giovedì 3 dicembre 2009

DNA e controllo.






Tutto è vibrazione, dove per “tutto” intendo ogni cosa visibile ed invisibile. La naturale rappresentazione dell’aspetto visivo, ai fini della percezione umana, è una frequenza di oscillazione compresa nell’ambito dello spettro elettromagnetico della luce che va dal rosso al violetto. Che è come dire che guardiamo dal foro della serratura di una porta chiusa e che equivale a comprendere “ciò che ci sta attorno”, con la comprensione che può avere un bimbo nei suoi primi giorni di vita. La scienza infatti ci dice che usiamo per meno del 10% le facoltà del nostro cervello e che esiste un buon 90% del DNA umano definito come “scarto”. Allora, se utilizziamo il nostro 8/9% di cervello “disponibile” ed uniamo questi aspetti appena descritti:
  • limitatezza della “comprensione” testimoniata a specchio dalla scarsa percezione della radiazione della luce
  • limitato utilizzo del cervello
  • grande accumulo di DNA definito di “scarto”
Cosa possiamo dedurre a partire da questi punti inequivocabili?
  • la Natura ha generato “forme” di vita pressoché perfette
  • nel migliore dei modi
  • in equilibrio con il resto della creazione
  • utilizzando “ingredienti” necessari e mai superflui
Quindi?
Che la limitata capacità dell’uomo di “comprendere” è direttamente proporzionale alla quantità di materiale di DNA ritenuto di “scarto” dall’attuale grado di evoluzione della scienza umana. Anche in questo caso il meccanismo di specchio e riflesso non lascia dubbi; il 90% del materiale genetico non preso in considerazione si riflette direttamente sulla capacità umana di non prendere in considerazione il 90% della propria essenza, ossia l’intero livello spirituale legato alla nostra natura divina. Inoltre la specie umana si è proprio caratterizzata per il fatto di produrre rifiuti o materiale, appunto, di scarto. Non ci dovremmo scandalizzare a leggere queste righe e/o nel fare certi ragionamenti “fuori dagli schemi”, perché noi siamo andati fuori dall’equilibrio, siamo in disarmonia con quello che ci circonda, e la nostra società rispecchia pienamente questo “fenomeno” producendo in maniera sconsiderata “materiale di scarto”. I modelli vitali e di business umani sono proiettati a generare “rifiuti”. La società dell’uomo rischia di diventare una discarica. L’uomo produce rifiuti danneggiando il sistema nel quale è innestato; sistema in equilibrio perfetto senza la nostra presenza. In questo aspetto mi trovo concorde con quanto sussurrato in Matrix dall’agente Smith a Morpheus:

“Desidero condividere con te [Morpheus] una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura. (Agente Smith)”.
Fonte: Wikiquote

L’attivazione del DNA silente è il perno attorno al quale ruota il “cambio dei tempi” e l’energia cosmica sta progressivamente risvegliando questa “massa” di possibilità inespresse; per questo l’Antisistema tenta in tutti i modi di bloccare questa azione “naturale” che possiamo appellare evoluzione. Attraverso quello che mangiamo, respiriamo, indossiamo, pensiamo, facciamo, immaginiamo, etc. l’Antisistema ci programma, boicotta, schiavizza, dal di fuori e dal di dentro. L’intero sistema ghiandolare è come impaludato e reso inservibile ai fini della propria e più alta funzione di apertura verso il mondo superiore, dagli zuccheri che praticamente hanno invaso ogni tipo di alimentazione o abitudine di alimentarsi, della vita “moderna”. Esistono studi che denunciano questa attività di ammorbamento progressiva del nostro organismo, ma non sono ritenuti veritieri, solo perché rientrano in parametri decisi dalle regole dell’Antisistema stesso; attraverso il condizionamento di massa e tramite il controllo del linguaggio. Infatti se uno studio “non gradito” viene classificato con etichetta “esoterico, occulto, paranormale, etc.” ecco che automaticamente risulta come bollato di inattendibilità. Una sorta di imprimatur o di censura trasparente che trasforma la gente stessa in censori, senza nemmeno la necessità di istituire organizzazioni apposite che, nel passato, hanno testimoniato solo un errore in termini di "troppa evidenza". Oggi i veri censori dell’Antisistema siamo noi. In realtà dipende tutto da noi. Persino l’esistenza dell’Antisistema.

“Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami.... le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo. (Morpheus).
Se non sei uno di noi, sei uno di loro. (Morpheus) [Gli Agenti]”
Fonte: Wikiquote

Ecco la trovata geniale, l’evoluzione dell’Antisistema; entrarci dentro e utilizzare direttamente noi stessi per governare noi stessi. Noi stessi che lo abbiamo generato! Curioso e geniale. Un cerchio perfetto, in linea con l’operato della Natura, la quale non genera “scarto”. L’energia Vitale è una caratteristica comune a tutti gli esseri viventi e rappresenta la connessione eterna ed interagente con l’ambiente circostante. Il controllo di questa energia determina la qualità e la funzione stessa della vita. Ecco allora che l’inaridimento della conoscenza antica trova proprio un senso, nello schiacciamento dell’uomo verso il pavimento della propria prospettiva superiore. Attraverso l’aumento della capacità di elaborare del nostro cervello e di ragionare, siamo stati ingabbiati. Di pari passo all’evidente cammino tecnologico umano, ci siamo anche auto confinati nelle nostre dimore personali, lontani dagli altri, tracciando un solco tra il “sé” e gli “altri”. Abbiamo scelto questa via oppure ci è stata indotta? Diciamo che ci troviamo in uno stato di sonno ipnotico, mantenuti da una serie di meccanismi che abbiamo progettato noi stessi e che hanno fatto il loro tempo. Solo che non riusciamo più a svegliarci. I sensi superiori ci chiamano, come il trillo di una sveglia programmata da… noi stessi tanto tempo fa. E nel sonno immaginiamo una vita che riflette la condizione di “non riuscire a…”, pertanto il nostro sonno descrive un “moto” agitato, convulso, dove qualcuno ci ha preso l’anima e ci controlla, un incubo insomma. Com’è la nostra vita? Quella che riteniamo essere la nostra “vera” vita? Ci piace? La consiglieremmo ad un nostro amico che vive su di un altro pianeta e che avrebbe intenzione di “trasferirsi” quaggiù? Pensiamoci seriamente fratelli miei.
Pensiamo al ruolo che hanno le nostre cellule nell’organismo, alla loro intelligenza che esula dal "timbro" a loro impartito dal DNA. Pensiamo che le nostre cellule si sono evolute attraverso le “sensazioni”, i segnali che traevano dal passaggio, dall’attraversamento delle sostanze della loro membrana esterna. I segnali esterni sono alla base dell’evoluzione cellulare, in quanto le cellule sono formate dalle sostanza di questo mondo, sono un processo legato all’evoluzione naturale, mentre il DNA ha una natura per così dire, diversa e “superiore” e, proprio per questo motivo, risulta annichilito, allontanato dalla sua vera funzione. Eppure in entrambe queste “dimensioni” è sempre più dimostrato che l’operato della psiche umana coinvolge direttamente ogni processo esistenziale, persino quelli legati alla evoluzione (vedasi ad esempio l’opera di Bruce Lipton). Pertanto controllando la nostra psiche si controlla il futuro. Sino a quale punto ci vorremo spingere prima di aprire gli occhi? Ciò che abbiamo “creato”, un guardiano che ci doveva proteggere, ora è fuori controllo, o meglio “fa ancora il proprio dovere”; proprio come il super computer Hall 9000 che prende il controllo dei sistemi vitali dell’astronave nel film “2001 odissea nello spazio”.

“HAL, macchina "incapace di commettere errore" ne commette proprio uno nel prevedere il guasto all'elemento AE-35 dell'antenna principale del Discovery, diventando improvvisamente inaffidabile per l'equipaggio ed il controllo missione sulla Terra. Temendo di venire disinserito tenta di eliminare l'intero equipaggio. Come ben descritto nel romanzo di Clarke 2001, per motivi di segretezza e per non sottoporre a stress i comandanti Bowman e Poole, HAL ed i membri in animazione sospesa sono i soli al corrente dello scopo reale della missione, ovvero indagare su una trasmissione aliena diretta verso l'orbita di Giove. Tuttavia HAL non è stato istruito sul motivo della reticenza e dunque la sua mente entra in un conflitto di priorità, tra la salvaguardia della missione e quella degli astronauti. Mentre HAL tenta di far trapelare qualche indizio a Bowman, avverte un guasto all'antenna principale. Il conflitto si somatizza proprio sul collegamento tra la nave ed il controllo a Terra. In 2010 il dottor Chandra denuncia un'intromissione della Casa Bianca nelle direttive impartite al computer, ignorando la sua incapacità di dissimulazione al contrario di "persone abituate a mentire molto facilmente”.
Fonte: Wikipedia


mercoledì 2 dicembre 2009

Viaggiare nello spartito musicale della Creazione.





Nella attuale stesura del copione della crisi economica internazionale, gli Stati hanno comprato “tempo” ( come testimonia anche il ministro Tremonti) iniettando quantità spropositate di denaro, stampato fresco, nei gangli vitali delle strutture di veicolazione della “moneta”. Hanno dunque barattato energia denaro con energia tempo, ottenendo uno stop momentaneo delle evolventi in corso, e spostando il peso del debito accumulato dal privato al pubblico. Ma il modo di “fare” business non sta cambiando. 
“Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario” G.Orwell. 
A quale verità si riferiva l’illustre letterato inglese? Sappiamo benissimo che siamo immersi in un piano dimensionale in cui la verità regna sovrana; è tutto vero! Infatti per ognuno dei 6 miliardi di umani abitanti della Terra, la propria visione delle “cose” corrisponde alla propria verità. Lo spazio/tempo in cui viviamo porta alla manifestazione di quello al quale maggiormente pensiamo; e dato che pensiamo in maniera quasi continua alle nostre paure, ecco che le nostre paure vengono a manifestarsi. Le nostre paure sono una verità. Viviamo tra i due limiti imposti dalla dualità, ed entrambi descrivono verità in un mondo di illusioni. Viviamo tra i due emisferi degli opposti, veri entrambi. Chi, dunque, può dire di essere nel vero o di sostenere il contrario, in una struttura che fa da specchio ai nostri pensieri? Ognuno si specchia negli altri e ne riceve un diretto riflesso. Ognuno vive la propria verità. "Alzando" la nostra consapevolezza, possiamo iniziare a scorgere, tuttavia, un livello di verità più grande; quello imposto da una organizzazione che si è ritagliata un simile compito, grazie al consenso degli “attori” che hanno votato e lottato per questa scelta. La verità dell’Antisistema. Vediamo cosa si intende per “totalitarismo”:

“Il concetto di totalitarismo è un idealtipo usato da alcuni scienziati politici e storici per enucleare le caratteristiche di alcuni regimi nati nel XX secolo, che mobilitarono intere popolazioni nel nome di un'ideologia o di una nazione. Il termine totalitarismo, inoltre, è usato nel linguaggio politico, storico e filosofico [1] per indicare "la dottrina o la prassi dello Stato totalitario", cioè di qualsiasi stato intenda ingerirsi nell'intera vita anche privata dei suoi cittadini, al punto da identificarsi in essi o da far identificare essi nello Stato”.
Fonte: Wikipedia

L’Antisistema nasce dalle nostre paure esteriorizzate, imprime con il tempo uno stato di totalitarismo, nutrendosi del flusso di energie che i suoi costruttori (tutti noi) hanno bruciato al fine di portarlo alla manifestazione, ed irrorando i costruttori con il diretto riflesso di ciò che li ha animati e caratterizzati nel relativo processo creativo: la paura. L’Antisistema rappresenta le nostre paure manifeste, nasce da questa componente umana, e riesce a far identificare i cittadini nello Stato che si identifica nei cittadini…
Che cosa è un “idealtipo”? La comprensione sfugge leggendo le definizioni classiche, però questa che riporto, fa comprendere qualcosa:

"L'idealtipo è da considerare come una connessione "ideale", indipendente dalla realtà del caso in esame: la connessione è evidente ma non necessariamente reale, per cui il rapporto tra idealtipo e caso singolo è quello di un'"interpretazione (Deutung)".
Fonte: Wikipedia

A prescindere dal suo significato storico/letterale, che per me lascia il tempo che trova, cerco invece di “sentire” quello che questo termine e questa porzione di definizione mi evocano in profondità; cioè ad una connessione ideale, una interpretazione, una  illusione, un incantesimo, una verità. Passando da uno stato all’altro giungiamo, ancora una volta, ad una verità percepita; partendo da un pensiero o addirittura dall’immaginazione, giungiamo ad una verità:
  • una connessione ideale      (che prevede una mente che “osserva”)
  • una interpretazione        (che instaura una prospettiva)
  • una  illusione              (che manifesta l’intento)
  • un incantesimo         (che copre le altre verità)
  • una verità.            (che diventa evidente per la massa)
I piani delle diverse verità si intersecano in maniera indissolubile: comprendere “dove” ci si trova non è facilmente accessibile, perché non riusciamo più a vedere la “mappa” con la scritta “voi siete qui”. In realtà questa mappa non è mai scomparsa, è sempre al solito posto, solo che i nostri sensi si sono fatti irretire dalla struttura melense dell’abitudine imposta dal modo di vivere legato al cosiddetto benessere moderno votato sempre maggiormente alla visione esterna e materiale di noi stessi. L’incantesimo trova proprio evidenza nelle abitudini, che così vengono definite:

"Azioni eseguite meccanicamente e in maniera reiterata: si agisce in un determinato modo perché si è sempre agito così. Nello studio sociologico, le abitudini costituiscono una regolarità che rende le azioni prevedibili e garantiscono così la corrispondenza tra aspettative e comportamenti, rendendo possibile agli attori il controllo e la gestione del contesto".
Fonte: www.sociologia.tesionline.it

È ovvio che nel caso dell’umanità i processi sono invertiti ma solo in maniera apparente, ossia gli attori siamo sempre tutti noi, anche se comprendiamo che uno sparuto gruppo di “persone” ha il controllo planetario. Pertanto i veri attori sembrano caratterizzare questa elite, anche se invece rimaniamo sempre e solo tutti noi i veri e diretti responsabili di quello che "accade". Abbiamo semplicemente manifestato ed avuto ciò che volevamo: demandare ad "altri" il controllo e perderci nelle nostre paure.
È complicato cercare di rendere evidente e comprensibile quello che “percepisco” di questo mondo; a volte si susseguono delle vere e proprie immagini dei piani costituenti la struttura che sottintende al gioco della vita; ciò che è giudicabile vero è falso e vero allo stesso istante e viceversa. Questo succede perché il nostro punto di vista è troppo “basso” per comprendere quello che è “sopra”. Il piano divino scorre nell’eterno e ha, per così dire, pazienza infinita, perché quello che conta maggiormente è il “viaggio”. Dalla percorrenza del viaggio si impara appunto a “viaggiare”, a conoscere e sviluppare saggezza. Si cresce e si evolve durante il viaggio e non quando si arriva a “casa” e si depongono le valigie per lasciarsi andare, stanchi e soddisfatti, sul divano per finalmente “riposare”. La meta non è in discussione. La “casa” è sempre li ad attenderci. Allora cerchiamo di goderci al massimo questo viaggio attraverso la nostra evoluzione, attraverso il tempo e lo spazio delle numerose esperienze e chiediamoci “perché siamo qua?”. Il solo chiederselo apre orizzonti nuovi, spinge come una piacevole brezza le vele del nostro vascello animico. Gettiamo le abitudini nell’oceano della trasmutazione. Apriamo gli occhi per discernere la giusta rotta. Ed aumentiamo la consapevolezza che una nave senza equipaggio e con solo il capitano, è destinata ad un ben magro destino… lo smarrimento.

Noi lasciamo il porto
per il mare aperto
la nave va
s’alza il vento piano
siamo già lontano
la nave va
guarda il mare si muove già
guarda più in là
Contro il cielo nero
sopra un mare duro
la nostra nave va
la tempesta è sopra noi
qui sopra di noi

Arriveremo vedrai
sì io te lo giuro
l’arcobaleno vedrai
sì io son sicuro
vedrai…

“Il viaggio” - Mango

martedì 1 dicembre 2009

Il vuoto fuori e dentro di noi.


Il movimento naturale di “divisione” delle terre emerse, anticamente chiamate Pangea, legato al “respiro” della Madre Terra (o meglio legato alla sua inspirazione) è lo specchio che, se compreso, permette di osservare almeno due fenomeni molto importanti di questo piano dimensionale:
  1. il processo di separazione al quale siamo stati sottoposti scindendoci dall’Uno
  2. la relativa caratteristica di dualità che permea il processo creativo
La separazione è chiaramente visibile in ogni ambito della vita e, in maniera frattale, la si può scorgere a cascata dall’enormemente grande all’infinitamente piccolo; ad esempio nei processi di mitosi e meiosi, ossia della riproduzione per divisione delle cellule o, per ordine di grandezza inversa, nel processo di espansione dell’Universo, definito Big Bang dalla moderna scienza e che concerne, appunto, un moto di separazione dalla condizione iniziale di inerzia, “momento” nel quale esistono condizioni infinite allo stato di potenziale non manifesto; un simile stato di “comprensione totale” è paradossalmente definibile con il termine di “vuoto”. In questo esercizio di forza applicato al linguaggio comprendiamo come le “parole” siano del tutto “separate” dalla loro possibile valenza superiore, proprio dalla capacità della mente di ingabbiare e fissare un significato, dando luogo alla quotidianità dell’accezione corrente. In questa maniera, il termine “vuoto”, viene piallato dalla sua componente ciclica, composta cioè di significati che vanno oltre al consueto, per sfociare nel piano duale della comprensione contrapposta di vuoto/pieno. Quello che intendo dire è che, tramite l’abitudine a non pensare, l’Antisistema, si è impossessato anche dei significati più profondi dei “termini”, impoverendone l’utilizzo, lisciandone la frequenza di alti/bassi e delle potenzialità di comprendere quello che è meno facilmente "accessibile". Con la parola “vuoto” è per l’uomo difficile comprendere uno stato di “tutto non manifesto”. Con la parola “vuoto” è facile comprendere uno stato di “nulla presente”. È evidente anche in questo contesto, che il punto di osservazione nel quale ci mettiamo, determina la prevalenza di un concetto legato alla realtà percepita, piuttosto che quello relativo ad una potenziale altra realtà non percepita. Sarò ancora più descrittivo; l’abitudine impoverisce la capacità della mente di ragionare in termini più astratti. La parola “vuoto” inquadrata nel quadro comprensivo umano corrente, significa solo “assenza” – “che non c’è nulla” – “che nello spazio che vedo c’è solo aria”. Da qua possiamo comprendere come il linguaggio sia stato utilizzato per raddrizzare un segnale “molto ricco”, un’onda caratterizzata da picchi e da armoniche come il battito del cuore, in un segnale liscio, controllato, senza esaltazioni, modulato, come il segnale atono dell’assenza di vita rilevato dalle macchine che monitorano il battito cardiaco. La “caduta” nell’ambito duale della realtà manifesta e percepita dai nostri sensi, trova comunque il suo senso nel processo educativo al quale siamo chiamati in ogni istante della nostra vita terrena. In questo “luogo” l’evoluzione continua il proprio compito di "segnale traente" verso la comprensione. Qua, sulla Terra, trovano senso e densità le nostre paure non manifeste in altre dimensioni; in questa maniera estrapolandole, tirandole “fuori” da noi le possiamo rendere manifeste, vederle, osservarle e comprendere come siano fatte. L’Antisistema, frutto di questa attività mentale dell’uomo, rappresenta proprio le nostre paure, rappresenta la nostra paura principe di guardare da un’altra parte rispetto a noi stessi, di guardare gli altri per non guardare dentro se stessi. Rappresenta la paura manifesta di morire. Rappresenta il senso di separazione dalla nostra parte divina. Rappresenta un modello educativo altamente specializzato, ed indiretto, nel ravvivare un segnale continuo in uno alternato, ricco di estensioni, fluido, vitale, armonico, ma solo come conseguenza di un moto comprensivo dell'essenza stessa; solo dopo avere "piallato", messo con le "spalle al muro".
I tempi che viviamo sono caratterizzati da una energia a più alta caratteristica vibrazionale, proveniente dal Cosmo, che interessa l’intero Sistema Solare; persino la Nasa sta osservando dei cambiamenti, in termini di innalzamento della temperatura, che stanno avvenendo su gran parte dei pianeti del nostro Sistema Solare. Con l’entrata nell’era precessionale dell’Acquario, stanno per cambiare i modelli di paradigma che ci hanno tenuti “assopiti” per così tanto tempo terrestre. Il 2012 corrisponderà proprio ad  un livello del cambiamento irreversibile; a quel punto l’evoluzione spirituale accelererà su ogni altro ambito. Nessuna fine del mondo nel senso classico, ma la fine di un mondo che ha fatto il suo tempo. Il 2012 è una scelta:

"So che molte persone stanno aspettando il 2012 come un evento importantissimo, l’arrivo dell’allineamento tra la Terra e il centro galattico. In senso concreto, l’intera comunità di dieci, forse dodici, milioni di persone che stanno operando nelle frequenze superiori noteranno un grandissimo cambiamento e questo cambiamento si esprimerà con una maggiore percezione, conoscenza intuitiva - una conoscenza intuitiva più sottile - e un intensificarsi della connessione emozionale con i propri compagni umani.
La loro capacità di vivere una vita centrata sul cuore esprimendo le sei virtù del cuore si moltiplicherà. Questo nucleo di persone, avendo già sviluppato atteggiamenti di comprensione fluida, di percezioni tranquille e di un’incrollabile fiducia nella benevolenza della super-intelligenza dell’universo, avranno nuovi poteri creativi perché opereranno come un uno e non come individui. All’inizio questa operazione non sarà per tutti molto chiara, ma un piccolo gruppo - forse uno su tremila, la sentirà e la vedrà, e sto parlando di tremila di quel gruppo di dieci o dodici milioni di esseri che stanno operando su queste frequenze più elevate.
Quindi, queste piccole frazioni percentuali lo vedranno e lo percepiranno negli anni futuri, e maggiormente si attiveranno e diverranno consapevoli anche di questa intelligenza collettiva, poiché essa diventerà spontaneamente un’entità co-creativa molto potente.
Ora, coloro che vivono in realtà che si fondano sulla paura, per la maggior parte vedranno amplificarsi le loro paure poiché queste frequenze e radiazioni in arrivo creano un ritmo di cambiamento che porta sofferenza nella loro vita. Dal punto di vista emozionale, possono anche maggiormente sconnettersi e chiudersi in se stessi.
Dunque, vedi, il 2012 rappresenta in realtà esperienze diverse per differenti stati di coscienza. Non sarà un evento in sé, come un’eclisse solare che è visibile nella maggior parte del mondo ma, piuttosto francamente, nessuno sa esattamente e per certo a cosa sarà simile, poiché non è paragonabile di preciso a nulla e il suo capitolo finale non è ancora stato scritto.
Per cui in questo, cioè nel capitolo finale, noi stiamo interpretando ruoli improvvisati, non c’è nulla di scritto e neppure un regista, nel senso specifico della parola. Piuttosto, la Sorgente Primaria ci sta permettendo di scegliere il nostro destino: vivere una vita centrata sull’amore e seguire la sovranità della Terra oppure vivere una vita basata sulla paura e restare nella frequenza della griglia della terza dimensione con tutte le sue limitazioni.
In ultima analisi, il 2012 è una scelta. Soltanto coloro che vogliono sottostare a una profonda revisione, a una nuova prospettiva, diciamo, della natura della realtà, e che si apriranno e si avvarranno del potere dell’intelligenza collettiva e di come questa intelligenza ristruttura il volto dell’umanità, soltanto questi vedranno in realtà il 2012 per quello che è. Tutti gli altri vedranno le illusioni e, in un certo senso, saranno forzati a vivere tra le ombre dell’esperienza reale".
Fonte: James wingmakers.com ( tratto da http://www.stazioneceleste.it/il_2012_%C3%A8_una_scelta.htm )