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lunedì 17 dicembre 2012

Il potenziale.




Oggi SPS raggiunge i 1000 articoli in pancia.

Pensando a questo numero, rifletto sull’entità di ciò che ho sviscerato, decodificando il flusso di informazioni che ispira con puntuale e sorprendente coerenza.

L’immagine frattale è quella di una fiamma perennemente accesa in un luogo sacro, come un Templio, ad esempio.

Il codice espresso in SPS è ovviamente ‘personale’, ossia non ha nessuna pretesa di convincimento altrui; semplicemente esprime i frutti di un cammino individuale sulla traccia comune e, come tale, mi è sembrato giusto renderlo ancora più vivo mediante la condivisione sul Web.

E poi, diciamocela tutta… a me piace intimamente scrivere; mi completa o mi avvicina ad una maggiore comprensione di quello che 'accade intorno'; è come una modalità di meditazione del tutto diversa dalla canonica posizione del loto ad occhi chiusi.

Scrivere è uno dei modi per agganciare il potenziale quantico della manifestazione esistenziale ed esperienziale.

Un potenziale è, appunto, un qualcosa di non emerso che, tuttavia, esiste nel proprio bacino di contenimento; ci sono infiniti modi per arrivare ad estrarlo o, almeno, ci sono sette miliardi di modi per farlo. Ognuno di noi è unico ed irripetibile e costituisce la chiave per l’apertura del proprio involucro protettivo del Cuore

questo è il nostro potenziale 3d.

Da quando, io e mia moglie, abbiamo portato Lucilla (grazie Diana), la nostra stufa 'old fashioned', in casa… ho notato alcune modalità dell’energia presente nel legno:
  • il fuoco è un potenziale
  • l’acqua è informazione esistenziale.
Ossia; ogni porzione di materia naturale e non, ha un potenziale di fuoco, calore, in termini ideali. Un pezzo di legno, ad esempio, bruciando emette una certa quantità di radiazione luminosa e calore:

il calore prodotto è contenuto nel pezzo di legno in termini di potenziale. È come se, allo stesso modo, ognuno di noi andasse in giro con una bomba a mano incendiaria, in tasca.

Questa potenza teorica è un dato di fatto.

Il potere disaggregante del fuoco ha successo solo dopo che il potenziale acqueo è evaporato, ossia dopo che l’informazione contenuta se n’è andata, trasformandosi in vapore/fumo

Solo dopo che il legno ha perduto il potenziale acqueo, si lascia bruciare e disaggregare dal fuoco, dando vita al proprio potenziale di fuoco. Ciò che accade, dopo, è che la materia compositiva il legno, gli atomi, perdono i legami di partecipazione collettiva alla forma, che è ormai senza più informazione vitale mantenuta sino a quando era presente l’elemento acqua.

Solo dopo, il legno brucia e si scompone sino ad arrivare a divenire cenere.

Il pezzo di legno senza acqua diventa anche senza Vita; è leggero e sembra un contenitore svuotato dall’interno, della sua informazione esistenziale.

Ma dove va a finire questa ‘informazione’?
E, che cos’è questa ‘informazione’?

Nell’atmosfera della stanza in cui brucia il legno ed all’esterno, scaricata dalla condotta per il fumo, si libera l’informazione ‘legno’, veicolata dall’acqua trasformata in vapore/fumo.

Ognuno di noi la può respirare, esattamente come si respira aria. Questo codice va ad impattare con i 'centri di raffinamento' umani, che lavorano ed interpretano tutto quello che 'entra', ma non solo; essa ha una capacità ispirante dell’essere umano, il quale viene come investito da un influsso, da un elisir d’informazioni che lo porteranno a sensibilizzarsi nei confronti di tutto quello che lo circonda, non da ultimo dell’elemento legno, che lo ha arricchito della propria esperienza vitale.

Possiamo provare forti sensazioni di deja vu, di memorie non locali, di strane sensazioni o emozioni, di ricordi, immagini, opportunità, possibilità; ereditando porzioni di Vita biodiversa e andando ad alimentare circuiti antichi assopiti. Una parte del karma del legno passa in noi, perché sarà come compatibile con la nostra storia personale, ossia non diverrà una maledizione o un incantesimo ma, una estensione complementare della nostra caratteristica.

Tale i(n)spirazione è molto più totale, del semplice respirare fumo.

Fumo che non è solo ‘fumo’, ma pacchetti d’informazione che cambiano di posto/luogo, esattamente come fa la polvere.

Una volta emessi dal corpo ‘vissuto’, essi costituiscono una sorta di memoria, che si libra sul e nell’ambiente, andando a fissarsi in ogni luogo recettivo e magneticamente polarizzato, proprio come se venisse in un certo senso attratto da un potenziale similare.

Ciò mi fa capire che il concetto di ‘ingiustizia’, semplicemente non esiste dal punto prospettico superiore dell’Universo. È la storia della vicenda umana d’insieme, che permette l’emersione del ribaltamento energetico di questo concetto, secondo la libertà permessa dalla legge del libero arbitrio e della biodiversità, il tutto inserito del flusso del Tempo condensato nell’esperienza 3d.

Il caso non esiste. La ‘polvere’ non si deposita caoticamente, ma seguendo una polarizzazione energetica paragonabile allo scorrere dell’acqua, secondo fisiologia ambientale.

Allo stesso modo, i pensieri non nascono integralmente da noi, ma vengono respirati. Nell’aria c’è molto di più delle sole sostanze rivelate e nominate dalla scienza.

Perché le antiche civiltà, molto spesso, distruggevano le città conquistate?

Ossia, perché demolivano gli edifici del potere e le abitazioni? Per puro spirito di vandalismo senza senso?

No. Ciò che era diventata l’usanza del distruggere, posava le proprie fondamenta sulla conoscenza trascorsa relativa al fatto che gli edifici raccolgono le memorie energetiche e le conservano

Queste forme pensiero diventano vive nel Tempo e tendono a preservare le condizioni esistenziali che le hanno create (paradigma).

Distruggendo un luogo, si disperdono anche dette forme di aggregazione energetica.

Ad esempio, il nuovo movimento politico di Grillo, sarà presto o tardi conglobato nel campo morfogenetico che alimenta i palazzi del potere politico. Il consiglio è:

di non entrare in quei palazzi
.

Ma come fare, visto che è lì che si perpetua il giogo politico?

Ecco, allora, la provocazione di SPS:
  • cambiando sedi
  • bonificando le attuali sedi
  • prendendo le opportune precauzioni di difesa personale
  • distruggendo le attuali sedi.
Cosa si sceglierà di fare?

Nulla
, se non di continuare ad ammirare questi ‘meravigliosi palazzi’, vanto dell’ingegneria e della bellezza architettonica italiana.

Apriamo gli occhi, per favore, oppure non meravigliamoci se poi non cambia mai nulla.

Smettiamo di curare i sintomi, gli effetti… in luogo delle cause.

Anche le forme pensiero parassite sono effetti collaterali; sì, sintomi del nostro comportamento rinunciatario.

Ciò che si lascia viene preso.

Dipende da noi.

 
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Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com