro alle banche si avvale addirittura degli aiuti statali e continua a guadagnare, la “massa” subisce l’onda di rientro dell’intervento pubblico, ne paga le conseguenze. La “massa” che si ritiene “senza colpe” paga il “delirio” occulto dell’Antisistema…
Qual è il riflesso che giunge alla “massa” da tutta questa vicenda? Che, depurati dal materialismo del denaro, la vera responsabile dello “sfascio” è solo ed esclusivamente la “massa” ed il relativo “vuoto” che l’Antisistema sta mettendo in luce. La “massa” è troppo indaffarata a “fare altro” per occuparsi direttamente del proprio “futuro”, per questo si è affidata a “qualcuno” al suo esterno per amministrare il suo “tempo”; la “massa” paga “qualcuno” di non ben definito, per governare la crescita della “massa” stessa, “qualcuno” della cui “natura” non si sa nulla e della cui immagine si ha solo una vaga similitudine, un senso di quasi “familiarità”. Ma da cosa è occupata a tempo pieno la “massa”, tanto da non risultare più “capace” di auto amministrarsi? Tanto da risultare necessario l'affidarsi ad un “mercenario” o ad un cosiddetto "professionista". Vediamo in cosa è attualmente assorbita l’attenzione della “massa”.
Nauseata dalla situazione che “vive” tutti i giorni “essa” guarda altrove:
- lavora sempre di più
- lontano da casa, dai propri figli
- corre sempre perché c’è sempre da correre durante il giorno (non importa se sei leone o gazzella, l’importante è che ti alzi ed inizi a correre…)
- tra viaggio e lavoro sta fuori casa sempre di più
- in queste ore trascorse fuori casa fa “cose” che non farebbe mai se fosse in una condizione di “scegliere”
- alla sera è troppo stanca per fare quello che gli piace, i cosiddetti hobby…
- da una situazione di “stanchezza”, di debolezza vitale, si adagia spenta a vedere la tv, subendone tutto il relativo condizionamento, ascolta musica a 440 hz che la mantiene in uno stato di disarmonia, si nutre di cibo sempre più “scarico”, si accende per qualche notizia di gossip solo per “evadere” un po’
- ancora per “evadere”, per combattere lo stress, si allontana ulteriormente da taluni argomenti ritenuti troppo “cerebrali”, troppo “pallosi”, troppo “fuori”, per lasciarsi andare alla deriva davanti ad una consolle per videogiochi di nuova generazione
- nel tempo libero la “massa” cura il proprio corpo andando a fare “palestra” e massaggi
- e cura la propria cultura visitando musei, leggendo giornali, navigando in internet, collezionando di tutto
- la “massa” cerca sempre “altro”, cerca sempre di evadere da se stessa, perché “già lavora 8 ore al giorno, figuriamoci se non ha diritto ad un po’ di divertimento o di relax”
- la “massa” è stressata dai figli
- i figli sono stressati dalla “massa”
- tutti fanno “cose” che non gli interessano
- la “massa” è interessata al gossip, al sapere i “fatti degli altri”, a guardare “l’erba del vicino che è sempre più verde”
- la “massa” tradisce il proprio giuramento matrimoniale sempre di più, perché nel matrimonio, nella famiglia, in se stessa, è sempre più incessante, martellante, il ricordo di un “giuramento” cancellato tramite la creazione dell’Antisistema
- i giorni trascorrono, il tempo vola, la “massa” dorme
- la “massa” dorme da sveglia, dorme lavorando, dorme giudicando, dorme vivendo un incubo che si nutre dell’attenzione della “massa”
- la “massa” schiaccia chi cerca di metterle una sveglia vicino al capo, odia chi fa “rumore” perché sta bene nella situazione conosciuta, anzi sconosciuta, perché “a ben pensarci non c’era qualcosa che doveva fare e che ha dimenticato?”
- la “massa” sprofonda nell’oblio sull’isola di Circe
- la “massa” pensa seguendo impulsi che gli nascono nel cervello in chissà quale maniera, non se ne interessa, e perché dovrebbe mai farlo?
- La “massa” odia il qualunquismo e si deve “schierare”, deve prendere parte al processo di separazione perché è essa stessa separata principalmente da se stessa, quindi sceglie “dove stare”, si auto colloca in ogni ambito sociale
- La “massa” tifa per una squadra di calcio, per un ciclista, per una moto o per un simbolo
- La “massa”, divisa, declina ogni responsabilità inerente al proprio futuro a qualcun altro del quale non conosce nulla, perché essa stessa non si conosce
Quanto si potrebbe andare avanti a scrivere così?
E perché lo faccio? Perché?
Perché, che senso ha dare la colpa sempre agli altri?
Non ammettere che, in qualche modo, abbiamo delle responsabilità ben precise nei confronti dello stato di “pulizia” in cui versa la nostra “casa comune”? Perché crediamo in quello che uno “stato” ci trasmette come verità assoluta senza chiederci nulla a tal proposito? Perché dimentichiamo tanto facilmente l’insegnamento della “storia” come un susseguirsi di regni ed imperi che hanno sempre fatto il proprio interesse a scapito della “massa”? Perché oggi dovremmo vivere in un “mondo” diverso? È possibile non "sentire" che lo “scontro” si è spostato ad un livello più sottile? Invisibile! Che i fatti sembrano non coinvolgerci più chiamandoci alle armi, ma lasciandoci nel nostro brodo a bollire senza accorgerci più di nulla? Tramite la tecnologia, il “potere che abbiamo contribuito a creare” sta lavorando al confezionamento di un mondo “perfetto”, fatto a misura d’uomo e per questo vincolato alla propria realtà governata dai sensi illusori di questa dimensione. Una “cella” perfetta come quella “descritta” in Matrix, “dove gli uomini non vivono ma vengono coltivati”. Staccare una entità umana dalla propria comoda visualizzazione è quanto di più difficile, anche perché occorre sempre onorare la rispettiva libera scelta.
Perché le nostre case fisiche brillano nella pulizia, nell’ordine, nelle loro pareti bianche asettiche? Perché vogliamo avere una casa bella, con un grande giardino? Perché vogliamo la proprietà della casa?
Perché vogliamo essere felici…
Perché siamo fatti di desiderio ed intendiamo perseguire tutto ciò che ci conforta anche a scapito degli altri, perché “ci hanno acceso” un conto in banca che nessuno alimenta se non lo facciamo noi stessi. E per mantenere questo “conto” iniziamo a “correre” all’impazzata utilizzando la mente e tutti i nostri “doni” naturali per schierarci e prendere parte, ingrossare le fila, di un tessuto sociale che nemmeno le “organizzazioni preposte” riescono a “disciplinare”…
Perché? Perché “l’indisciplina” è alla fonte, è la sorgente del sistema stesso. È una sua caratteristica di base perché è “fonte di agitazione” e “fonte di cambiamento” in un sistema chiuso, fine a se stesso ma non per via delle sue origini ne per il suo scopo, ma solo per una perdita di “orizzonte” temporale.
“Al termine dello scontro, risulta dal racconto di Cesare, erano stati uccisi quasi 700 legionari e ben 46 centurioni. Il giorno seguente Cesare, convocato l'intero esercito in assemblea, rimproverò la temerarietà, la cupidigia, la sfrenatezza ed indisciplina dei suoi legionari, che non si erano arrestati al segnale della ritirata e che non avevano potuto essere trattenuti neppure dai tribuni militari e dai legati. Egli spiegò, che aveva dovuto abbandonare una vittoria certa, avendo sorpreso il nemico senza comandante e senza cavalleria, per coprire una ritirata nella quale aveva perduto quasi due coorti di armati. Ricordò loro che era compito del loro comandante, stabilire la tattica da adottare in battaglia ed il portare a termine l'operazione. Non era, pertanto, più tollerata alcuna azione di indisciplina del genere per il futuro”.
Cesare, De bello Gallico
Fonte: Wikipedia
Le “masse” indisciplinate, perse in se stesse necessitano del “comando”; l’azione di chi comanda non sempre si prefigge il comune interesse perché, persino nel ruolo di comandante, si rispecchia lo status disarmonico della “massa”. Nasce un comando più alto allora, quello dell’Antisistema, fatto da tutta la “massa”, ma anch’esso limitato dalla “massa” stessa, dai voleri della “massa”. E più la “massa” s’illude più il “potere” sopravvive alla sua naturale data di scadenza…